Maratona Ansonica | 42 assaggi in 4 ore per capire un’uva

Maratona Ansonica | 42 assaggi in 4 ore per capire un’uva

di Andrea Gori

L’ansonica è l’uva del corridoio tirrenico, la varietà che tocca le corde più intime di tanti vignaioli maremmani e dell’arcipelago toscano. Ha radici storiche profonde, una storia di successo affatto banale ma anche un futuro al momento poco decifrabile. Per capirla meglio ci siamo sottoposti ad una maratona di assaggi in quel di Orbetello durante la manifestazione annuale Sfumature di Ansonica organizzata da Emiliano Leuti, sommelier e agente innamorato del vitigno che si è trasferito dalla città eterna per stare più vicino a lei e Ais Grosseto.

Quarantadue assaggi per quattro ore di degustazione con tutte le tipologie e i prezzi immaginabili (dai 10 € ai 240 € dello “scandaloso” Colore Bianco di Bibi Graetz), in una maratona nella sala Ex Frontone a Orbetello. Quasi tutti gli stessi vini sono stati poi riproposti il giorno dopo ai banchi d’assaggio per operatori e pubblico, presi d’assalto fin dal mattino.

ansonica maratona uno
Con il senno di poi non c’è da essere sorpresi del successo, perché l’ansonica entra in una sfera molto personale di chi la coltiva e del territorio che la ospita. Si tratta, senza troppi giri di parole, di una eccezione nel panorama italiano e mondiale ovvero di un’uva da tavola prestata al vino e che fa nascere forse l’unico vero vino bianco tannico del panorama mondiale.

L’ansonica ha rappresentato per anni una risorsa economica importante come frutta da vendere sui mercati romani e non solo, e altrettanto da sempre è un vitigno che ha viaggiato tanto sia come uva che come vino (anche da taglio) in virtù dei tannini potenti che vengono estratti dalla sua buccia croccante e che la proteggono a lungo dall’ossidazione. È uva che non ha marcatori aromatici precisi o intensi e che pare quasi si sia incaponita a diventare vino, costringendo enologi, agronomi e produttori a confrontarcisi in maniera spesso ossessiva.

La maratona si apre con un intervento del professor Stefano Del Lungo del CNR, che sfata alcuni miti ormai non più supportati da prove sufficienti (come la parentela con il roditis greco), ma che ne precisa la presenza costante sulle rive del Tirreno, nel corso dei secoli diventato il terroir più diffuso, fino a prendere connotazioni locali a seconda che la varietà si sia trovata a crescere sul granito del Giglio o dell’Elba, sui terreni vulcanici di Capraia o sulla costa toscana (Maremma e Argentario) e laziale (Capalbio) o nell’immediato entroterra (si arriva fino al Montecucco, alle porte di Montalcino).
Al di fuori di questo areale la troviamo come inzolia in Sicilia, principalmente come uva da taglio per il Marsala, ma spesso in versioni agili e fruttate che hanno pochi tratti in comune con quelle toscane.

Sono quasi vini da mangiare, diversissimi da tutti gli altri bianchi, capaci di lasciare tracce in bocca uniche e difficilmente comparabili, anche perché mancano spesso le parole e il lessico specifico per descrivere questo tipo di vino bianco.

Riportiamo qui di seguito le note di degustazione e di contesto di tutti i vini partecipanti e per stavolta non ci mettiamo a dare punteggi. Segnaliamo però in corsivo le etichette davvero imperdibili per chi volesse provare a capire il vero potenziale di questo vitigno. Note in modalità flusso-di-coscienza.


Santa Lucia, perLapo 2020 Metodo Classico Brut – Maremma Toscana Doc – 12,5%, siamo a Fonteblanda con la famiglia Scotto dal 1980 che produce in tutto tre vini da ansonica compreso questo particolare metodo classico con 24 mesi di affinamento che usa il tannino per supportare la poca acidità e ottiene un vino piacevole, originale e paradigmatico anche per capire che sia un’uva poco adatta a questa tipologia e richiede attenzioni particolari se si vuole lavorarla in bollicina.

