Reborn | Quando il ristorante diventa spettacolo (e non gira attorno a te)

Reborn | Quando il ristorante diventa spettacolo (e non gira attorno a te)

di Graziano Nani

Reborn è un unicum e lo capisci appena entri nello spazio Sensorium di Via Crocefisso. L’esperienza firmata Federico Rottigni e Giorgio Mercandelli non ruota intorno a te, come accade nei ristoranti dove propongono degustazioni “importanti” e sei tu a dettare i tempi. Qui sei uno spettatore, esattamente come a teatro o a un concerto. Entri, ti siedi e aspetti che inizi lo spettacolo.

Non ci sono tavoli ma un unico bancone. Dieci posti in totale, da condividere fianco a fianco con gli altri ospiti. Il percorso degli assaggi è uno, anche questo fa parte dell’esperienza. Niente menù dispersivi e opzioni innumerevoli tra cui perdersi. Il fatto di non dover scegliere, ma di potersi concentrare sull’esperienza, è quasi liberatorio.

Reborn
L’unica decisione da prendere è quella relativa ai tre percorsi di abbinamento. Uno, analcolico, è giocato tra kombucha e altri drink. Un altro propone bottiglie rare della collezione Giorgio Mercandelli. Il terzo, quello che ho provato, è costruito su diversi assaggi firmati Mercandelli: Orocoro Rosso 2017, Orocoro Bianco 2018, Lanthano Bianco 2013, “I” Rosso Riserva 2007 e “E” Bianco Riserva 2007.

Una volta preso posto sugli sgabelli, ci si trova faccia a faccia proprio con Mercandelli e Rottigni, lo chef, che vanta un percorso importante. Prima da Ernst Knam, poi a Villa Crespi con Cannavacciuolo, poi ancora a Palazzo Parigi, all’Hotel Gallia e da Château Monfort a Milano, dove ricopre tutti i ruoli di pastry chef, avvicinandosi a quelli di cucina. A seguire, il trasferimento in Norvegia, prima all’Hotel Lysebu e poi al Bristol.

Lo spettacolo inizia. Ogni passaggio del percorso, con ciascun piatto e il relativo vino, è raccontato da Federico, accompagnato da Giorgio. Poche parole di introduzione incontrano la massima concentrazione degli ospiti al bancone, ormai parte di una piccola platea.

Minuto dopo minuto l’esperienza prende sempre più le distanze da una cena giocando con tutti i sensi. Il primo è l’udito, gratificato da un impianto acustico impressionante, progettato per performare nell’ambiente ad altissimi livelli. Ogni assaggio ha un paesaggio sonoro differente, che funziona come un abbinamento sinestesico. Lo show è anche visivo, con spettacoli di luce che valorizzano i colori di ciascun piatto e vino. E poi si gioca con le mani, disegnando con la matita su un grande foglio.

La cucina è di altissimo livello, attraverso una tecnica chirurgica raggiunge picchi di raffinatezza ed espressività impressionanti. Tra i piatti di Reborn, tutti di matrice vegetale, mi colpisce la tartelletta di cioccolato con aglio nero fermentato e sorbetto di verdena. Sentori precisi, a fuoco, intensissimi. In abbinamento, Orocoro Rosso 2017. Si sente la mano di Giorgio Mercandelli, è un vino puro con un frutto che emerge splendidamente, e che in parte ha già trasfigurato i suoi sentori per lasciare spazio a note dolci e mature. Fantastico il pomodoro alla brace, servito con un assoluto di mandorla e una goccia di garum di polline.

“E quante belle valvole e pistoni, fegati e polmoni, e quante belle biglie a rotolar, e quante belle triglie nel mar”. A un certo punto passa Ottocento di Fabrizio De André, evoca un ritmo che fagocita tutto e non dà il tempo di soffermarsi. Valvole, pistoni, fegati, polmoni: oggetti, persone e parti del corpo come pezzi meccanici di un ingranaggio che non si può fermare. “Cantami di questo tempo, l’astio e il malcontento, di chi è sottovento, e non vuol sentir l’odore di questo motore, che ci porta avanti.”

