Un grande capitolo: il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese. Dove eravamo rimasti?
di Jacopo ManniIn un martedì afoso di fine maggio a Roma in Prati il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha riunito l’intellighenzia romana della comunicazione del vino per la seconda edizione di Talk ‘n’ Toast – Conversazioni sul Pinot Nero (per chi non è di Roma, Prati è un quartiere considerato chic, la famigerata Roma Nord, e in quanto chic è l’unico che può fregiarsi della preposizione “in” per indicarlo, per cui si va IN Prati e non A prati… anche perché andare a prati non era cosi chic).
Talk condotto alla grandissima dallo scoppiettante e competente duo composto da Filippo Bartolotta e Adua Villa, al quale è stato commissionato il compito di trovare una nuova grammatica comunicativa per questo territorio.
Perché ci sia bisogno di una nuova comunicazione sul Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese lo si capisce subito dai dati.
Il 75% del pinot nero italiano si coltiva in Oltrepò. In questo triangolo, incastonato tra Piemonte, Emilia e Liguria, dei 13.000 ettari vitati, 3.000 sono coltivati a pinot nero, confermandosi così l’area di maggiore produzione in Europa, dopo Borgogna e Champagne. Il primo pinot nero metodo classico è nato proprio, nel 1865, ma quando si parla di pinot nero italiano viene subito in mente l’Alto Adige, poi l’Alto Adige e come terzo in classifica magari qualche zona in Toscana.
Nella sessione di domande aperte del Talk mi sono permesso – davanti ai 29 produttori presenti, ai vertici del Consorzio e a tutti gli astanti – di paragonare l’Otrepò a uno sleeping giant, dalla famosa citazione dell’ammiraglio Ysoroku Yamamoto sull’attacco a Pearl Harbour nel film Tora Tora Tora del 1970. Potrebbe anche darsi che l’originale sia invece di Napoleone, che parlando della Cina sembra abbia detto: “La Cina è un gigante malato e addormentato. Ma quando si sveglierà il mondo tremerà”.
Ecco, questo è esattamente quello che penso io dell’Oltrepò Pavese e la conferma di quanto sia ancora dormiente l’ho avuto parlando coi produttori. Tutti estremamente gentili, timidi e davvero poco spocchiosi, quasi dimessi. Avete presente la grinta dei toscani? Ecco, quasi l’opposto.
Pensavo di averla sparata grossa e che mi avrebbero linciato e cacciato dalla sala e invece mi ritrovo questa stessa mia espressione in parecchi articoli, post e comunicati stampa che hanno seguito questo evento. Evidentemente sembra essere una disamina quantomeno condivisa.
Venendo ai vini, ho assaggiato tantissime belle cose e quasi tutte al femminile, aspetto non trascurabile.
I vini che mi porto a casa sono quelli di Tenuta Mazzolino, di grande eleganza con spunti nordici e balsamici, quelli poi di Conte Vistarino che lavora sulla via dell’eccellenza, con storicità e profondità (notevolissimo il loro Pernice) e infine uno dei produttori più piccoli della brigata, Alessio Brandolini, che dimostra nel bicchiere di avere una grandissima mano, facendo un lavoro di grande cesello e con una accuratezza maniacale che emerge in pieno ascoltandolo descrivere i suoi vini.
Insomma, se si sveglia l’Oltrepò dormiente, il mondo del pinot nero tremerà.
22 Commenti
Mattia Grazioli
circa 2 anni fa - LinkLa vocazionalità c’è, fuori di dubbio. I tre citati sono straordinari, ma ce ne sono a palate di bravi produttori, non solo di PN. Abbiamo terra, non ancora terroir… Ps. Buoni tutti, ma il mio è meglio <3
RispondiAG
circa 2 anni fa - LinkBello essere presi a termine di paragone per scortesia e spocchia....
RispondiAlessandro Morichetti
circa 2 anni fa - LinkSorry?
RispondiAG
circa 2 anni fa - Link' Tutti estremamente gentili, timidi e davvero poco spocchiosi, quasi dimessi. Avete presente il toscano medio? Ecco, quasi l’opposto.' Manni dixit
RispondiFrancesco Romanazzi
circa 2 anni fa - LinkDai non prendertela, sennò oltre che scortese e spocchioso ti daranno anche del permaloso :) Scherzaci sopra altrimenti non se ne esce, te lo dice un romano che quanto a bersaglio di pregiudizi non sta messo meglio di un toscano.
