Vini naturali e denigration marketing. You’re doing it wrong
di Fiorenzo SartoreVerrebbe da dire: scusate le spalle. Tom Wark, noto blogger wine-and-market oriented, non ha apprezzato l’ennesimo articolo sui vin-naturisti che fanno denigration marketing, ed ha voluto rafforzare il concetto con un’immaginetta sarcastica. Che hanno combinato, stavolta, i ragazzi terribili del vino naturale? In un’intervista anticipata su The Drink Business una coppia di distributori londinesi di vini naturali ha rilevato, tra l’altro, che bere vino naturale (sospendiamo i tentativi di definizione del concetto, a me basterebbe questo) compromette la possibilità di tornare indietro: il bevitore vin-naturista soffrirebbe troppo la ri-assunzione di vino industriale (come sopra, sospendiamo etc), e tale sofferenza si manifesterebbe anche con eruzioni cutanee ed altre sgradevolezze dovute, per esempio, ai soliti terrificanti solfiti. Quindi, ecco spiegata l’immagine. Vale la pena di annotare che chi fa tali dichiarazioni non si dilunga ad elencare le prove, e per la verità il problema non si pone, in capo a chi la pensa così. La questione poi non riguarda solo i solfiti, ma le altre sostanze chimiche che si usano in vigna, e l’assunto vin naturista “zero chimica in vigna, zero chimica in cantina” sta a significare che il contrario si deve ritenere dannoso, a titolo di manifesto programmatico. Le dichiarazioni contenute nell’intervista abbracciano anche altri ambiti, come la politica e l’ideologia, per cui ho appreso con qualche preoccupazione che “I vini naturali richiedono un approccio critico. Sono un po’ come le opere di Karl Marx, non sono per le masse”.
L’atteggiamento elitario o, per usare un termine tecnico, stracciaballe, è preoccupante su svariati piani. Proverei ad elencarne un paio: uno commerciale ed uno (scusate il parolone) esistenziale. Sul primo punto, il “marketing della denigrazione” rende orribilmente scivoloso parlare di vini naturali sperando di mantenere un sano equilibrio. Ed è ironico, perché che questi atteggiamenti a volte intransigenti fino a sfiorare la violenza verbale rendono difficilissimo un aspetto che a me sta a cuore, riguardo al vino naturale: venderlo. Alzi la mano chi, una volta, non s’è mai scontrato con questa forma di intolleranza che provoca (quella, sì) un vero fastidio a pelle. C’è un modo di essere vin-natur senza essere irritanti? Lo chiedo perché io, da enofilo militante, sono un gioioso fruitore di vini naturali. E quando ne illustro le qualità, però, evito di infilarmi nell’esecrazione violenta di chi non la pensa come me. Trovo che tale modo di argomentare finisca per diminuire l’appeal commerciale di questi prodotti, a meno che non si intenda appunto formare, tra i clienti, delle demenziali schiere manichee di adepti, l’uno contro l’altro armati. Chissà che ne direbbe Marx. E questo ha a che fare con il secondo punto della mia analisi, quello esistenziale. Questa cosa evoca la somma di tutte le altre brutte divisioni manichee, perenni ed endemiche, che ci avvelenano. Potremmo (dovremmo) tutti uscire da ‘sto tunnel, una buona volta.
32 Commenti
Lucia Bellini
circa 12 anni fa - Linkaspettiamo si mettano d'accordo i produttori per primi.
Rispondieros
circa 12 anni fa - Linkho unito i punti ed è uscito un battitore di baseball!!
RispondiPaul Pastrelli
circa 12 anni fa - Linkuna donna desidera la stessa sovranità sia sul marito che sull'amante..... ....lei rispose nella misura più piena. Con tutto ciò che potesse deliziare o darlgli piacere "(Geoffrey Chaucer - The Canterbury Tales>)
RispondiGianMarco
circa 12 anni fa - LinkDa amante del vino naturale ai due amici londinesi: "Questa è una cagata pazzesca!"