Santa Lucia 2022 – Maremma Toscana Doc – Santa Lucia – 13,5% crio macerazione 12/24 ore – solo acciaio – 5 mesi in vasca con periodici batonage, emergono i profumi classici e piacevoli di ansonica giovane, arancio lieve, floreale di campo, una idea di susina e albicocca, sorso delicato con tannino appena accennato.

Agricola Il Ponte, T-Lex 2022 – Ansonica Costa dell’Argentario Doc – 13,5% a Capalbio dal 1988 dal casale-cantina della famiglia d’Amico (di professione grandi armatori), 12/24 ore di crio macerazione, versione lieve e succosa, mandarino, timo e bacche rosse, sorso fresco e agile senza traccia di sensazione tannica apprezzabile.

Antica Fattoria La Parrina 2022 – Ansonica Costa dell’Argentario Doc – 13% tenuta in biologico quasi da sempre che produce anche 20 varietà di pesche (tra il resto), paradigmatica dell’approccio sostenibile e naturale in tempi non sospetti. Naso piacevole di bella intensità fruttata, ginestra, pesca saturnina, spezia e macchia mediterranea ma soprattutto un sorso dal piglio freschissimo figlio di un equilibrio ottima tra acidità tannino ed estratto. 

Cantina I Vini Di Maremma, Tramonto di Maremma 2022 – Toscana Igt siamo di fronte ad una Cantina Cooperativa di Grosseto che da poche annate produce ansonica in un catalogo di 10 etichette; attivi dal 1954, oggi la cooperativa conta 254 soci. Fermentazione a temperatura controllata in acciaio, 3 mesi sulle fecce fini, altra versione lieve ma piacevolissima con tocchi di albicocca e tratti di timo e menta nel retrolfatto semplice ma efficace.

Le Spighe, Gira Gira 2022 – Toscana Igt San Donato Orbetello – Giancarlo Francia ha un agriturismo e 7 ettari di vigneto. Questo vino nasce da vigna di 50 anni, uve macerate per 5 giorni a giustificare una bel colore intenso, note di elicriso, mirto, susina mirabelle, sorso di piacevolezza e ritmo ma molto classico con tannico ansonica presente a menare le danze.

Il Poderone, Tramaglio 2022 – Maremma Toscana Doc – 14% Magliano – cantina cooperativa 60 soci 100 ettari con solo vitigni autoctoni grande cooperativa sociale con tanti prodotti della terra, farine e olio. Guida in cantina Emiliano Falsini, criomacerazione 12 ore, sosta sui lieviti fino a marzo. Oltre frutto lieve anche canfora, anice, elicriso, sorso con bell’agrumato e salivazione importante.

Morisfarms, Amor 2022 – Maremma Toscana Doc – 13% siamo a Massa Marittima con questa azienda nata nel 1937 ma la famiglia Moris arriva dalla Spagna 300 anni fa. Ranieri Moris e Giulio Parentini. Non fa criomacerazione ma solo acciaio, una versione leggera agrumata, mandarino e arancio, sorso piacevole con tratti dolci a smorzare il tannino.

Il Cerchio 2022 – Ansonica Costa dell’Argentario Doc – Corinna Vincenzi con il figlio porta avanti questa realtà bio naturale e biodinamica estremamente attenta alla sostenibilità, colore molto scuro e ossidativo, crisantemo e ginestra, gelsomino passito, frangipane dolce, mandorle. Sorso che spiazza perché molto meno evoluto rispetto al naso, arioso con bel tannino piacevole e croccantezza di uva fresca.

Poggio Brigante, L’Oro di Giacomo 2022 – Toscana Igt – 13% Siamo tra Marsiliana e Scansano (Magliano in Toscana) 1952 nonno Enos fonda l’azienda agricola e produce vino solo per amici e dipendenti dell’azienda che fa anche allevamento da sempre. Nel 2000 Leonardo Brigante porta avanti i 20 ettari, di cui 2 dedicati all’ansonica, Il vino non fa criomacerazione, nasce nel solo acciaio ma ha colore molto ricco arancio e con traccia aromatica di macchia mediterranea  presentissima, resinosa e importante, vino originale e ricco, dolce sul finale, completo anche se finale non è freschissimo.

