La B.A.* pre-Vinitaly è riconsegnare il talento di Daniele Cernilli al giornalismo enoico dei tempi d’oro
di Alessandro MorichettiDaniele Cernilli è uno dei più grandi degustatori viventi. Se stiamo qui a parlare di vino è anche grazie a lui e al Gambero Rosso degli albori. Io ringrazio anche l’Internet, chiaro. Ora, essere Daniele Cernilli – uno a cui non sono degno di correggere i refusi – e scrivere quanto sopra è un dolore al petto che non posso tollerare. Con tutto il rispetto per una grande e laboriosa azienda marchigiana che stimo, “là dove c’era Chardonnay ora c’è un Pecorino piceno” NON è una notizia da Daniele Cernilli: che poi un pecorino sappia di cedro, frutto della passione e vaniglia è un risultato dell’enologia contemporanea che non mi sento di affrontare in assenza del mio avvocato. Per carità, non dico di stare a filosofeggiare su come si riconoscano alla cieca i vini di Rossignol-Trapet, ma insomma (mode consulenza editoriale ON) basterebbe ripubblicare a puntate i capitoli di Memorie di un assaggiatore di vini per regalare agli appassionati una rubrica da godimento puro.
Se poi a Velenosi news fa seguito Falesco news (l’azienda dei Cotarella brothers), il mio infarto è alle porte. Mi sono perso qualcosa? Basta, ho deciso. Il Cernilli di cui ho due libri ben lucidi sullo scaffale non può rattristarmi così. Caro Daniele, sei formalmente invitato venerdì prossimo al padiglione Umbria coi lettori di Intravino. Il vino lo portiamo noi (faccina).
* “Come scout siete impegnati a compiere almeno una Buona Azione ogni giorno” (Baden Powell)
83 Commenti
kenray
circa 13 anni fa - Linksul pecorino si potrebbe fare più di qualche battuta. tra l'altro è il vino che bevo quando soggiorno in abruzzo. quello che preoccupa è l'accanimento terapeutico verso questo signore, che non conosco, da parte di "quelli di intravino". e da parecchio che va avanti non capisco. qualcuno mi spieghi chiedo lumi a Ziliani. quello che dice lui per me è oro colato. c'è del marcio in danimarca direbbe il poeta. o no? addendum ci siamo, domani sera diavoli vs merdazze...che bacco sia con noi
Rispondicernilli
circa 13 anni fa - LinkNon aspettatemi. Non verrò. E non verrò perché mi sono un po' rotto le scatole di voi e di questo modo sempre polemico e con il ditino alzato che avete tutti quanti. Sta per uscire Doctor Wine, poi, ed ho da fare. So che da voi riceverò stroncature e prese per i fondelli, come sempre, visto che voi siete i più bravi del mondo. Sulla questione che un Pecorino sostituisca uno Chardonnay ne scriverò sempre, quando capiterà, perché il vitigno di quella parte delle Marche è il Pecorino e non lo Chardonnay. E che sappia di frutto della passione non è il portato della moderna enologia, ma un aspetto varietale del Pecorino, come potrebbe facilmente spiegarti Luigi Cataldi Madonna, uno che quel vino lo ha quasi inventato, e comunque riscoperto e valorizzato. Comincia a imparare i fondamentali prima di chiacchierare, cerca di capire cosìè il pentanon mercaptano, comune anche ai Sauvignon, poi ne riparliamo.E le lezioncine valle a fare a qualcun altro per favore.
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkcernilli mi perdoni ma cosi lei non aiuta... lo sa che son ragazzi. monelli dispettosi irriverenti. e pure mezzo comunisti. insomma una banda di cialtroni, però simpatici. suvvia. un bicchiere in compagnia ci può stare.
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Link"Sta per uscire Doctor Wine" comunque è un monello anche lei...
Rispondicernilli
circa 13 anni fa - LinkE chi vuole aiutare? E poi, visto che sono uno dei bersagli preferiti, forse perché quando intervengo determino "traffico", almeno quel "traffico" lo uso anche a mio vantaggio. La rete è libera, no?
RispondiAntonio Tomacelli
circa 13 anni fa - LinkGiuro che se viene le faccio trovare Morichetti legato alla sedia, però in cambio voglio l'autografo sul libro.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkSorry, Intravino boys, ma Cernilli ve se magna e ci abbina pure il pecorino. Sarà permaloso, ma sinceramente non è che debba finire sempre a tarallucci e vino. Soprattutto quando la polemica è mal centrata, cioè importa colpire il bersaglio senza che importi far centro, tanto si parlerà del tiro.
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkTomacello, l'hai messo per iscritto e mi aspetto che mantieni l'impegno.
RispondiRAMPAVIA
circa 13 anni fa - LinkRagazzi, non cambiate. L'ironia e la gradevolezza dei vostri post è unica. Un grande come Cernilli, che stimo e che leggo sempre con attenzione, sbaglia ad incavolarsi e ad accusarvi di avere il ditino sempre alzato: se mai avete il gomito sempre alzato.
RispondiSimona
circa 13 anni fa - LinkScusate, ma, un conto è l'ironia mal celata dietro ad una polemica, più o meno propedeutica che sia, e un altro conto è dimenticarsi a chi la si fa. Capisco l'importanza di farsi notare ma prendere come bersaglio uno che può essere tutto fuorchè bersaglio risulta non solo seccante per chi legge ma anche "pudendum est" per chi scrive. Esagero?
Rispondimanuela monteforte
circa 13 anni fa - LinkCernilli sei un mito!hai azzittito con eleganza e sapienza....