Si intitola Ottocento ma io ci leggo il Novecento e oltre, fino ai nostri anni, con il XIX secolo ridotto a osservatore di un mondo regolato ormai su ritmi differenti. Questo riguarda anche il cibo. A volte ci concediamo cene e degustazioni anche importanti, ma quanto spesso riusciamo a viverle restando concentrati su quello che stiamo provando? In un susseguirsi di foto, messaggi WhatsApp per raccontare dove siamo, vicini di tavolo che passano e cambiano, la cosa più difficile è mantenere l’attenzione.

Qui con Reborn invece è possibile essere presenti a se stessi e a ciò che si sta vivendo. Perché è concepito come uno spettacolo, devi seguire, e senza renderti conto ti trovi in un riparo inaspettato dagli ingranaggi tritatutto della quotidianità.

Per me l’esperienza sta tutta qui, in questa condizione di rallentamento e liberazione temporanea. La rinascita, il Reborn, che poi è il concept dell’esperienza, per me ha una valenza filosofica ma rimane poi molto alto e teorico, perché non lo posso toccare con mano. Questo senso di pausa e sospensione, invece, mi è chiarissimo, e non devo pensarci, perché semplicemente lo sto vivendo.

Il percorso prosegue con una sequenza fatta di soli picchi e nessun calo. Della collezione Giorgio Mercandelli avevo già parlato anni fa. Sono vini che vibrano ed emanano una enorme vitalità fin dal colore e dal modo in cui riflettono la luce. La loro forza espressiva, ed è questa secondo me la vera cifra stilistica di Giorgio, arriva al palato tradotta in una raffinatezza estrema, quasi eterea. “I” Rosso Riserva 2007 è il miglior esempio di quello che voglio dire, un rosso fremente che esprime una enorme forza vitale sublimata in un’eleganza sottile.

E bianco

“E” Bianco Riserva 2007 di Mercandelli presenta una complessità rara, un’ampiezza che abbraccia sentori floreali, trame speziate e note eteree che emergono sullo sfondo come rintocchi. Servito insieme a quello che per me è l’apice dell’esperienza, un invito a concentrarci su ciò che di più semplice e grande abbiamo nelle nostre vite, il pane. Di grano naturale, con lievito madre e patate rosse, accompagnato da crema di verdure e legumi germogliati, olio all’aneto e burro di malga.

L’atto finale dell’esperienza, l’ultima delle tante occasioni della serata per fermarsi un attimo, e restare in ascolto. Approfittando di un tempo oggi sempre più difficile da trovare. Protetto, riparato, un tempo sospeso.

Reborn va in scena a Milano, in via Crocefisso 2, da martedì a sabato alle 21.
Il prezzo dell’esperienza con i vini di Mercandelli in abbinamento è di 148€.
In alternativa è possibile scegliere l’abbinamento analcolico, questa opzione costa 108€.
Con i vini della Collezione Giorgio Mercandelli, invece, l’esperienza costa 310€.

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Graziano Nani

Frank Zappa con il Brunello, Hulk Hogan con il Sassella: per lui tutto c’entra con tutto, infatti qualcuno lo chiama il Brezsny del vino. Divaga anche su Gutin.it, il suo blog. Sommelier AIS, lavora a Milano ma la sua terra è la Valtellina: i vini del cuore per lui sono lì.

25 Commenti

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Giuseppe Costantino

circa 1 anno fa - Link

Raramente mi è capitato di avere le idee così chiare dopo una "recensione". Questo ristorante è sicuramente in posizione di vertice tra quelli che non vorrò mai visitare.

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Con 380 euro mangiate da Colagreco, foppeddivvelo... E non vi dovete neppure sorbire il teatrino

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hakluyt

circa 1 anno fa - Link

Vuoi mettere "l’esperienza (che) prende sempre più le distanze da una cena" ???

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Brecht definiva "culinario" un certo tipo di teatro in senso spregiativo, ma qui si esagera!

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domenico

circa 1 anno fa - Link

Articolo scritto veramente bene. Degno di un racconto di Baricco, in stile Novecento. Devo ammettere, però, che nonostante la qualità dello scritto, l'esperienza mi sembra molto cara e di poca sostanza. Grazie comunque per un articolo scritto veramente bene.

