De Buris, il Dom Perignon degli Amarone è qui. Con buona pace degli abbinamenti dei sommelier
di Andrea GoriLa sfida è tosta, specie per un vino le cui ambizioni sono pari al suo grandissimo successo nelle scalate all’olimpo dei fine wines mondiali. In un mondo che va verso la leggerezza delle preparazione, l’onnipresenza di pesce carni bianche e verdure nei menu di tanti bistrot ma, soprattutto, locali stellati dal Noma in poi, l’Amarone secondo la vulgata classica degli abbinamenti sommelier parrebbe non avere scampo. Quindi perchè Tommasi, ormai una realtà italiana completa con aziende dal Lago di Garda fino in Puglia, decide di puntare su un brand di lusso tornando nella loro Valpolicella?
Lo fa oltretutto in una operazione complessa e articolata che vede non solo un vino monotenuta (quindi non solo un cru vinificato insieme agli altri vini veneti) ma anche una operazione che mescola alberghiero e proposte di enoturismo di livello. Un vino che non esce sotto l’etichetta Tommasi ma sotto, appunto, un nuovo brand monoprodotto De Buris sulla scorta di quanto fatto da Moet Et Chandon quando scorporò Dom Perignon dal resto dell’azienda (prezzo compreso, visto che il De Buris costa cinque volte tanto la Riserva Ca’ Florian).
Tutto nasce dalle vigne de La Grolletta, un cru simbolo della Valpolicella classica, una collinetta che resiste all’urbanizzazione e industrializzazione della zona, con 10 ettari di vigneto di proprietà di cui solo 1,9 sono esclusivamente coltivati per l’Amarone della Valpolicella Classico Riserva De Buris. E’ una delle zone più alte, su suolo argilloso e collocato nella porzione più alta con esposizione a sud ovest sulla quale arrivano venti e influsso climatico del Lago di Garda. L’appassimento delle uve viene fatto nelle arele con uso del bambù per 90 giorni e più, seguito notte e giorno da Giancarlo Tommasi, l’enologo di famiglia che sul progetto ha creduto fin dall’inizio. Non c’è la molinara nell’uvaggio ma prevede un 62% Corvina (limitata per non dare troppo erbaceo), 25% Corvinone, 5% Rondinella e 8% Oseleta. Per la 2008 la vendemmia manuale è partita il 5 ottobre 2008 con uve sane, ricche e accuratamente selezionate per poter sfidare 5 anni di invecchiamento in legno. Il risultato sono 15.65% di alcol, un livello sorprendentemente basso per la struttura e l’equilibrio di un Amarone che ci si potrebbe immaginare ben più muscoloso e intenso.
Dicevamo degli abbinamenti e aggiungiamo il fatto che oggi, per molti vini, conviene fregarsene altamente delle indicazioni dei sommelier e degli abbinamenti, visto che, anche nei ristoranti fine dining sta tornando la voglia di scegliersi una bottiglia (anche importante) per tutto il pasto senza pensare a tabelle, grafici e altre solenni bischerate che provano a schematizzare un’arte negli accostamenti che non sempre è applicabile.
Amarone della Valpolicella Classico Riserva De Buris 2008
Note immancabili di ciliegia, cacao e nocciola (a dare un effetto convincente di Mon Cherì) poi pepe rosa, piccantezza rarefatta, mandorle, corbezzolo, resine, mallo di noce, cardamomo per finire con bergamotto e verbena, cannella e resina di pino. Al sorso è cangiante, teso e finissimo con il passo dei grandi vini del mondo, un gioco mirabile di freschezza, passione e succo di terroir che non stanca per tutto il pasto. 96
Per il DeBuris, Peter Brunel, chef trentino stellato in quel del Borgo San Jacopo a Firenze (ma in partenza per un progetto personale nella sua regione) ha modificato alcuni piatti del suo menu degustazione, utilizzando lo stesso Amarone in alcune rifiniture dei cibi e portando a compimento un pranzo intrigante, capace di mettere in evidenza un Amarone come questo.
Sulla battuta di manzo al coltello di razza Chianina del macellaio Fracassi con macaron al peperone, salsa di lattuga, albume, tuorlo, capperi, cipolla e tartufo, l’Amarone viene spruzzato “spray” in fondo insieme a del tuorlo con olio a guarnizione finale. Sui Pici al cinghiale con ragù liquido si usano le briciole di pane toscano, oro in polvere e nocciole per dare consistenza e l’Amarone entra come componente aromatica nel sugo liquido fatto con ossa insieme a succo di limone.
Altro accostamento molto indovinato con la ribollita classica, servita dal pentolino di rame su una polvere di fondo fatta di cavolo nero e altri ingredienti essiccati. Infine su un piatto più classico come il Piccione con petto di piccione al latte e vino rosso Amarone, foie gras e rapanelli, marinato 36 ore nel latte. Il De Buris fa la sua figura, pur essendo completamente secco, anche sul dessert “Maledetto Toscano” dove una infusione al sigaro toscano con grappa metodo Solera “Segnana” è parte di una zolla di pan di spagna, pistacchi e altri elementi di frutta secca.
