Leggere Franco Ricci su Bibenda e ridere per non piangere di fronte a tanta pochezza
di Alessandro MorichettiMi interesso delle persone per le argomentazioni che usano; nel caso delle donne può anche scapparci una sbirciatina, lo ammetto. Spesso interagisco con chi dice altro da me ma l’editoriale di Franco Ricci sull’ultimo Bibenda si commenta da solo e articolarne la pochezza è come sparare sulle suore. La sintesi, approssimativamente, recita: esistono i blogger, io non li frequento ma “mi riferiscono” che questi esseri giudichino il vino in differita, davanti a un pc invece che a tavola, non come noi uomini di mondo. Ora, organizzo il pensiero da pacifista convinto perché il fratello scout Ricci deve sapere che sono una persona cordiale, ma di fronte a certe boiate di inarrivabile qualunquismo io mi dico: spesso si fa una gran figura tacendo.
Sta di fatto che oggi il mio spirito collaborativo sia alle stelle e vorrei rispondere in sintesi ai punti sollevati, partendo dagli sms pervasivi che avrebbero “sostituito tutto, o quasi”. Mando messaggini da ormai 12 anni e la cosa mi piace da morire: non hanno sostituito nulla ma solo aggiunto. Tuttora, parlo in viva voce con le persone, le insulto, gli mando biglietti di auguri, le perculo quando serve o mi abbandono a sonore pacche sulla spalla. Quando capita ci vado a letto e non virtualmente. Essere gnorri digitali all’epoca di Internet fa tanto troglodita del settore e il direttore della rivista enoica italiana più ambiziosa sul mercato è in dovere di informarsi meglio, distinguendo l’ultimo corsista Ais dal Fabio Rizzari di turno: leggere è utile, si scoprono cose interessanti. E non faccio i nomi delle capre che pur scrivono sulla carta stampata perché poi Gesù bambino mi rimprovera e Babbo Natale vuota il sacco del carbone proprio sotto al mio albero.
Cambio di scena. Dopo una pausa di riflessione è nuovamente operativa Bibenda 7, settimanale online della rivista Bibenda. Grafica se possibile più brutta della precedente, parco autori a dir poco scremato (cavolo, niente più imperdibili post di Luca Gardini?) e progetto editoriale difficile da decifrare: sempre che ci sia. Insomma, non esattamente una dimostrazione di sapienza nell’utilizzo del mezzo e l’accoppiata verde-viola della testata è al limite dell’orribile. Non dico si dovessero sbirciare i font della Gazzetta Gastronomica ma era difficile fare peggio.
Non tutto il male vien per nuocere. Gli aruspici annunciano una ventata di chiarezza nell’intricata galassia Ais-Bibenda-Duemilavini. Per evitare fraintendimenti, l’associazione potrebbe assumere il nome solo per esteso – Associazione Italiana Sommelier, ben diversa da Associazione Italiana Sociologia o da Ambiente Igiene e Sicurezza – mentre la guida verrebbe a chiamarsi Bibenda, brand più solido e identificativo del nome usato finora (Duemilavini): “dal 2013 si chiamerà BIBENDA e avrà nuovi contenuti e un nuovo look. Per Ais ci stiamo pensando”. Sia chiara una cosa: chiamatevi come vi pare ma basta con le fregnacce. Il web non è una succursale deficiente dell’informazione del vino. Buono e marcio sono ovunque ma semplificazioni supponenti non aiutano proprio nessuno, tantomeno la divulgazione. Adesso scusatemi perché devo smacchiare la tastiera da questi infernali tannini da rosso cileno che stavo bevendo parlando come un pirla al pc. Fortuna che esiste Skype sennò ero da ricovero.
83 Commenti
Francesco Annibali
circa 12 anni fa - LinkCredo sia lo sfogo di chi non ama internet, avrebbe fatto tranquillamente a meno di andarci, ci è andato perché glielo imponeva lo stato dell'arte e non ha creato nulla di buono (in internet, intendiamoci). Parole non all'altezza del migliore organizzatore di eventi enogastronomici d'Italia
RispondiWayne
circa 12 anni fa - LinkIl migliore organizzatore di eventi enogastronomici d'Italia? Mah...
RispondiFrancesco Annibali
circa 12 anni fa - Linknegarlo è come dire che Bettane non distingue un sotern da un ermitage, che Giulio Terzi di Sant'Agata è un cafone e che Bombolo era un bell'uomo. Eddaje
RispondiWayne
circa 12 anni fa - LinkLeggere le fesserie di Ricci lunedì mattina non mi suscita proprio spirito natalizio. È un arroganza che mi da parecchio fastidio. Parlare di vino con più persone è una visione distorta del vino? Ma scherziamo? Cosiddetti "esperti del vino" che hanno l'impressione che solo loro sanno cosa è buono e cosa no dimostrano che preferiscono trarre vantaggio del vino per promuovere il loro ego. Ma la piacevolezza del vino non gli importa proprio niente?
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkAnche l'Ais ha bisogno di un governo tecnico. Evidente.
Rispondiandrea
circa 12 anni fa - LinkMigliore organizzatore di eventi o meno, è un editoriale che insulta gli associati e gli amanti del mondo del vino, e non solo. Fossi nell'AIS mi adeguerei per stare al passo con i tempi. Prima di scrivere certe cose bisognerebbe farsi un esame di coscienza.