Rispondiangela velenosi
circa 13 anni fa - LinkCaro amico Alessandro, grazie per i complimenti alla mia azienda, a me fanno sempre tanto piacere. Ti chiedo, in riferimento alla discussione sul Pecorino, di andare durante la vendemmia in campagna ad assaggiare un chicco di uva Pecorino. Sai, a me e al mio staff piace interpretare fedelmente ciò che la natura miracolosamente e spontaneamente offre. Nulla di più. Ti invito con grande piacere a visitarmi al Vinitaly al Padiglione 7 Stand A2 dove, tra l'altro, ho tante altre novità da farti conoscere. In uno stand marchigiano poi, sai meglio di me, l'accoglienza non manca.
RispondiGirolamo Preti
circa 13 anni fa - LinkGrazie davvero del link, vi devo un pomeriggio di buono, anzi ottimo, umore. Leggo e imparo: "Il Riesling è uno tra i vitigni internazionali di altissimo spessore qualitativo, pur non essendo, tranne rare eccezioni, tra i più diffusi e conosciuti." "L’origine più probabile del Riesling Renano è quella della vallata del Reno, in particolare la Mosella". "L’infiorescenza del Riesling tende a non fare un acino per fiore, rimangono quindi alcuni "posti liberi" nel grappolo. Questo significa che le rese, PURTROPPO, non sono sempre altissime". "E’ Austria, in una zona rinomata come Wachau, dove centinaia di ettari di vigneti che si estendono lungo il Danubio, che il Riesling renano occupa un posto di massimo livello tra i vitigni in campo internazionale, anche per la sua longevità, ben nota". "In Italia è un vino che non ha molta popolarità, questo per la difficoltà di coltivazione: infatti è un’uva che richiede il massimo impegno." "Ciò dovuto al felice compromesso fra la struttura, conferita alla vite dai terreni calcarei, e la delicatezza, fornita dai terreni marnosi". "E’ un vino per palati raffinati, per gli amanti del bianco delicato ma di grandissima personalità, questo è un vino aristocratico, che vanta una tradizione internazionale." "Il Riesling Renano dell’Alto Adige è un vino che si contraddistingue per il sapore asciutto, equilibrato, fruttato piuttosto armonico e aromatico. Un nome per tutti, quello di San Michele Appiano". Grazie, grazie ancora.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkIo non ho capito: quale link? Da dove sono prese queste frasi? Donde il buonumore?
RispondiGirolamo Preti
circa 13 anni fa - LinkSe lei non ha capito donde viene il buonumore è inutile che glielo spieghi, creda. E' un buonumore per modesti appassionati di vino, con giusto due nozioni in testa.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkForse non ho capito, le spiacerebbe dirmi quale link?
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkA questo punto mi verrebbe da dire: se i profumi sono quelli giusti, urge pubblica gogna del nando morichetti, pecorino m'hai provocato e mo' faccio 'na figura
RispondiFabio
circa 13 anni fa - Link"che poi un pecorino sappia di cedro, frutto della passione e vaniglia è un risultato dell’enologia contemporanea che non mi sento di affrontare in assenza del mio avvocato" Se adesso lei non mi dimostra che il pecorino non sa di frutto della passione la querelo! (è una zilianata. non ti preoccupare, scherzavo)
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkChe tristezza farsi spazio sgomitando e tirando fango sulle altre persone. Anche per l'ironia ci vuole mestiere...e non mi sembra sia questo il caso
RispondiRiccardo Francalancia Vivanti Siebzehner
circa 13 anni fa - LinkSe un'azienda - per di più importante come Velenosi - predilige un autoctono (per altro interessantissimo) come il Pecorino ad un internazionale come lo Chardonnay, io, personalmente, non posso che esserne contento e trepidare per un assaggio il prima possibile. Vigneron save the Autoctono (anglo-francese maccheronico) !
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - Link1) Ho sincera stima di Daniele Cernilli. Sottolineare il suo magnifico talento degustativo e rimanere con un palmo di naso leggendo certi articoli sono due posizioni conciliabili per qualsiasi commentatore in buona fede. 2) Cernilli ha ragione, bisogna documentarsi. Il pecorino viene riscoperto e studiato nelle Marche prima di essere "pompato" in Abruzzo. Leggo la penultima riga sull'argomento dalla "Guida ai vitigni d'Italia" curata da Fabio Giavedoni e Maurizio Gily: "Il vino ha profumi fruttati freschi e intensi, talvolta con note di anice ed erbe di campo". Non esattamente frutto della passione e cedro. 3) Conosco abbastanza bene il pecorino del prof. Cataldi Madonna e quelli piceni. Profumi come quelli descritti da Cernilli sono tipicamente riconducibili a vinificazioni in riduzione, che il Pecorino di Cataldi Madonna condivide con l'esemplare offidano Ciprea della cantina Poderi Capecci San Savino: tra l'altro, le uniche due versioni che negli anni hanno ottenuto i 3 bicchieri. I pecorino in riduzione acquisiscono spiccate note fortemente sauvignoneggianti di agrumi e frutta tropicale, come confermano le 2 annate di Ciprea che ho degustato per Porthos con la ciurma marchigiana (2007: "Naso agrumato e verde di ruta e pomodoro con sfumature che richiamano il Sauvignon". 2006: "Naso di chiaro stile riduttivo"). Sentori agrumati di pompelmo e cedro o fruttati di mango e passion fruit sono figli della riduzione più che del patrimonio varietale di un'uva neutra come il pecorino. Se volete la spiegazione scientifica, possiamo serenamente contattare il prof. Leonardo Seghetti di Ascoli Piceno, autore dei primi studi sul pecorino. Ad esempio, "Evoluzione di un vitigno italico: il Pecorino" (a firma Moretti, G. - Seghetti L., sulla rivista Vignevini nel 1998 [n.3, pp. 55-58]). Potrebbe spiegare chimicamente e con buona pace di tutti da dove vengano certi odori. I pecorino non vinificati in riduzione NON hanno quegli odori e in batterie omogenee il dato emerge nitidamente. Io sono curioso e me ne chiedo il perché. Chiaro poi che i vini in riduzione possano essere più o meno buoni. A chi cercasse un modello di pecorino io suggerisco il Fiobbo della cantina Aurora di Offida (18,5/20 sulla guida dell'Espresso 2011 per l'annata 2008): tutto tranne frutta tropicale e agrumi. 