Rare Champagne 1988-2008 e il nervo scoperto del dosaggio
di Andrea GoriItalia popolo di santi, navigatori, eroi ma, soprattutto, bevitori di cuvèe de prestige di Champagne. Siamo poveri e in crisi (in teoria) ma in pratica il mercato più remunerativo e fiorente per lo champagne in Italia non sono i vini in GDO e in offerta al discount, ma proprio le poche e spesso inarrivabili bottiglie da centinaia di euro e ingenti sforzi di comunicazione e produzione. Rare Champagne è l’emanazione prestige di Piper Heidsieck, maison storica e prestigiosa fondata nel 1785 e che si fregia del fatto di essere stato bevuta da Maria Antonietta in persona. Proprio a lei fu dedicata la prima edizione del Rare nel 1885 (centenario della maison) e poi rievocata nel 1985 con l’uscita della 1976, prima edizione del nuovo corso di questa etichetta che ha visto vestire la bottiglia all’epoca da Pierre Karl Fabergè in persona e poi, il secolo successivo, da Van Cleef and Arpels. Già che parliamo di meraviglie costosissime, Rare si è tolto anche lo sfizio di portare sul mercato la bottiglia più costosa mai prodotta di Champagne, ovvero, la Rare 1997 le Secret Fine Jewellery Edition con 140mila euro (dovuti all’oro, diamanti, zaffiri rubini e smeraldi che lo adornano) di teorico prezzo sullo scaffale.
La 1997 è anche l’unica edizione di Rare non dosata (e anche RD) mentre le altre sono dosate in maniera piuttosto abbondante rispetto alle mode attuali (tra gli 8 e i 10gr/lt). Nella nostra verticale, condotta nel pomeriggio insieme a Regis Camus, lo chef de cave della maison, abbiamo toccato 20 anni di storia a partire dalla 1988 con sboccatura originale fino alle ultime uscite sul mercato, ovvero la 2006 e la 2008 rosè. Tutti i Rare nascono da un assemblaggio del 70% chardonnay e 30% pinot nero mentre i Rosè hanno 56% chardonnay e 44% pinot nero di cui un 11% in rosso.
Rare Champagne 2006
Annata calda per la regione e infatti il naso è generoso, dorato splendido, esotico e tambureggiante di gelsomino e lytchees, confetto e vaniglia, per poi virare su mango, ananas, kiwi giallo, verbena, zenzero, mandarino e arancio giallo. Avvolgente, stuzzicante e di una lucida sapidità che lo ravviva ad ogni sorso, fiammeggiante e ricco ma di una freschezza che resta a lungo duettando con la dolcezza del dosaggio. 98
A cena da Enoteca Pinchiorri è stato proposta su Code di Gamberi Rossi, lamelle di lardo di Colonnata, salsa di riso allo zafferano e scalogni croccanti: un abbinamento straordinario.
Rare 2002 Champagne
Definito “iconico” per ricchezza e intensità, ha colore oro molto profondo, frutta esotica confit, spezia dolce, morbidezza piccante, poi ancora note di confetto, verbena, zenzero, iodio, olivello spinoso, pomodoro giallo. Sorso ampio e ricco con ricchezza e struttura che ricordano una cremosità vanigliata più che agilità iniziale, ma poi con il sorso che avanza la croccantezza del frutto e la sapidità escono forti e decise, donando un’eleganza al tutto rimarchevole e molto goduriosa. Tra i migliori 2002 mai assaggiati e tra i pochissimi ancora così in forma. 96
Bellissimo e intrigante su un piatto magnifico come Ravioli di Bietole, con caviale e spuma di aringa affumicata.
Rare Champagne 1998 Magnum
Definito “radioso” e proposto solo da magnum. Oltre ad essere radioso e fresco, Regis racconta che quando è uscito era un gentleman inglese molto serio e compassato ma con una personalità forte che resiste ancora. La frutta esotica non è più molto presente ma il lato orientale esce grandioso con bergamotto, liquirizia, incenso, sandalo, verbena e talco. In bocca è molto serioso, niente a che vedere con la solarità della 2002, la bocca ha mineralità purezza e freschezza impressionanti , “questo vino è come voi ragazze, non invecchiate mai” chiosa Regis. Ha ancora anche 20 anni avanti e tanto potenziale, secondo lui e pure secondo noi… 97
Rivela la sua forza e la sua croccantezza duettando con i Filetti di triglia avvolti nel pane toscano, purea di finocchi canditi e intingolo di Maruzzelle.