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

....non capite ... è sviluppare il tema di "comunicazione sociale" , indispensabile . Pensa se qualcuno, prima di leggere la rece, fosse stato invogliato a fare questa esperienza culinaria . Grazie per l'articolo , illuminante e per certi versi pregno di senso civile . Ne avevo sentito parlare e una piccola tentazione .... che sollievo...

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...solo una curiosità : a parte il "percorso analcolico" , degno di un locale per gourmet sadomaso , e alla proposta bizzarra dell'Orocoro o Lantano per un menu da 150 Euro , quali sono i rari vini della Collezione Mercadelli ai quali aspiro conoscere per un sacrosanto anelito di scienza e conoscenza? Qualche esempio da acquolina in bocca?

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Tutte le volte che si associa Mercandelli a scienza un chimico muore...

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...Iodio , non sto morendo ma benissimo non mi sento...

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Anche io... :-)

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Mercandelli lo conosco soltanto attraverso la lettura del sito aziendale. Non ho bevuto i vini. Quindi, sui vini non posso dire nulla. Tranne forse qualcosa sui prezzi di questi vini. Ma su quello che dice nel suo sito aziendale posso formarmi un'idea? Posso avere un'OPINIONE? (Non una Verità ma una semplice opinione). Perché se uno Comunica qualcosa quello che viene comunicato può essere interpretato in vari modi da chi legge. ______ Anche questo ristorante di Milano l'ho conosciuto soltanto attraverso la recensione e poi leggendo qualche articolo sul Web. Non ho mangiato al Reborn(ma sul Web è più semplice trovarlo come Reborn-Dessert-Bar) E quindi, non posso parlarne? Non posso avere un'opinione su quello che ho letto di questo ristorante? __ Dico questo perché quando si esprime un'opinione negativa su un ristorante o su un cibo o una bevanda spesso si sente dire: ma non si può criticare senza prima aver mangiato, bevuto ecc...

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vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...per mia forma mentis , parlo di quel che conosco . Altrimenti mi taccio. Sono quindi grato quando leggo e riesco, comunque , ad informarmi , come con questo articolo . Che è ambiguo . Ambiguo perchè può istillare la curiosità in quei gourmant ( facoltosi) stanchi di un tran tran enogastronomico classico che si vogliono addentrare nei meandri del "gastrogotico" o dell'inusuale . Ambiguo , perchè la mia esperienza personale mi induce a non farmi male ( come tanti altri ) , riluttante per la teatralità che aborro in cucina ma attratto morbosamente dal mistero del "...Menu che propone bottiglie rare della collezione Giorgio Mercandelli..." che mi elettrizza come un cinghiale davanti ad un cesto di ghiande , sognando Cuvée Cathelin , Musigny o Latour centenari ad allietare proposte culinarie da orgasmo palatale che solo mi sogno a leggere questa rece ...

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Assolutamente d'accordo con vinogodi. Con l'aggiunta che i vini di Mercandelli li assaggerei solo se me li regalano. C'è la curiosità, sicuramente, ma c'è anche tanta fuffa new age e prezzi esagerati.

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marcow

circa 1 anno fa - Link

Ma le bottiglie di Mercandelli si possono acquistare: sul web ci sono i prezzi. E sul prezzo, anche se non si bevono i vini, si può avere un'opinione. ____ Sul ristorante, caro Vinogodi, mi sembra tu che abbia espresso opinioni diverse nei tre commenti e non ho capito bene: ma sono miei limiti. Condivido il fatto del teatro. Cioè se voglio lo spettacolo vado al cinema o al teatro. A ristorante vado per mangiare bene in compagnia e lo chef deve soltanto cucinare bene e ringraziare i clienti che hanno speso dei soldi nel suo locale, preferendolo ad altri ristoranti di Milano per quella sera. __ Attenzione, non esprimo giudizi negativi su chi invece apprezza questo tipo di ristorazione. __ Nel bell'articolo sulla temperatura del vino parlavo del potere della parola. ...E, infatti, anche in questo ristorante... valgono molto le parole... e te le fanno anche pagare.