33 Commenti
Margaux Margaux
circa 5 anni fa - LinkQuAnto?????? 🥺
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - Link350 euro
RispondiRibollito
circa 5 anni fa - LinkSolo 230 euro, un vino praticamente regalato, per il momento quindi lo lascio volentieri maturare un po' sugli scaffali dei negozi, poi magari in un'altra vita se ne riparla...
RispondiLittlewood
circa 5 anni fa - LinkSecondo me il bepi si sta' girando nella tomba! Bono e' bono x carita' pero' la magia e' BEN altra cosa...eccellente mossa commerciale come tante troppe in valpollicella
Rispondihakluyt
circa 5 anni fa - Link"Mossa commerciale" creare un nuovo "brand" ??? Maddai, non scherzare...
RispondiDavide Bruni
circa 5 anni fa - LinkIo l'avrei chiamato 'be buried' .... visto il prezzo 🚫🚫
RispondiNamaste
circa 5 anni fa - LinkPremetto che non l'ho ancora degustato,ma visto il titolo dell'articolo e l'enfasi nella descrizione penso non rientri nelle mie priorità! Concordo con Littlewood sulla mossa commerciale del solito "gruppo"!
RispondiNamaste
circa 5 anni fa - LinkScusate mi sono dimenticato un particolare, nel 2008 Giuseppe Quintarelli non ha prodotto Amarone ma ha declassato tutto a Rosso del Bepi! Meditate ......
RispondiRadici
circa 5 anni fa - LinkNon so perché Quintarelli non abbia fatto uscire l'amarone, in compenso il 2008 di Dal Forno è risultato il migliore in una verticale di qualche mese fa.
RispondiVincenzo Busiello
circa 5 anni fa - LinkNon ci interessa. Finalmente, a 62 anni,.ho realizzato che una bottiglia non mi debba costare ,in cantina, più di 50 euro. É gia tanto. Vadano a quel paese quelli di prezzo superiore. Ho scoperto che é molto stimolante andare alla ricerca della qualità/prezzo. Lasciamo ai ricchi la facoltà di spendere senza senso. Ho le scatole piene di questi vini a 2,3,4 zeri.
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - Linkci sta benissimo Vincenzo, non è certo pensando agli enoappassionati che nasce questa bottiglia, per lo meno nel prezzo. Ma la qualità c'è eccome.
RispondiVincenzo Busiello
circa 5 anni fa - LinkPer andrea. Scusa ma questa enfatica recensione ce la potevi pure risparmiare. Dì ai Tommasi che quel prezzo è, paradossalmente, " anacronistico".
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - LinkVincenzo è anacronistico pensando all'Italia e ai mercati classici ma se smettiamo di essere provinciali e guardiamo al mondo e al mercato spazio per Amarone di questo livello, prezzo compreso, c'è richiesta eccome.
RispondiSirj
circa 5 anni fa - LinkAggiungo due soldi e bevo Barolo Stop Amarone Stop Tommasi
Rispondimarco
circa 5 anni fa - Linkma in realtà non so se neppure hai da aggiungere soldi...
RispondiSirj
circa 4 anni fa - LinkTu che hai soldi buttalo via per l Amarone.....
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linknessuno ha soldi da buttare via (credo) nè tra chi scrive su intravino nè tra chi lo legge ma avere prodotti di nicchia elevata è importante per un vino come l'Amarone che deve accreditarsi a certi livelli di prezzo per clientela che invece soldi da spendere li ha.
RispondiPaolo Cosentino
circa 5 anni fa - LinkOttimo e complesso. Grande impegno dei Tommasi. Il prodotto va valutato per annata e per l’unicità di non contente la molinara, pertanto inclinato verso il corpo della corvina. Difficile non averne le espressioni in tutte le sue sfumature. Unico dubbio, non da poco, vorrei capire dove sono le indicazioni diverse dalle indicazioni dai Sommelier. Mi sono sembrati abbinamenti ricercati da ispirazione didattica. Buon lavoro
RispondiAndrea Gori
circa 5 anni fa - LinkIl concetto di un vino per ogni piatto dall'antipasto al dolce non è così comune nella scuola sommelier...e se vai a leggere nella guida AIS o Bibenda i consigli di abbinamento per l'Amarone non c'è nessuno di questi piatti!
RispondiMontosoli
circa 5 anni fa - LinkLe vendite di Amarone all Estero sono in declino gia da alcuni anni. Quello che non basta mai e il Ripasso.