RispondiAndrea Toselli
circa 12 anni fa - LinkSuperato il primo momento di ilarità per quanto letto nell'editoriale in oggetto mi è rimasta una sensazione di tristezza e di pena. Mi permetto solo di ricordare, prescindendo da un giudizio "tecnico", che, da sempre, duemilavini è la guida di AIS Roma che AIS acquista e "dona" ai soci. Se AIS "dona" ai soci il (bel) periodico Bibenda è del tutto conseguente pensare di chiamare così anche la guida. Il prossimo passo sarà formalizzare il passaggio da AIS (acronimo troppo usato) ad ARM (Associazione Romana Sommelier) o ad ABM (Associazione Bibendiana Sommelier). I cambi di statuto non spaventano, soprattutto se si faranno a Roma......
RispondiGiovanni Solaroli
circa 12 anni fa - Link-:))
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkTi sei dimenticato la parte nella quale in pratica accusa chi scrive in orario di lavoro di essere un ladro. Che poveretto.
Risponditapposaltato
circa 12 anni fa - LinkLe minchiate di Ricci mi sembrano una buona metafora dell'Italia, e del modo di pensare di chi detiene gran parte del potere. La gerontocrazia non è solo un fatto anagrafico (anche se ...) ma soprattutto mentale. Con gente come questa ad occupare luoghi di potere (anche ben più importanti) dove può andare l'Italia, se non indietro?
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - LinkOcchio a non fare di tutta l'erba un fascio, forse Franco Ricci scrive gli editoriali come se Bibenda fosse ancora sua e questo è brutto ma Antonello Maietta sulla questione ha altre idee, vi riporto una sua importante precisazione sul cambio di nome AIS: Antonello Maietta : "Scusate ma temo che qualcuno abbia preso una cantonata, enfatizzata poi nei vari passaggi. Figuratevi se abbiamo intenzione di cambiare il nome all'AIS! E non è una rettifica, ve ne potranno dare puntuale conferma i 120 delegati che si sono riuniti a Milano, concordi sul fatto che sotto il nome AIS si nascondano molte altre cose, l'intenzione è semplicemente quella di comuinicare il nome per esteso: Associazione Italiana Sommelier. L'unica modifica statutaria sarà quella di levare la "s" finale, trattandosi di un errore per la grammatica italiana, Tutto qua!"
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - LinkE' difficile accettare e riuscire a stare dietro al veloce cambiamento dei mezzi di comunicazione, soprattutto ultimamente con la nascita di Blog, App, MMS, SMS....dove tutti possono partecipare ad una discussione da tutte le parti d'Italia. Sinceramente capisco come il sig. Ricci possa storcere un pò il naso davanti a tutto ciò, alla perdita del contatto umano, al fatto di poter parlare faccia a faccia degustando un bicchiere di vino. E' stato un pò pesante...però anche te Ale non sei stato da meno.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - LinkFranco Ricci mi pare dica qualcos'altro. dice che una parte d'Italia ha deciso di restare al secolo scorso e chiudersi al futuro e chi si apre al futuro è un ladro perchè usa il web durante l'orario di lavoro. Tutte cateogorie vecchie morte e sepolte ovunque ma che prosperano e governano (ogni riferimento a Monti è voluto) quasi solo in Italia. Visto che è morto Kim Jong mi sa che anche la Corea del NOrd nel prossimo anno ci supererà per innovazione e apertura alle nuove tecnologie. Non voler abbracciare il web compreso blog, web, app, sms, mms vuol dire non voler abbracciare il futuro, vuol dire chiudersi e piano piano morire contenti loro...
RispondiWayne
circa 12 anni fa - LinkUn pò pesante? Il messaggio di Ricci è molto chiaro: scrive che parlare di vino in maniera interattiva con più persone sia una visione distorta del vino. Così manca di rispetto a tutti gli appassionati del vino che "osano" scrivere qualcosa su internet. Meno male che la visione di Ricci non è distorta: tanto fa parte del circolo AiS a cui piace così tanto auto-celebrare i loro ego.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkfa parte di AIS roma cui piace tanto celebrare i loro ego, AIS è ancora cosa separata per fortuna!
RispondiAndrea Toselli
circa 12 anni fa - LinkSeparata? Dai, Andrea, un'associazione che compra da un'altra, formalmente subordinata, la guida e la rivista sociale è separata solo sulla carta, non trovi?
RispondiFrancesco Annibali
circa 12 anni fa - LinkAndrea ne approfitto per confidarti che è tanto che mi chiedo come faccia uno come a te stare in AIS. Non conosco l'aria che tira in AIS firenze, ma se è anche solo lontana parente di quella che sta qui da noi a Macerata...ti dico solo che in zona lavorò per quasi 10 anni Maurizio Paparello, uno dei migliori sommelier italiani (ora da Roscioli). Credo che non sia MAI stato coinvolto in una sola iniziativa. Te la dice lunga, più di tante parole, sulla cifra dei personaggi che ci girano dentro e che hanno trasformato delle normali cariche associative in un business privato da mezzo euro.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linknon è che anche a me mi coinvolgano spesso ma facciamo vita parallela senza troppi problemi, AIS Toscana e Firenze sono molto attive e le iniziative sono tantissime e ben condotte. Ci sono dei problemi come in tutte le associazioni ma appunto come in tutte le associazioni solo se ci stai dentro puoi contribuire a cambiarle, se davvero ci sei affezionato e pensi che possano cambiare in meglio!
