Bevi, ingrassa, ammalati: gli inglesi e la paura del Covid

Bevi, ingrassa, ammalati: gli inglesi e la paura del Covid

di Elena Di Luigi

In questa fase di relativa calma si cerca di prepararsi a quella che viene definita la “seconda ondata” del coronavirus attesa per l’autunno. Certo ora ne sappiamo molto di più su come affrontarlo e si spera che questo ci aiuti ad evitare un altro lockdown, ma riuscire a conciliare le esigenze di chi scalpita per rimettere in moto l’economia e quelle di chi ritiene che questo sia il momento giusto per implementare dei cambiamenti per uno stile di vita migliore, mette la politica nella difficile condizione di decidere se sono più importanti le capre o i cavoli.

La Gran Bretagna si prepara a riaprire le scuole già dalla prossima settimana e il governo ha dichiarato che se per garantire maggiore sicurezza sarà necessario richiudere i pub non esiterà a farlo. Per Boris Johnson si tratta di una questione morale. D’altro canto però questa priorità contrasta con quanto sta facendo il cancelliere che con lo slogan Eat Out to Help Out incoraggia i britannici ad andare al ristorante e al gastropub durante il mese di agosto, approfittando di un bonus settimanale di 10 sterline a coperto, vini esclusi.

L’iniziativa sta andando molto bene e piace sia ai consumatori che ai ristoratori che dichiarano il tutto esaurito. Ma se si dovesse tornare a una situazione simile a quella di marzo, l’economia dovrà cedere il passo in base al principio che le scuole devono essere le prime a riaprire e le ultime a chiudere.

Sempre Johnson ritiene che l’esperienza di essere stato l’unico capo di stato a finire in terapia intensiva non debba essere sciupata e l’insegnamento che ne vuole trarre deve servire a tutti. La sua disavventura non è dipesa né da comportamenti irresponsabili né dal fatto che il suo governo per settimane ha ignorato una pandemia mondiale. Piuttosto é stato il fatto che era in sovrappeso. Quindi tutti a dieta.

C’è da dire che a sostenerlo in questa teoria ci sono scienziati, come per esempio Susan Jebb, che studiando l’impatto dello stile alimentare sulla salute, sostiene che il peso corporeo è il singolo fattore di rischio che ognuno di noi può modificare da subito per contrastare il COVID-19. Il governo ha recepito il messaggio e stanziato 10 milioni di sterline per aiutare il paese a rimettersi in forma, bandendo la pubblicità di cibo spazzatura prima delle nove di sera, e chiedendo ai medici di base di prescrivere attività motorie come bici e camminate. Anche qui uno slogan la “cycling and walking revolution” e un altro bonus andato a ruba, pensato per riparare le bici rotte. Poi la promessa di altri due miliardi per costruire piste ciclabili in tutto il paese.

Ma anche qui cambiare significa fare una rivoluzione e trasformare molti degli aspetti socio-culturali che sono stati il motore dell’economia fino al 2019. Si torna a socializzare per salvare le attività o si resta a casa a contare le calorie? Questa ennesima lotta contro l’obesitá nazionale è, a dire il vero, un fenomeno che ciclicamente ritorna e puntualmente vede sul banco degli imputati anche l’industria degli alcolici.

Un dato inconfutabile è che grazie alla vendita online e alla consegna a domicilio il settore degli alcolici è stato uno di quelli che hanno retto molto bene durante il lockdown. Ma con delle conseguenze misurabili anche con il tasso di obesità del paese. Basta seguire uno dei tanti non convenzionali e tanto meno scientifici sondaggi su Twitter per rendersene conto, per esempio l’account Let’s Discuss Wine, che alla domanda posta agli enofili se avessero aumentato il consumo di alcol durante il lockdown, le risposte sono state un coro di si. Per ora il governo si guarda bene dal puntare il dito verso questo o quel settore, ma renderà obbligatoria la dichiarazione delle calorie sulle etichette degli alcolici, sia che siano servite nei pub, nei ristoranti, o vendute nei supermercati e nei wine shop.

Per mesi ci siamo sentiti dire che il mondo non sarà più come prima ed eccoci ai primi cambiamenti. Solo il tempo potrà dirci se sono destinati a sopravvivere al coronavirus.

