Pubblico e privato | Essere donna nell’enosocietà moderna
di Sara PorroChiamatemi vetero femminista ma io ci credo davvero che “il personale è politico”. La mia quotidiana battaglia contro i pregiudizi sessisti si traduce in alcune semplici linee di condotta che la donna del terzo millennio dovrebbe tenere. In particolare:
1) Una donna dovrebbe sapere parcheggiare l’auto in uno spazio molto angusto (io ad esempio parcheggio in posti più corti di 10 centimetri della mia auto. E no, non sono popolare presso i vicini).
2) Una donna non dovrebbe bere quelli che sono generalmente considerati “vini da donna”.
Se – come disse Wendell Berry – mangiare è un atto agricolo, allora perché bere non può essere un atto femminista? Io rifiuto, considerandola dispregiativa, la definizione di “vini da donna” e quindi mi attengo a vini considerati agli antipodi del gusto femminile, così da dimostrare che questa categoria non è altro se non un pregiudizio sessista.
Passo indietro. Dicesi “vino da donna”, tradizionalmente, quel vino che abbia uno o più delle seguenti caratteristiche: spiccati profumi e note fruttate, morbidezza, rotondità, dolcezza. Se mi chiedeste di fare qualche nome: Gewürztraminer, Moscato, Brachetto, Passito di Pantelleria.
La mie personali battaglie si svolgono, in genere, così: capita che le mie amiche non enoavvertite mi lascino lo scettro del comando (la carta dei vini) al ristorante. Quando dico “Che cosa vi andrebbe di bere?” sono apparentemente affabile e aperta al suggerimento, ma in realtà ho già l’atteggiamento calcolatore e aggressivo che adotto nelle partite a Risiko. Loro rispondono, ignare: “Fai tu! Una bollicina?” E io, subdola, ordino uno Champagne pas dosé biodinamico, con un’acidità tagliente come una lama. “È acido” protestano; “sa di erba” insorgono; “voglio il Carpené Malvolti” si spinge ad affermare qualcuna dalle retroguardie.
La volta successiva, la carta dei vini non mi arriva neanche e il consulto resta tra loro: giungere a una decisione non è in genere complesso, visto che scelgono il secondo Gewürztraminer meno costoso in carta.
Se ceno con un uomo e lui mi affida, per cavalleria, la scelta del vino, io spulcio la lista e vado a frugare tra i vini più austeri, muscolari, spalluti di tutta la carta, ordinando poi un Valtellina antimodernista, un Barbaresco old school, un Taurasi super tannico o uno Chenin Blanc tutto spigoli. “Chi assaggia?” chiede il cameriere. “Io, grazie” replico, soddisfatta di contribuire con il mio coinvolgimento personale al lungo percorso dell’emancipazione femminile.
A fine serata torno a casa, portando i tannini sulle gengive come trofei di battaglia.
Mi sfilo le scarpe, accendo la tivù, prendo un bicchiere, vado verso il frigo e apro una bottiglia di Champagne. Dosato. Ruffiano. Come seta sul palato.
Tiro finalmente un sospiro di sollievo.
53 Commenti
Simone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkDonna e Gewürztraminer, nella stessa frase è un errore. Tipo "a me mi.."
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkTemi veramente di scottante e deflagrante attualità...
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkIo comunque, uomo, annovero tra i miei vini preferiti quelli da dessert e da meditazione.
RispondiMax Cochetti
circa 12 anni fa - LinkPutroppo Sara sei proprio un'eccezione... e dal vino scelto da una donna in enoteca si capiscono molte cose :-D
RispondiElena
circa 12 anni fa - LinkTipo?????
