Asta Pandolfini | I supertuscan in assaggio fanno sempre una certa figura e non conoscono crisi

di Leonardo Romanelli

Non capita tutti i giorni di partecipare ad un’asta di vini: ora, per non rischiare, meglio non esserci durante l’esecuzione della stessa, non sia mai che un colpo di tosse, un improvviso crampo con la mano alzata, la distrazione di una bella fanciulla presente vi obblighi a comprare un lotto che nemmeno nei vostri sogni avreste mai pensato di tenere in cantina, svuotandovi però il conto corrente bancario. Sarà per questo che la casa d’aste Pandolfini di Firenze ha deciso di invitare un piccolo gruppo di giornalisti ed uno folto di acquirenti, ad una degustazione nella sua sede di Borgo Albizi a Firenze che precedeva l’evento, con la presenza di Piero Antinori e Renzo Cotarella a guidare una degustazione di alcuni dei loro numeri uno, ovvero Cervaro, Tignanello e Solaia. Annate diverse, anche meno recenti, con una presentazione interessante del territorio e delle varie caratteristiche climatiche.

A seguire buffet in piedi preparato dall’Enoteca Pinchiorri, con una trippa tra i vari piatti proposti che strappava l’applauso. A seguire l’asta, che si è conclusa, malgrado i tempi di crisi, con una generale soddisfazione: non pochi i lotti che hanno visto alzare il loro valore. Qualche esempio? Solaia Antinori 2008, una bottiglia da 6 litri, valutata 750 Euro e aggiudicata a 1.200 Euro. Pergole Pergole Torte Montevertine 2000 da 12 litri, valutata 550 Euro e venduta a 1350 Euro. Per quanto riguarda il Brunello di Montalcino, un lotto composto da 6 bottiglie di Case Basse Riserva Soldera 2001, stimato 500 euro ed acquistato a 1100 Euro. Tra i francesi, una bottiglia Magnum di Lafite Rothschild 1996, valutato 2100 Euro e venduto a 2400 Euro. Si replica ad ottobre.

CERVARO DELLA SALA 2001
Colore ancora dorato, leggero, bella luminosità. Il naso è colpito da note di zafferano accennate, minerale, pietra focaia, frutta bianca matura come pesca e albicocca. Bocca vibrante, soda, saporita, lunga, non larghissima, ancora viva. Finale in crescendo. 92

TIGNANELLO 2001
Rubino intenso, lieve cenni di granato sull’unghia. Profumi terziari, tabacco, cuoio, macchia mediterranea come alloro. Bocca morbida, succosa, lieve, tannini fitti ma dolci. Bel finale saporito ma non troppo potente, succoso. 91

TIGNANELLO 2008
Rubino, molto fitto. Naso fruttato, dolce, frutti piccoli, anche gomma, qualche lieve spezia, anche rosmarino. Bocca più vuota, sottile, tannini freschi, gentilmente puntuti. Il finale è medio, saporito, tocco di amaro. 87

GUADO AL TASSO 1998
Porpora alla vista, deciso, vivace. Aroma erbaceo, peperone verde grigliato, frutti di bosco in confettura. Bocca larga, dolce, densa, succosa. Finale saporito ma non lunghissimo. 86

SOLAIA 2001
Bel rubino deciso: al naso arriva subito con note dolci di ribes e lamponi, poi lievi nuances speziate. Bocca soffice, cremosa, tannini eleganti vellutati, fine. Succoso e largo, duraturo e di bella pienezza. 94

SOLAIA 2008
Porpora ancora vivo, deciso, forte. Al naso canfora, balsamico, mirtillo, frutto di bosco, poi erbe aromatiche e chiodi di garofano. Bocca viva, vitale, potente, intrigante. Finale saporito e lungo. 90

[Le immagini sono di Andrea Gori. Noi, sapete, siamo autorizzati ad usarle]

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

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