Siamo tutti Standard & Poor’s | Declassa anche tu il tuo titolo eno
di Fiorenzo SartoreChe brutta cosa il declassamento. E’ l’eterno ritorno dell’insufficienza in pagella, l’incubo dell’esame di maturità annullato che però diventa realtà. In fondo siamo tutti Standard & Poors, abbiamo tutti il nostro elenco di bocciati senza appello. Questa è la mia lista di vini ai quali, nel tempo, ho abbassato il rating, con outlook negativo. In sostanza cose che bevevo un tempo, ma oggi non lo rifarei.
(AA-) Il frizzantino di una nota azienda che comincia per zeta (preferisco evitare la querela, scrivendo “Zonin”). Erano gli anni ’80, imparavo a sciare e nei rifugi servivano il bottiglione col tappo a vite, e la temperatura gelida era garantita dalle nevi perenni. C’era qualcosa di perfidamente territoriale, in fondo. Ero giovane ed inesperto, e questa è l’unica scusa che ho.
(A-) Il Galestro. La storia la sappiamo ma il ripassino è sempre utile. Fine ’80, in Toscana una nuova legge riduce drasticamente la percentuale di uve bianche ammesse per fare il Chianti. Urge quindi riciclare alla veloce tutti quegli ettari vitati: nasce il Galestro, geniale trovata. Talmente geniale che dopo un po’ manca la malvasia per farlo e bisogna comprare uva in Trentino pur di continuare a soddisfare la voglia, e buonanotte al territorio. Bei tempi, quelli, che del terroir non ci importava nulla.
(BB) Aragosta. Non facciamo finta di niente, l’abbiamo comprato, il bianco col nome più tamarro e markettaro che il genio italico abbia mai scovato. Chi l’ha inventato, evocando l’abbinamento VIP e mettendo in etichetta il crostaceo, è stato un altro genio totale.
(BB-) Un qualsiasi Pinot Grigio Del Veneto Vino Da Tavola (denominazione arcaica, oggi sarebbe IGT delle Venezie). E’ stato un amore nato in pizzeria. Funzionava. E sembrava comunque più fighetto, paragonato ad una triste birra media chiara. Di quelle vaghe etichette resta un solo ricordo piacevole: gli effetti sulla commensale.
(B-) La Bonarda nella versione abboccata, con un consolante residuo zuccherino. Che avevo in testa, e nel cavo palatale, quando bevevo quella roba? Oggi, se la vecchia zia mi chiede quel rosso frizzante un po’ dolcino, faccio lo sprezzante.
(B-) Quella bottiglia a forma di anfora. “Come si chiamava il vino in quella bottiglia a forma di anfora… che aveva il biglietto arrotolato… ti ricordi, quella col produttore che aveva due cognomi… cos’era, verduzzo, verdicchio, non ricordo… ma sì dai quella che ti piaceva…” – Ho cancellato da Facebook l’amica querula che me lo rammentava.
(B-) La Monella. Era un vino in anticipo di dieci anni sulle tendenze: profetizzava le attuali rifermentazioni naturali in bottiglia, e aveva addirittura il deposito sul fondo (troppo avanti). Ora è uno charmatizzato da supermercato. Outlook molto negativo. Qui la scheda in PDF.
(CCC+) Moët, Pommery, Veuve, Mumm. Detti anche “la banda dei quattro”. Stento a credere che li bevevo davvero. Quando un amico ne porta uno, a caso, la notte di Capodanno, sfodero un Prosecco Extra Dry Foss Marai (che contiene l’erba gatta, secondo me, perché piace in modo convulso). Incasso così la gratitudine delle amiche presenti per il resto dell’anno a venire. Ma pure degli amici.
(D) Mateus e/o Lancers. Ecco, questi due non ricordo proprio cosa avessero di speciale. Altro che downgrade, per me qui si parla di default.
80 Commenti
Massimiliano Montes
circa 13 anni fa - Link(D-) Il vino di mio suocero. Si, perché da anni beve solo il vino che fa lui, con la scusa che "almeno sono sicuro che è fatto con l'uva". E' bruttissimo! Le cene dai suoceri diventano una tortura, ed ogni volta mi ingegno nel portare io un vino con la scusa di farglielo assaggiare. Sperando che non si offenda: "ma perché, il mio non ti piace?". Tanto alla fine lo bevo io e lui beve il suo. amen
RispondiAC
circa 13 anni fa - LinkMontes 6 cattivissimo....me lo devi fa assaggiare sto vino fatto in casa.. intanto perché non declassiamo il Mille e una Notte, tanto x cominciare....