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - LinkFate i buoni, non voglio creare discussioni! Sto solo dicendo che secondo me hanno esagerato tutti e due...non sto dalla parte di nessuno sicuramente ci sono pregi e difetti in tutte e due le visioni. E' normale che per me (25 anni), per Alessandro, per te Andrea e per molti altri è più facile comunicare nel mondo virtuale, anche perchè si riesce ad avere l'opinione di più persone, ma mi piace anche passare una serata in compagnia di amici e di una buona bottiglia di vino. Si urla sempre un pò troppo in questi post, quindi....PEACE!!
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkinfatti Martina la cosa assurda è che lui pensi che noi queste cose ossia bere di vino con gli amici "live" non lo facciamo! senza contare che ogni minuto dei nostri weekend e delle ferie lo passiamo a girare dal vivo le cantine e incontrare i produttori. Mentre invece Franco Ricci mi sa che più lontano dell'Abruzzo non è mai andata a bere un vino...
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkBasta vedere i vini che propinano ai corsi ... ;-)
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - LinkQuesto lo penso anche io, è proprio per questo che secondo me Ricci sbaglia, siamo in grado di "chattare" di vino, ma allo stesso tempo ce ne andiamo a bere anche in cantina!
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkMah, "fare i buoni" quando qualcuno accusa gli altri - ad minchiam - di essere dei fuorilegge risulta un po' difficile.
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - Linkio ho accusato a qualcuno?
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkNo, non tu. Parlavo di Ricci, leggi bene tutto l'editoriale.
RispondiEleutherius Grootjans
circa 12 anni fa - LinkNel mondo che vorrei vivere, l'Associazione è grande e grossa perché annovera i migliori critici, writers e assaggiatori. E proprio per questo non ha bisogno di editoriali cesaropapisti. Per definizione le organizzazioni raggiungono a un certo punto una massa tale da far perdere loro rapidità nel processo decisionale, nella trasformazione di decisioni in azioni, nella capacità di sviluppo (adattivo o mutativo). Nell'editoriale non si coglie solo l'inconsistenza degli argomenti. C'è di più. C'è che l'AIS è grande e grossa, abbastanza potente e impastoiata nelle strutturine formali e informali di qualsiasi piccolo o grande moloch. Guarda al cambiamento come a un pericolo, ne parla da vecchio vaticanista della RAI anni '80. C'è che l'AIS orienta scelte e gusti di molti, forse dei più. E' a torto o a ragione l'istituzione di critica ed estetica enoica par excellence: questo, soprattutto grazie alla delega e alla surroga che le concedono - per pigrizia o convenienza, secondo la mia opinione - molti produttori e moltissimi appassionati. Editoriale da ancien regime e per epigoni e nostalgici dello stesso. L'ex-cathedra Petri di FMR equipara un mezzo e i suoi utenti alle categorie dell'agit-prop più disinformato e dei fannulloni. Mi ricorda le dichiarazioni tarde di Erich Honecker, allorché i fischi degli Ossis stufi presero a coprire il suo blabla. E' una versione stolta e retriva, ma verrà sicuramente recepita, per l'appunto, da tanti stolti e retrivi, nonché da chi può starsene comodamente assiso tra penne d'oca e calamai, potendo scrivere quel che vuole perché famiglio di un brand che ne pubblicherebbe anche i gargarismi. Buone Feste a tutti.
RispondiWayne
circa 12 anni fa - LinkAssociazione Italiana Sommelier ROMA, un organizzazione che ci fa vedere cosa significa l'umiltà. Sul loro sito, nella parte CHI SIAMO è scritta la seguente frase: "L’Associazione Italiana Sommelier di Roma è oggi il centro di cultura del vino più prestigioso del mondo" Definendosi il vaticano del vino, mi sembra proprio che quest'organizzazione è in preda a spocchiosaggine acuta :-)
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkCon la carta vini che hanno per i corsi (si trova sul sito) l'affermazione mi sembra quantomeno azzardata. :D
RispondiEnzo Pietrantonio
circa 12 anni fa - LinkSaranno anche aziende ultrablasonate che poco ti piacciono ma col cavolo che, a me, a Bari hanno servito Barbaresco Gaja, Sassicaia, Fontalloro... Se ricordo cosa ho bevuto io mi viene davvero da ridere, oddio!
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkConcordo... a noi il Sassicaia manco col binocolo, tanto meno il Barbaresco di Gaja, il Pinot Nero di Hoffstatter, Fontalloro, Annamaria Clementi, Flaccianello e la lista è lunga. Direi che per studiare la lista è notevolmente succulenta.