RispondiMattia Grazioli
circa 2 anni fa - LinkConcordo, un po’ di ego ipertrofico serve ad uscire dalla massa
RispondiPaolo
circa 2 anni fa - LinkDavvero in un articolo sul vino, sulle qualità (ancora) inespresse di un distretto enologico, si va a cercare la frase, l'inciso, la battuta che permetta di mostrarsi offeso: "a me spocchioso tu non lo diciiiiiiiiiiiiiiiiiii!"? Che pesantezza il mestiere del suscettibile professionale!
RispondiBT
circa 2 anni fa - Linki toscani hanno devastato questo paese https://youtu.be/2OaxjbYtuQU
RispondiAlessandro
circa 2 anni fa - LinkCondivido l'opinione che associa l'Oltrepo ad un gigante dormiente e spero che sia una rinasciata per questo territorio... la battuta sul toscano medio però non la condivido.. è una generalizzazione e un giornalista si dovrebbe astenere da opinioni soggettive. Potrei dire la stessa cosa dei lombardi, degli italiani o dei tedeschi sarebbe sempre un'opinione soggettiva che influenza negativamente il lettore. Spero ci possa essere una revisione su quel capoverso Un lettore
RispondiAlessandro
circa 2 anni fa - LinkCome mai il mio commento è stato cancellato? la mia critica a non generalizzare mi sembrava espressa in modo puntuale ed educato.
RispondiJacopo Manni
circa 2 anni fa - LinkIo amo la Toscana e i toscani, La mia era una metafora per spiegare la grandissima bravura, generalizzando ovviamente, che hanno i toscani nel sapere raccontarsi. I loro territori e i loro vini. La immensa bravura nel credere nel proprio lavoro creando una narrazione forte, decisa e ficcante. Parlando con produttori bravissimi dell’ oltrepo che presentavano i loro invece con tono troppo poco grintoso ho pensato di fare questa associazione. Non credo di avere offeso i toscani e la toscana, anzi gli do grandi meriti e pregi.
RispondiAG
circa 2 anni fa - LinkAhahah scherzavo!! In realtà siamo molto peggiori di quello che dici. Soprattutto quelli (tra i quali io) nati in due città (le altre 8 province ovviamente non esistono storicamente ed enologicamente per noi). Sempre scherzando , eh?!
RispondiAlessandro
circa 2 anni fa - LinkGrazie per la risposta.. però, a mio parere, questo amore per i Toscani non traspare dalle righe lette.. anzi.. Ripeto.. è una mio opinione.. di sicuro sbaglio
RispondiNic Marsél
circa 2 anni fa - LinkQuando sento la big babol nel pinot nero sinceramente non ce la faccio. Sarà un limite mio.
RispondiGiacomo
circa 2 anni fa - LinkEravamo rimasti a qualche pastrocchietto di cui si era occupata la cronaca. L'abbinamento Pinot con il toast devo dire però che mi garba.
RispondiDamiano
circa 2 anni fa - LinkHallelujah !!! dalle mie parti si dice che 'dopo tre fette hanno capito essere polenta '. Se gli oltrepadani avessero decima parte del piglio di franciacortini o trevigiani .....
RispondiMattia Grazioli
circa 2 anni fa - LinkLa cosa bella è che c’è spazio per essere i più fighi del villaggio! Io attendo qualcuno che sposti gli equilibri!!!
Rispondifranco
circa 2 anni fa - Link"Pensavo di averla sparata grossa e che mi avrebbero linciato e cacciato dalla sala".. manco gli avessi offeso la madre...
RispondiBT
circa 2 anni fa - Linkehhh io ne conosco di bravi. a me piace bruno verdi, scuropasso, torre degli alberi. ma mi piace restino meno noti...
RispondiPatrick Jane
circa 2 anni fa - LinkBene Verdi e soprattutto Scuropasso, ma il PN in Oltrepo' è diventato impossibile da coltivare seriamente, troppo caldo, si torni agli autoctoni che è meglio. I PN fermi fanno pietà. Ci sono altre zone più alte e fresche in Italia con ottimi, ma sporadici, risultati. E non penso alla fornace altoatesina o alla selva mugellana.
Rispondipiero
circa 2 anni fa - LinkPer cui avresti dei consigli per gli acquisti al di fuori del l'AA e del Mugello?
RispondiAlvaro Pavan
circa 2 anni fa - LinkValdobbiadene...
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