4) Ho smesso di sgomitare da piccolo, quando ho capito che era più bello parlare. Su Intravino non serve la parola "cernilli" per determinare traffico (per la cronaca, oggi è stato in assoluto il giorno più moscio della settimana. Roba da far felici vari blog insieme, intendiamoci). L'ironia non si spiega, non puntiamo il dito e non impartiamo lezioni. Parliamo e raccontiamo come ci piace, in maniera colorita: i professorini non aprono un blog, noi qui ci viviamo quotidianamente. 5) Siamo stati i primi a raccontare DA DOVE andava via Cernilli, sopportando con pazienza smentite che poi i fatti stessi avrebbero smentito. Raccontare per primi e nel dettaglio DOVE e COSA farà Doctor Wine ci farebbe altrettanto piacere: avremo a disposizione telecamera e manico di Giulia Graglia, per capirci. 6) Non sono né mai sarò prevenuto a prescindere verso qualcuno, tantomeno verso Daniele Cernilli. Se fa 2 libri forti, li compro, li apprezzo e lo dico. Se scrive due post come quelli citati, cerco di spernacchiarlo simpaticamente, senza insultare né spalare fango proprio su nessuno. Chi sottovaluta gli argomenti scambiandoci per cialtroni in cerca di polemica mal centrata fa un pessimo servizio soprattutto a se stesso. 7) L'invito a Daniele Cernilli è sincero e sempre valido. Di persona siamo molto più simpatici del previsto, ce lo dicono tutti. Pure Tomacelli. Ma se serve qualcuno per tenerlo e assestargli un paio di sganassoni, mi rimbocco le maniche per primo :-D.
RispondiCarlo Cleri
circa 13 anni fa - LinkMoricchia hai tutto il mio appoggio!
Rispondimaurizio gily
circa 13 anni fa - LinkE' vero che il Pecorino possiede precursori tiolici che, con la vinificazione in riduzione, danno quel tipo di profumi, personalmente ricordo più pompelmo rosa che frutto della passione, comunque la categoria è quella, tanto da far pensare a tagli con sauvignon (e forse da indurre qualcuno a fare il furbo). Per contro in una vinificazione più tradizionale un descrittore piuttosto curioso che emerge con una certa regolarità è quello della weiss bier (o forse del coriandolo e altre spezie con cui si aromatizza la weiss). Fateci caso se vi capita. Sull'origine del vitigno non ci sono certezze. MArche e Abruzzo se la contenderanno a vita.
Rispondilorenzo landi
circa 13 anni fa - LinkMi interessa molto questo dibattito sugli aromi del Pecorino. L'aroma di frutto della passione è, nel frutto stesso così come nel Pecorino ed altri vitigni, dovuto alla presenza di sostanze del gruppo dei mercaptani: mercaptoesanolo ed acetato di mercaptoesanolo in primis. Questi composti si trovano naturalmente nell'uva di Pecorino, come si può facilmente verificare assaggiandola e, come ha fatto Luigi Cataldi Madonna, effettuando delle semplici analisi. Il fatto che questi aromi si trovino, nel vino, solo nei Pecorino vinificati in riduzione è dovuto al fatto che questi composti, come tutti i mercaptani, sono molto sensibili all'ossidazione per cui vengono distrutti durante la vinificazione in caso di presenza consistente di ossigeno. E' bene ricordare che la "riduzione" non crea ne' distrugge aromi, si limita a mantenere quello che la natura ci dà, al contrario dell'ossidazione che invece, in molti casi, degrada ciò che si trova nell'uva. Il fatto poi che questi aromi vengano spesso individuati come tipici del Sauvignon è dovuto alla ampia diffusione di questo vitigno ed al fatto che il mio amico e maestro Denis Dubourdieu abbia identificato per primo, a partire dal lontano 1993, queste sostanze. Denis insegna all'università di Bordeaux ed ha quindi lavorato sul Sauvignon, ma questi composti si trovano in molti vitigni e si devono dunque ritenere tipici di tutte queste uve. Del resto le sostanze aromatiche non sono mai (o quasi mai) esclusive di un'uva soltanto, è la loro diversa combinazione che rende ciascun vitigno unico e differente dagli altri. Per questo è però necessario che l'uomo non distrugga, con la vinificazione, ciò che la natura ha creato. Avrei piacere di incontrarvi per continuare, anche di persona, questo dibattito che contribuisce a far conoscere le qualità di un grande vitigno.
RispondiFrancesco Annibali
circa 13 anni fa - LinkIntervento interessantissimo Lorenzo. Mi pare piuttosto evidente la tua preferenza verso la vinificazione in riduzione. Non credi però che con l'affinamento in bottiglia i bianchi vinificati in riduzione restino un pò troppo "ingessati"? Cosa pensi ad es. dei grandi sauv di Marlborough dopo 3-4 anni di vetro?
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkForse è meglio... qualche mese fa ho fatto un piccolo confronto tra Saint Claire Pioneer Block 2 ed un paio di noti Sauvignon della Loira. Ho assaggiato 2005 e 2007 di entrambi. Quelli francesi erano più ossidati ed i 2005 erano decisamente piatti (avevano perso molti aromi varietali e floreali). I Pioneer Block 2, forse complice anche la chiusura a vite che mantiene la riduzione, erano quasi uguali. Caso mai l'impressione dei neo-zelandesi era che fossero più "manipolati in cantina. Sembravano trattati con glucosidasi, enzimi che scindono gli aromi varietali dal fruttosio rendendoli percepibili all'olfatto (a volte anche troppo). Insomma vini col "trucco" ;-)
RispondiGambellara
circa 13 anni fa - LinkHo avuto le tue stesse impressioni. Credo che il tappo a vite stabilizzi il sauvignon. Anche sul lavoro di cantina credo che i neozelandesi (ma anche altri) siano trattati con betaglucosidasi.