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkHo dimenticato di fartelo assaggiare!!! L'ho praticamente rimosso. Non so cosa sia peggio tra il milleunanotte e quello di mio suocero... forse il milleunanotte è meglio solo perché non sa di aceto
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linksomaro di un ac come ti permetti di declassare il mille una notte? vengo a prenderti a bastonate, dammi l'indirizzo
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkHo una cassa di milleunanotte 2006 e tre damigiane di vino di mio suocero. E' tutto tuo, dammi l'indirizzo. Ti puoi fare una bella orizzontale, alla salute del milan e della gnocca (non mi dire che abiti vicino ad arcore) :-)
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - LinkMi spiace, umanamente, l'abbassamento del rating per la Monella di Bologna, che ovviamente per la mia generazione é stato un vino di riferimento,anche se sono stato sempre consapevole che quei vini, la Monella, il Bricco dell'Uccellone, se li avesse prodotti una persona che non avesse avuto la simpatia straripante di Giacomo Bologna non li avremmo filati molto... Poi da declassare, senza esitazioni, i Super Tuscan, i Brunelloni un po' gonfiati (ci siamo capiti), i vini "del Rinoceronte", Moscato escluso, il Cartizze (super valutato senza motivo), i "vini degli enologi", quelli che portano come una griffe, svalutata, il marchio di fabbrica del winemaker un tempo alla moda e oggi sopravvissuto a se stesso... Poi se mi vengono in mente altri vini cui abbassare il rating ve lo dico...
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkI gewurztraminer stucchevoli stappati solo per scopi sessuali, il frizzantino alla spina dei ristoranti di pesce(surgelato) e i vini base di un'azienda statunitense, qualcosa tipo "Pollo" comprati all'Auchan per fare l'esterofilo(e perchè costavano poco).
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkMa dai!!!! dimmi chi è che ancora la da dopo un gewurtraminer!!!!
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkCe n'erano perlomeno...
Rispondiguly
circa 13 anni fa - Linkquasi tutte, e' win-win. se lo beve le da alla testa, se non lo beve lo usi come dopobarba.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkce ne sono ancora froci voi non sapete la potenza di quel vino come si manifesta. ma sto parlando con asessuati, perchè perdo tempo? armin perdonali. sono italiani
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkQuelli di Armin non funzionano, quando li assaggiano stanno lì ore a decantare le lodi di quel nettare e non concludi niente...
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linkdi solito si dice che gli speculatori intelligenti anticipino le tendenze e comprino a due lire i futurri AAA.... io mi faccio una bella scorta di Mateus e lancers (anche rosè) in enoteca.... hai visto mai?
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkRetsina come piovesse!
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkGrande! ti straquoto!
RispondiIvana Limata
circa 13 anni fa - LinkA Napoli, ai tempi dell'Università vi ricordate LO SCUGNIZZO, un Gragnano imbottigliato in una bottiglia tipo champagnotta? Era il lusso dopo lo sfuso dei vinai. Poi per festeggiare c'era il CORVO di SALAPARUTA.
RispondiLuca Risso
circa 13 anni fa - LinkIo ho ricordi di casse di Prosecco Carpené Malvolti, nemmeno così male forse, ma oggi non è il prosecco che compererei più. Luk
Rispondigionni1979
circa 13 anni fa - LinkUno su tutti il Santa Cristina di Antinori....
RispondiA3C
circa 13 anni fa - Linkil vermentino capichera...temibileeeee
RispondiVittorio Mori
circa 13 anni fa - LinkMi oppongo diametralmente al drastico downgrade della banda dei quattro francesi, forse escludendo il Pommery. Peccato per La Monella, ma concordo. Era una genialata. La "bottiglia a forma di anfora" era assolutamente un buon prodotto, oggi decisamente da pre-default "scrocco-non-scrocco" tipo Grecia. Mateus e Lancers erano roba da ragazzetti della terza media, ma ebbero un successo commerciale inaspettato per il prodotto che erano. Mitica la pubblicità del Mateus che faceva un fade tra le forme femminili e la bottiglia. Non c'era locale senza cmq, 20-30 anni fa. Un po' la cocacola del vino. Con le ragazze funzionava divinamente. C'è anche da dire che in quegli anni, la Heineken, la Tuborg, la Moretti (nella declinazione Sans Souci poi...uno splendore di birra) e persino la Prinz e la Dreher erano OTTIMI prodotti birrari. Cosa che oggi telipuoiscordare.
