Già, giammai | Come fare moda con un vino modesto di cui nessuno sentiva il bisogno
di Alessandro MorichettiQuando la soddisfazione nel promuovere un vino modesto come il neonato Già è riassunta dal motto “comunque vada, sarà un successo” c’è poco da stare felici, anche se ti chiami Oscar mr Eataly Farinetti. Quello che NON vorresti da un imprenditore illuminato è che ammanti di tradizione una trovata puramente commerciale, diffusa in pompa magna persino in tv. Premessa: lo spot è prodigioso, confezionato al dettaglio e ingentilito dal delizioso accento piemontese di un patriarca dei mugnai di Langa come Felice Marino. Per il resto, aria fritta e marketing. Marino parla di un buon vino della trazione piemontese bevuto prima di Natale, nuovo ma non novello, fresco, poco alcolico e il riferimento è alla “picheta”, risciacquo di vinacce leggero e poco impegnativo: d’incanto compare Già, associato al discorso del “vecchio” anche se di tradizionale non ha davvero nulla. Un vino figlio della tecnica, privato di alcol mediante filtri molecolari di derivazione farmaceutica e poi venduto sullo scaffale a poco meno di 10 euro per la bottiglia da litro. Vale quel prezzo? Chi lo assaggiato dice di no stracciandosi le vesti: il vino è corretto al naso ma povero in bocca, si ricorda la pubblicità più che il vino e non è un complimento. Ho sentito 3 assaggiatori professionali e il giudizio è concorde.
Perché tutto questo allora? Promozione e soldi, l’ordine è opzionale. Farinetti sa come far parlare di un prodotto pur modesto. Franco Ziliani ha acceso la discussione sul suo blog, i commenti sono fioccati e altri autori hanno ripreso la questione. Ferita alla tradizione barolista di Serralunga o meno, i motivi di scontento sono molteplici ma l’occhio vergine vede altro. Ottimo lancio, packaging da urlo e la tradizione a fare capolino, poco alcol a dare serenità e un prezzo importante a dare dignità e rilevanza. Che Già, come dice Farinetti sempre su Vino al Vino, nasca anche per risolvere il problema delle uve pagate troppo poco sembra una profezia pre natalizia più che una enorivoluzione (orrore!): nobile l’intento, meno la realizzazione. Io penso che Oscar abbia vinto ancora ma ci sono certe partite, nella vita, che ogni tanto sarebbe il caso di perdere.
58 Commenti
massimo
circa 13 anni fa - Link.....noi lo sapevamo GIà ..... : - )
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkIl link ufficiale all'etichetta è http://www.giavino.it/images/etichetta.jpg e mi domando "ma dove sta scritto Langhe DOC?"
Rispondiantonio tomacelli
circa 13 anni fa - Linkprobabilmente nella retro visto che la scheda tecnica lo dichiara Langhe Doc. La domanda però è: che razza di disciplinare fa uscire un vino a 2 mesi dalla vendemmia?
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkSperiamo che qualcuno ci possa inviare la copia della retroetichetta, anche perche' l'articolo di presentazione di Sergio Miravalle su "La Stampa" http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=262&ID_articolo=118&ID_sezione=585&sezione= parla di uve che provengono sia da Langhe che da Monferrato, mentre la scheda tecnica parla soltanto di Langhe: "Farinetti, coadiuvato da tutto lo staff di Fontanafredda, dal direttore di generale Gian Minetti all’enologo Danilo Drocco, sa che questa è un’operazione simbolo. Le uve arrivano da Langa e Monferrato pagate in media il 20% in più del mercato". E poi com'e' possibile avere sull'etichetta e sulla retroetichetta delle scritte dissimili? "GiA' rosso" e' certamente diverso da "GiA' Langhe rosso"...