RispondiFabio Ciarla
circa 12 anni fa - LinkBe' Martina, si urlerebbe di meno se il signor Ricci non avesse gratuitamente iniziato a offendere tutti quelli che scrivono di vino online... Per passione, divertimento o lavoro. E non c'entra nemmeno il piacere di una serata di degustazione in compagnia, scrivere su internet mica significa rinchiudersi in casa davanti ad uno schermo! Al di là dell'aspetto sociologico del trasferimento su internet di molte passioni umane, dai viaggi all'enogastronomia appunto, che sfugge al signor Ricci, c'è un'evidente arroganza che non può essere passata sotto silenzio. Molto meglio le parole di Maietta riportate da Andrea, che ringrazio, ma a questo punto mi faccio una domanda: tutti i profili intestati alle sezioni AIS su Facebook (per esempio) dovranno chiudere? Oppure potranno scrivere solo negli orari non di lavoro? E, in questo caso, quali sono gli orari di lavoro ritenuti accettabili considerando che, per esempio, gli infermieri fanno anche il turno di notte o, per esempio, alcuni ristoratori lavorano dalle 11 di mattina a mezzanotte e oltre? Dai su, Ricci l'ha fatta proprio fuori dal vasetto in questo caso...
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - LinkGuarda io ho un blog e gestisco un profilo ais su facebook e allo stesso tempo svinazzo con amici. Forse sono troppo nuova del mondo Ais e non conosco la storia e la visione di Ricci! mi tiro fuori dalla discussione.
RispondiFabio Ciarla
circa 12 anni fa - LinkVeramente neanche io sono così ferrato sulla storia di AIS e sui vari passaggi da Roma ecc... Ma la condanna di Ricci per l'utilizzo di internet è chiara e a 360 gradi, quindi forse più che tirarti fuori dalla discussione (penso sia decisamente valida ogni opinione, anche distante dalla mia per poter capire meglio il tutto) dovresti capire se il tuo impegno, secondo me meritevole, è considerato positivamente in AIS.
RispondiWayne
circa 12 anni fa - LinkE poi con il suo editoriale Ricci si contraddice: d'una parte AIS Roma produce una app iPhone di Duemilavini (che tra l'altro costa parecchio) e allo stesso tempo disprezza l'interattività delle nuove tecnologie
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkoltre a costare parecchio, in realtà è un pdf (male) indicizzato e nulla più. Ennesima dimostrazione che del web se ne fregano e le app le fanno solo per fare i fighi con l'iPad/iPhone con gli amici e dire "hai visto ciho l'APP?!?"
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkConcordo pienamente, pur possessore di iqualcosa mi son sempre rifiutato di prendere quell'app. Anzi a dirla tutta non ho ancora trovato una vera applicazione che sfrutti tutte le potenzialità di queste nuove tecnologie e tutte soffrono di una terribile riduzione dei contenuti. In merito all'editoriale ci siamo già scambiati in un altro post una sintetica opinione, per fortuna Ricci non è l'AIS e nell'AIS ci son persone ben più aperte e capaci di confrontarsi del sopracitato. Avrà anche un ruolo istituzionale importante ma io non butterei tutto sul fuoco, così si brucia il grano e le stoppe.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkgiacomo so che non sta bene farsi promozione ma allora ti invito a scaricarti questa di app.. (solo 0,79 centesimi cmq). Un mio modesto contributo alla questione... http://itunes.apple.com/it/app//id485720486?mt=8
RispondiEnzo Pietrantonio
circa 12 anni fa - LinkAndrea quella di Hachette, gratuita, sulla Francia? Che ne pensi? A me piace tanto vedere e ripassare tutte le Aoc, i punteggi sulle annate, le cartine davvero ben fatte...
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkCome funziona ? Viene fuori del Monfortino 1978 dal telefono ? :D
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - LinkEnzo concordo sulla Hachette, utilissima!!! però non ci sono le degu...pane di noi sommelier! ;-)
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkDaccordo sulla Hachette fatta benissimo come contenuti. Lancio il sasso e nasconderò la mano. Facciamocela noi la App!!!
RispondiMarco De Tomasi
circa 12 anni fa - LinkQueste sono le cose che mi rendono fiero di non aver mai frequentato un corso AIS. E' chiaramente il pensiero di uno che intende difendere le proprie rendite di posizione, ed oggi che si discute di estese liberalizzazioni, vorrebbe far diventare l'AIS un ordine professionale. ... ma mi faccia il piacere !
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkmarco non confondiamo AIS con Bibenda, pliz
RispondiEleutherius Grootjans
circa 12 anni fa - Linkinfatti. Concordo.