Vigneti Giole, “24” 2022 – Toscana Igt – 12.5% Giacomo Cortesi il titolare viene dal mondo della moda e pelletteria di qualità e qui in Maremma si è affidato ad Antonio Camillo. Questa è la sua versione lieve di ansonica e il nome deriva dal giorno di compleanno di Giacomo. Naso con floreale di tiglio, mandarino, ginestra, pompelmo, agilità e soavità e anche balsamico eucalipto a rinfrescare, buona dose di masticabilità.

Allori, Lacona 2022 – Elba Doc – 13% Parte sud dell’Elba, un tempo vitatissima, oggi pochi ettari solamente qui ma di pregio. Nota pepata e balsamica stuzzicante, frutto lieve ma distinto, susina e albicocca, tratto bello la salinità che emerge di rado per via del tannino ma qui quasi protagonista.

CapalBìo Fattoria, Filari di Luna 2022 – Maremma Toscana Doc – 12,5% Qui la macerazione comincia ad esserci e mostrare i suoi effetti: ricco e dorato, componente floreale tra crisantemo e ginestra, nota ferrosa e rugginosa piacevole, pepe, balsamico, sorso decisamente tannico, un tannino più leggero, candito e succoso rispetto al tannino dei rossi. Vino che comincia a poter essere definito “mangiabile”…

Celestina Fè, Ragià 2022 – Toscana Igt – 13% azienda molto nota per i Morellino quella di Moira Guerri, tra Cupi e Montiano. Vini non filtrati rispetto per la terra e degli animali, agriturismo. L’ansonica fa 5 giorni di macerazione senza controllo della temperatura, tanto impegno anche su ansonica, ha note particolari di curcuma e zafferano oltre i sentori mediterranei, mela molto matura, ribes bianco, canfora e balsamica molto bella a centro bocca, decisamente gastronomica.

Fontuccia, Caperrosso 2022 – Costa Toscana Igt – 13,5%  la famiglia Rossi e i suoi 5 ettari vitati sono una delle punte di diamante del Giglio e forse i vini più diffusi e rappresentativi con i loro 6 vini tutti a base ansonica. Questo Cru del Giglio dalla zona sud è il vino più ambizioso di Fontuccia e si mostra forse nella sua migliore edizione di sempre. La macerazione prefermentativa poi limitato contatto con le bucce in fermentazione consentono una estrazione di tante componenti ma limitando le componenti più aggressive. Questa 2022 è un vino incredibile e spettacolare, elegantissimo e caparbio, roccioso salino larghissimo con nota umami profonda e sfaccettata, albicocca arancio pompelmo rosa, mallo di noce, carrube, timo, elicriso, melograno, fieno, fragole, frutta appena matura, susina, albicocca, lascia al sorso ricordi indelebili e tanta meraviglia per come trasporta in una dimensione storica e naturale isolana appena lo bevi.

Provveditore 100 % 100 2022 – Maremma Toscana Doc – 13,5% Cristina Bargagli è la titolare determinata e brillante che ha voluto fortemente questo vino nella sua zona di Pitigliano dove l’ansonica spesso è uva da taglio, fondamentale per proteggere il blend con il suo tannino e struttura. In effetti salinità e umami di questo vino sono profonde “pitiglianesi” (famosi i vini che nascono dal tufo e timbrano mineralissimi il gusto) e ricche mentre il naso è dimesso all’inizio per poi crescere con precisione e progressione tra frutto e macchia.

Fattoria di Magliano  Brissaia 2022 – Maremma Toscana Doc – 12,5%  La famiglia Lenci dalle calzature al vino con 97 ettari dal 1997 a 250 m s.l.m., questa è una versione che fa solo acciaio con criomacerazione 12/24 ore prefermentativa. Floreale di campo, fieno appena tagliato, agrumi gialli, cedro, bella nota pepata.