Rispondilorenzo landi
circa 13 anni fa - LinkMi scuso per il ritardo con cui rispondo a Francesco, purtroppo non ho (e credo non avrò mai) i tempi rapidi tipici dei blog. I vini prodotti in riduzione hanno in molti casi un'evoluzione più lenta e quindi possono rimanere "ingessati" per un pò, come tu dici. Questo però va a vantaggio della longevità, che tanto spesso manca ai vini italiani, per cui non lo vedo un grosso svantaggio... Colgo l'occasione per fare una piccola precisazione riguardo all'interessante intervento di Corrado Dottori. Francamente non mi sembra proprio una forzatura dire che questi aromi fanno parte del terroir visto che si trovano naturalmente nell'uva che del terroir è il prodotto. Ci dimentichiamo un pò troppo spesso del fatto che tutti noi, enologi e produttori, non dobbiamo essere altro, come dicono i grandi francesi, che i custodi attenti e premurosi dell'unicità del territorio che si traduce in un'uva inimitabile.
RispondiFrancesco Annibali
circa 13 anni fa - LinkLorenzo sinceramente non sapevo che le vinificazioni in riduzione fossero attuate con l'intento di dare anche longevità, credevo servissero "solo" a amplificare i profumi dei vini. Però. 1 Se un pecorino in riduzione "sauvignoneggia" è quella la strada per renderlo unico? 2 sei sicuro che si possa "dare" longevità in cantina? Non è forse questo uno dei maggiori errori fatti negli ultimi 20 anni? Io più assaggio più mi rendo conto che la longevità è intrinseca al vitigno. Alcuni ce l'hanno, come il Fiano e il Timorasso, altri no, a prescindere dalle tecniche di cantina. Un pò di tempo fa leggevo sul blog di Rizzari Castagno che diceva - e conoscendo le sue qualità interpretative non ho dubbi a credergli - che i Masseto degli anni '90 hanno il fiato corto. Ed è un vino fatto con una cura in vigna e in cantina allucinanti. 3 non credi che la longevità sia diversa dalla capacità di resistere nel tempo, che di per sè non è un valore? C si becca a Verona, spero
Rispondialessandro bocchetti
circa 13 anni fa - Linkstandinovascion! La vinificazione in riduzione non crea profumi... quanto è vero :D ciao A
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 13 anni fa - LinkIn Campania c'è il Greco Musc' che si comporta proprio allo stesso modo, ne parlavo pochi giorni fa, guarda un po', con l'esimio Prof. Moschetti che mi ha giustappunto illuminato sull'argomento. Fondamentale lavorare in riduzione, loro utilizzano lieviti ambientali selezionati in vigna che possiedono degli enzimi denominati "B liasi" che tramutano gli aromi tiolici da criptici a presenti, così da esprimere quelle caratteristiche odorose tipiche di queste tipologie di uve, che vanno da sentori di note agrumate, passion fruit alla pietra focaia, con soglie di percezioni differenti a seconda dello stato stadio evolutivo del vino. L'argomento è interessante, seppur sbocciato dall'ennesimo post "sfrontato" del Moricchia. :-)
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkIl secondo post di Morichetti è molto meglio del primo. Però non fa polemica facile, per questo non compare come articolo di fondo ma come chiosa. Ecco, il problema è tutto qui: non si capisce il perché di una polemica su un articolo di Cernilli su un pecorino al posto di uno chardonnay, notizia che a tutti noi invece fa piacere e interessa. In secundis, la questione sugli aromi del pecorino, impostata come negli ultimi post, è interessante, ma non leva che dapprima la si era sparata alta, lasciando intendere chissà quali cose losche. O no?
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkP.S.:Complimenti a Lorenzo Landi
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkP.S.II: Non c'è niente di male a prendersela con un Grande per fare cassa, che non è solo traffico ma anche visibilità. Mettiamola così: se Cernilli fosse costretto a intervenire tutti i giorni su Intravino, non vi lecchereste i baffi, traffico o non traffico? Siamo uomini di mondo.
RispondiDavide Bonucci
circa 13 anni fa - LinkFaccio a meno di dr.wine, gli spocchiosi mi hanno scocciato e quello che ho letto sopra è l'ennesima conferma di una certa incompatibilità di dialogo intergenerazionale (che è tutta caratteriale e non culturale) tra alcuni appassionati del vino. E' un vero peccato, ma la comunità di amanti del buon bere è ampia: è un piacere confrontarsi alla pari con tutti ma nessuno è indispensabile.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkTemo che il problema di fondo, caro Davide, sia proprio la presunzione di tante giovani leve (mi ci metto dentro anche io) che si sentono "alla pari" con persone che hanno compiuto un percorso ben più lungo e articolato. L'intuito, il palato, la capacità di comunicazione si possono apprendere in un lasso di tempo ragionevole; quello che manca è, giocoforza, l'esperienza "concreta", fatta di tante bottiglie aperte e assaggiate in anni di lavoro. Avevo già letto la descrizione del pecorino di Velenosi prima che Alessandro ci imbastisse l'articolo, conosco "palatalmente" il vino, credo che miglior servizio sarebbe stato discutere nel merito del prodotto. Per quanto mi riguarda considero il vino piacevole anche se caratterizzato da una impronta concettualmente un po' datata. Non riesce a piacermi, per quanto (abbastanza) ben integrata, la nota apportata dal legno piccolo e il conseguente gioco olfattivo che alterna pennellate agrumate a richiami di buccia di pesca bianca matura. Detto questo (che in definitiva corrisponde al mio gusto) considero l'articolo citato tecnicamente ineccepibile. Forse varrebbe la pena contare un po' prima di unirsi al codazzo dei professionisti del motteggio "un tanto al chilo"
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkSottoscrivo questo e...