Rispondiolimarox
circa 12 anni fa - LinkNon conosco Franco Maria Ricci, o meglio lo conosco ma non si tratta di questo, quello che dico io è il più raffinato editore italiano. Omonimia. Torno al punto: non conosco FMR, dalla foto mi pare un personaggio di Beautiful. Non è un aggravante, perchè non c'è in realtà nulla da aggravare. Infatti lui non ha scritto ciò su cui vi azzuffate. Eppure c'è il link, però forse il linguista Tullio de Mauro alludeva a questo, parlando del preoccupante analfabetismo di ritorno: si possiedono le nozioni base per leggere un testo, ma poi non lo si capisce. Naturalmente ha ragione morichetti, il sito è orrendo - la grafica più brutta in circolazione nell'enoweb dopo il tremendo Endovinosa. E pare ovvio che il signor Ricci non avesse in realtà nulla di interessante o intelligente da scrivere, e lo ha scritto. Però opina tutt'altro. Non se la prende con i blog, col vino su internet, ma con quelli che (glielo hanno riferito, scrive: forse lo ha avvisato il cuoco di Berlusconi, chissà) si organizzano con le chat e degustano una bottiglia con gli amici collegati in web conference. Qui, su IV, non mi pare si sia mai fatto. Cos'è 'sta coda di paglia? Fra l'altro questo FMR conclude che forse, in fondo, va bene anche così: l'importante è che del vino si parli, non importa come. Che poi se la prenda con chi smanetta sui pc invece che lavorare e fare il proprio lavoro, che vi interessa? Il moralismo va molto di moda, in questi tempi. Se non appartenete alla categoria, non vi cale, diversamente vi ha beccati. Abbiate un po' di classe e glissate. Molto rumore per nulla. Ora scappo, arrivano i monatti. Saluti, Olimarox
RispondiChiara
circa 12 anni fa - LinkMi permetto di sottolineare un'altra cosa. Non per buttare bezina sul fuoco a tutti i costi, ma quest'anno la guida Duemilavini futura Bibenda ha fatto una delle scelte peggiori della storia dell'editoria delle guide. Dimostrando di avere scarsissima sensibilità per la funzione di comunicazione che le guide cartacee ancora ricoprono, ha pubblicato i nomi delle aziende nelle schede senza rispettare la grafica del logo presente poi in etichetta. Questo elemento che ho già segnalato, è a mio avviso di estrema gravità, se si considera che molte aziende hanno solo le guide come possibilità di comunicazione editoriale e che il consumatore che legge un marchio in Arial, lo dimenticherà alla velocità della luce, mentre con la memoria visiva del logo avrà qualche speranza di riconoscerlo una volta davanti allo scaffale dell'enoteca. Trovo che la scelta (sicuramente per motivi di risparmio) sia prova di ottusità e scarsa capacità di vedere la reale funzione informativa della guida, che non serve agli autori per farsi belli tra loro e compiacersi della terminologia usata per i descrittori, quanto piuttosto all'azienda che ha inviato i campioni, per comunicare la sua esistenza (marchio compreso).
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkLa font per pignoleria è in Impact mal fatto, tecnicamente non hanno usato maiuscolo-minuscolo ma solo maiuscolo in dimensioni diverse (e si vede, le lettere più grandi sono più grosse). Cmq conordo con te sul merito della questione, la guida nel complesso risulta un pò più gradevole vista l'uniformità ma toglie a quelle piccole aziende la possibilità di veicolare il marchio. Scusate, deformazione professionale da graphic designer.
RispondiMartina D'Este
circa 12 anni fa - LinkSono pienamente d'accordo con te!!
RispondiFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkCon riferimento al commento di Maietta riportato da Andrea Gori, vorrei fare un po' di chiarezza perché credo che il commento del presidente abbia mal interpretato o non abbia seguito la giusta sequenza con la quale si sono susseguiti gli articoli e tra le varie cose pubblicate e segnalate, quello relativo al lunare editoriale di Ricci sule reato di scrivere di vino è solo l'ultima perla. Dunque. Il primo accenno alla faccenda, esclusi ovviamente i contenuti originali (in ogni senso) pubblicati da Ricci che godono naturalmente della primogenitura (suo malgrado), è stato sul blog del romano Andrea Petrini: http://percorsidivino.blogspot.com/2011/12/franco-maria-ricci-e-la-futura.html A questo post, è seguita questa breve riflessione critica (relativa all'opportunità o meno di trasferire anche sulla guida AIS il nome BIBENDA e non ad altro): http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=9032 Nel frattempo Franco Ziliani ha ripreso i due link sopra indicati sulla sua pagina facebook e credo sia lì, per colpa di quel "ci stiamo pensando" finale di Ricci su bibenda 7 online che si sia creato l'equivoco sul cambio nome relativo all'Associazione che mi sembrerebbe francamente assurdo anche solo da ipotizzare (si capisce leggendo i commenti): http://it-it.facebook.com/franco.ziliani/posts/210738089008241 E' seguito poi quest'altro articolo dove un membro storico dell'associazione interviene per portare il suo punto di vista ed un esempio concreto del modo di fare alla Ricci: http://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=5790 e infine questo vostro che secondo me passa via veloce sul fatto grave e si sofferma sulle invettive non-sense di Ricci, di poco conto per via dell'estensore delle stesse. Questione di punti di vista forse ci stanno entrambe le visioni comunque. Sulla vicenda - che secondo me è quella del cambio nome alla guida con tutte le implicazioni del caso - ho già detto tutto quello che dovevo dire e mi pare di averlo fatto con un italiano sufficientemente comprensibile. Vorrei solo ribadire la stima profonda per il lavoro appassionato svolto ogni giorno da tantissimi appartenenti alla base dell'associazione a favore dei quali esprimo di tanto in tanto queste riflessioni, del tutto opinabili in quanto sono semplice espressione del mio pensiero, una sola persona, figurarsi. Mi sembra evidente però - così come quando si era verificata l'operazione "missiva con minaccia di epurazione" inviata da Ricci alle aziende dalla Duemilavini ai tempi della vicenda con Il Mio Vino - che esista un problema di opportunità comunicativa. Credo che stante la sacrosanta libertà di ogni delegazione regionale di comunicare come meglio crede nei limiti e nel rispetto delle linee guida nazionali, sulle questioni più importanti (per esempio il cambio nome della Guida che non mi pare una cosina da nulla visto ciò che implica), la comunicazione dovrebbe invece passare (solo o prima) per la rivista istituzionale e per voce del presidente dell'associazione mentre invece mi pare che di continuo ci si ritrovi di fronte a colpi di scena (quasi mai in positivo) predisposti dal "nostro". Questo è un danno per l'AIS. Quello che mi spiace è che a soffrirne siano altri perchè sono certo che a Ricci di tutto questo baccano non può fregar di meno. Ciao, Fil.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkIl problema è che la Guida al momento non è redatta dall'AIS a livello nazionale ma da essa è firmata (vedi copertina) e da qui tutti i problemi di chi mette la firma dove e di chi mette il nome. Se la guida fosse diretta espressione dell'AIS nazionale con tutte le delegazioni coivolte va dà sè che Bibenda non avrebbe più modo di mettere il suo marchio sulla guida se non come editore. Personalmente se l'anno prossimo la guida si chiama DUEMILAVINI o BIBENDA cambierà poco perchè nella sostanza il prodotto sarà lo stesso anche se concordo con te sulla riconoscibilità e autorità del marchio Duemilavini.