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Iodio

circa 1 anno fa - Link

Boh, magari ho capito male io ma mi sembra che tutti diciamo la stessa cosa: articolo scritto bene, ma se mi avesse punto vaghezza di andarci, adesso, vuoi per il costo, vuoi per il teatro, vuoi per la fuffa, mi è passata la voglia del tutto. Con la differenza che io li giudico eccome quelli che preferiscono un percorso "viscerale", subìto, ad uno più partecipato.

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andrea

circa 1 anno fa - Link

Complimenti per l’articolo. Ero già incuriosito prima ora a maggior ragione vorrei provarlo. Certamente un posto non x tutti ma credo che un appassionato di cucina lo dovrebbe provare. Poi tale l’idea di cena è 200g di pasta e ciccia questo non è l’ideale

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Glenn Gould 64

circa 1 anno fa - Link

Lo spettacolo, il teatro,non lo cerco al ristorante... Personalmente intendiamoci. Poi i vini prodotti in modo: niente di niente ... Beh torniamo a bere i vini come gli antichi... A questo punto perché un ristorante così, non si mangia in terra, con le mani, e magari vestiti con una toga di pelliccia... Comprenderei meglio il senso di questo genere di "sensazioni"

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Giuseppe Zombiwine Balzano

circa 1 anno fa - Link

Credo che ci sia un po' di confusione, non nell'articolo ma nei commenti di chi probabilmente non ha capito o non vuole capire un concetto. Tutto è ciclico e come tale torna e oggi, noi tutti occidentali, viviamo in una società edonista e decadente . Ma questa è una esperienza misterica che va vissuta ( se si può ) per approcciare un mistero . I vini di mercadelli li ho assaggiati solo una volta e sarei curioso di potermi sedere a un tavolo a scoprirli . Infine chi ha detto che se voglio andare a teatro vado a teatro ? Andiamo oltre e per ricominciare a fare cultura sleghiamoci dagli obblighi culturali ! Ma mi rendo conto che spesso io ragiono su sentieri che vengono ignorati dai più .... In ogni modo meditate gente meditate

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Ale

circa 1 anno fa - Link

Oggigiorno pur di riscuotere clientela e pubblicità ti metterebbero sul piatto anche gli escrementi depurati! Finiamola con questi estremismi e pantomime! Chi è il protagonista in questo ristorante? Il Cibo? la musica? Le luci? il vino? non si capisce.. nulla da dire sull'articolo, ma sulla tipologia di ristorazione la lascio volentieri a mistici e talebani del genere. La ristorazione così come il teatro è altro.

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hakluyt

circa 1 anno fa - Link

"mi rendo conto che spesso io ragiono su sentieri che vengono ignorati dai più" fatti una domanda e datti una risposta...

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Vinologista

circa 1 anno fa - Link

Grande Zombiwine , mi ricordi Salvini nei giorni di grazia... 🤣😂

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Io i vini di Giorgio li ho bevuti e ribevuti. E hanno un loro senso. Sono estremi, sono paradossali, sono divisivi, sono difficili, sono spiazzanti. Possono piacere, emozionare, magari anche commuovere, come possono disturbare, deludere e rattristare. Per una cena del genere bisogna essere predisposti (molto...) ma non aspettarsi nulla deve essere la base.

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hakluyt

circa 1 anno fa - Link

Cioè tu mi stai dicendo che devo andare là a spendere più di 310 euro a cranio ma non mi devo aspettare nulla ??? Facciamo che anche il duo Rottigni/Mercandeli non si aspetti nulla che esca dal mio portafoglio...

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Giacomo

circa 1 anno fa - Link

Anche da Maria in Vico Testadoro buona parte dei tavoli è in condivisione. L'esperienza varia dai 7 ai 18 euro, se invece della bianchetta prendi un vino in bottiglia. Per chi vuole la buridda o lo stokke arrivare presto che sono piatti che finiscono subito.

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Lucas

circa 1 anno fa - Link

Molto interessanti i vini di mercandelli. Per la cucina non saprei. Mai provata. Riguardo al prezzo che dire...i vini di qualità sono stati sempre costosi. Qui scatta il lato personale...io spendo volentieri su un prodotto artigianale di qualita'....altri magari no

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