RispondiDavide Bonucci
circa 13 anni fa - LinkNon approvo il ragionamento del tipo "zitto te, che hai bevuto di meno". Non solo non lo condivido, ma mi batto proprio per dare dignità anche al gusto popolare, di chi beve alto ma altro e non è invitato alle grandi degustazioni (o non se le può permettere). Basta con i tromboni che sanno tutto loro e "tu studia prima di parlare". E' un atteggiamento molto presuntuoso che alla luce di molte dichiarazioni recenti non ha nemmeno molto senso di esistere. E' vino, non Diritto Costituzionale, ci possono essere molti pareri e molti approcci.Non ha scocciato solo me. Anzi, diciamo che io sono uno dei più moderati nel criticarlo. C'è molto di autoreferenziale e anche molta paura (comprensibile ma non giustificabile) verso la libertà (anche di critica) che c'è sul web. Blog, forum, cittadini liberi di navigare, leggere obbiettare e persino di sbagliare gratis. Se un giornalista intende vendere un prodotto (uno scritto, un libro, la propria competenza) inevitabilmente presta il fianco a giudizi, non sempre agiografici. E' il mercato, ed è giusto così.
RispondiVignadelmar
circa 13 anni fa - LinkDavide, intervengo solo perchè ci conosciamo da molto ed assieme organizziamo l'annuale pranzo di beneficenza. Per questo so che sei animato sempre da ottime intenzioni e mai da malanimo precostituito verso qualcuno. Rispondo anche a Morichetti. . Davide, nel tuo intervento c'è un però. Un però che non è solo forma, aspetto. E' sostanza. Io penso che nessuno sia tanto folle da mettere in dubbio la assoluta libertà di esercitare pubblicamente un diritto di critica, anche seria, approfondita e, nel merito, distruttiva. Ma la forma è anche sostanza, i modi sono importanti e lo storico dei rapporti lo sono anche di più. . Nello scritto di Morichetti non vi è solo una critica alla descrizione del vino fatta da Cernilli, c'è la prosecuzione di una "persecuzione" che va avanti da mesi, se non dall'inizio della vita del contenitore che ci sta ospitando. Inutile negarlo, sono stati scritti molteplici post sull'argomento Cernilli/Gambero Rosso e rarissimamente erano scritti per lodare o parlare positivamente di una sua/loro iniziativa. Sembra sia una vendetta da consumare lentamente e quando mancano gli argomenti validi per metterla in atto si prende a pretesto la descrizione di un vino e la si presenta come se fosse opera di un bambino insipiente e non di un signor degustatore come ce ne sono pochissimi in Italia. Più che contestarne i descrittori si prende la deriva di contestarne l'autore. Certo contornandolo di elogi, certo esaltandone le capacità di degustatore e di autore di libri che si sono imparati a memoria tanto erano interessanti, belli, irrinunciabili. Nonostante l'ardore fideistico che il critico prova per il Maestro, si vede suo malgrado costretto a sottolinearne l'insulso scritto. La tecnica è sopraffina, consolidata nel tempo, funziona con molti, per fortuna non con tutti. E quel ditino alzato che Cernilli descrive lo vedo anche io, non è frutto di un'allucinazione. Lo vedo da troppo tempo e come già dissi in altri miei vecchi interventi non fa onore a chi lo tiene maldestramente e con protervia alzato nella speranza che siano pochi a vederlo, ad accorgersene. . Ciao
RispondiPaolo De Cristofaro
circa 13 anni fa - Linkvalgono anche qui i 7 euri? ho postato il mio commento senza aver visto il tuo vigna...
RispondiVignadelmar
circa 13 anni fa - LinkMi accontento di un Cupo 2008 ;-) . Ciao
RispondiPaolo De Cristofaro
circa 13 anni fa - LinkScusa Davide, ma non mi sembra che questo sia un post di critica relativa a un vino bevuto e sul quale si esprime un giudizio o una lettura diversa rispetto ad un altro, giornalista veterano o neoblogger che sia. Qui si contesta l'argomento/notizia scelto per quella rubrica, come a dire "ci puoi parlare di cose ben più interessanti, se vuoi". Peccato che queste critiche arrivino il più delle volte (e non mi riferisco ad Alessandro) da persone che di vini bevuti e di produttori apprezzati ne parlano proprio poco. Se libertà e comunicazione alla pari deve essere, principio che condivido, mi sembra che debba valere per tutti. E allora perché si continuano ad utilizzare molte più energie per "cogliere in fallo i tromboni" e tante, tante meno per proporre contenuti veramente alternativi? Facciamo attenzione a vedere dove si nasconde davvero intolleranza e autoreferenzialità: ce n'è tanta nei canali "istituzionali", ma non ne colgo di meno nell'enocomunicazione 2.0
RispondiGiovanni Solaroli
circa 13 anni fa - LinkBravo.