RispondiAndrea Toselli
circa 12 anni fa - LinkPiù che firmata, direi sponsorizzata.....
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkPer mancanza di credibiltà gli spread sui vini francesi sono ai massimi storici. Ripeto, urge governo tecnico. (A me piacerebbe sapere cosà fa Ricci durante l'orario di lavoro)
Rispondiluigi fracchia
circa 12 anni fa - Linksbircia i post sul computer della segretaria, lui il computer, per statuto non c'è l'ha.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkEcco perchè esce ogni tre mesi!!! Composizione a mano a caratteri mobili... come mai non c'ho pensato io!
RispondiFilippo
circa 12 anni fa - LinkScrive le note dei vini degustati su una tavoletta di pietra con uno scalpello. :-)
Rispondisalva
circa 12 anni fa - Link....quello che invece non va bene è che questi scambi "culturali" avvengono di giorno, durante un orario in cui la maggioranza si trova al lavoro.... Avimu Franco Maria Brunetta, direbbe il grande Cetto Laqualunque!!!
RispondiEnzo Pietrantonio
circa 12 anni fa - LinkL'editoriale di Ricci è ad immagine e somiglianza di ciò che lui rappresenta. Un mondo e un'idea del vino obsoleta, elitaria, autoreferenziale. L'esatto contrario di ciò che dovrebbe essere. Questi episodi mi convincono sempre più che l'Ais (di cui l'Ais Roma è il fiore all'occhiello) necessiti di un radicale e profondo cambiamento.
RispondiBernardo Pasquali
circa 12 anni fa - LinkMi hanno detto di un editoriale di Ricci...l'ho saputo grazie a voi! Io credo che si tratti di un laconico editoriale demodè ed antistorico...da perdonare se non fosse fatto da colui che si erge a "formatore" di nuovi rampolli del mondo del vino. I produttori hanno bisogno di ben altro. Cari amici amate il vino come volete e sapete fare...è la bellezza della libertà. L'unica cosa che ci è rimasta in un bicchiere. Emozioni e piacevolezza. Anche davanti ad una mela rosicchiata stampata su uno schermo! Ah scusate torno a lavorare...non per Ricci ma per Monti... Un abbraccio a tutti!
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkSignor Franco Maria Ricci, ho letto due volte il suo editoriale, segnando il tempo rubato al lavoro di scrivania sul mio cartellino, cosicché non sarò rimproverata bensì elogiata per aver dedicato circa sette minuti ad aggiornarmi relativamente a quanto viene scritto su una pubblicazione così importante come la sua, fondamentale per chi come me di vino ci campa. E l'ho letto via Internet. Anche molti di quei lazzaroni che Lei/Voi (pluralis maiestatis) indica/ate come indiziati di reato si occupano di vino professionalmente. Certamente Lei lo sa, ma ha voluto puntare il dito just in case. Per farsi sentire, per rivendicare il Suo ruolo, per sottolineare che chi si lascia trascinare dalla polverizzazione delle informazioni/opinioni rischia di trascurare l'aspetto fondamentale: Il Vino e il piacere di berlo. Il Suo intento è sicuramente nobile, ma mi permetto di darLe un consiglio: si cerchi un ghostwriter, un negro professionale. Qualcuno che abbia al posto di una tastiera un rasoio affilato sul serio, una sciabola tagliente, non un fioretto delicato. Qualcuno che Le faccia trovare il coraggio di scrivere: "A' belllli, ma che ve siete messi in testa? Ner monno der vino semo in pochi a capirci sur serio e a voi che ve puzza ancora la bocca de latte ve sembra de sape' chissàccche perché smanettate sur computer mejo de me! Io so' più de quarant'anni che insto monno ce bazzico, ho lavorato come un ciuco pe' mette' insieme l'AISSE e falla funziona' e me devo senti' di' che l'ultimo arrivato ne sa più de me! M'annate a lavorà, annate!" Naturalmente scherzo, Lei ha un eloquio privo di quelle terrificanti cadenze simil romanesche soprascritte. Anzi, usa termini come "Tornare in auge", "lanciare una moda", che sono rinfrescanti nel loro essere Vintage. Ma il mondo della comunicazione del vino è cambiato, i ricevitori delle informazioni sono a loro volta attivi nel girarle ad altri e sono anche molto più smaliziati ed esperti di quanto Lei possa immaginare. E se Lei vuole mantenere la Sua posizione di punto cardine in questo mondo se ne deve fare una ragione. Con molta più simpatia di quanto possa sembrarLe Nelle Nuvole
RispondiAndrea Toselli
circa 12 anni fa - LinkFranco Maria Ricci scrive: "Decisione immediata: dal 2013 si chiamerà BIBENDA e avrà nuovi contenuti e un nuovo look. Per Ais ci stiamo pensando." http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=310 Antonello Maietta precisa: "Figuriamoci se abbiamo intenzione di cambiare il nome all'Associazione Italiana Sommelier! La nostra fantastica Associazione! Quella che da quasi 50 anni comunica il vino in modo serio, qualificato e disinteressato!" http://www.aisitalia.it/spunti-di-svista.aspx Qualche navigatore informi Ricci, che notoriamente non naviga, che può pensare ad altro......
