Chiude la rivista Il Mio Vino. Estremo tentativo di fronteggiare il panico tra gli appassionati
di Alessandro MorichettiDa piccolo sognavo di fare il giornalista ma credo di aver deposto le armi quando c’era da capire la differenza tra Il Mio Vino e Il Mio Vino Professional. Ad ogni modo, i tempi cambiano, i carciofini ci lasciano e Il Mio Vino chiude. A comunicarlo è il direttore, Gaetano Manti, il quale così scrive nella mail diffusa da poco:
Gentili signori,
E’ con grande rammarico che devo comunicarvi la chiusura della rivista IL MIO VINO.
Il deteriorarsi del mercato italiano HORECA a cui la rivista si è rivolta per più di un decennio, unito a una ormai cronica e gravissima situazione di ritardo nei pagamenti, ci ha costretti a prendere questa dolorosissima decisione.
Auguro a tutti gli operatori del settore ogni fortuna su i mercati di tutto il mondo e ringrazio di cuore le aziende che in tutti questi anni ci hanno sostenuto nei nostri sforzi di comunicazione.
Gaetano Manti
Quando un ciclo finisce, il dispiacere è lecito. Ci mancheranno Il Carciofino, Davide contro Golia e le tante segnalazioni di vini da comprare. O forse no.
19 Commenti
Andrea Gori
circa 11 anni fa - LinkAlessandro mi pare manchi una doverosa Hall of Fame del Carciofino...a parte Luca Maroni irraggiungibile, chi si colloca secondo? Mattei, Caffarri o chi altri?!?
Rispondishe-wolf very disappointed
circa 11 anni fa - LinkL'autore di questo post è una testa di Horeca :) :) :)
RispondiDavide
circa 11 anni fa - LinkNon ho mai dato credibilitá a questa rivista ma comunque dispiace quando un azienda chiude i battenti...mi sembra un'uscita di cattivo gusto.
RispondiDanieke
circa 3 anni fa - LinkIl cattivo gusto è solo tuo, probabilmente troppo alcool ti impedisce di far funzionare la testa
RispondiNicola
circa 11 anni fa - Linksommelier gattaro springsteeniano redattore de Il Mio Vino dal 2005 al 2007 risponde: l'idea era geniale, mentre farsi terra bruciata fingendo di essere la verginella in un mondo di baldracche è stato autolesionistico e irresponsabile per chi oggi è rimasto senza lavoro e senza carciofini.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - LinkMassima stima :-). In che senso geniale? Ho letto la rivista per qualche tempo, trovate interessanti ce ne erano ma poi un senso di monotonia e prevedibilità mi ha sopraffatto. Sono curioso di sapere come hai vissuto la tua esperienza dall'interno. Miao.
RispondiNicola
circa 11 anni fa - Linkgeniale è stata l'idea alla base della nascita delle varie testate de Il Mio Castello. Ovvero quella di una grafica immediatamente riconoscibile e di uno stile editoriale improntato alla divulgazione più estrema e alla massima semplicità di espressione per farsi capire subito anche dalla proverbiale casalinga di Voghera. E poi quel tocco dissacrante verso i soloni e i mostri sacri che piace tanto alla massa che non capisce una mazza di barbatelle e cuvée, che è poi quella che fa i numeri in edicola. Il problema è che nessuna casa editrice sta in piedi con le copie vendute,il destino di ogni rivista dipende dalla raccolta pubblicitaria, e questo vale per Il Mio Castello come per il nemico storico Bibenda, e allora finisce che il rischio marchetta è sempre dietro l'angolo, e hai voglia poi a gridare al mondo la tua verginità. I grandi si incazzano, le aziende scappano e ti ritrovi senza quei soldi che possono essere anche garanzia di professionalità, e la credibilità precipita innescando un circolo vizioso letale. Questo fino al 2008, ma da allora credo sia stata una lenta agonia durante la quale, a quanto pare, a nulla sono servite le incursioni sui mercati della Cina e degli Usa. Ad ogni modo dai un'occhiata a questo link, ci trovi tutto lo staff storico della rivista http://winerover.it/chi-siamo
RispondiVincenzo Geminiani
circa 11 anni fa - LinkMa c'è pubblicità su Bibenda? Io non me ne sono accorto, mi scusi. La ricevo in quanto socio ais e non mi ricordo ce ne sia.