RispondiA3C
circa 13 anni fa - LinkVero la Prinz era ottima e anche la Loewenbrau
RispondiDaniele
circa 13 anni fa - LinkProsecco EXTRA-DRY!! Non se ne può più! Qualche anno fa...ventenne d'allora...mi sorprendeva un Astoria extradry millesimato... Ora le bolle che apprezzo di più sono i Dosaggio Zero (per non parlare della riserva 2002 assaggiata in cantina a temperatura ambiente) di Claudio Faccoli..
RispondiA3C
circa 13 anni fa - LinkLa falanghina di vailla matilde.. dai ncubo
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - Linkdimenticavo!!! La Falanghina alla banana di Feudi di San Gregorio! E lo Chardonnay (il Merlot, ecc.) di Planeta. E vogliamo parlare del Summus, e i vari Super Tuscan con suffisso us, di Banfi?
RispondiA3C
circa 13 anni fa - Linkil povero San Gregorio si rivolta nella tomba caro Ziliani, e sono + k d'accordo con lei. Tuttavia che mi dice del posto di assoluto e straripante rilievo - unica cantina con pagina doppia - di cui gode il feudo summenzionato nell guida AIS del 2011? E della relativa cascata di grappoli e grappoloni?
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - Linknon ho nulla da dire non essendo un collaboratore della guida Duemilavini realizzata dal team di A.I.S. Bibenda Roma di Franco Ricci. A me, che sono solo un collaboratore del sito Internet dell'A.I.S. ed ex collaboratore della defunta rivista De Vinis i vini di Feudi di San Gregorio notoriamente non piacciono, a questa guida evidentemente sì. Niente di strano.
RispondiA3C
circa 13 anni fa - Linkgrazie per la risposta...
RispondiA3C
circa 13 anni fa - Linkvinho verde casal garcia
RispondiPietro Caputo
circa 13 anni fa - LinkB- immagino inizi per Fazi e finisca per Battaglia...:) quoto in pieno aggiungo Giacobazzi Otto e Mezzo
Rispondiesperio
circa 13 anni fa - LinkAh i Zonin. Grandi. In Sicilia hanno diversificato la loro attivita commerciale, da qualche anno si sono dedicati agli sciroppi, ne producono una buona gamma e dovreste vedere che belle bottiglie, scure e pesanti, hanno adottato. Evidentemente produrre vino non rende come una volta e cosi' hanno cambiato prodotto.
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkMa sei siculo :-)
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkDai, rispondimi. Sembri proprio siciliano (parli di terroir nisseno, di inzolia). Di dove?
RispondiMin Cul Pop
circa 13 anni fa - LinkFanno anche i meloni in bottiglia, a Paceco, ho visto le bottiglie stese a terra con il piccolo meloncino dentro. Sapete, c'è forte richiesta...
RispondiGiuseppe
circa 13 anni fa - Linkquoto assolutamente chi ha detto Retsìna: comprato per mesi solo per ricordo di un amore (estivo) fugace... maledetta Grecia, maledette donne greche.
Rispondiesperio
circa 13 anni fa - LinkIl mateus arrivo' in Italia dopo che I Britannici si erano sguazzati tutto per anni ed anni e proprio non ne potevano piu'. Sembra che la storia e' sempre quella.
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - Linkaltro vino cui abbassare il rating? Primitivo di Manduria 60 anni di Feudi di San Marzano, con la sua assurda, anacronistica bottiglia super pesante...
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link...Pinot di Pinot : quando la pubblicità fa danno . Martellante , insistente , pedante . Alla fine per sfinimento uno lo comprava e di nascosto lo assaggiava e si trasformava in Hulk schiumante di rabbia ... e si ritornava a ber e il Ferrari perchè di Récoltants Manipoulants ancora non se ne vedevano all'orizzonte e non c'erano certo i soldi per Dom Pérignon o Krug ...
