Ma che gran posto è il Ristorante Del Cambio a Torino? Seguono dettagli
di Cristiana LauroMa che bel mondo super-turbo-gastro-food. Cacchio se girano bene le cose da quando seder le chiappe in sala trucco conta più che far star bene i clienti in sala. Quasi quasi mi faccio una pera col sac à poche.
Ristorante Del Cambio a Torino non ha ancora festeggiato il primo anno dalla riapertura e, se parliamo di fascia alta, è uno dei ristoranti di maggiore successo in Italia. Matteo Baronetto, lo chef trentasettenne con così pochi grilli per la testa da proporre in carta anche la sogliola alla mugnaia, ha una gavetta sudata dalla fronte. È in parte colpa sua se l’ex titolare Carlo Cracco – sempre più impegnato a fare Carlo Cracco – è diventato una star e compare in TV più spesso del telegiornale, anche se gradito come la pubblicità su Spotify.
Mi piacciono i lavoratori, quelli che si fanno il mazzo, non credo al successo del talento senza fatica, sudore e sangue: ecco perché ho tanta stima e riguardo per Matteo Baronetto.
Del Cambio esiste come ristorante dal 1757. Inizialmente si svolgeva nella sala oggi dedicata a Michelangelo Pistoletto, poco prima dei portici connessi col teatro, dove attualmente è stata ricavata la sala Risorgimento e dalle cui finestre Camillo Benso, conte di Cavour, osservava la facciata di Palazzo Carignano, sede del primo Parlamento italiano.
A lato, gli spazi della vecchia farmacia, sono stati convertiti a pasticceria e negozio di pasta fresca, mentre al piano superiore, su tre sale, si può scegliere un menù più snello e informale, accompagnato da un buon cocktail preparato con distillati di pregio. Il locale è bellissimo, agevole e perfetto per trascorrere l’intera serata, dall’aperitivo all’after dinner.
Mi piace sedere al posto di Cavour, nella sala Risorgimento dove ieri ho provato un ottimo Musetto di maiale con peperone rosso, pomodoro e acciughe, un risotto – sempre in tema di peperoni -questa volta arrostiti, con midollo, acciuga e scampi, i ravioli di cavolfiore con salsa di acciuga ( sapore che evidentemente non disdegno) e piselli, i primi raccolti al sud, mi hanno spiegato, visto che non siamo ancora in stagione.
Un grande cuoco si misura anche sui piatti della tradizione e Baronetto ha superato brillantemente la prova della Finanziera, un classico per appetiti da camionista, cui non resisto ogni volta che vado a Torino.
La sala è proprio bella (una figata!) e il servizio attento, leggero, veloce e senza tante messe cantate. La carta dei vini, internazionale, è molto ben fatta con una buona cura di etichette piemontesi non solo delle vicine Langhe (ne scrivemmo: Cosa scopriremo a Torino aprendo la carta dei vini del nuovo Cambio di Matteo Baronetto, ndr). Circa i ricarichi mi taccio perché ho capito che è una battaglia persa con la ristorazione.
Per me Del Cambio è fra i migliori ristoranti italiani sia dal punto di vista della cucina che del servizio in sala.
Credo che un locale si misuri complessivamente, sommando gli aspetti pregevoli (non solo l’ottima cucina) e sottraendo le défaillance. Del Cambio, anche stavolta, mi ha risparmiato la sottrazione.
RISTORANTE DEL CAMBIO
Menù degustazione a 80 e 110 euro.
Orari: Martedì – Sabato 12.30-14.30, 19.30-22.30; Domenica 12.30-14.30
Piazza Carignano, 2 – 10123 Torino
tel. 011 546690
11 Commenti
Marco
circa 9 anni fa - LinkPerò un coperto a 7 euro fa un po' arrabbiare. Onestamente è la prima volta che vedo il coperto in un ristorante di questo livello. Non so, ma mi sa tanto di posto alla milanese....