Rispondicorrado dottori
circa 13 anni fa - LinkPost davvero emblematico, quello di Alessandro Morichetti. Sì, perché in fondo si scontrano due visioni del vino. Ho il massimo rispetto per Cernilli, per la Velenosi, per Lorenzo Landi: asseriscono che certi precursori aromatici sono presenti nell’uva Pecorino, ed è vero. Così come sono presenti nel Sauvignon o nel Verdicchio. La tecnica di vinificazione “in riduzione di ossigeno” certo non crea profumi o tantomeno sostanze aromatiche. Non è questo il punto. Il punto è quanto incida la “mano enologica” sul risultato finale. Ci sono alcune condizioni tecniche molto stringenti perché quei mercaptani dall’uva passino al vino, ed in questo passaggio sono fondamentali il livello delle sostanze azotate fin nel vigneto, la totale assenza di ossigeno in tutte le fasi e soprattutto strano a dirsi!, i ceppi di lieviti selezionati. Chi volesse approfondire tecnicamente la questione può leggere qui: http://www.enotecnica.it/pdf/Lafford/info31.pdf. Ora, ciascuno è libero di produrre e bere i vini come più gli aggrada. Ciò che andrebbe evitato, però, è elevare a modello di vino o vitigno esempi che sono il frutto di una scelta commerciale: privilegiare, cioè, alcune sostanze aromatiche più accattivanti. Questa tecnica è oramai conosciuta ed utilizzata da tempo. Produce vini molto piacevoli ma spesso tende a far somigliare vitigni molto differenti (Pecorino, Sauvignon e Verdicchio, ad esempio): dire che questi sentori siano espressione del terroir è allora una forzatura. Personalmente fra un vitigno autoctono che sa di Sauvignon ed uno Chardonnay veramente territoriale scelgo il secondo. Ma sono gusti. Nel post si sostiene che certi profumi sono il risultato “dell’enologia contemporanea” e questo fatto è indiscutibile. Peraltro non vi leggo nulla di offensivo. Ripeto quello che ho scritto anche altrove in proposito: l’importante sono l’equilibrio nei giudizi e la giusta informazione ai consumatori.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - Link...questo. Sono entrambi articoli argomentati e , per così dire, socraticamente maiueutici.
RispondiRiccardo Francalancia Vivanti Siebzehner
circa 13 anni fa - Link"Personalmente fra un vitigno autoctono che sa di Sauvignon ed uno Chardonnay veramente territoriale scelgo il secondo. Ma sono gusti." sottoscrivo.
RispondiSimone e Zeta
circa 13 anni fa - LinkResta il fatto che un Pecorino che sa di passion fruit mi fa venire voglia di assaggiarlo uguale a zero!
RispondiFabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkIo non riconosco dignità al bere popolare. nel campo della degustazione l'esperienza e' tutto. prima di dare minimamente credito a qualcuno cerco di capire la sua cultura del vino, che e' da quanto tempo beve e cosa a bevuto. Non prendiamoci in giro se si parla di vino si e' quello che si sa e quello che si e' bevuto. Quindi io seguiro' dr wine. Piccola aggiunta: Non credo alla presa per il culo che esiste un vino commerciale e uno non, il vino e' tutto solo e soltanto commerciale.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkNon avrei potuto scriverlo meglio...
RispondiAlessandro Bandini
circa 13 anni fa - LinkSì Francesco, avresti potuto aggiungere un "h".:-)
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linkl'ho capita 3 ore dopo averla letta! :-)
RispondiDavide Bonucci
circa 13 anni fa - LinkNon ho molto tempo per farti esempi su quel che penso quando scrivo "vino popolare". Diciamo comunque che l'esperienza che sto facendo nelle contrade di Siena è iluminante e la consiglierei a tutti, ognuno nel suo contesto urbano e rionale. Servirebbe a fare tabula rasa di molta autoreferenzialità (siamo una tribù, il 99% del mondo ignora l'esistenza del "bere alto) scoprendo che persone che bevono vino come alimento da 50 anni possono insegnare molto, se supportati da un'intelligenza vigile. Magari è pure gente che ha fatto 30 vendemmie e non ha mai smesso di tenersi aggiornato su come girano le cose al mondo... Gente che ti racconta come si maneggiavano i vini prima e adesso. Può capitare che un enologo più giovane si metta in silenzio ad ascoltare queste persone e trovi cose da imparare. E' proprio quello che è successo. Questo per dire cosa? Tante persone hanno qualcosa da raccontare di interessante, non mi pare giusto soffermarsi sui soliti nomi, tantopiù se hanno presunzione e un livello di permalosità oltre il limite di guardia, al punto da rendere faticoso e poco gradevole il conversare online di vino. Ci sono tante persone che non sanno accendere il pc, non cono abbonate a nessuna enorivista ma possono essere un'ottima compagnia di bevute
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link...QUOTO (proprio perchè non gradito)... però ...esistono solo vini commerciali ... certo , l'impresa nasce con lo scopo del profitto , ci mancherebbe , e senza il sostentamento della pecunia in cambio del bene proposto , l'impresa non può andare avanti . Non so perchè ... ci devo pensare ; ma più rileggo e meno ne sono convinto , almeno in termini generali ...
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkSecondo me entrambe le parti hanno un po' di ragione. Premesso che fa sorridere la "spocchia" di certi commenti che si vestono di uno pseudo-italiano pseudo-colto, che in realtà colto non è ma molto affettato, come di chi cerca di ostentare qualcosa che strutturalmente non ha :-). Indispettisce anche la "spocchia" del Guru di turno. Bene fa Alessandro a demolire con ironia questa autoreferenzialità. E' però pur vero che il vino è conoscenza tecnica e quantità di assaggi effettuati (o meglio di bevute, perchè lo sciaqua e sputa non ti farà mai capire quello che un vino ha da comunicarti). Io stesso ho notato che la mia opinione sui vini è negli anni progressivamente mutata proporzionalmente alle cose che studiavo (tecnica) ed ai vini che bevevo. Credo che un meraviglioso esempio di questa cultura enologica sia Mario Crosta, raffinato ed esperto gentleman del vino con una cultura pluridecennale. Spesso i giovani sommelier di molti vini conoscono solo le scehde tecniche dell'AIS, ma non li hanno mai bevuti. Ed un consumatore attento se ne accorge. Il vino è commercio. E' la verità. Il "guru" di turno (che può anche essere un blogger, attenti) può elogiare un vino perchè ha un tornaconto. O, nella migliore delle ipotesi, perchè quel produttore è un amico.