Rispondipragmatist
circa 12 anni fa - LinkE invece la brutta immagine del post mi fa dire cose controcorrenti. A me per esempio bere vini rossi con malo-lattica svolta con i batteri lattici spontanei dei cosiddetti vini-naturali provoca una fastidiosa dermatite atopica cosa che invece non avviene quando assumo vino rosso con malo-lattica svolta da inoculo : cosa che ho potuto verificare conoscendo il metodo di produzione effettivo, pare che la cosa sia ascrivibile alle ammine biogene prodotte in quantità dai batteri lattici spontanei . E allora dico W la bio-tecnologia...
Rispondipietro
circa 12 anni fa - Linkciao scusa se mi aggancio non conoscendoti, ma la cosa si concreta con la comparsa di acchie rosse più o meno estese su alcune zone? Finalmente allora mi spiego ciò ce mi capita con alcuni rossi... Ho anche notato che il fenomeno è incrementato seassieme al suddetto vino ho abbinato formaggi freschi a pasta molle quali stracchino o mozzarella. Sono curioso! Grazie
Rispondipragmatist
circa 12 anni fa - LinkProprio così. Per me più che formaggi freschi direi i formaggi erborinati ed i salumi in generale in particolar modo se abbinati a vini rossi...naturali, ma ogni caso pare sia leggermente diverso. Fiorenzo, scusa l'OT (parziale).
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkMi fa piacere quantomeno constatare che le masturbazioni cervellotiche e le guerre sante su cose del genere non sono esclusiva italica.
RispondiMonica Pisciella - Wineup
circa 12 anni fa - LinkStanding ovation per Fiorenzo Sartore, che di nuovo ci dimostra buon senso ed equilibrio, oltre che senso della realtà (atteggiamenti manichei e guerre sante basta, non ne possiamo più). Ho trovato davvero divertente questa immagine, complimenti anche a Tom Wark. Ciao
RispondiMichele Braganti
circa 12 anni fa - Linkma e' il sedere del gori...????
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkCURIOSONE
Rispondipragmatist
circa 12 anni fa - Linkhttp://dobianchi.com/2012/01/25/the-natural-wine-disconnect-the-ideology-and-spirituality-of-wine-and-the-importance-of-a-good-shit/
Rispondiluigi fracchia
circa 12 anni fa - LinkNella mia esperienza carissimo Fiorenzo ho sempre riscontrato un atteggiamento aggressivo nei fautori del vino industriale o negli scienziati accecati dalla superiorità metodologica della scienza, sempre pronti a mettere in dubbio la buona fede dei produttori naturali, sempre preoccupati a convincerci che la chimica è buona santa e giusta. Non sai quante parole astiose e intolleranti contro i viticultori naturali sono proferite nelle sedi AIS e durante i corsi. Quanta intolleranza esce dalle bocche di viticoltori convenzionali e rappresentati di vini. Che il denigration Marketing sia solo una reazione agli attacchi dei "convenzionali"? Proviamo ad entrare nel problema dalla porta di servizio e non dall'ingresso principale.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkNella mia modesta esperienza ai corsi AIS non ho mai sentito una parola pro o contro i vini naturali, ho invece assistito ad accesi battibecchi tra produttori "naturali e "industriali" (come per Sartore passatemi i due termini), discussioni infiammate un pò dall'uno un pò dall'altro. Scenetta tipo: il vinonaturista di turno dice "io vinonaturista faccio il vino sano..." davanti a 200 spettatori non per forza esperti del settore, comprensibile la reazione stizzita dell'industriale o del vinoqualcosa che gli risponde "perchè il mio fà male? Se sì devi dimostrarmelo...", seguono 20 minuti di sterile discussione. Scenetta vissuta anche a parti invertite. Non mi inoltro nel merito della questione vino naturale perchè non ho le conoscenze tecniche per parlarne ma da amante del vino dico che queste scenette patetiche fanno male all'uno e all'altro perchè, soprattutto se fatte davanti ad un pubblico laico, allontanano il consumatore medio o peggio ancora creano il talebano dell'una o dell'altra sponda. Forse un pò più di buon senso e un pò più di civiltà, oltre a scelte lessicali migliori, da entrambe le parti farebbero un gran bene al mondo vino, naturale, bioqualchecosa o industriale che sia, il denigration Marketing è uno sport fin troppo amato in parlamento, lasciamolo a loro. A noi piace bere il vino buono, possibilmente in compagnia, vuoi mettere la fortuna che abbiamo!