Rispondianna stefi
circa 12 anni fa - Linkil mio papà da bravo "immerso nel mondo del vino" quando ero piccolina mi aveva raccontato la storia che la gradazione alcolica indicava l'età cui avrei potuto bere il vino (non vi dico in che pasticcio si è trovato ai miei 12/13 anni): dai 5 in poi quello che mi era concesso era il moscato braida, un bicchiere piccolo eh, e mica sempre! ma potevo, a dirlo era la gradazione. credo che in quegli anni, e non solo in fatto di vino, si siano giocate molto delle mie turbe. una cosa è certa: papà sapeva che ci sono vini, banalmente, più semplici, sia il moscato o sia la lacrima di morro d'alba (ebbene sì. ovviamente non posso non amarla). detto questo poi crescendo uno, come con la cultura, capisce che ci sono cose più faticose, che si guadagnano con l'esperienza e la frequenza: così i libri, la filosofia, il cibo. è una questione di educazione al gusto. detto questo continuo a leggere topolino e diabolik e mi farebbe una certa tristezza pensare che per essere femminista devo esibire la mia, più o meno a seconda del campo, complessità. forse il punto è che io non sono per niente femminista, ma sono donna e direi che lo sono con piacere, e rivendico il diritto di non avere da esibire la mia differenza rispetto a un luogo comune che immagina già prima che io parli come io sia, per la buona ragione che la mia battaglia per il femminismo si gioca in con chi divido una cena.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkIl cameriere, se sei tu a ordinare il vino, lo dovrebbe fare assaggiare a te senza chiedertelo.
Rispondigiulia angela
circa 12 anni fa - LinkGiusta osservazione, un bravo servitore della tavola comprende queste squisite sottigliezze. :-)
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkEhehehe il diploma Ais mi dovrà pure servire a qualcosa! ;)
RispondiLe Vin Parfait
circa 12 anni fa - LinkQuoto e lovvo! je kiffe cet article!!!! cooool! Brava Sara! >^..^< Anch'io parcheggio in posti molto angusti, e adoro i Grands Crus bordolesi, come ad esempio Chateau
RispondiLe Vin Parfait
circa 12 anni fa - Linkscusate Chateau Cos d'Estournel :-) La Pagode
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkComunque di Traminer per nulla rotondi ce n'è a pacchi.
RispondiChiara C.
circa 12 anni fa - LinkIo ci terrei a sottilineare una cosa, che esula in parte dal mondo enogastronomico. Il problema è che ancora si continua a ragionare in termini di uomo contro donna (passaggio obbligato in realtà), ignorando il fatto che i sessi non sono categorie discrete ma continue, e ciò si riflette, tra le mille cose, anche nell'ambito dei gusti a tavola. Io mi sento molto "femmina" e rientro in molti degli stereotipi che mi si possono appioppare (sono una frana nei parcheggi, per dire), ma nella scelta del vino ho anche io dei gusti che vengono considerati "maschili" e mangiavo, con grande disappunto del mio uomo, la carne rimasta attaccata all'osso della bistecca neanche fossi arrivata direttamente da Neanderthal. Non siamo categorie, siamo individui :)
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkIo sono d'accordo. Spesso scrivendo di vini dolci faccio notare che ingiustamente sono definiti "da donna". Secondo me ha ragione la Porro: tutto il vino è DA TUTTI. Se è buono e piace, chiaramente. Mai mi farò convincere che un Pignol 2000 di Bressan è "da uomo" mentre un Loazzolo Forteto della Luja è "da donna".
RispondiM.Grazia (Soavemente)
circa 12 anni fa - LinkConsiderando che i corsi vari che hanno per oggetto il vino - da quelli AIS - ONAV fino ai più semplici che ormai prolificano - mi pare che il termine "vino da donne" rischia di essere un luogo comune e che siano sempre di più le donne che sono attratte dal vino in generale. Anzi, penso che le donne siano addirittura più curiose e temerarie nel provare vini insoliti, diretti, taglienti addirittura. Io per lo meno ne conosco parecchie. Quoto Tommaso Farina: il vino è il mondo in cui meno funziona la differenza di genere, parlando di vino che si beve. Ritengo invece che la differenza di genere sia un fattore avvertibile nella produzione del vino: quello prodotto dalle donne ha molto spesso un particolare fascino. MG
RispondiM.Grazia (Soavemente)
circa 12 anni fa - LinkScusate, correggo: Considerando che i corsi vari che hanno per oggetto il vino – da quelli AIS – ONAV fino ai più semplici che ormai prolificano – sono frequentatissimi da donne mi pare che il termine “vino da donne” rischi di essere un luogo comune... MG
Rispondisuslov
circa 12 anni fa - Linkmmmh. facciamo che ti invito a cena. e facciamo che ordini uno dei vini da te menzionati. tipo un barbaresco vecchia maniera da tannini laminanti la gengiva. ci proverei a velocita' della luce senza indugio alcuno complimenti, e poi io ODIO il gewurstaminer
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkPer quel che ho visto fin ora, la donna e' donna e l'uomo e' un altra cosa. Due generi simili ma con differente finalita'. E allora? E allora significa che da donna in genere ha gusti ed esigenze diverse da quelle dell'uomo. Un solo dato: la quantita' di alcole giornaliero concesso alle donne e' molto inferiore a quello dell'uomo; differente struttura psico/fisica. Guarda caso, noto che la signora dopo a una certa eta' non beve piu'molto volentieri e trova piu' sollazzo nella dietcola. Noto male?
