A che serve la piramide del vino spiegata da Tinto?
di Andrea GoriOnline da oggi la prima delle sei puntate dedicate alla scoperta delle DOC italiane finanziata da FederDoc e Mipaf con Tinto novello Roger Rabbit (cit.) che si aggira tra piramidi e schemi per spiegare al grande pubblico lo spesso oscuro sistema di denominazioni italiane.
Di certo una comunicazione istituzionale sul vino e che aiuti le persone a leggere una etichetta è sacrosanta e benvenuta ma ci domandiamo lo stesso se il video raggiunga lo scopo.
Nicola “Tinto” Prudente è come sempre misurato e preciso e riesce a non far annoiare anche se la durata del video non è proprio compatibile con la TikTok generation. Inoltre la “presenza social” di Federdoc per ora si limita a 15k followers su Facebook e 767 su Instagram mentre il profilo di Tinto (che ne conterebbe 30k) per ora non è utilizzato.
Quindi qualche domanda resta sulla lodevole iniziativa: chi sono i destinatari di questo spot? Davvero i mezzi di diffusione scelti servono allo scopo? Nel video si parla di acquisto del vino e si fa vedere un carrello del supermercato: davvero DOC e DOCG hanno come luogo di vendita preferito la GDO?
13 Commenti
Alessandro
circa 4 anni fa - Link"i vini DOCG devono avere la fascetta...." Video imbarazzante fatto da un personaggio di pari livello
RispondiMaurizio
circa 4 anni fa - LinkBeh in estrema sintesi l'unica vera differenza che vale sempre è quella, ovvero l'obbligo della fascetta.
RispondiMoreno
circa 4 anni fa - LinkPer legge tutti i vini d.o.c.g devono avere la fascetta.
RispondiLanegano
circa 4 anni fa - LinkA quando un parametro di sostenibilità (reale e non farlocca e magari anche di minore solfitazione....) per le DOC e DOCG ?!?
Rispondivinogodi
circa 4 anni fa - Link...e perchè no con meno alcool ? ...il vero elemento nella soluzione che da : tossicodipendenza, danni epatici e renali , danni neuronali, agente mutagenico accertato e acclarato, disfunzioni sessulai in caso di abuso prolungato, euforizzante (in senso di pericolo in caso di guida oppure di lavori pericolosi che richiedono attenzione massima) ecc , ecc , ecc ... ma suvvia , ancora qui a parlare di ppm di solfiti nel vino? ...ma finiamola con questo mantra...
RispondiPaolo
circa 4 anni fa - LinkDirettamente dal Mabeth: " il bere si sa, causa tre cose [...]: naso rosso, gran voglia di dormire e pisciarella. La lussuria la provoca e la sprovoca; perché ne provoca, bensì, la voglia, ma ne impedisce poi l'esecuzione." Vuoi mettere con Tinto?
RispondiDamiano
circa 4 anni fa - LinkA_ nel 2020 qualcuno è ancora desideroso di finanziare 'sta roba ? B_ le docg premiano i risultati commerciali ? Ergo: ho perduto 4min della mia vita in cui avrei potuto degustare acqua del cesso
RispondiGiacomo
circa 4 anni fa - LinkLe docg premiano la qualità commerciale? Citofonare Angelo.
RispondiGiammy
circa 4 anni fa - LinkQuasi piu' antipatico ed insulso di quelli che presentano le ricette di Giallo Zafferano
RispondiStefano
circa 4 anni fa - LinkOggi lo faccio vedere ai miei bimbi di 7 e 9 anni, poi vi dico. Non vorrei però che poi volessero assaggiare!
RispondiFra
circa 4 anni fa - LinkVideo adatto ai neofiti del vino, chi ne sa qualcosa in più lo trova Inutile.. E'basic..
RispondiGiacomo
circa 4 anni fa - LinkLa precisazione fascetta/docg non è poi così scontata; anni fa, nel triangolo Barbaresco Treiso Neive, prima che arrivasse l’Uomo Bianco, vi erano due aziende vinicole dotate di ampio parcheggio, atto ad accogliere i pulmann delle pentole. Quegli sventurati pensionati lombardoveneti uscivano dalle cantine con la loro bella bottiglia di prodotto locale, con etichetta ma… senza fascetta. Sappiamo bene come è finita: in zona scoprirono il petrolio, e cambiò il mercato. Sempre pentole in fin dei conti, ma con dinamiche più raffinate. Una di quelle aziende esiste ancora, i figli enologici hanno fracassato le damigiane ed ora commercializzano il loro prodotto di onesta mediocrità con tutti i crismi di fascettame. Dell’altra non ho più notizie; erano molto simpatici, qualità decisamente rara in zona. Mi auguro siano ancora commercialmente vivi e lottino insieme a noi.
RispondiRolando
circa 4 anni fa - LinkQualcosa di diverso nel panorama ingessato della comunicazione vinicola ci voleva. Una grafica forse un po' troppo per adolescenti, ma nel complesso non mi è dispiaciuto, 3 minuti sono più che sufficienti (guardare i video di The Wine Show The Grand Voyage, ad esempio). Molto basic, come ha commentato qualcuno, giusto visto il target, che non è certo né il conoscitore né chi va ad acquistare sempre in enoteca. Il video non sembra spinto molto su YouTube, dove dopo 4 gg ha ancora solo 300+ visualizzazioni e 7 iscritti. Forse un lancio sulle stories di Instagram ci stava bene, ma dipende tutto dall'agenzia di media marketing
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