La Campania del vino rosso parla anzitutto di Campi Flegrei e Piedirosso
di Jacopo Manni“Napoli ed il mondo flegreo sono uniti da una medesima condizione: il conservare, a dispetto della modernità, un’irriducibile anima arcaica e l’essere continuamente fatti oggetto di saccheggio, degrado e barbarie. Ma vivere qui, significa stare in contatto con stimoli creativi forti. Per me è come ascoltare improvvisi echi, farsi portare per mano dal sortilegio“.
Queste sono parole non mie ma di un poeta e antropologo che nei Campi Flegrei ci è nato, ci ha vissuto e lavorato e li ha amati visceralmente, come Michele Sovente. In questa terra ardente anche la vite ha messo radici nel mito e nel tempo, e trovato uno spazio e una dimensione che gli ultimi assaggi ci stanno chiarendo essere sempre più importante e rappresentativa.
Nell’ultima edizione dell’ottimo Campania Stories, mi sono completamente innamorato di questa affascinante forza mistica e sensuale dei Campi Flegrei e del vitigno che secondo il mio gusto ne rappresenta l’essenza e la forza: il piedirosso.
Il vitigno nel nome richiama colorazione rossastra che prendono rachide e pedicello in maturazione, simili proprio alle zampe dei palombi. È chiamato infatti anche palombina nera o per’ e palummo.
Il piedirosso dei Campi Flegrei è teso, nervoso e dinamico, scattante e flessibile, plastico e materico. Un vino incisivo e essenziale che dimostra una forza e una vitalità che mi ha totalmente affascinato, con un retroterra in cui acqua, storia, mito e fuoco si mescolano. Dove il blu del mare incontra il rosso del fuoco e il giallo biancastro sulfureo, e dove le rocce piroclastiche, le ceneri, i lapilli e le pomici hanno creato terreni sabbiosi dove anche la fillossera è stata impotente di fronte al mito e alla storia di questi magici luoghi. Un vino che regala stimoli forti e che come una improvvisa eco ci prende e ci porta per mano tra i sortilegi di questa terra mistica e incantata.
Agnanum – Sabbia Vulcanica s.a.
Dolcezza rustica, carezza e sangue. In bocca intriga, entra potente e suadente. La frutta fresca è il filo e il finale tattile e espansivo è magno. 92
Cantine Carputo – Pèr è Palummo 2021
Sapori vinosi, prugna, succo e spezia. Ingresso e beva agilissimi. 89
Cantine del’Averno – Piedirosso 2021
Naso dove la frutta emerge con speziatura dolce nel finale verde. 87
Bosco De’Medici – Pompeii 2021
Naso giovane, fresco e boschivo. La bocca rustica e verde con tannino polveroso. 88
Astroni – Colle Rotondella 2021
Naso intrigante di spezia dolce e frutta croccante. In bocca ingresso deciso con bel tannino e acidità. 88
Martusciello Salvatore – Settevulcani 2021
Fumè, prugna succosa, mentolato. In bocca entra largo con un tannino ruvido e elastico. 87
Portolano Mario – Piedirosso 2021
Stile di sostanza e materia che lascia però il campo alla beva plastica. La bocca è piena e corposa ma mantiene una dinamica profonda e lunghissima. 92
Agnanum . Pèr è Palummo 2021
Un vino dirompente che cresce nella bocca e lascia la voglia di tornare. 93
Farro – Piedirosso 2020
Naso di rovo e spezie. In bocca spinge bene sui tannini. 88
Mustilli – Piedirosso 2020
Non campi flegrei e si sente nelle morbidezze più accoglienti anche in bocca con meno spigoli e più elasticità ma forse meno carattere. 87
Cantine del Mare – Terrazze Romane 2020
Naso di frutta semplice e bocca amaricante. 85
Casa Setaro – Fuocoallegro 2020
Ematico e forse troppo tecnico. 87
La Sibilla – Vigna Madre 2019
Salmastro al naso. In bocca cala di intensità. 87
Mustilli – Artus 2019
Naso di frutti di rovo con tannino delizioso. 88
Galardi – Terra di Rosso 2018
Sia a naso che in bocca merlotteggia, ma non lo capisco. Un vino ottimo ma non sembra piedirosso. 90 per il vino in generale ma 88 in questa batteria.
Cantine del Mare – Sorbo Rosso Riserva 2018
Naso gamayco e speziatura mediterranea. Rovo e bacche. In bocca agilissimo e elegante. 92
Contrada Salandra – Piedirosso 2018
Umile, composto ma ricco di emozione, profuma di rose e di propoli. In bocca ha un suo equilibrio straordinario. 94
Astroni – Tenuta Camaldoli Riserva 2017
Cupo, intenso e materico con note boschive dense e blusalmastro, ridotto. 86
[La foto panoramica è di Marina Sgamato]
1 Commento
Angelo D.
circa 1 anno fa - LinkQuanto è bello leggere dei Campi Flegrei con questo entusiasmo e apprezzamento. Opportuno però correggere non poche sviste di scrittura relative a nomi e denominazione, non fosse altro per consegnare ai lettori riferimenti certi e non approssimativi.
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