RispondiGiovanni Arcari
circa 12 anni fa - LinkFrac cos'è, un doppio carpiato all'indietro? ;-) Personalmente apprezzo pratiche rispettose dell'ambiente, ho ridotto l'uso della macchina a vantaggio del treno e della bicicletta. Guido solo quando davvero indispensabile ma non per questo mi ritengo un cittadino più naturale di un altro. Lo faccio perché tutto questo mi permette (permette a me)di vivere meglio. Poi faccio vino che è la mia vita e quindi applico -per quanto possibile- una filosofia che mi permetta di stare altrettanto bene quando metto in bottiglia qualcosa che mi soddisfa. Che ne faccio di queste cose, le scrivo in etichetta? Te le racconto prima di farti degustare il vino? Devo dare dello stronzo a tutti quelli che vanno in macchina? Devo denigrare all'ossesso il vino del mio vicino che pur sposando appieno la mia filosofia, produce un vino(per me) sgradevole? Devo strumentalizzarle per fare breccia nei cuori dei consumatori? Io devo fare vino, lo devo fare nel mio territorio che amo e che difendo e lo faccio con passione, esperienza e con il desiderio di stupire il consumatore per quello che la mia bottiglia esprime. Quello che oggi non passa è che il vino si potrebbe dividere in quello prodotto da facoltosi imprenditori che provengono da altri settori e quello di contadini che vogliono essere vignaioli. L'industriale strumentalizza l'immagine rurale(credo non serva un elenco di spot pubblicitari per dimostrarlo) esattamente come i fautori naturali strumentalizzano pratiche agronomiche (spesso indimostrabili)e di cantina, che alla fine altro non fanno che giustificare un'incapacità che si palesa in bottiglia. Per me uno che attacca a parlarmi di cosa non fa in vigna o in cantina "a differenza di.." e poi mi mette nel bicchiere un puzzolente intruglio io non lo ritengo uno capace di produrre vino. Per me non è un vignaiolo. Di produttori che si impegnano a infierire meno sull'ambiente e sulla salute e che sanno pure fare un vino buono ce ne sono tanti e non hanno bisogno di rinchiudersi in un ghetto e di gridare "noi siamo naturali"... loro ti sussurrano che sono contadini che hanno imparato (o stanno imparando)a fare vino. E molla con il discorso "chimica" e comincia a parlare di tecnica. ;-)
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkARCARI 4 PRESIDENT
RispondiDavide Catino
circa 12 anni fa - LinkOrcocan! son d'accordo! Valgo quanto il due di spade quando comanda denari ma son d'accordo. Se bere vini naturali significa bere un intruglio puzzolente ed opaco, beh, scusatemi, ma io passo la mano. Datemi un vino naturale buono e lo bevo, oltre a pagarlo. Datemi un vino naturale cattivo e lo butto, oltre a pagarlo ed a bestemmiarci sopra. Se poi significa anche una percentuale alta di probabilità di acquistare una bottiglia cattiva allora, a maggior ragione, no, non ne voglio.
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkIl vino dovrebbe essere fatto di sola uva, sana, pulita e un po' di zolfo giusto per mantenerlo bevibile; il resto e' tutto superfluo e dannoso. Non vedo nessuna ragione nel dovermi avvelenare solo per compiacere produttori che hanno le vigne dove non dovrebbero averle o recuperare e vendere vino che altrimenti dovrebbero essere sversato nelle fogne. Se uno non e' capace di far vino buono e sano, lasci perdere.