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkTutti a fare i grandi con la rumenta della tv e della mega industria. Io invece boccio a malincuore lo stimabile Donati, e mi spiace dirlo. Ma ho bevuto il suo vino chiocciolato, 'il mio barbera' (ma non si diceva 'la'?), in quattro occasioni diverse, a distanza di molti mesi. Non ci siamo, nemmeno un po'. Incidenti di percorso come questi fanno abbassare di non poco il rating di un'azienda, direi quasi di un sistema, che pure ammiro molto.
RispondiMin Cul Pop
circa 13 anni fa - LinkGioco anch'io. Soldera Case Basse Brunello 1984 e 1989, imbevibili senza l'ausilio del Pantoprazolo. Sempre meno Standard e sempre più Poor come dice Giannelli
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkFumigante Nero di Conti della Fornace Dopo soli 5 litri mi ha dato alla testa... troppa solforosa
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkA me continua a piacere. Da quello che avevo capito non usano zolfo, che peraltro provoca allergia ma secondo molti non dà in testa. Montes, non è che cinque litri sono troppi anche per te? Io mi sono scolato una magnum praticamente da solo, finendola la mattina dopo a colazione, ed ero un bijoux. Chissà se Anonimo ha trovato il tempo di berlo, e cosa dice...
RispondiDaniele
circa 13 anni fa - LinkPRESIDENT RESERVE RICCADONNA!!!
RispondiDaniele
circa 13 anni fa - Link"...In particolare il "President Reserve" e la "Riserva Privata Angelo Riccadonna" rappresentano quanto di meglio l'arte spumantiera italiana è riuscita ad esprimere in quello sforzo di diversificazione dalla cultura enoica francese legata allo champagne..." (DAL LORO SITO) HUAHUAHUAHUAHUAHUAHUA
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linklo champagne essendo un vino artificiale colorato e chicmichizzato con sciroppi è da bbb- amen w il prosecco (il milan e la gnocca)
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkUn ciliegiolo pugliese, non mi sovviene il produttore, in bottiglia da 6 kg bevuto sul Gargano. Ok le sperimentazioni, ma a tutto c'è un limite...
RispondiAngelo
circa 13 anni fa - LinkUltimamente certi blogger che straparlano (strascrivono, ndr). E non smettono si compiacersi. ;-) Poi si, il Turà di Lamberti,soprattutto il rosè... :-)
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - Link@ Angelo, possiamo sapere di grazia a quali blogger si riferisce? @ Nelle Nuvole: proverò a riassaggiare, non lo faccio da tempo, per non perdere tempo, lo Chardonnay di Planeta. Se tu dici che ora é meno grasso e legnoso, mi posso fidare. Ottima l'idea dell'abbassamento del rating di tanti inutili ed eccessivi Amarone. Che quando li bevi (o ci provi a farlo) li scambi per Recioto tanto sono dolci
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkPer prima cosa vorrei fare un appello, creare un manifesto, fondare un'associazione, un movimento trasversale per fare chiarezza IL GEWURZTRAMINER NON E' IL VEICOLO PER LA FORNICAZIONE CONSENZIENTE! altrimenti il caro Armin Kobler sarebbe miliardario. Proprio non riesco a capire con chi esce la maggioranza degli enofili superdotati che scrive abitualmente su questo blog. Neanche lo Champagne. Se si tratta di ubriacare una femmina perché altrimenti non ve la da manco dipinta basta pure un gin tonic rinforzato o un bicchiere di Sangria. Direi che il Campari batte tutti come accrescitore di desiderio irrefrenabile. Anche la birra. Torniamo al vino to be downgraded. Il mio personale peccato di gioventù é l'Amarone dolcione fruttatone che picchia in testa. E anche un vino bianco pugliese a 14 gradi in voga negli anni '70 di cui però non mi ricordo il nome. ps se posso umilmente instillare un dubbio nelle certezze di Franco Ziliani, io concederei un upgrading allo Chardonnay di Planeta che fino a qualche anno fa mi sembrava troppo grasso e legnoso e che invece negli ultimi anni risulta più equilibrato.