Rispondishe-wolf outraged
circa 12 anni fa - Link"Guarda caso, noto che la signora dopo a una certa eta’ non beve piu’molto volentieri e trova piu’ sollazzo nella dietcola. Noto male?" BULLSHIT!
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkNon saprei, ma mi coglie il vago sospetto che il tuo e' un netto dissenso al mio ponderato e documentato ragionamento.
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - Link@ Tommaso, basta con i vini da meditazione, e tempo per quelli d'azione @ Chiara C, una donna che mangia con le mani la carne intorno all' osso, della bistecca, è un immagine erotica insostituibile ;-)
RispondiChiara C.
circa 12 anni fa - LinkUhm, se lo dici te. Io facevo solo paura, anche a me.
Rispondigiulia angela
circa 12 anni fa - LinkSara, Sara... Ancora dentro le appartenenze, ancora dentro i recinti. Il mondo femminile è affascinante proprio per la sensualità che può esprimere. Mi riferisco al corpo, ai gesti, al suono della voce, alle parole. E' bello essere donna. Ma perchè mi ostino a leggervi quando oltretutto vi giudico banali ed abbastanza approssimativi. (?) Devo urgentemente farmi visitare da uno bravo. Forse era mejo rispondere come Verdone: "n'omo nà donna nà donna n'omo..."
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linkespressioni infantili da chi per ribaltare il concetto sessista prova piacere in una sorta di sadismo enologico. Il vino non è un pupazzetto col quale giocare aSI ABBINA alla portata di comanda. Se invitassi a cena la signorina e partisse ordinando vino "Maschiaccio" credo che mi rivolgerei a lei dicendole:"io non so ancora cosa mangiare per cui quello te lo bevi e te lo paghi te". "Se mangiare è un atto agricolo"? Beh lo è anche bere senza nessuna colorazione sessista ma con una netta distinzione tra ineducati ed educati
RispondiStefano
circa 12 anni fa - LinkCome non quotare?
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - LinkMa Sara, il conto pretende di pagarlo lei o di mettere la sua parte?
RispondiSara Porro
circa 12 anni fa - LinkCon amici e amiche si divide il conto, se si tratta invece di occasione romantica mi piace sia invitare sia essere invitata. Dividere a metà jamais.
RispondiFede
circa 12 anni fa - LinkSono smarrito. Vuoi combattere la tua "battaglia contro i pregiudizi sessisti" e poi "Dividere a metà jamais"!? Ho capito che dici che ti piace sia invitare che essere invitata, ma vorrei vedere statisticamente dove pende la bilancia tra queste due possibilità. A mio (modestissimo) parere ci sono un po' di incoerenze da sistemare. Già il fatto che per dimostrare una convinzione agisci contro il tuo stesso interesse/piacere, mi fa pensare. Infine scusami, (non è un attacco personale, solo non condivido vari concetti che hai espresso) se parcheggi in uno spazio più stetto della tua auto, sei incivile e non sai guidare.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkIn realtà lei non invita mai nessuno e agli inviti si nega.
RispondiSara Porro
circa 12 anni fa - LinkTommaso, ammetterai che la tua prospetta è un po' parziale ;-)
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkUn pochettino.