Rispondienrico
circa 13 anni fa - LinkIo ho visto queste bottiglie in vendita http://www.overpic.net/viewer.php?file=xyhj0v0nws1x2u5ychyr.png
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkAllora sul sito ufficiale c'e' un'etichetta diversa, senza denominazione d'origine, diversa da cio' che loro stessi hanno messo in commercio. Direi che come minimo e' materia di riflessione. Una ditta seria, che della pubblicita' e dell'immagine si occupa così bene da aver fatto uno spot con le botti di legno per un prodotto che il legno non lo vede neanche da lontano, e che propaganda sul suo sito un'etichetta ben diversa da quella che il prodotto ha sugli scaffali, mi sa che qualche problema di comunicazione ce l'ha per davvero. A meno che in quella ditta siano invece abituati da molto tempo a "sorvolare" su tutti quei particolari (precisione e trasparenza comprese) che agli enoappassionati invece interessano per conoscere meglio cio' che comprano. Complimenti davvero! Che figura! Mi auguro che rettifichino presto sia il loro spot che anche le etichette del proprio sito.
RispondiTotò
circa 13 anni fa - Linksta scritto sotto Già
RispondiLinda Nano
circa 13 anni fa - LinkSulla questione e sulla motivazione del prezzo delle uve mi permetto di dubitare serenamente, ripensando a certi atteggiamenti di Farinetti e dei suoi responsabili acquisti nei confronti dei produttori che hanno o hanno avuto i loro prodotti all'interno di Eataly. Il mio socio è uno di questi... Forse basterebbe essere più onesti intellettualmente e altrettanto serenamente ammettere che questa operazione , come peraltro molte altre, è puramente la risposta più furba economicamente e commercialmente alla domanda superficiale di un tipo di mercato che ricerca banali rassicurazioni ben confezionate.
Rispondicorrado dottori
circa 13 anni fa - LinkQuoto ogni singola parola.
RispondiSimone Maglioni
circa 13 anni fa - Link;-)) e come non essere d'accordo ....
Rispondienrico
circa 13 anni fa - LinkLinda... di slow food? Funghi e confetture di calizzano?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkDi solito cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno. Non credo che un consumatore accorto berrebbe con assiduità un vino che mi appara abbastanza "anonimo" (io almeno l'ho trovato così). Mi auguro che questa operazione estenda il possibile bacino d'utenza di consumatori, incuriosendoli, magari portandoli a domandarsi: "Ma con 10 euro cosa altro posso comprare oltre questo vino?". A quel punto il gioco è fatto, fategli provare alternative valide e avete aggiunto un cliente alla vostra già consolidata clientela. :-)
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linksu altri blog leggo , anche se cambia poco la sostanza, che 10 euri = 1 litro, fosse nelle solite bottiglie sarebbe 7.50 euri. bel risparmio, io ci sono "cascato" e l'ho preso, devo essere sincero: pensavo peggio.
RispondiEnrico Rivetto
circa 13 anni fa - LinkEcco cosa ne penso io produttore di Serralunga d'Alba http://blog.rivetto.it/2178-gia-che-ci-siamo
RispondiSignora
circa 13 anni fa - LinkE chi lo dice a Gaia?.........ma sopratutto a quelli di slowfood?....
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkstamane ho acquistato una bottiglia di Già che degusterò con alcuni amici nel prossimo futuro, non mi aspetto molto ma sono curioso di sapere cosa diranno loro che sono "uomini della strada". anche da noi la tradizione voleva che la gente producesse un vinello di bassa gradazione alcolica ottenuto con le ultime spremiture del torchio e poi diluito con l'acqua, in dialetto si chiama "maraschì" e la sua funzione era quella di essere utilizzato come alimento proteico per sopperire alle fatiche lavorative. un prodotto, quindi, con un preciso scopo fortemente contestualizzato sia storicamente che socialmente (era il vino del popolo poichè il vino buono veniva venduto o dato al padrone del fondo per pagare l'affitto). inoltre non era ottenuto con processi tecnologici mutuati dalla farmaceutica. in conclusione di tradizionale ci vedo molto poco, ci vedo molto marketing, molta fantasia, ma molta poca langa. ps:in etichetta langhe rosso c'è scritto eccome!