Cantina Parasole, Strulli 2022 – Toscana Igt – 13% Siamo al Giglio, azienda condotta da Milena Danei che ha preso le redini dal nonno con alcune viti di oltre 50 anni, terreni granitici e piante ad alberello basso, 5 giorni sulle bucce. Ginestra e floreale caldo, note di orzo, toffee, quasi tostatura caffè, pepe nero, sorso trascinante e caparbio, tannino che sorregge ottimamente l’acidità e rivela la sua età giovanile nel bell’allungo, indisponente inizialmente ma poi si rivela.

Hortuli Hosiani 2022 – Costa Toscana Igt – 13,5% Siamo sopra la Cala Grande sull’Argentario con i fratelli Osio che dal 1932 producono uva da vino ma anche agrumi e olio evo. L’uva viene diraspata poi passa 24 ore in tino di acciaio e poi 2 mesi sulle fecce nobili con batonnage. Frutta di bosco bianca, ribes, nota gessosa, bella originalità, affumicata, vino dritto e composto profondamente territoriale, bellissime le note agrumate limone e lime, sorso con tono mediterraneo caldo ma ventilato e tanta spezia. Il sale nel finale lascia una sensazione bellissima pienamente minerale.

Cantina Vignaioli Scansano 2022 – Maremma Toscana Doc – 13%  Cantina cooperativa importante dal 1972, 170 soci per 700 ettari. L’ansonica viene prodotta con metà uve diraspata e fermentata con le bucce, l’altra in pressa con saturazione CO2. Intensa e ricca, non banale il naso mediterraneo, sorso con bel mix tra tannicità e frutto anche se è una versione più semplice di altre.

Cantina Denci 2022 e 2021 – Costa Toscana Igt – 12,5% e 14,5%  da vigneto sperimentale di Università di Pisa con Scalabrelli che selezionò viti spontanee di ansonica vicino Capalbio e conobbe qui il padre di Stefano Denci e insieme decisero di coltivare barbatelle selvatiche. Due annate in una mini verticale, due vendemmie molto diverse con molta mela e frutto, carrube e miele per la 2022 ricca e densa e più agile la 2021 con frutto quasi rosso nonostante sia più alcolica. Gestione tannino è precisa che si fa sentire senza occupare manu militare il palato. Interessante sentire come l’evoluzione in bottiglia renda tutto più spigliato ed equilibrato anche solo dopo un anno.

Famiglia Carfagna Vignaioli, Altura 2022 – Toscana Igt – 13% Vino mito che ha contribuito a portare l’ansonica nelle carte dei vini di ristoranti di altissimo livello, vendemmia fatta a mano generalmente nella seconda metà di settembre e poi trasporto in paese, fermentazione spontanea con le bucce come se fosse un rosso, non filtrato non trattato in alcun modo né chimico, ne termico, ne meccanico come tiene sempre a ricordare Francesco, il poeta. Vino senza compromessi, tripudio di spuma bionda e bergamotto, thè alla pesca, elicriso, mallo di noce, senape e resina, carrube, nota iodata, salsedine affiorante con volatile. Al sorso è carnoso e saporito, salino e roccioso, un sorso di territorio caldo ricco stupefacente dotato di energia pura e un guizzo speciale nel finale. Impossibile non amarlo!

Fattoria di Magliano, Brissi 2022 – Maremma Toscana Doc – 12,5% Ottenuto con criomacerazione per 100 ore con successive pigiatura e fermentazione spontanea, 15 giorni in contenitori ovoidali di cemento – maturazione sulle fecce – non filtrato. Al momento chiuso e tranquillo ma lascia intravedere sprazzi di bella materia e intensità speziata e balsamica, frutto reticente al naso ma ben presente al sorso di buona profondità.

Vigneti Giole, “1” 2020 – Toscana Igt – 13,5% La versione macerata di Giacomo Cortesi (realizzata con Antonio Camillo) è paradigmatica e succosa a partire dal bellissimo colore e poi con ondate di albicocca, miele, elicriso, salvia e finocchietto. Sorso da registrare ma discretamente terremotante già adesso.