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link...ci sono nel mondo del vino persone discusse e persone discutibili . Daniele (Cernilli) fa decisamente parte della prima schiera , quella che divide a seconda della simpatia o del fatto che discuterlo non porta a niente ma da visibilità. Conoscendolo di persona è sorprendente come sia umanamente più condivisibile rispetto ad alcuni suoi interventi , ma solo perchè come "umano" non ha la vocazione di porgere continuamente l'altra guancia . Comunque , mica c'ha bisogno del mio sostegno ; è che l'"articolo" in apertura del Morichetti mi ha suonato male , un pò ipocrita perchè dà la "ferrata" dopo aver attirato l'esca col bigattino di lusso , quello relativo al falso complimento ....
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkRepetita iuvant. 1) Ho sincera stima di Daniele Cernilli. Sottolineare il suo magnifico talento degustativo e rimanere con un palmo di naso leggendo certi articoli sono due posizioni conciliabili per qualsiasi commentatore in buona fede Che il complimento sia ipocrita è una tua opinione supportabile da nessuna argomentazione.
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..oh , certo : come dire che ha una grande esperienza ed è un bravo degustatore ma che è consigliabile che la sfrutti meglio senza fare marchette ... sai non si evinceva , dallo scritto...
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkDi marchette stai parlando tu e solo tu, non io. Non si evince un bel niente ma sei libero di pensar male da te senza mettermi in mezzo, grazie.
RispondiVinogodi
circa 13 anni fa - Link...ho capito solo di aver toccato un nervo scoperto ... può darsi che io abbia capito male , ma anche Cernilli e qualcun altro : quindi il problema sta nello scritto , più che nello scrivente . PS: io penso sempre positivo , non sono andreottiano né di cultura né estrazione ... anzi ...
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkNervo scoperto per chi, sorry? Non per noi, direi proprio. Quando intenderò parlare delle marchette di qualcuno, userò la parola "marchetta". E non è proprio questo il caso. Ho stigmatizzato un testo secondo me terribilmente "povero", se tu lo trovi interessante meglio così. Sto ancora aspettando un commento che dica: "bravo Cernilli, ottimo pezzo". Che poi uno sia libero di parlare di ciò che vuole è sacrosanto. Molto più facile "sparare" sul blogger, vero? Ringrazio Maurizio Gily, Lorenzo Landi, Corrado Dottori e Francesco Annibali che hanno avuto piacere di ampliare la discussione. I commentatori dal jingle "lei non sa chi sono io, io non so chi è lei" sono di una noia pazzesca ma ce ne faremo una ragione evitando di dargli peso.
RispondiVignadelmar
circa 13 anni fa - LinkAlessandro, mi dispiace parlare con te per via ufficiale, l'altro giorno abbiamo fatto a tempo appena a salutarci via FB. . Permettimi una cosa. Permettermi di dirti che se a te fosse stata veramente a cuore una discussione sui profumi, sulla riduzione, sulla ossidazione del pecorino, non avresti farcito il post di apertura con sferzanti giudizi su Cernilli. Avresti centrato il testo su dati tecnici e non sulle passate qualità di scrittore di Cernilli. . Perchè se è vero che siamo Uomini il tuo post non è stato costruito per capire se una tale descrizione fosse o meno corretta, è stato scritto per colpirne l'Autore. Buon per te poi che alcuni abbiano iniziato a rispondere seriamente deviando il discorso, ma il tuo intento era ben diverso. . In quanto alla noia, sappi che questi ciclici, ripetuti e triti post anti Gambero/Cernilli tolgono ulteriore voglia al seguirvi. . Ciao Sia chiaro, sei libero di farlo ma non sei libero, almeno con me, di provare a prendermi per i fondelli e provare a far passare te come vittima sacrificale di noi trinaricciuti amici di Cernilli.
Rispondiarmando trecaffé
circa 13 anni fa - LinkMoricarissimo, ma invece di perdere tempo con un vecchio pancione (invitabilmnte un po' trombone) e non sarebbe meglio che ci parliassi un po' di + della Ciancio. Tipo cosa beve la Ciancio quando cena con me? Sarebbero posto bellissimi....
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkVignadelmar, da un post ciascuno prende quanto gli interessa. Sorvolo sul lessico perché "colpire" è un verbo decisamente inadeguato e se fossi in buona fede lo capiresti. Io non ho mai avuto niente contro Cernilli ed è abbastanza facile dimostrarlo. Quel post è abbastanza poverello, puoi dire il contrario? Si o no? Io ho detto come la penso, punto. Tu, come altri, personalizzi, gingischi, chiedi credenziali, fai lo sceriffetto piccato o l'amico risentito. Non ho scritto mezza parola offensiva verso nessuno, piantatelo bene in testa. Nel rispetto della buona creanza e delle mie idee, sono libero di pubblicare quello che mi pare. Anche di prenderti per i fondelli, se ne avrò voglia :-).