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkDifatti a furia di elitarismi, ci troviamo Marchionhe al posto di Marx.
Rispondiluigi fracchia
circa 12 anni fa - LinkBioelitario infatti ieri sera John Elkann e sua moglie Lavinia pasteggiavano con i Clivi. Fiat lux.
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkFiorenzo, per la prima volta ti do' ragione e devo dire che apprezzo il tuo intervento. Questi inglesi non vorrei fossero due bravi ragazzi che ho conosciuto qualche tempo fa, mi informero'. Pero' la pubblicita' deve essere sensazionalista, altrimenti non fa effetto. Non sono neanche io daccordo sull'elitarismo o che pochi possano comprenderli, i prezzi dovrebbero restare bassi o almeno dovrebbero esserci dei vini naturali in enoteca a 7/8 euro, quindi per tutti. E si puo' di certo fare. Il video di mio padre era provocatorio perche' in quel contesto e' stato provocato e non e' uno che apprezza sentire stronzate ne' tantomeno uno che si fa pestare i piedi! Spesso per contrastare l'ignoranza o l'arroganza di chi non la pensa come noi o magari ha paura di certi assunti (lavorare in maniera piu' etica e sana) siamo costretti ad andar giu' con l'acetta...anche perche' siamo contadini, mica avvocati! :-)
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkL'alcohol non fa bene al fegato, anzi gli fa proprio male. se assunto in dosi moderate può essere tollerato e farci campare lo stesso, magari un po' più contenti. Uguale discorso per il tabacco, per il sesso alzerei il livello di "dosi moderate". Se io mi bevo quattro bocce di Vin Nature sto malissimo nonostante la mancanza di solfiti. Capisco e in parte condivido gli argomenti di entrambi gli schieramenti. Ma in questo dibattito senza fine si rischia di perdere il filo che è "migliorare la qualità del vino per migliorare anche quella nostra vita". Se mi voglio avvelenare per bene, sul serio, scientemente mi bevo una Coca Cola, possibilimente versione Light. E ci mangio una Merendina
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 12 anni fa - LinkZero chimica in vigna e cantina... Con zero chimica semplicemente non avremmo la vita! Boh cosa sono rame, zolfo? La questione è semplicissima e già c'è chi la segue... Caro Fiorenzo, basterebbe smetterla con le guerre sante e i toni da inquisizioni, basterebbe smettere di appuntarsi medaglie al petto e di usare una categoria che è piu un giudizio... Naturale? Se si seguisse la natura il vino non ci sarebbe, il vino è figlio di una dialettica tra uomo e natura, solo la mano dell'artefice lo rende possibile, se no l'uva produrrebbe aceto e la vite legno... La categoria c'è, molti produttori già la usano: vini artigianali! Ciao A
RispondiCarema86
circa 12 anni fa - LinkMi piace!
RispondiCarema86
circa 12 anni fa - LinkPerò la parola artigianale se permetti non esclude l'uso della chimica...
Rispondimaurizio gily
circa 12 anni fa - Link1. Mi scuso in anticipo per la pedanteria. Se vi danno fastidio i saccenti passate oltre. @pragmatist, non è detto che le malolattiche spontanee producano ammine biogene in quantità, la stragrande maggioranza dei vini, compresi quelli "industriali" e soprattutto quelli a basso prezzo, fanno malolattiche spontanee, se non altro, anzi soprattutto,perchè i batteri lattici selezionati costano un pacco di soldi. Sicuramente ci sono condizioni in cui la fml spontanea comporta questo rischio (rischio comunque relativo, le ammine biogene creano allergia a qualcuno ma non sono propriamente tossiche),non dico quali per non tediarvi ulteriormente, e in questi casi la scelta dei batteri selezionati riduce il rischio. Sarebbe interessante fare un'indagine sui contenuti di istamina dei vini "naturali" confrontati a quelli "industriali". Magari VInnatur potrebbe farlo. Il risultato non è scontato. 2. Quando qualcuno dice che un vino "va spiegato" resto molto perplesso. Se una cosa non è buona non lo diventa "spiegandola". Pare un tentativo di fare violenza al gusto, che è un fatto fisico, mettendogli una camicia di forza ideologica.