Rispondifrancesco
circa 12 anni fa - LinkStai tranquillo che il Suo collaboratore che cura le news per Ais lo avrà già informato. D'altronde è stato proprio il sor FMR, ora tanto vituperato, a concedergli la collaborazione qualche anno fa, pur di metterlo a tacere e non sparare piu' addosso all' AIS ( leggasi sito Winereport dove gli articoli sono ancora tutti a disposizione ).
RispondiAndrea Toselli
circa 12 anni fa - LinkCaro Francesco, non penso che il tecnologico informatore sia la persona alla quale alludi. FMR, poi, è "vituperato" ab ovo: pensa che l'AIS, molti anni orsono, in uno slancio di alta democrazia, ha dovuto chiudere il proprio Forum per le accese discussioni generate dai risibili atteggiamenti di AIS Roma/Lazio/Bibenda.... E' davvero curioso come gli indubbi meriti della "scuola romana", alla quale penso si siano ispirati in tanti, sottoscritto compreso, per migliorare molti aspetti di immagine e di organizzazione della sommellerie, vengano oscurati da editoriali poco meditati.
Rispondifrancesco
circa 12 anni fa - LinkMi è piaciuta la locuzione " ab ovo ", pensavo si trattasse di uova, invece niente. Pensi che la collaborazione sia finita o stia finendo ? Ma perchè mai dovrebbe
RispondiLido Vannucchi
circa 12 anni fa - LinkLicenziati per giusta causa sbronzi al posto di lavoro, art. 18 " il suo nuovo paladino FMR" roba da far incazzare pure maglioncino blu.
RispondiPaolo
circa 12 anni fa - Link#Lido: sei un filo obsoleto, non quanto FMR, ma molto vicino. La nuova frontiera, se non te ne sei accorto, e' il superamento della giusta causa, elemento passatista e veterosindacale che ostacola il corretto rapporto di lavoro del nuovo millennio. Il licenziamento avverra' sic et simpliciter, senza bisogno di chiamare in causa la giusta causa, ma per semplice decisione di chi indossa un maglioncino blu. e potra' essere dovuto non solo al tasso etilico di chi cazzeggia sul luogo di lavoro, ma anche alla stupidita' di chi sul luogo di lavoro NON sa usare i nuovi strumenti telematici. Insomma, non starei tranquillo fossi nei panni del paladino dell'ancien régime: la mannaia invocata sugli altri potrebbe facilmente tagliare la sua testa... Paolo
RispondiGustavo Saporito
circa 12 anni fa - Link...son duri a morire! Non parlo di morte fisica, mancherebbe altro, gliene dò altri cent'anni da campare a quel tapino di FMR, per l'amor del cielo! Ma non muoiono mai dal punto di vista di frignacce! Io ho compiuto i cinquanta e con un briciolo d'invidia per i più giovani, cerco di stare ai tempi e mi diverto pure e tanto a leggere e qualche volta a commentare quanto si scrive di vino se quant'altro sui blog. Benedetti "ragazzi", bravi, avete sdoganato finalmente anche la bevanda di Dioniso dai soliti vetero-sommelier, scardinate le porte delle cantine più retrò, infranti i tabù di quei disgraziati produttori che aspettano con ansia, ogni fine anno, di essere "giudicati" ovvero turlupinati e depredati dagli avvoltoi delle "guide" che poi il vino non glielo fanno mica vendere!!! Evviva il web, ewiwa il 2.0, ewiwa la gioventù, ewiwa il vino! Con tanti auguri di fantastici assaggi natalizi!