RispondiRiccardo I.
circa 12 anni fa - LinkMa com'è che ironia e autoironia sono così difficili da cogliere, ogni volta che si chiacchiera di vino e cibo? "Niente di sacro tranne..." [cit.] ? 8-)
RispondiFede
circa 12 anni fa - LinkNon ho colto la citazione, ti potresti spiegare meglio. Comunque anche questo è un concetto un po' assurdo. Se l'articolo è basato solo su ironia/autoironia, allora faccio un passo indietro e ognuno scriva quello che vuole e poi al massimo dice che era ironia non compresa. Se invece i toni erano ironici, ma per concetti che l'autrice esprimeva come suoi (come l'ho inteso io) allora quello che ho scritto rimane quello che penso.
RispondiMotown
circa 12 anni fa - LinkBel post, Sara, complimenti!
RispondiDurthu
circa 12 anni fa - LinkSaranno contente le amiche di dividere il costo di una bottiglia che hai scelto già sapendo che a loro non sarebbe piaciuta. Ne consegue che la donna emancipata non ha amiche ^_^ (se non quelle poche che amano devastarsi il palato con tannini da concia).
Rispondishe-wolf going out at night
circa 12 anni fa - LinkAlla fine di una serata in cui il vino l'ho scelto IO, l'auto la parcheggia LUI e mi toglie anche le scarpe.
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkIn questo caso viene ovvio concludere : sei ubriaca fradicia o lo e' lui.
Rispondishe wolf going out at night 2
circa 12 anni fa - Link:) You have a long way to go darling, you and Sara Porro.
RispondiAnnalisa Motta
circa 12 anni fa - LinkMi è rimasta impressa una serata di degustazione in cui stavamo assaggiando un vino che mi "prendeva" in gola, con una volatile troppo alta. Un vicino, signore maturo, mi dice con aria compiaciuta (era un vino famoso): "Buono, eh??!!??". Gli ho risposto che non mi piaceva e il perchè. Questo mi guarda con aria scandalizzata e poi mi dice piccato:" Ma questo è un vino "maschio"! ". Sono rimasta senza parole.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linktene bastavano pochissime:"lei di vino non ne capisce un xazzo". E poi smettiamola con questi luoghi comuni che dipingerebbero il maschio come una sorta di copulatore seriale (non importa com'è, basta che respiri), cafone, strafottente, magari anche igienicamente pressapochista. E smettiamola per un paio di motivi: 1- esistono e sono in crescente aumento creature simili anche nell'universo femminile 2- in entrambi i casi stiamo parlando di creature che appartengono alla razza umana solo nominalmente
RispondiAnnalisa Motta
circa 12 anni fa - LinkAppunto, sto tipo non capiva niente di vino, ma ha valuto farmi pesare LUI un luogo comune, cioé che io, in quanto donna, non capivo un cXXXo di vino. Mi pare che la categorizzazione in questo caso sia stata da parte sua! In fiera, ad esempio, mi è capitato che venissero uomini e mi chiedessero di parlare con mio marito perché dovevano affontare aspetti più tecnici. Secondo te, perché danno per scontato che io non so ripondergli? (cosa che so fare benissimo) Perché donna. Se ci fosse stato lì mio marito, non gli avrebbero certo chiesto di chiamare me! Sempre in fiera c'è chi mi piglia per una hostess: " scusi, posso parlare col proprietario?". ecc...ecc..ecc...
RispondiAnnalisa Motta
circa 12 anni fa - LinkAggiunta agli epsisodi raccontati sopra: sinceramente non me ne frega niente! Tuttavia ci sono. Un appunto al post però lo farei: non mi farei mai condizionare nella scelta del vino perché devo dimostrare qualcosa a qualcuno.
RispondiElena
circa 12 anni fa - LinkCerto il femminismo e le conquiste pseudo paritarie non si discutono ma vuoi mettere un bel classico invito dove la macchina la parcheggia lui ( con impareggiabile destrezza che tanto e' un fatto che io e la guida siamo proprio " litigati"). Al momento dell'ordinazione, dove con la lista in mano gia' si sente uomo di potere, sta per fare il fatidico errore ordinando il famoso " vino da donna" ma soavemente buttiamo li ,non senza malizia, che ci andrebbe qualcosa di aggressivo, coi muscoli, importante. A questo punto l'italico maschio farà il massimo per scegliere il più importante e strutturato vino della carta, vuoi mica fare la figura di quello che non ama certi vini e quindi certe " qualità "? Si lo ammetto e' una perfidia ma a fin di bene vuoi mettere quanto rende un ego appagato?