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkc'è scritto come ho indicato il link, però di langa l'uva c'è o o dite manco quella?
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkL'uva di Langa c'e' senz'altro, altrimenti non potrebbe dichiararlo come Langhe Rosso. Il dubbio nasce semmai dal fatto che il giornalista de "La Stampa" ha dichiarato che deriva anche da uve del Monferrato e che la Fontanafredda, dopo aver letto l'articolo, non l'ha smentito, senno' ci sarebbe perlomeno una rettifica. insomma, un pasticcio comunicativo che una ditta seria non puo' certo permettersi. Sul sito uficiale di quel vino, www.giavino.it , fino a questo momento compare la denominazione "Rosso" e non "Langhe Rosso DOC". Speriamo che Farinetti, leggendoci, faccia correggere dai suoi dipendenti questo evidente "qui pro quo" che non porta certo prestigio.
RispondiDavide Cocco
circa 13 anni fa - LinkMolti sembrano dimenticarsi della regola delle 4P. E non sto parlando di marketing. Ciao.davide
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkcerto che si, altrimenti la cantina rimane piena
Rispondiwww.playwine.blogspot.com
circa 13 anni fa - LinkDieci euro sono una bella cifra per un vino da tutti i giorni, senza andare lontano in Monferrato bevi con la stessa cifra ottimi prodotti, e andando più a Est mi viene subito in mente Bardolino, pochi gradi, ottimo "vinino". Io dico che Già non riuscira a ritagliarsi una seria fetta del mecato e sparirà in poco tempo, scommettiamo?
Rispondienrico
circa 13 anni fa - LinkSparirà presto, boh, voci, mi dicono comunque che le 200000 bottiglie sono già piazzate. questo dice il "nostro" "Noi di Fontanafredda crediamo nel progetto Già che svilupperemo negli anni" Balla?
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linknello spot tv , alla fine, la bottiglia è quella con langhe rosso
Rispondienrico
circa 13 anni fa - LinkPreciso: quella foto che ho linkato è presa direttamente da sito ufficiale di giavino, probabilmente le brochure, che sono di settembre, sono "provvisorie", comunque è un errore che va corretto.
RispondiLeonardo Romanelli
circa 13 anni fa - LinkConfesso, quando ho visto la pubblicità avevo Già voglia di assaggiarlo, sarei andato a cercarlo, poi galeotto fu un pranzo dal Nero(alias Andrea Gori), nella sua trattoria per coglier l'occasione al volo: E' deludente: inutile negarlo, me lo immaginavo nervoso, brioso, un po'come la tradizione del vinnovo toscana, senza tannini ma con quella giusta acidità che lo rende beverino. Asettico, insapore, se devo mettermi 11 gradi in corpo cerco qualcos'altro, lo ammetto. Che, poi commercialmente abbia successo è un altro aspetto: il Tavernello è il vino più venduto in Italia, qualcosa vorrà dire...
RispondiAlfredo
circa 13 anni fa - LinkGià. Che vuoi dire? :-)
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linksul La stampa di oggi c'è un articolo di massobrio sul Già e c'è scritto che la Barbera è del monferrato, il resto ve lo lascio scoprire.
RispondiPaolo Massobrio
circa 13 anni fa - LinkCaro Enrico, per amore della verità devo dirti che si tratta di un refuso dovuto al taglia e cuci, e tutta la parentesi avrebbe dovuto sparire: la Barbera del Monferrato, in realtà è un desiderata futuribile, qual'ora il Già diventasse un vino interessante per tutto il Piemonte: ma la barbera che c'è dentro il Già in questa annata è delle Langhe.
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkperfetto, grazie per la precisazione, solo che è comunque un'informazione non corretta che ha creato dubbi su questo ed altri blog, pensi nel consumatore meno attento. concordo col sig. Crosta che un'azienda come fontanafredda certe cose non se le possa permettere.