RispondiLittlewood
circa 5 anni fa - LinkEcco... Quello del ripasso e' un' altro ENORME problema e fa pensare come abbia successo questo vino vorrei ma nn posso! Come dice il mio capo nn si e' abbastanza ricchi x permetterci di nn produrlo ma la qualita' e' ben altra! Tornando al de buris ora io penso sinceramente che in valpo si produca tanto troppo vino ma di grandi vini siamo allo 0 o quasi. Un' operazione come questa e' anacronistica per il fatto che economicamente x un gigante come tommasi nn sposta nulla. E' lontano anni luce dalla magia dei quintarelli pre 2000 e invece di prevedere una revisione completa delle gestioni dei vigneti con un innalzamento generale e urgente e necessario per elevarsi dalla mediocrita' in cui e' piombata la zona si punta sul prodotto civetta il supercru( ma dove???) e dai!!
RispondiNic Marsél
circa 5 anni fa - LinkZero grandi vini in Valpolicella? Sto ancora aspettando segnalazione dei tuoi grandi Prosecco ;-)
RispondiLittlewood
circa 5 anni fa - LinkFammi 1 nome che OGGI fa grandi vini! Nn buoni nn ottimi ma GRANDI!
RispondiNic Marsél
circa 5 anni fa - LinkZeno Zignoli?
RispondiLittlewood
circa 5 anni fa - LinkZeno e' un caro amico ed e' mooolto bravo ma nn fa grandi vini. Ottimi si ma nn grandi
RispondiNic Marsél
circa 5 anni fa - LinkSenza scomodare Quintarelli e Dal Forno, cosa ne dici dei vini di Marinella Camerani? E non fare l'incontentabile Adolfo Celi del carosello :-)
RispondiLittlewood
circa 5 anni fa - LinkNn sono incontentabile stimo molto marinella il mithas e' un amarone da podio nella mia personale classifica in alcune annate. Ma la magia era solo nei vini del bepi ante 2000 solo celestino con la mattonara 03 ci si e' avvicinato. Ora la mia domanda e': perche' tutti ammirano quei vini e nessuno ha nemmeno provato a farli??certo il bepi era un genio alchimista certo in valpollicella molte cose da quegli anni son cambiate ma nn ci si poteva tentare di arrivarci con le tecniche agronomiche come la riduzione delle rese lo studio dei cru la modulazione degli appassimenti e invece 0! Nulla di tutto questo! Io intanto stasera propio insieme con Zeno per nn saper ne' leggere ne' scrivere mi apro un quintarelli 95....tanto come promemoria!
RispondiRenato
circa 5 anni fa - LinkPropongo una sottoscrizione per comprarti una O.
RispondiFilippo
circa 5 anni fa - LinkLavoro in Austria con clientela internazionale. Concordo sul fatto che la richiesta di prodotti di questa tipologia (e prezzo) è molto calata.
RispondiSisto
circa 5 anni fa - LinkNon mi interessa praticamente nulla del vino in oggetto, Gori lo apprezzo come degustatore ma io sostengo quanto osservato da qualcun altro sopra: basti vini con prezzi spaventosi, non se ne può più, non servono a nessuno. Ho passato febbraio a dover assaggiare e recensire 150 vini (alla cieca): alla fine del tutto ho saputo solo che quello con prezzo più elevato era 21€, la media sui 9 €. Tutta roba da più che decorosa a ottima, solo GDO. Forse non ci si poteva fare tanti voli pindarici, ma è vino che bevono tutti, ma proprio tutti.
RispondiSalvo
circa 5 anni fa - LinkHo assaggiato più volte il Riserva De Buris 2008. Un vino che mi ha colpito per eleganza e fascino, tuttavia non mi ha dato l'impressione di avere molta complessità. Lo definirei come un amarone da gran galà per raffinatezza.
Rispondirialtoinalto
circa 5 anni fa - LinkVogliamo parlare di tutti i vini prodotti da Tommasi ?? dai su...
RispondiMarco
circa 4 anni fa - LinkCiao a tutti! Ho letto i commenti della maggior parte delle persone, ovvero che questo vino ha un prezzo molto elevato, e che non è necessario spendere così tanto per bere bene e di qualità. Sono d’accordo! Assolutamente si può trovare vini a prezzi decisamente inferiori che regalano tante emozioni! Anzi la scoperta di vitigni minori è sempre un’emozione. Detto questo De buris esiste, l’hanno prodotto e va quantomeno analizzato. Sono rimasto anche io piacevolmente colpito oltre che per la complessità, che comunque possiamo trovare in altri Amaroni, soprattutto per lo stile secco, non morbido ed abboccato, che da tanto non riscontravo in questa denominazione. Ovviamente questo può non piacere a tutti, soprattutto per chi ama vini più morbidi... questa è la mia impressione. Il prezzo è alto.... ma come dicevo non è obbligatorio comprarlo.... l’importante è avere sapere che esiste ed avere un’opinione. Questo il mio punto di vista.
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