Rare Champagne 1988
Regis lo descrive per immagini e usando un bel racconto coinvolgente, ambientato in una biblioteca comunale di Dublino, con libri vecchi rilegati in cuoio, polvere sui mobili, legno con cera d’api, poltrone in pelle pregiata, camino acceso, sigari fumati e cognac in abbinamento o un vecchio rum. In effetti si esce dal solco dei vini assaggiati finora con un vino molto ossidativo, di frutta matura e spezie, canditi e suggestioni “dublinesi” e di spirits tra tabacco, cuoio, carta d’Armenia. Ancora rhum, zucchero candito, liquirizia, incenso legno di sandalo, fico, dattero, carrube, grande tonicità e freschezza dopo 21 anni in bottiglia. 93
Vino strano e non adatto a tutti ma eccezionalmente ricco tanto che viene proposto sul Risotto con crema di cavolfiore tostato , noci di capesante al limone , midollo di vitello arrosto con l’aggiunta di tartufo bianco (non previsto sul piatto in genere in carta in enoteca).
Rare 2008 Champagne Rosè
Colore leggerissimo ma vivo e giovanile. Ciliegie, fragole, lamponi, ginepro e menta, poi rabarbaro, confetto e vaniglia, ancora verbena mandarino e pepe nero. Scintillante anche il palato, impronta fresca potente e lato esotico tra lytchee e agrumato forte, eleganza raffinatezza, brioso, freschezza grazie allo Chardonnay predominante. 97
Viene servito alla francese sul dessert ma non avrebbe certo sfigurato con abbinamenti salata e di carne. Ecco il Pane tostato all’olio extravergine con agrumi, gelato di mandorla e spuma di zabaione di Luca Lacalamita, pastry chef di Enoteca Pinchiorri.
Rare Champagne Rosè 2007
Annata millesimata da pochissimi ma vino sorprendentemente sensuale e affascinante da bersi oggi. Note erbacee e floreali, mandarino, ciliegia carnosa e succulenta, fragolina di bosco, lieve fumè che sfuma in caffè e cacao, zenzero, vaniglia leggera, melograno e zenzero. Sorso tambureggiante con dolcezza nel finale che emerge e compromette in parte la bella freschezza, ma resta godereccio e appagante come pochi, e nessun’altra cuvèe in quest’annata. 96
Chiude la serata un assaggio di Riserva Biondi Santi nella nuova ottica di far assaggiare sempre più la Riserva, oggetto mitico ma sempre poco conosciuto e aperto nei nostri ristoranti.
Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva 2006 “La Storica”
Colore vivo e fresco, note di cardamomo e arancio rosso, lato ombroso di alloro, ginepro, ligustro, pepe e iodio. In bocca guizza scatta, disseta e appaga, lieve fumè e scabrosità che accompagnano un finale dark sempre dolce e soffuso. Vino sublime in una fase meravigliosa. 99
6 Commenti
Lanegano
circa 4 anni fa - LinkTi leggo sempre volentieri (sovente con un pizzico di invidia...) per la competenza e l'esaustività delle tue degustazioni. Oltretutto riesci talvolta a regalarmi qualche chicca notevole : olivello spinoso..?!? Ma cos'è ?!? Saluti e grazie.
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkO meglio : che sapore ha ???
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linklo puoi trovare come sciroppo in qualche erboristeria... sta tra l'agrumato giallo e il floreale con una nota oleosa molto particolare
RispondiStefano
circa 4 anni fa - LinkMi viene qualche dubbio sull'attendibilità dei punteggi dopo aver visto la foto delle triglie... eri steso dopo la magnum 1998? Scherzi a parte, che bei piattini Pinchiorri...
RispondiAndrea Gori
circa 4 anni fa - Linkla questione in effetti si pone... i vini sono meravigliosi ma ovviamente la cucina di Riccardo ci ha messo del suo per esaltarli a dovere
RispondiDonato
circa 4 anni fa - LinkÈ bello vivere questo genere di emozioni perché si viaggia indietro a quando questi vini sono stati assemblati ed oggi li ritrovi in un modo evoluto e capisci che la natura riesce ad emozionare anche a distanza di tempo ecco lo chef di cave che riassaggia Una sua creazione dopo 30 anni. I piatti mi sarei aspettato qualcosa di più .
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