Rispondianonimo veneziano
circa 12 anni fa - LinkDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il termine sommelier deriva dal francese provenzale saumalier. In origine il significato era conducente di bestie da soma; col tempo mutato in addetto ai viveri, poi in cantiniere. L'origine latina va individuata nella parola sagma, che significa soma e, per estensione, il carico che gli animali da soma trasportano. "magari fosse vero..." AIS...non c'è associazione senza casta: associazione volontaria, filo-massonica, di più persone dedite alla divulgazione del vino. Per prenderne parte non è necessario avere una corretta conoscenza del vino e la passione necessaria per trasmetterla. E' necessario essere garantista, di chi? di cosa? piccoli privilegi, accattonaggio culturale, accattonaggio materiale. ... Vox populi, vox Dei.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkMi spiace ma ti stai confondendo con qualche altra associazione/corporazione o dir si voglia. Soprattutto se i tuoi deliri li nascondi dietro anonimato.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkCon questo non difendo FMR ma tanti, tantissimi altri che con la tua descrizione centrano poco o nulla.
Rispondianonimo veneziano
circa 12 anni fa - LinkGiacomo, Giacomo... C'entrano, si scrive c'entrano... "centrato" ed affondato. ari - anonimo veneziano
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkScusa, la prossima volta consulterò l'enciclopedia "Anonimo Veneziano".
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkLe critiche argomentate e puntuali - al limite pure anonime, ma con riserva - hanno un senso ma non mi pare questo il caso.
RispondiFabio Ciarla
circa 12 anni fa - LinkConcordo... Soprattutto perché sono questi i comportamenti che screditano "il web". Quindi un saluto cordiale a Giacomo Pevere e un bravo a Morichetti nella funzione di moderatore.
RispondiLido Vannucchi
circa 12 anni fa - Link@Paolo mi spiace ma non hai afferrato il senso, magari un giorno ti faro' uno spelling.
Rispondivincenzo busiello
circa 12 anni fa - LinkFMR non mi è stato mai tanto simpatico. Vorrei sapere che scuole ha fatto, per curiosità.
Rispondieros
circa 12 anni fa - LinkFrancamente me ne infischio. Vi preferisco quando parlate di vino. Le Vostre descrizioni centrano sempre le peculiarità dei vini che presentate, mentre le polemiche c'entrano ben poco con la Vostra capacità di spiegare le bottiglie che degustate. Vi leggo per imparare, perchè apprezzo le Vostre capacità divulgative, siete abbastanza, nell'accezione di "abbastanza" usata dall'AIS, affidabili. Pace fatta sig. Pevere e sig. Anonimo Veneziano? Domanda: Ma si riesce a bere un taglio prima delle feste? Mandi Eros
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkAh ah!!! Stupendo! Abbastanza nell'accezzione AIS del termine è veramente stupenda. 10+!
RispondiAndrea
circa 12 anni fa - LinkIo ho letto Bibenda solo ieri e sono rimasto atterrito da quell'editoriale. Tant'è che d'impulso ho scritto e spedito una lettera al Sig. Ricci riportata anche qui sul mio blog: http://primobicchiere.wordpress.com/2011/12/21/lettera-aperta-franco-maria-ricci-direttore-di-bibenda/ Oggi. lo stesso Ricci mi ha spedito via email la sua risposta che qui riporto: http://primobicchiere.wordpress.com/2011/12/22/risposta-di-franco-maria-ricci-di-bibenda/ Lascio a voi commentare
Rispondilucentini gisleno
circa 12 anni fa - Linkò già fatto i miei commenti e mi trovo d'accordo con quanto hanno detto i colleghi. una associazione cosi'grande come inscritti e con introiti sostanziosi non si può permettere di valutare in maniera scorretta ed ingiusta come e quando un soci o piu' soci valutano un vino tra loro con mezzi e modi giusti e leciti.e non si possono arrogare il diritto di impedire di manifestare la volontà di sapere e conoscere con allusioni ed omissioni anche perchè lo statuto,seppur antidemocratico, non lo prevede.
RispondiPio
circa 12 anni fa - LinkHo letto anch’io l’editoriale di Ricci: con grande disappunto considero l’articolo imbarazzante dal punto di vista del contenuto: mi chiedo come, con un intento profondamente anacronistico, l’autore deplori il web che è già e sarà la nuova forma del comunicare. Vorrei dire al Sig. Ricci che la “tribù” di eno-appassionati è cosi vasta da non poter discutere ogni volta di vini davanti al suo camino. Poi la polemica pro-Brunetta non l’ho proprio capita, forse è indirizzata a voi di Dissapore. Sono un socio Ais che collabora attivamente con l’associazione, adore svolgere il mio mestiere e comunicare il vino tramite banchi di degustazione; non posso pero’ ignorare la grande funzione del web: mi piace scrivere di enogastronomia e senza siti dedicati, blog, community non avrei alcuna possibilità di esprimere il mio punto di vista. L’AIS DEVE essere rappresentata dal suo Presidente e Non da Bibenda ne tantomeno dal Sig Franco M. Ricci. Colgo l’occasione per augurare a tutti (anche al Sig. Ricci) un caloroso NATALE
RispondiEnzo Zappalà
circa 12 anni fa - Linkma perchè leggete Bibenda? Assaggiate il vino e madate al diavolo i falsi santoni... Ne guadagnerste voi e fareste sparire i vari pinguni che di vino non hanno mai capito niente... Il silenzio è la peggiore punizione per chi si crede un Padreterno... Darebbe da fare con molti, che, stranamente non hanno commentato...
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