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkL'esperienza mi dice che la donna intelligente e padrona di se stessa, in compagnia di un uomo, non ordinera mai il vino lei stessa, ma lo lascera' fare al compagno, guidandolo su cio che lei vorrebbe bere. Mantenendo cosi l'ordine universale delle cose.
Rispondiarmin kobler
circa 12 anni fa - Link"l’ordine universale delle cose" andiamo proprio bene...
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkNoto con piacere che condividi. Bene. Spero, che la tua non sia una lettura a senso unico. E che riesca a notare le sfumature.
Rispondicarolina
circa 12 anni fa - Linkio bevo raboso, quello che faceva il mio papà e che ora faccio io. tannico, acido e "con le palle", vino da donna o da uomo, poco importa. bevo quello che mi piace: secchissimo, dolcissimo, dipende dal giorno. a cena all'inizio ordinavo io, ora lascio che ordini il mio amor oppure lo scegliamo assieme, che tanto beviamo anche il pò. in guida e parcheggio sono molto spavalda, veloce e sveglia: qua ad est il trattore lo inizi ad usare a 7-8 anni, prima piccolino, poi grande, comprese manovre col rimorchio e non è che te lo fanno guidare se sei uomo o donna, te lo fanno guidare in base al fatto che sei il/la più grande per farlo. quindi la questione non è tanto l'essere donna nell'enosocietà moderna, io la vedo come "faccio quello che più mi aggrada, e se qualcuno si scandalizza il problema è suo" sia esso maschio o femmina.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - LinkAnnalisa@ non ho pensato che tu condivida i luoghi comuni di cui ho fatto menzione (come potrei se nemmeno ti conosco???). Nel risponderti ho colto l'occasione per aggiungere una mia considerazione su come fino a quel momento si era sviluppata la discussione con i vari interventi. Nonostante tutto ciò i luoghi comuni sono duri a morire e talvolte nemmeno ce ne rendiamo conto, tanto il nostro gergo è infarcito di frasi stereotipate, improntate a un'idea dell'universo maschile che nel frattempo si è decisamente rimodellata. Basti come esempio l'intervento in cui Carolina definisce il raboso che beve, "con le palle"...... A chi verrebbe in mente di riassumere un vino dal carattere deciso definendolo uno con "le grandi labbra"? Dovremmo meditare tutti e renderci conto delle potenzialità di influenza subliminale della semantica... anzi, io penso che dovremmo studiarla tutti... ma mi rendo conto di sconfinare nell'utopia pura
RispondiAnnalisa Motta
circa 12 anni fa - LinkHo frainteso l'indirizzo del tuo intervento, mi spiace. Ad ogni modo sono d'accordo con quanto scrivi.
Rispondicarolina
circa 12 anni fa - Linkfrancesco esatto, sarebbe stato più chic definirlo con due grandi labbra? forse era meglio 2 grandi tette, sarebbero corsi a cercarlo :DDD
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linkho evitato le tette proprio per ragioni semantiche: il seno non appartiene alla zona genitale di una donna le G.L. sì. La differenza sta nel fatto che definire una cosa con "le palle" (zona genitale maschile) è una prassi linguistica discutibile ma comunemente accettata; utilizzare un termine riconducibile alla zona genitale femminile risulterebbe nella migliore delle ipotesi bizzarro, quando non volgare o inappropriato, possedendo semanticamente lo stesso valore
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - Linksi potrebbe (regalo un'idea a gratise) scrivere un libro sulla ricezione differenziata di termini dall'eguale valore semantico riconducibili alle zone genitali. Titolo del libro:"Questa è una figata, quest'altra una cazzata!"
RispondiFede
circa 12 anni fa - LinkChe ne dici di " Duro e Bagnata, lontani e vicini"
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