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link...Brusco dei Barbi , visto che abbiamo fra noi Cinelli Colombini . Lo adoravo alle prime uscite , quando Veronelli lo cantava come fosse l'Amarone della Toscana e lo accomunava alla Malvasia di Bosa come vino del cuore e Adriano Ravegnani come una bomba che sarebbe esplosa enologicamente da lì a breve . Ho ancora qualche boccia anni settanta che apro con le lacrime agli occhi . Sì , erano esperimenti , ma emozionanti . Ritengo , e immagino, troppo in anticipo sui tempi con relativo insuccesso (allora) commerciale che hanno fatto cambiare idea e sterzare sul protocollo fino ad arrivare ai nostri giorni . In tutta sincerità , ogni tanto , preso dalla nostalgia e facendo occhiolino dalle poche enoteche che lo propongono a scaffale , lo compro e lo apro ... e la nostalgia aumenta...
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 13 anni fa - LinkLeggo solo ora, e rimpiango anche io quel Brusco. L'ha ammazzato la legge, mica noi; si faceva tenendo le vinacce a macerare fino a marzo, avevamo una deroga speciale del Ministero e poi un bel giorno fine, ci hanno mandato una bella raccomandata e tanti saluti. O consegnate le vinacce entro dicembre o siete sofisticatori, marrani e delinquenti. C'abbiamo provato, ma con macerazioni più brevi è un'altro vino. Se li convince lei io riparto anche domani. É come il cacio, se non lo pastorizzi ti mandano in galera ma non sà più di niente.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkGentile Stefano Cinelli Colombini, approfitto della sua saltuaria presenza per chiederle come mai sia necessario essere un Indiana Jones dell'esplorazione web per trovare, sul vostro sito aziendale, i vostri vini. 'Un vi garba si vendano? Cordialità
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkSto aspettando un amico che dice che mi ha trovato un Sagrantino di Montefalco veramente da sballo e spero che abbia ragione, perche' prima del riconoscimento della DOCG e della DOC del Rosso mi piacevano un casino quasi tutti, poi dopo gli osanna e i cori angelici tributati da mezzo mondo a Caprai mi e' stato invece sempre piu' difficile trovarne uno all'altezza delle aspettative (o almeno dei ricordi), tanto che ho proprio smesso di berne gia' da qualche anno fa. Non mi piace piu'. Ecco, questo grande, grandissimo vino, che poteva davvero essere favoloso, mi ha dato una di quelle delusioni così cocenti che mai mi sarei aspettato. Del resto, il paese in questione, cioe' il territorio, e' talmente cambiato e peggiorato in questi ultimi anni che perfino i turisti pensano di essere ormai in Africa.
RispondiAndrea Gori
circa 13 anni fa - Linkcercando bene si trovano chicche anche lì Mario, se il tuo amico fa tardi ti posso instradare io...appena tornato da Enologica 32
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkGrazie, Andrea, sei un amico vero anche tu. Ma la denominazione, in particolare nel suo vertice piu' riverito e podiato, ormai fa parte della "lista di vini ai quali, nel tempo, ho abbassato il rating, con outlook negativo. In sostanza cose che bevevo un tempo, ma oggi non lo rifarei", come dice bene il tema lanciato da Fiore di Genova.
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link...il tuo peregrinare è finito : eccomi qua ... certo , se ad oggi ti sei limitato al pur bravo Arnaldo (Caprai) che sta a Montefalco come Angelo (Gaja) a Barbaresco , direi che hai una prospettiva piuttosto limitata dell'eccellenza di Montefalco . I due veri fuoriclasse , da approfittarne finchè il poco cagamnento mediatico è assordante , sono Milziade Antano e Paolo Bea ...
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkQuello di Napolini Matteo e il Ducciochi di Fontecolle no? In quanto al limitato, forse e' un aggettivo che potresti pure rivolgere a qualcun altro, non certo a me, grazie.
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkUn'altra cosa, Vinogodi. Non concordo assolutamente quando fai paragoni come quello che hai fatto e cioe' tra un "pur bravo Arnaldo (Caprai) che sta a Montefalco come Angelo (Gaja) a Barbaresco". Io a Montefalco giravo gia' prima che Arnaldo comprasse i quaranta e passa ettari di tenuta che poi ha sviluppato alla sua maniera. Gaja invece esisteva gia' da prima, da generazioni, e col Barbaresco ha a che fare davvero e da gran protagonista: inoltre, i suoi vini mi piacciono (il che non e' poco).