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Link@enrico Ma sulla scheda ufficiale c'è scritto zona di produzione: LANGHE. Dov'è Momferrato? ciao
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkappunto perchè c'è scritto langhe rosso non puoi poi dire che le uve barbera sono del monferrato, o sbaglio? La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei vini atti ad essere designati con la denominazione di origine controllata "Langhe" seguita da una delle specificazioni di cui appresso, dovranno essere prodotte nelle zone rispettivamente indicate: "Langhe" senza alcuna specificazione, "Langhe" Nebbiolo, "Langhe" Dolcetto, "Langhe" Freisa, "Langhe" Favorita, "Langhe" Chardonnay. L'intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Cuneo: Alba, Albaretto Torre, Arguello, Baldissero d'Alba, Barbaresco, Barolo Bastia Mondovi', Belvedere Langhe, Benevello, Bergolo, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Bra, Briaglia, Camo, Canale d'Alba, Carru' Castagnito, Castellinaldo, Castellino Tanaro, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cerretto Langhe, Cherasco, Ciglie', Cissone, Clavesana, Corneliano d'Alba, Cortemilia, Cossano Belbo, Cravanzana, Diano d'Alba, Dogliani, Farigliano, Feisoglio, Gorzegno, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, Igliano, La Morra Lequio Berria, Levice, Magliano Alfieri, Mango, Marsaglia, Mombarcaro, Monchiero, Mondovi', Monforte d'Alba, Monta' d'Alba, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Monticello d'Alba, Murazzano, Narzole, Neive, Neviglie, Niella Belbo, Niella Tanaro, Novello, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Piobesi d'Alba Piozzo, Pocapaglia, Priocca, Prunetto, Roascio, Rocca Ciglie' Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, S. Benedetto Belbo, S.Michele Mondovi', S. Vittoria d'Alba, S. Stefano Belbo, S. Stefano Roero, Serralunga d'Alba, Serravalle Langhe, Sinio, Somano, Sommariva Perno, Torre Bormida, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, Vezza d'Alba, Vicoforte. "Langhe" Arneis: L'intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Cuneo: Alba, Baldissero d'Alba, Barbaresco, Canale, Castagnito, Castellinaldo, Corneliano d'Alba, Diano, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, Magliano Alfieri, Mango, Monta', Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d'Alba, Neive, Neviglie, Piobesi d'Alba, Pocapaglia Priocca, Roddi, Rodello, S. Vittoria d'Alba, S. Stefano Roero, Sommariva Perno, Treiso, Trezzo Tinella, Verduno, Vezza d'Alba.
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkma era solo per dire che "ufficialmente" cioè detto da fontanafredda, non sta scritto da nessuna parte che le uve provengono dal monferrato ciao
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkscusa ma non avevo colto il sarcasmo, sarà il vento che mi fischia nelle orecchie
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkma a dirti la verità mica era sarcasmo, e cioè, chi ha scritto di monferrato sono stati due giornalisti e non fontanafredda, e a quanto mi risulta, quando l'hanno presentato, non si accennava proprio al monferrato.
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linksì. ma i giornalisti qualcuno li avrà informati e dici che è stato un loro errore?!
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkdi massobrio non metto in dubbio l'onesta intelletuale
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkPer la precisione delle informazioni, ho visto stamattina che sul sito ufficiale www.giavino.it hanno cominciato a correggere le gigantografie delle bottiglie (con l'etichetta) almeno a partire dalla home page, dove l'etichetta finalmente riporta "Langhe DOC rosso" come quella delle bottiglie effettivamente in vendita. Vuol dire che Farinetti e/o i suoi collaboratori leggono bene le discussioni sui vari blog e questo da' da sperare anche nel resto delle cose che dovrebbero fare. Speriamo che correggano presto tutte quante le altre pagine, ma anche lo spot per la parte che riguarda le botti di legno, che questo prodotto non vede neanche da lontano e che c'entrano meno ancora dei cavoli a merenda, oltre ad una smentita ufficiale su "La Stampa" per quanto riguarda le uve del Monferrato.