Rispondiluigi fracchia
circa 12 anni fa - Link@Maurizio, il gusto è tutto tranne che fisico e oggettivo, il gusto è figlio di un insieme di fattori antropologici, culturali, ambientali. Il gusto infatti muta sotto la spinta potente delle mode, dei condizionamenti e degli usi locali. Noi mangiamo il cavallo gli inglesi neanche sotto tortura, i cinesi i cani, gli africani le cavallette. Ti sfido a mangiare i fermentati di soia che in giappone usano per la prima colazione. Però sicuramente avrai "imparato" a mangiare sushi, california roll, soba e se qualcuno non te li "spiegava" non avresti mai provato quei gusti. Così per riportare ogni tanto il discorso da vuoti dogmi scientifici a valori più umanistici.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkCredo che il termine fisco lo intendesse esattamente come te, quindi non fisico come scienza ma in senso corporale. Del fisico, il mio, il tuo ecc... Io almeno l'avevo letta così.
Rispondipragmatist
circa 12 anni fa - LinkLo dico subito che non sono un ricercatore ma per motivi sopra elencati mi sono informato un pochino su queste ammine biogene e ho appreso che oltre all'istamina il vino rosso può contenere anche la feniletilamina, ma anche putrescina, cadaverina,spermina, spermidina che anche se in piccolissima quantità che oltre ad essere tossiche possono potenziare l'effetto dell'istamina. Mi sembrerebbe plausibile pensare che vini naturali "puzzoni" contengono queste sostanze in quantità maggiore che nella maggior parte dei vini proprio perchè vengono possibilmente contaminati da proteine in decomposizione dovuto a scarse cure enologiche che ovviamente potrebbe capitare anche in vini del tutto convenzionali, ma i "puzzoni"è più facile trovarli tra i vini naturali, no? E non è solo necessariamente per una contaminazione da Brett. P.S. Maurizio Gily-ti seguo sempre con grande piacere su Millevigne !
RispondiMassimo Lanza
circa 12 anni fa - Linkmi date il telefono delle coppia, voglio assolutamente il nome del loro pusher, deve avere robba buona :)
RispondiPaolo B
circa 12 anni fa - Linkmonferrino da secoli garantisco che anni di bevute non hanno mai ridotto un culo così
Rispondimaurizio gily
circa 12 anni fa - Link@luigi ti dò ragione in parte, ammetto di aver semplificato troppo, ma mescoli cose diverse: quello del cavallo e del cane e delle cavallette è un tabù, non ha nulla a che vedere con il fatto che al palato l'alimento sia o meno piacevole. Invece sui fermentati di soia o su altre cose hai ragione; il gusto si evolve, da bambini amiamo certe cose, di solito il dolce, e rifiutiamo, ad esempio,l'amaro. In alcune culture si apprezzano gusti che altre rifiutano, come il piccante e l'agrodolce. In tutti i consumatori di vino c'è un'evoluzione del gusto, è difficile che uno che non ha mai bevuto vino apprezzi un barolo, è più facile che apprezzi un prosecco. Quello che sostengo è che difficilmente una persona che ha un gusto sul vino ormai formato e "maturo" possa modificare il suo giudizio su un vino sulla base di una "spiegazione". Può essere un limite conoscitivo ma è un dato di fatto. Io assaggio di tutto, anche vini molto estremi, cercando di non avere pregiudizi. Ma se un vino sa di aceto o di fognetta o di brett, o se non sa di niente, non c'è nessuno che può suggerirmi motivi per farmelo piacere.
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