L’Enciclopedia Britannica va solo online, ma la rivoluzione digitale non è di questo mondo
di Fiorenzo Sartore
Oggi che pure l’Enciclopedia Britannica chiude col cartaceo, e dice che “le future edizioni andranno esclusivamente online”, cade un altro avamposto nel gigantesco risiko che la rete gioca contro la carta stampata. Il confronto, iniziato nell’anno del Signore 1990 circa (ma possiamo spaziare) sta durando tempi biblici. Sapete che un anno internettiano equivale a sette anni solari, quindi il solo fatto che si stia discutendo da un ventennio della rivoluzione della comunicazione digitale, sempre prossima e sempre ventura, rende l’argomento a rischio sbadiglio. Pazienza. Nell’orticello enologico nostro, amorosamente coltivato, la domanda è: chi svolge, all’incirca, il ruolo dell’Enciclopedia Britannica? E quando si decide a chiudere i battenti, per divenire contemporanea e abbracciare la rete?
Prima risposta facile: le guide cartacee al vino, da noi, sono l’Enciclopedia Britannica. Però non danno alcun segno di mollare la posizione, anzi. A margine del fatto, bisogna dire che la famosa crisi di credibilità non è poi così evidente. Quando esce l’elenco dei trebicchieri, qui su Intravino ci buttiamo a pesce a compulsarlo e allora, che vuol dire? Che il cartaceo tira ancora, eccome. Del resto non si tratta, nel caso, di augurare loro di passare a miglior vita: l’Enciclopedia Britannica non è defunta, anzi, il trasferimento online mostra quanto sia viva e vitale. La discussione non sta sul piano dei contenuti, ma riguarda il mezzo formale di diffusione. E nel nostro giro la carta è il centro del mondo, mentre Internet sembra ancora un curioso hobby. Non so cosa freni, da noi, la rivoluzione digitale: se l’arretratezza endemica che ci affligge, le corporazioni, la paura o chissà che altro. Oggi sono preso da pessimismo cosmico, ma credo che quando vedrò lo stesso evento, riferito al mondo della comunicazione vinosa, sarò defunto da un pezzo.
[Fonte: New York Times]
11 Commenti
she-wolf encouraging
circa 12 anni fa - LinkMa quanto sei vecchio Sartore? Mettiti tranquillo, se veramente sarai morto da un pezzo, non avrai occhi per vedere.
RispondiFiorenzo Sartore
circa 12 anni fa - Linkma io credo nella vita eterna
RispondiGiuliano Abate
circa 12 anni fa - LinkChe poi diciamolo: 1.300 e passa dollari per quei sessanta kg di carta contro i 70 dollari per l'abbonamento annuale alla versione gigabyte raccontano molto. Tenendo presente che l'enciclopedia pesa, ad oggi ed in tutte le sue versioni, per un 25% del fatturato totale dell'editore.
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkLa sconfitta della carta stampata ci rendera' tutti molto piu' poveri di spirito, d'arte e di quel piacere materiale nel possedere e maneggiare un libro, una rivista o semplicemente una brochure. La stampa e' un arte che accompagna l'uomo da secoli e non ha nulla da spartire con la fredda, impalpabile e siderale tecnologia digitale. L'inciclopedia britannica, essendo fonte di nozioni ed informazioni che cambiano costantemente, forse ha una sua giustificazione nel diventare consultabile nella dimensione digitale; ma le guide dei vini no; vuoi mettere il piacere nello sfogliare le pagine, usare i bordi per estemporanee annotazioni, strapparle per la rabbia, potersele portare nei posti piu' appartati e nella necessita' farne uso improprio, e poi non hanno bisogno di energia per essere visionati : Sono tangibili come un buon bicchiere di vino.