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkLa Fontanafredda ha appena completato la correzione delle immagini dell'etichetta sul sito www.giavino.it con le nuove riferite a "Langhe DOC rosso".
RispondiGeishaGourmet
circa 13 anni fa - LinkIo non lo ho assaggiato, ho visto solo il video grazie a questo post e quindi posso solo parlare dell'operazione d'immagine che ritengo eccezionale. Se vi va leggete qui http://geishagourmet.com/2010/12/09/gia-il-marketing-che-va-imparato-di-oscar-farinetti/ Da Farinetti c'è sempre da imparare a livello di comunicazione e marketing, non c'è niente da fare...
Rispondialfonso
circa 13 anni fa - LinkSono pienamente daccordo!!!!!!!!!!!
Rispondikenray
circa 13 anni fa - Linkquesto vino, vino..oddio, per quanto mi riguarda se lo beve chi l'ha prodotto. secondo me hanno camuffato un novello da vino. spudoratissimi. con meno mi compro l'aulente e aiuto gli ex tossici.
Rispondiroberto gatti
circa 13 anni fa - LinkMa Vi rendete conto che in questo modo si sta facendo il gioco del Farinetti ? Se ne scrive su vari blog ecc., si parla di un vino : dealcolizzato e prodotto con varie " operazioni " di cantina ( tutte legali per carità ): ma che vino potrà mai essere imbottigliato e commercializzato a soli due mesi dalla vendemmia, e poi se fosse anche buono ( ? da quanto scrive Romanelli sopra , mica tanto )perchè bere questa roba, quando a Serralunga ci sono OTTIMI dolcetto e barbera che costano la metà ? La cosa migliore a mio avviso era non parlarne in ogni dove....., tanto il Sior Oscar non ha bisogno della nostra pubblicità. Salute
Rispondiantonio tomacelli
circa 13 anni fa - LinkForse ne parliamo perchè: 1) non vogliamo che altri seguano l'esempio del Già 2) non vogliamo che Farinetti commetta altri errori 2A) perche quando Farinetti si incazza è ancora più bello 3) si recensiscono anche i vini cattivi (questa le è difficile da capire, sig. Gatti) 3A) tanto più se fatti da grandi aziende con fior di enologi al seguito 4) perchè non è sempre vera la frase "parlatene bene, parlatene male, basta che se ne parli" 5) per il piacere di vedere ogni volta frasi banali come "...in questo modo si sta facendo il gioco del Farinetti" ripetute dappertutto. 6) perchè il silenzio è una brutta bestia 7) perchè si
Rispondienrico
circa 13 anni fa - Linkvanno bene tutti i punti, anche il terzo, ma..., o io sono ubriaco nato oppure non ci capisco proprio nulla di vino, eppure in mezzo alle vigne (all'incirca proprio quelle) ci vivo. E' un vino che ti lascia poco, certo, e chi lo mette in dubbio ma lo preferico a quelli, come dici te, cattivi, quelli te le ricordi di sicuro e purtroppo non mancano nemmeno qui.
Rispondiroberto gatti
circa 13 anni fa - LinkCaro Tomacelli, Lei è a casa sua e può scrivere come, quando e cosa vuole.. Rispondo solo ai n. 3 ) : perchè perdere tempo con i vini cattivi ? la vita è troppo breve...meglio dedicarsi a quelli buoni.... 4) di frasi banali se ne leggono a iosa....specialmente quando si scrive tanto
Rispondiantonio tomacelli
circa 13 anni fa - LinkPerchè perdiamo tempo con i vini cattivi? Ovvio: prima provare e poi parlare!
Rispondiroberto gatti
circa 13 anni fa - LinkGrazie Antonio, Le lascio volentieri anche la mia parte....già ( per adesso mi fido del parere di Leonardo Romanelli.....qualcosa di vino dovrebbe capire pure lui.....con tutti quelli che tracanna ah ah ah ) Ciao
Rispondicarlo
circa 13 anni fa - LinkDiscutere sullo spot va bene, però sul cattivo o meno, sarebbe sempre interessante prima provare, e poi dire eventualmente, fa schifo, questo mi aspetterei da un giornalista del settore.