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link... grazie della lezione su Gaja , c'è sempre da imparare ... PS: ma davvero Gaja "esisteva già da prima"? ...[img]http://www.vocinelweb.it/faccine/varie/pag5/45.gif[/img]
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkBellissima la faccina! Complimenti!
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - LinkGaja é sempre esistito e sempre esistera! E che nessuno si azzardi a mettere in dubbio questa affermazione, altrimenti Vignadelmar chi lo tiene più? Diciamo che i vini di Gaja, Giovanni, erano già grandissimi. O posso dire che erano più grandi di quelli fatti dopo, dal figlio Angelo? L'ho detto, ora fulmini e saette su di me... :)
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkPrima pagami per averti tirato la volata...
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link...dalle decine di verticali di gaja fatte in Bue House , il sospetto verrebbe ...[img]http://www.vocinelweb.it/faccine/speciali/28.gif[/img]...
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkBellissima anche questa faccina, Vinogodi... Finalmente qualcosa di nuovo! Declasserei volentieri tutti 'sti sorrisini omologati in circolazione...
RispondiEnoteca Pitti Gola e Cantina - Firenze
circa 13 anni fa - LinkHo ancora i lucciconi...2 tedeschi di una volta che entrano e chiedano "ZVAI Fraszcati"... Praisless, nonchè perfettamente in tema !! :D
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 13 anni fa - LinkIl nostro sito è da rottamare, appena passa quello dei ferrivecchi glielo appiccico.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkGrazie per la risposta sincera, che condivido. Buona rottamazione e cordialità
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkCercte di non uscire dal tema: declassare, non rottamare! Forza, dai, altri eno-siti da declassare, su, coraggio!
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 13 anni fa - LinkGiusto, quel sito lo declasso. Giusto per rimane in tema di declassamenti, qualcuno ricorda il terrificante Nano Ghiacciato?
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkIo si, Stefano, nei vasetti degli omogeneizzati per neonati con la canzone di Amanda Lear, per smaltire scorte invendute grazie alla piu' nota marca bergamasca di acque potabili. Ma si stava parlando di "vino" da declassare, piu' precisamente di una “lista di vini ai quali, nel tempo, ho abbassato il rating, con outlook negativo. In sostanza cose che bevevo un tempo, ma oggi non lo rifarei”. Quella ciofeca e' completamente fuori tema, sia per il materiale impiegato che l'enologia l'ha vista solo col binocolo e sia per l'impossibilita', per fortuna, che un misfatto del genere possa ripetersi. Esaurite quelle scorte, chi s'e' visto, s'e' visto. Complimenti al piazzista: indovina chi? Adesso per quei vasetti c'e', oltre la Chicco, una barca di aziende di omogeneizzati.
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkE' stato perlomeno piu' onesto Vasco Rossi con le bottigliette invendute di Champagne e la cannuccia rigorosamente nera, anche lì una questione di scorte invendute. Alomeno quello era vino.
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..non esiste solo il vino nazional popolare della martellante pubblicità televisiva a creare rimpianto nel bevitore "consapevole" . Esistono vini che hanno fatto la storia dell'enologia italiana , un tempo ai vertici , che oggi sono relegati allo scaffale della grande distribuzione senza l'ombra di pudore che un passato illustre andrebbe perlomeno salvaguardato nella memoria storica . Me ne sovviene qualcuno , dove , non me ne vogliano i produttori e del loro appena dignitosa proposta attuale : - Nipozzano Frescobaldi Chianti . Era un mito , uno dei grandi vini contesi dagli appassionati fino agli anni settanta . Come scriveva uno dei più grandi enoscrittori dell'epoca che cito frequentemente :" Il Mouton Rothschild d'Italia . Difficile da descrivere la sua complessità , profondità e grandezza. Anche i francesi ce lo invidiano"... se si parla di diminuzione del rating , il delta con allora è da lacrime , non da nostalgia. PS: provate ancora oggi ad aprire un 1961 o 1970 ... - Fontanafredda : era sinonimo di "Barolo" , senza se e senza ma prima degli anni settanta . Era l'archetipo di Serralunga , con i migliori vigneti e la migliore tecnologia dell'epoca . La sua longevità era forse maggiore dei tanti famosi commercianti dell'epoca e rivaleggiava con i grandi Borgogna , per tanti il vero contraltare di Gevrey Chambertin . Purtroppo la memoria è corta ed oggi si associa allo scaffale dei supermercati , svilito nei contenuti e nella forma , la mitica etichetta che faceva sognare solo all'apparire , evocativa come solo quella di Biondi Santi e Cinelli Colombini a Montalcino riuscivano a creare palpitazionei palatali ... rating attuale? Esiste ancora , si sta tentando un recupero quasi enorespirazione bocca a bocca , ma i risultati rimangono tiepidini ...