RispondiDaniele
circa 11 anni fa - LinkOh mamma, quale altre riviste di settore restano in Italia? Non mi pare avessero grande concorrenza
Rispondifrancesco orini
circa 11 anni fa - Linkci sono enogea e pietrecolorate entrambe senza réclame
Rispondifrancesco
circa 11 anni fa - LinkBibenda viene inviata automaticamente agli oltre 40.000 soci Ais che rinnovano l'abbonamento all'associazione, se ne è discusso anche troppo fino alla noia : è giusto che una rivista di proprietà privata ( e NON dell'AIS ) venga venduta automaticamente agli associati, che pagano la bella cifra di circa 80 eurini all'anno ? Non sarebbe meglio se questa, o un'altra, fosse una pubblicazione ufficiale di proprietà dell' Ais ? In ogni famiglia ci sono dei " buchi neri " non chiari, ovvero ognuno ha i suoi " scheletri nell'armadio ". Ci ricordiamo il ricatto nei confronti delle 39 aziende che facevano pubblicità sulla rivista Il Mio Vino, come sono state trattate per due anni di seguito ( esclusione automatica dalla Guida o Giuda Bibenda ) ? Certe cose non si scordano facilmente e quando chiude una rivista che tratta di vino ( e carciofini :) dispiace sempre, segni della crisi ??
RispondiPaolo Cianferoni
circa 11 anni fa - LinkSe posso dire, la selezione in questo tempo di crisi è all'ordine del giorno. Negli ultimi venti anni di tutto e di più, ma non c'è spazio per tutti, ora. Penso che in tutti i campi la selezione stia piano piano premiando. Puó dispiacere per qualcuno. Ma anche no.
RispondiSilvia
circa 11 anni fa - LinkOggi come oggi l'unica cosa veramente importante sono solo i posti di lavoro che si perdono
RispondiMichele Biscardi
circa 11 anni fa - Linkpeccato.
RispondiGiulia
circa 11 anni fa - LinkSe dico che ultimamente investivo più volentieri cinque sporchi eurI per Il mio vino piuttosto che per Bibenda bestemmio? Era una rivista che sicuramente voleva porsi da contraltare rispetto alle Titolatissime, ma di certo apriva uno spiraglio su una serie di realtà delle quali altrimenti dubito si sarebbe parlato. È anche vero che non tutti i Sommelier possono permettersi di stappare calici da sogno ogni volta (vedi la sottoscritta...) e scovare una dignitosissima bottiglia a 5-15€ per una cena non mi fa propriamente schifo. Aggiungo anche che leggere solo di comparazioni da urlo di etichette d. M. (Leggi della Madonna) mi è poco utile ai fini didattici, e mi fa girare il girabile perché non voglio far parte di una élite saccente e spocchiosa.
RispondiDaniele Ravarotto
circa 11 anni fa - LinkQuando muore un giornale e una piccola parte di libertà che si perde . L'uomo puo anche questo, ma il pensiero vi assicuro rimane sempre libero... grazie a tutti quelli che hanno scritto e aiutato a formulare questo pensiero:-)
Rispondiennio lorenzo carena
circa 11 anni fa - Linkho letto per molti anni questa rivista. purtroppo aveva,credo per ragioni di marketing, perso quell'idea di partenza che era, secondo me, la sua forza. parlare bene di un vino ma, poterne anche parlar male. sparite le classifiche, il resto è pubblicità. seguendo il mio vino ho conosciuto ditte e realtà di tutta italia. vini buoni e buonissimi. peccato. mi mancherà.
Rispondigaetano
circa 11 anni fa - Linkgrazie per tutto. addio spero che ritornate online
Rispondialessandro
circa 5 anni fa - Linkscrivo a scoppio ritardato quando probabilmente non interesserà più a nessuno il mio parere, ho acquistato la rivista il mio vino per 5 anni consecutivi, sono partiti con la caduta degli dei, coraggiosi e controtendenza, attaccare i gota italiani nessuno lo aveva mai fatto, poi sono caduti purtroppo nella retorica dei servi della pubblicità, ogni vino che veniva presentato nella rivista e che aveva anche uno spazio pubblicitario era un 100 centesimi "wine spectator" questo mi ha indotto a non comprare più la rivista, e probabilmente è stata la scelta di tanti lettori. detto questo; poche copie vendute niente investimenti pubblicitari = si chiude PECCATO.
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