Poggio Argentiera 2022 – Toscana Igt – Giampaolo Paglia fu tra  i primi a credere nell’ansonica vent’anni fa, e la sua ex azienda è tornata a credere nel vitigno da quando è entrata nell’orbita di Tua Rita. Questa è facile e immediata, agrumata, albicocca e pepata quanto basta, sorso lieve senza traccia di tannino ma sempre piacevole e riconoscibile come ansonica.

Tua Rita, Keyr 2022 – Toscana Igt Da un fazzoletto di uve apparentemente quasi centenarie derivanti forse da un vigneto napoleonico passa in anfora Tava e ne esce fine e misuratissima. Pesca e mela golden, pepe bianco, colore appena accennato perchè in anfora qui l’ossigeno non passa. Mandorle, frutta e piccantezza anche al sorso, delicato ma di carattere.

Azienda Agricola Arrighi, Valerius 2022 – Toscana Igt Antonio Arrighi è tra i più assidui sperimentatori all’isola d’Elba – autore del vino-fenomeno Nesos (che attira sempre più televisioni e giornalisti), macerato in acqua di mare – e produce anche questa ansonica in anfora dal bellissimo colore con naso mediterraneo e fruttato croccante senza ossidazioni. L’anfora ha il preciso scopo di equilibrare la struttura del vino per renderlo piacevole ed equilibrato e ci riesce benissimo.

Le Anfore di Elena Casadei, Ansonaco 2020 – Toscana Igt Siamo a Suvereto, all’interno di una linea di vini esclusivamente in anfora della famiglia Casadei affidata alla nuova generazione, Elena appunto. Note squillanti e prorompenti dal bicchiere fruttato floreale di rosa thea, mela candita, carrube, ginestra e fieno, lieve torrefazione, resina, sorso ricco completo tannico presente e corroborante, bel corpo adeguato all’idea che si vuole portare avanti.

Cantina Fontuccia, Cocciuto 2022 – Costa Toscana Igt  Torniamo al Giglio con questo Cocciuto figlio di una lunga macerazione sulle bucce, circa 6 mesi durante i quali la terracotta permette una costante micro-ossigenazione preservando i sentori più autentici. Il granito del Giglio si fa sentire anche se l’anfora ne addolcisce i tratti facendolo risultare più smorzato nel tannino, restituendo il territorio in maniera vivace tra zagara, elicriso, miele, tiglio e zafferano. Agile nonostante i muscoli il sorso.

Le Formiche 2022 – Ansonica Costa dell’Argentario Doc – 12,5% Esperimento biodinamico di successo per sole 3.500 bottiglie da 4 amici che realizzano un sogno producendo la loro ansonica  dopo una lunga ricerca dei vigneti giusti. Si tratta di una vecchia vigna vicino al mare all’Argentario, vinificazione con legno che risulta però quasi impercettibile, pressatura soffice grappolo intero fermentazione spontanea in acciaio e barriques usate. Naso quasi da meunier, mela annurca e floreale di campo, sorso di intensità e grazia notevoli con tannino sferzante, zest e zenzero, legno al palato aumenta tannino ma non va fuori equilibrio e piacevolezza.

Le Formiche, Integrale 2022 – Costa Toscana Igt – 12,5% Versione con acino intero dopo la diraspatura in macerazione per 10 giorni,  fermentazione spontanea in acciaio, sulle fecce fini in barriques usate fino alla bottiglia a dare un vino potente ma anche sottile, bergamotto e arancio, bel tratto mediterraneo profondo e un’idea di autenticità naturale che coinvolge.

Campi Nuovi 2021 – Maremma Toscana Doc Daniele Rossellini dal Montecucco pianta l’ansonica a quasi 500 metri per un passito ma finisce per rimanere stregato dalle sue potenzialità in secco. Questo vino ha fascino e ricchezza non comuni, esplode nel colore e nel sorso ricco di pulsioni mediterranee.

