La Vintage Chart di Wine Spectator per iPhone è una ca**ta pazzesca (aggratis)

di Antonio Tomacelli

Il gioco dev’essersi fatto duro, perchè i duri sono entrati in gioco: la rivista americana Wine Spectator ha lanciato la sua applicazione per iPhone! La seconda buona notizia è che l’applicazione è gratis ma, ettepareva!, non aspettatevi punteggi e bottiglie famose: quella di WS è “solo” una vintage chart dove sono elencate le migliori (o le peggiori) annate di ogni zona vinicola del mondo. L’ultima frase va presa alla lettera: l’apps di Wine Spectator copre 54 zone vinicole di tutto il mondo, isole comprese, visualizzate tramite Google Maps.

Non azzardatevi a chiedere se noi di Intravino l’abbiamo scaricata: ci è bastato leggere le parole Winespectator-iPhone-gratis in sequenza per lanciarci come belve sul tasto download ed eccovi le prime mirabolanti immagini del gioiellino americano:

Come, tutto qui il gioiellino? Si, tutto qui e se vi aspettate chissacchè dalle mappe, beh, risparmiatevi il dito. La delusione si mischia alla rabbia quando, esplorando il resto delle pagine facciamo questa terribile scoperta:

La Spagna (no, dico, la Spagna) ha tre regioni coperte mentre l’Italia soltanto due (Toscana, Piemonte). Neanche vi parlo della Francia che tra zone, sottozone e cru, mette insieme il grosso della guida. Resta solo da segnalare l’inutilità di una vintage siffatta (a meno di voler ascoltare i consigli di James Suckling!) e il cieco furore per non poter chiedere il risarcimento dei soldi spesi: ve l’ho già detto, è gratis.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

7 Commenti

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Ti sorprendera', ma a livello internazionale l'Italia e' conosciuta con una manciatella di denominazioni e poche aree viticole. La colpa e' di WS, oppure e' della nostra poca capacita' di promuoverci nel mondo? Mi sembra un po la storia del "ci abbiamo il campionato piu' bello del mondo". Prima ci si sveglia e meglio e'.

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Confermo purtroppo quanto scrive Gianpaolo. A volte addirittura devi spiegare che la Toscana si trova in Italia e non é uno stato a parte, figurarsi le altre regioni! La colpa la dobbiamo a un milione di motivi, non solo alla nostra (produttori, consorzi, regioni, ICE, ministero) incapacità di fare gioco di squadra. Nel caso del WS, l'onda lunga dell'operato di Suckling si continua a vedere, con tutto il tempo che ha vissuto in Italia é rimasto ancorato ai soliti Brunello, Barolo, Bolgheri ecc.. Se avete dubbi guardatevi l'intervista rilasciata a Winenews un po' di tempo fa.

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Davide Bonucci

circa 14 anni fa - Link

Quindi c'è da gioire per Suckling che molla, mi par di capire... Ma il suo successore sarà meglio o continuerà sulla scia monomaniacale?

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Stefano Buso

circa 14 anni fa - Link

Chiarissimi, piaccia o meno Wine Spectator è e sempre sarà il migliore dei giornali dedicati al vino... (de iure)

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

"tutto è relativo", figurarsi Wine Spectator...

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Mah, la prendo come una battuta di spirito (in inglese "what a joke!") Da quello che il WS ha comunicato, non ci sarà un vero e proprio successore. Tutte le degustazione verranno fatte a New York, nella sede centrale del WS, non più a casa Suckling in quel del Borro e forse questo garantirà una certa imparzialità. Purtroppo però i vini saranno inviati dagli importatori e quindi chi non ha l'importatore USA non avrà la possibilità di farli assaggiare. Questo è quanto so, potrei sbagliarmi.

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Renato

circa 14 anni fa - Link

Penso che il vino italiano all' estero e' piu' conosciuto e amato di quanto wine spectator rappresenta, al di la di Toscana e Piemonte. Per questo motivo ho deciso di dare termine al mio abbonamento on line dopo parecchi anni, con scadenza fine Agosto. In effetti e' una bella rivista, soprattutto la versione su carta, ma l' italia proprio non l'azzeccano (suckling in primo grado). Certo e' difficile spiegare la complessita' e diversita' italiana all' estero (sopratutto agli americani di keep it simple and stupid) ma la qualita' e la varieta' dei prodotti parla.

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