5 Commenti

avatar

Gianpaolo

circa 4 anni fa - Link

indubbiamente il problema dell’alcol per tutti gli appassionati di vino non puo’ essere trascurato, Almeno da una certa eta’ in poi. Da quest’anno io e mia moglie abbiamo deciso di tagliare drasticamente il consumo, e gli effetti si vedono su tutto, dal peso corporeo al benessere generale. E’ triste constatarlo ma e’ cosi. Io abito in UK, ho tre figli e una moglie insegnante, quindi molte delle cose che sono state descritte nell’articolo mi toccano particolarmente, ma saremmo ipocriti se non vedessimo che il problema dell’obesita’ infantile e giovanile non tocchi ormai anche l’Italia. I motivi sono tanti, ma devono essere affrontati anche da noi, cosi’ come si sta cercando di fare altrove, perche’ il futuro per questi bambini rischia di essere triste, anche senza il covid.

Rispondi
avatar

marcow

circa 4 anni fa - Link

La relazione OBESITÀ-COVID, nel senso che chi è obeso si ammala più facilmente, sbandierata da Jhonson e dalla..... nutrizionista..... Susan Jebb mi sembra... un"opinione"... priva di riscontri scientifici. Tanto è vero che non ne ho mai sentito parlare nei discorsi sul coronavirus. È anche vero che sul coronavirus abbiamo visto illustri virologi divisi su come gestire la pandemia. E, come sapete, le discussioni sono continuate durante tutta l'estate e si stanno riaccendendo con l'aumento degli ultimi giorni dei contagi. In questo clima, in cui anche gli SCIENZIATI sembrano "opinionisti" della D'Urso, non c'è da meravigliarsi delle sparate della Jebb. Altro discorso è quello di mangiare e bere senza eccessi e svolgere attività fisica durante la settimana.

Rispondi
avatar

Daniele Casari

circa 4 anni fa - Link

Attenzione: non è che si ammala più facilmente chi è obeso (anche se chi è normopeso normalmente ha un sistema immunitario più efficiente...) Chi è obeso porta in dote tutta una serie di condizioni (ipertensione, problemi cardiocircolatori, problemi di respirazione, diabete) che verosimilmente peggioreranno il decorso del Covid.

Rispondi
avatar

marcow

circa 4 anni fa - Link

"Sempre Johnson ritiene che l’esperienza di essere stato l’unico capo di stato a finire in terapia intensiva non debba essere sciupata e l’insegnamento che ne vuole trarre deve servire a tutti. ATTENZIONE A QUESTO PASSAGGIO. La sua disavventura non è dipesa né da comportamenti irresponsabili né dal fatto che il suo governo per settimane ha ignorato una pandemia mondiale. PIUTTOSTO È STATO IL FATTO CHE ERA in SOVRAPPESO. Quindi tutti a dieta". __ Su questo passaggio ho basato il mio commento. Se poi vogliamo "criminalizzare" chi ha 10 15 20 25 30 35 40 kili di più facciano pure. Mi sembrano "FUORI LUOGO" le crociate della Jebb, che da NUTRIZIONISTA... in un certo senso... "specula" sul coronavirus. Poi, come ho detto, altra cosa è non eccedere a tavola e svolgere attività fisica durante la settimana. Ma, ora, discutiamo di cose più urgenti e attinenti: 1 la gestione dell'incremento dei contagi e 2 di come DARE SOLLIEVO a chi, pur non ammalandosi, con qualche kilo in meno o IN PIÙ, ha SUBITO PESANTEMENTE la CRISI ECONOMICA INNESCATA DAL COVID. Conosco gente che ha perso il lavoro. E c'è anche chi si è MESSO IN DIETA... perché non ha più.... quel reddito... che aveva prima.... della Pandemia. Queste sono le PRIORITÀ. La Jebb andasse a... da qualche altra parte... a pontificare sulla dieta. Ma, attenzione, se ci fosse un articolo dedicato sono pronto a discuterne perché sull'argomento... non sono A DIETA... non sono A DIGIUNO... e bisognerebbe fare chiarezza perché circolano un sacco di balle.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 4 anni fa - Link

Eh no, quando leggo ste robe mi girano. È vero, se uno di noi grassi si ammala rischia di più e questo può portare a costi in più per la sanità. È sacrosanto. Quanto è? Mi dicano quanto viene a chilo, e pago la tassa. Quanto poi al dover dimagrire, scusate ma questa è una libera scelta e non venga in mente a nessuno di impormelo. Grazie dott.ssa Jebb, e si faccia gentilmente un bel pacchettino di cavoli suoi. Incartati e infiocchettati.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.