RispondiVignadelmar
circa 13 anni fa - LinkLibero di non crederci ma sono in assoluta buona fede. . Ho sempre commentato positivamente o negativamente mettendoci la faccia, nome e cognome. Mai nascondendomi dietro un nick name falso o creato ad hoc. . Comunque la discussione, questa discussione mi incomincia a stancare e povero o non povero, questo post è andato fuori binario non per la qualità dello scritto ma per la qualità della critica. . Quindi ti saluto e rimando i nostri dialoghi ad un prossimo post speriamo più interessante e meno da tribunale dell'inquisizione. . Ciao
Rispondifrancesco
circa 13 anni fa - LinkTroppi pseudo esperti con il ditino alzato : volate basso e cercate di avere più rispetto della professionalità altrui
Rispondimenziandco
circa 13 anni fa - Link"riconsegnare Daniele Cernilli ai tempi d'oro" detto da uno che beve e segue vino da quanto? 4 anni? e con ratiocinio da quanto? 3? Uno che parla bene dei libri di Cernilli e di quelli di Sangiorgi. Cernilli dei tempi d'oro manca a tutti ma da quasi 15 anni, dal punto di vista del palato perché da quello della dignità e onestà intellettuale non ha mai avuto niente a che fare con Veronelli. Comunque dire "non è una notizia da Daniele Cernilli" è un atto assurdo e anche ridicolo! Se il futuro della comunicazione e della notizia è questo bisogna rimpiangere le notizie di Cernilli tutta la vita
Rispondifrancesco
circa 13 anni fa - LinkQualcuno ha notato che da quando cernilli è confluito in ais, non viene più attaccato (nemmeno più nominato ) dal suo amico ziliani? Come mai sto' fatto, qualcuno sa il perché? Un uomo tutto d'un pezzo ( forse )
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkC'é chi dice che ho la voce da suora e in questo momento mi verrebbe voglia di fare la Reverenda Madre Superiora delle scuole di una volta. Quelle che se vedevano i ragazzini starnazzare in cortile prima mollavano un paio di ceffoni a destra e manca e poi chiedevano cos'era successo. Molto peggio dell'ordinanza del Sindaco A di qualche post fa. Cos'é la nevrosi pre-Vinitaly che vi fa saltare i nervi e sparare provocazioni pur che siano? Ti credo che le donne girano alla larga da post come questo, a parte la sottoscritta che vi vuole bene lo stesso, tutti nessuno escluso.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linkconsiderazioni in ordine sparso: 1-Si è parlato di "vino popolare". Ahimè, un po' di studi antropologici o sociologici non avrebbero fatto male a chi ha utilizzato quella categoria (e a quanti l'hanno sottoscritta, ovviamente). In chiave storica, sociale, antropologica, filosofica, economica, semantica ed, infine, teologica, l'accezione di "popolarità" si adatta perfettamente al vino in analisi da parte del signor Cernilli. Questo implica, paradosso dei paradossi, che qualcuno abbia gentilmente canzonato un corsivista che recensiva un vino appartenente ESATTAMENTE alla categoria vagheggiata. 2-Rispondo volentieri alla domanda posta da Alessandro: l'articolo è ineccepibile; bisogna saperlo leggere. Chi ha un minimo di dimestichezza con il linguaggio AIS sa bene che quell'articolo descrive un vino specifico esattamente per ciò che è senza darne un giudizio entusiastico nè delatorio. Traendo le somme dello scritto si capisce che si tratta di un vino con cui la proprietà si smarca da uno chardonnay cercando di restare su un gusto vagamente più fresco ma comunque morbido e dal gusto pieno (a nessuno fa piacere rischiare di perdere troppe quote di mercato acquisito). Si evince inoltre, dal registro vagamente Deja-vu, che il signor Cernilli non lo ritenga una "ciofega" così come non ne va matto. 3-Sempre relativamente all'articolo e alla querelle sui profumi temo che molti detrattori vogliano artatamente leggere quello che convinene, pur di cogliere lo spunto giusto. Rianalizziamo la frase testuale "profumi tipicamente agrumati, con note di cedro e di frutto della passione integrate da lievi note vanigliate". Spezziamo il testo e analizziamo: a-Profumi tipicamente agrumati (il vitigno) b- VIRGOLA!!! non è una virgola congiuntiva ma disgiuntiva: sta cambiando registro c-note di cedro e di frutto della passione (usa appositamente un altro sostantivo NOTE, al posto del precedente PROFUMI) d-integrate da lievi note vanigliate Un attenta lettura sembra rivelare tutt'altro rispetto a quanto si è ritenuto; se lo scrittore ci stesse dicendo "al naso riconosci il pecorino OLTRE A note di cedro, frutto della passione e legno piccolo"? 4- per i tre motivi elencati sopra direi che per parlare di vino occorre, prima ancora che preparazione tecnica, un sano ABC lessico e un po' più di serenità
RispondiLaura
circa 13 anni fa - LinkMa te devi scrivere la mattina... quando sei sobrio. Non si capisce un acca di quello che vuoi dire
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkTutto a posto signorina, se non ha capito quello che ho scritto forse non mi rivolgevo a lei. Distintamente
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkFabbrettone, I miss you (enologicamente e lessicalmente parlando, non fatevi strane idee).
RispondiLaura
circa 13 anni fa - LinkVolevo dire... non si capisce un H Distintamente
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..io dico che molti articolisti , perchè tali sono , da queste parti , se continuano con questo andazzo perderanno la vista e gli cadranno le manine...
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkMi sto attrezzando: ho già messo i prezzi in braille sulle etichette dei vini ;-)
RispondiCinecittà
circa 13 anni fa - Link:-) :-) :-) Ma tu chi sei? La reincarnazione di Alberto Sordi, Totò e Peppino contemporaneamente? Sei proprio uno spasso
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkMagari
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkH non è che a te serve... a me m'avanza!!
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linkme so perso qualche "H"???
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - Linkno te no ma a me m'avanza da qualche giorno e non so che facce
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linkho conosciuto una ragazza che lavora da te sabato sera... prima o poi conoscerò di persona anche te ;-)
RispondiManilo
circa 13 anni fa - LinkBah rimango sempre più attonito e perplesso, la spiegazione di Fabbretti non fà una piega, anzi lo ringrazio. In confidenza Francè ma perchè cè sempre qualcuno/a che ti attacca,almeno se eri altezzoso se poteva capì, secondo è la foto che hai che fà "rosicare".
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkAttacchi? Essere pargonato a Alberto Sordi, Totò e Peppino ti sembra un attacco??? E' un complimentone da niente! Certamente poi c'è chi non la pensa come me... e la cosa non mi spiace affatto
Rispondi