Rispondiale
circa 9 anni fa - Linkoh madonna, concordo, fra l'altro l'indicazione del coperto è solo sul menù alla carta e non sul degustazione...cioè se prendi degustazione non paghi l'obolo ma se mangi alla carta si? oh my god. chissà se si prevede che col degustazione mangi meno pane e sporchi meno posate.....
Rispondiale
circa 9 anni fa - Link...e poi solo col menù alla carta, se prendi il degustazione probabilmente mangi meno pane e sporchi meno posate......
Rispondiale
circa 9 anni fa - Linkscusate il doppione!!!!!
Rispondimarco
circa 9 anni fa - Linkvisto l'incenso sciorinato, mi pare un post povero di argomentazioni a supporto.
RispondiCristiana Lauro
circa 9 anni fa - LinkNon hai tutti i torti Marco, in rete funziona più tirare badilate di m. È che sono trasgressiva per natura
Rispondimarco
circa 9 anni fa - Linkbeh ne deduco, allora, che per essere trasgressivi in rete basta scrivere un post che (non) spiega a sufficienza, a mio parere, beninteso, perché quel tal posto è "fra i migliori ristoranti italiani sia dal punto di vista della cucina che del servizio in sala" (!!). Sono convinto che è così, ma mi sarebbe piaciuto capire anche perché. Grazie per l'attenzione. Au revoir.
RispondiUn passante
circa 9 anni fa - LinkQuante volte hai mangiato la finanziera per dire che Baronetto ha superato brillantemente la prova? La finanziera al Ristorante Del Cambio l'ho presa anch'io ed è stata una delle più tristi della mia vita oltre che salata oltre misura. Possiamo parlare anche della scaloppa di Foie Gras troppo cotta con evidenti segni di bruciatura? Del servizio vini al calice con i bicchieri che arrivano gia versati da chissà dove? Ormai anche nelle peggiori trattorie del globo ti versano il vino davanti. La sala sarà anche bella dal punto di vista estetico e storico ma altrettanto scomoda. Non si è mai visto uno stellato con i tavoli cosi vicini, non in Italia almeno. Il tutto per 186E a testa. E qualcosa me lo son risparmiato.
RispondiAngelo
circa 9 anni fa - LinkSono stato al Cambio poche settimane fa'....gran bella cena, ottimo servizio ed ambiente. L'aspetto che mi ha lasciato molto perplesso, ancora una volta, i ricarichi esagerati sui vini. Mi chiedo cosa succederà quando, e lo auguro, guadagnerà la seconda o la terza stella.....
RispondiIvan Pigino
circa 7 anni fa - LinkCercherò di essere gentile, come giustamente chiedete voi nel disclaimer ai commenti. Epperò se l'incipit del pezzo recita "Ma che bel mondo super-turbo-gastro-food. Cacchio se girano bene le cose da quando seder le chiappe in sala trucco conta più che far star bene i clienti in sala. Quasi quasi mi faccio una pera col sac à poche." Ecco, se l'incipit recita così, io smetto di leggere e chiudo la pagina, perché ho letto quattro righe in cui non ho capito niente, che non vogliono dire niente, se non un'ostentata ironia fine a sé stessa. Ma siccome sono gentile, ingurgito il mappazzone (cit.) e provo ad andare avanti. Fino a quando leggo "Del Cambio esiste come ristorante dal 1757. Inizialmente si svolgeva nella sala oggi dedicata a Michelangelo Pistoletto". Si svolgeva? Da quando in qua un ristorante "si svolge", come un film o un'opera teatrale? L'italiano non è un'opinione, il rispetto per il lettore neppure. Ecco, ho provato a essere gentile. Ma se l'italiano viene calpestato dall'inizio alla fine del pezzo, i contenuti sono annacquati in un brodo insipido di ironia mal cucinata e il lettore non viene minimamente rispettato, non posso non farlo notare.
RispondiFiorenzo Sartore
circa 7 anni fa - LinkGrazie per averlo fatto notare cosi' gentilmente.
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