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkCi metto anche la mia firma, vinogodi, mi hai toccato il cuore. Lo sa bene chi ha degustato il Nipozzano 1871 dopo ben 109 anni, 12 bottiglie portate a New York nel 1980 dai rappresentanti dei lettori di Civilta' del Bere per l'Enoteca Italiana in Manhattan Square (by Lucio Caputo), bevibili e vendibili. E mio zio Renzo Farioli che commerciava vino in grandi quantita' non mancava mai di andare apposta ad Alba negli anni '50 e '60 prima proprio per Fontanafredda e poi per mio cugino che frequentava quella scuola enologica (anche nel bell'edificio sotto il Castello di Grinzane Cavour, dove oggi non c'e' piu').
RispondiFranco Ziliani
circa 13 anni fa - Link@ vinogodi e Crosta: penso che quel Nipozzano che descrivete con tanta emozione e rispetto sia solo un lontano parente di quello di oggi... :( a proposito di declassamenti e di nobili decaduti: vogliamo parlare del Gavi etichetta nera della Scolca, svariate volte servito negli anni Sessanta nei ricevimenti ufficiali al Quirinale?
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link...una hola per Ziliani : vererrimo . Il vero grande bianco italiano da sogno per gli appassionati ... d'antan ... Dio mio come siamo caduti in basso : comprato alla Metro il mese scorso da inserire in una degustazione sui vini bianchi che hanno fatto la storia enologica d'Italia , imbarazzo generale ma soprattutto mio per ciò che è rimasto di quello di allora e per i giudizi espepressi dagli allievi assaggiatori...
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkConcordo con te, Franco, e con Vinogodi anche per quanto riguarda quel Gavi. Piu' mi connetto con questo post e piu' vedo che se ne aggiungono tanti di "una volta mitici" alla famosa "lista di vini ai quali, nel tempo, ho abbassato il rating, con outlook negativo. In sostanza cose che bevevo un tempo, ma oggi non lo rifarei". E' impressionante assistere al declino di vere stelle, come se il podio, la medaglia, il successo, ad un certo punto abbiano loro "dato alla testa". Eppure accade soltanto qui, in Italia. In Francia nessuna vera stella e' mai diventata "cadente".
RispondiIl Consumatore
circa 13 anni fa - LinkTanti vini il cui nome termina in "AIA".
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..il Phigaia non è male...
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..piccola parentesi internazionale? ... Chateau Latour . Ci sono cresciuto , coi veri Latour . Era duro , scomposto , arcigno , austero , incazzato come un gatto selvatico in un sacco di juta fino almeno al ventesimo anno di età e cominciava a rendersi disponibile alle papille a trent'anni . Scostante a seconda delle annate , burbero alla bocca come un Barolo di Serralunga e ... quasi dello stesso colore . Ricordo negli anni ottanta le mitiche e frequenti bevute con gli amici nel post adolescenziale matto ed appassionatissimo trasporto enoedonistico , nel bere quantità importanti di 1919,1928,1929,1939, 1945, 1949 ... straordinarie emozioni . Poi la "sindrome da Napa" prese possesso dei grandi Premiers e si arrivò mestamente ai 2000- 2005-2006-2007 ... pacioni , enormi , ridondanti , colorati, quasi ruffiani , quasi dei S.Emilion ... il mio cuore sanguina ... PS: rating attuale? Dai prezzi spuntati en primeur , vino da enonababbi della New Economy ,ma non più assecondanti i virili palati del godimento incondizionato quali noi siamo...
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkMa quanti anni hai? Ti invidio... per le bevute E concordo, ovviamente, sulla "napa syndrome"
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkMi sembra che Vinogodi non abbia nemmeno un'eta', ma che rappresenti la memoria storica del vino che non puo' mncare in questo blog molto giovane. Del resto anche quella bella gnocca di Nelle Nuvole mi sembra che da come scrive abbia gia' passato la trentina...
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