RispondiJacopo Cossater
circa 12 anni fa - LinkVuoi mettere però la comodità di essere al ristorante e voler controllare un'informazione su un vino, di essere in macchina e sapere quali sono le cantine nei paraggi o magari soltanto dare un'occhiata alle tante valutazioni di una guida solamente tirando fuori il telefono o il tablet? Non c'è proprio partita, anche alla luce del fatto che oggi una guida digitale costa circa un terzo della sua gemella cartacea (per non parlare del fatto che tutte le pubblicazioni annuali tendono -anche se non sempre- a finire nel dimenticatoio appena uscita la successiva). Poi certo, ci sono situazioni alle quali (per ora) non voglio abituarmi, e riguardano tutta la sfera di quello che tu chiami "il piacere di" in riferimento alla carta. Anche se tutte gli amici che usano un kindle non fanno altro che magnificarmelo ad ogni occasione.
Rispondiesperio
circa 12 anni fa - LinkSi, hai ragione, la dimensione digitale al confronto della carta stampata, e' immediata e capace di proporre un assortimento di informazioni quasi frastornante. Pero' la vecchia stampa essendo statica e limitata, per sua natura, offre, in molti casi, informazioni ben studiate, ponderate ed attendibili e quindi piu' assimilabili dalla mente di noi bipedi. E poi c'e il gusto materiale e fisico delle cose; ieri, per esempio, sono passato dal giornalaio, il Decanter di aprile era appena arrivato, gli ho dato una sfogliata : interessante; aquistato, portato a casa ed adesso fa bella mostra di se sul tavolinetto vicino la mia poltroncina per la lettura, in attesa di essere divorato.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkFacessero decentemente le versioni digitali delle guide...
Rispondiexafo
circa 12 anni fa - Linki bookreader o i tablet non mi sembrano così efficaci quando si deve imballare una bottiglia per il trasporto...
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkParliamo di lussi: il lusso del tempo da perdere nello scegliere un libro, sfogliarne le pagine, comprarlo, portarlo a casa. Il lusso dello spazio, avere degli scaffali su cui riporlo per poi riprenderlo in mano. In futuro i nostri eredi avranno occhi più piccoli e polpastrelli imponenti, mezzi sordi e con un linguaggio limitato. Non se ne renderanno conto però, seduti su culi importanti i miei nipoti forse avranno ancora la curiosità di chiedermi: "Ma davvero nonna quando eri ragazzina scrivevi sms a mano con una penna?" Chissenefrega, l'importante in fondo sono i contenuti, mi preoccupa molto di più la scarsa importanza che viene data alle parole, preferendo le immagini. Se sopravviveranno le parole giuste, potranno viaggiare più velocemente, trasportate con più leggerezza ed essere condivise da più persone. Riguardo alle informazioni sul vino, le Guide ben fatte servono eccome, invitano all'approfondimento e se sanno raccontare e non solo fornire punteggi rimangono nella memoria. Per questo la transizione da carta stampata a dimensione digitale sarà travagliata ed è ancora indietro. Non è facile racchiudere in un formato diverso certi contenuti.
Rispondiexafo
circa 12 anni fa - Linknon son d'accordo, proprio se delle guide ci interessano le parole, le descrizioni il supporto può tranquillamente cambiare anzi in formato digitale lo scorrere una guida sarebbe molto più agevole ma, come per altri settori, la nostra editoria è leggermente arretrata rispetto al resto del mondo occidentale e non ha ancora trovato il modo di mantenere il proprio business nel mondo dell'editoria digitale che abbatterebbe i costi di produzione e di veicolazione del contenuto. poi le case editrici e i curatori dovrebbero rinunciare a parte dei propri introiti visto i prezzi contenuti degli ebook per ora il problema maggiore comunque in italia rimane la diffusione e la soglia eccessivamente alta di acquisto dei reader, pubblicheresti guide per pochi eletti
Rispondisplash
circa 12 anni fa - LinkDa felice possessore di kindle: - i reader non costano tanto: con 99euri ti porti a casa un kindle; - gli ebook (quelli di amazon, almeno) non hanno un prezzo contenuto, anzi. Spesso e volentieri la differenza e' giusto di un paio di euro. Esempio negativo (e ce ne sono a iosa): ad aprile l'ebook di Julia Child volume 2 esce a 16$, mentre la versione cartacea su amazon uk costa a 9 sterline.
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