Rispondiflaminio cozzaglio
circa 13 anni fa - Linkdetto tutto il male possibile da chi ama il vino vero , come dar torto , se fosse , anche fuori dalle intenzioni di Farinetti , una bevanda che suscita dubbi in cocacolisti e li incuriosisce a provare il vino , il nostro , quello vero ? San Paolo ha scritto quel po' po'di roba che resiste da duemila anni perchè è caduto da cavallo , mica per aver fatto uno stage con San Pietro .
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkNon ci piove, caro Flaminio Cozzaglio. Io ho imparato a bere il vino dallo Spanna del circolo di Ghemme e dal Greco del circolo di Proh, cinquanta lire al bicchiere da bottiglioni di due litri. Che preferisco ancora ai lussuosi californiani barricati. Non e' di questo che si sta discutendo. Si sta discutendo della corrispondenza della pubblicita' con il prodotto che promuove, cioe' del fatto se si debba o no alterare la realta' (chi piu', chi meno) per imbonire il cliente (chi piu' chi meno), con mezzi che vanno dagli strilli dell'ambulante alle pie intenzioni di un simpatico commerciante piemontese vecchio stampo e porta a porta, ma che in alcuni casi arrivano fino all'operazione calcolata dell'illusionista quando non al reato di truffa. Insomma, metto un vecchio meccanico che ha lavorato con l'ingegner Ferrari a parlare dei vecchi tempi, faccio vedere una fiammante Testarossa, il reparto dove montano i motori della formula 1... e poi dico di andare a comprare la Punto! Mi considerereste sincero, credibile, affidabile? E quando guiderete una Punto che non fa i 340 all'ora, che sbanda alla massima velocita' in curve strette a 90 gradi e vi ricorderete della mia pubblicita', non mi manderete a quel Paese?
Rispondiflaminio cozzaglio
circa 13 anni fa - LinkCaro Mario Crosta , il mondo a una dimensione ,la propria . L'ho ben capito cosa vuole svelarmi , i blog sul vino sono tutti identici , cambiano solo le parole . Cos'ha di concettualmente diverso il Già da tanti vini , si fa per dire , alla moda , pluripremiati , giudizio su cui i puristi da blog sono d'accordo nella condanna , ma crepi se spunta un nome . Ogni tanto invece spunta una strega , oltre al nome l'indirizzo . Sulla scorrispondenza da ciò che è a ciò che si dice dovremmo riscrivere il mondo . Tutti i giorni .
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkNon sono tutti identici i blog che parlano di vino. Come non sono tutti identici i vini, piu' di 800.000, del nostro Paese, con almeno 30.000 cantine che ne imbottigliano piu' di 5 etichette ciascuna, circa 2.000 esportatori. Dati presi da winenes.it a cui posso credere. Quindi c'e' una lotta tremenda dei piu' forti per emergere. Con la pubblicita', per esempio. Ecco perche' la pubblicita' dovrebbe essere veritiera, corretta, trasparente. Se chiedo la luna, me lo dica...
Rispondiroberto
circa 13 anni fa - LinkAborto i vini costruìti in cantina, adoro i vini nati in vigna
Rispondiroberto
circa 13 anni fa - LinkAborro
Rispondiflaminio cozzaglio
circa 13 anni fa - LinkRoberto , ce ne sono tanti , cominciamo a fare dei nomi , da Solaia a Santa Cristina . Che poi non sono cattivi , non mi piacciono .
Rispondiroberto
circa 13 anni fa - LinkPerfettamente d'accordo
RispondiLuca Pasqualini
circa 13 anni fa - LinkMa guarda...il signore anziano della pubblicità altri non è che il Signor Felice Marino, anziano proprietario e fondatore della Mulino Marino http://www.mulinomarino.it/immagini.php azienda che produce farine ottime (usate e pubblicizzate anche da Gabriele Bonci), casualmente sono nel listino di Eataly online...
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