Mantellassi, Vegoia 2022 – Maremma Toscana Doc Appena uscito l’ultimo vino dedicato all’ansonica di questa storica cantina maremmana famosa per il Morellino, una parte delle uve raccolte surmature e una parte più fresche. Il mix è riuscito molto bene, ricco ma non pieno, arancio, karkadè, gelsomino e tiglio, albicocca e pesca nel finale. Sorso sorprendentemente lieve con componente tannica appena suggerita e bellissimo frutto con vaniglia nel finale.

Castellari Isola del Giglio Calzo della Vigna 2019 – Toscana Igt – 12,5% Tra i nuovi protagonisti il vino di Simone Ghelli e Desy dal 2012 dai vigneti Castellari, Saetta e Vernaccio fa 4 mesi sulle bucce – 6 mesi in tonneaux. 24 mesi in bottiglia, esce solo quando è pronto. Tra tutti è quello che lavora più sull’equilibrio e nel suo essere gigliese ma con eleganza da salotto buono, naso di macchia, elicriso, salvia, finocchietto, sorso granitico e forte, decisione ma mai brutalità. Lascia una sensazione di pace senza sfarzo, accarezza e schiaffeggia con folate di vento e tannino per poi risolversi in una atmosfera orange bellissima tra eucalipto, carrube e zagara. Facies da macerato ma bevibilità di grande bianco.

Bibi Graetz, Colore Bianco 2022 – Toscana Igt – 14% il vino più divisivo del lotto e non solo per il prezzo altissimo (240 €). Questa versione di ansonica (c’è anche Testamatta Bianco) fa fermentazione sulle bucce per 6/7 giorni poi 70% barrique 1° e 2° passaggio e 30% acciaio, le uve vengono dal piccolo vigneto con viti fino a 100 anni di età da Pietrabona. Vino da alta società, con vaniglia e legno molto presenti e totale assenza di macerazione e colore orange classico dell’isola. Soave, delicatissimo, floreale bianco gelsomino tiglio, talco e gesso, sorso delicato ma invitantissimo. Piace e se ne berrebbe a secchi in effetti ma lascia la sensazione di aver messo un poco troppo da parte il carattere granitico gigliese che abbiamo amato in altri vini. Indubbiamente vino divisivo ma che al di fuori del contesto ansonica può piacere tantissimo.

Il Cerchio, L’Indigena 2020 – Toscana Igt  Lunga macerazione e bello il colore intenso che preconizza il naso su mallo di noce, marrone, tra passito e macerato, autunnale quasi come sensazioni con canditi di arancia, sorso tattilmente fitto e intrigante.

Santa Lucia, Eroica 2021 – Ansonica Costa dell’Argentario Doc – 14% Fermentazione in barriques di rovere francese, no macerazione, maturato in barriques sulle proprie fecce fini per 8 mesi. Viene fuori bene il carattere dell’ansonica tra arancio, miele di tarassaco, erika e ginestra, sorso con legno corroborante che arricchisce e addolcisce il profilo dell’ansonica restituendo una ricchezza bella e fine.  Ottimo per dimostrare che il legno se dosato bene può sottolineare alcuni tratti di ansonica senza farla sparire.

Hans Werner Rodrian, Ansonaco 2022 – 15,5% vino amatoriale ma affascinante, rustico e arcaizzante, nasce da vigna bellissima su Cala Grande, incastonato su mare e granitico. Naso scuro e roccioso, ossidativo ma anche espansione di frutto candito, erbe aromatiche, sorso originale arcaico dal fascino notevole.

Campi Nuovi, Sorié Vendemmia Tardiva 2019 – Costa Toscana Igt – 15% Dal Montecucco un vino che mostra come l’ansonica possa essere una uva grandiosa da vinificare come passita perchè il tannino in bocca fa da azione equilibratrice dello zucchero. Naso di albicocca, pesca, pinolo e resina, sorso spettacolare e lunghissimo che non sarebbe difficile da immaginare anche su abbinamenti salati e di carne.

Il Cerchio, Dolce A Passito 2020 – Toscana Igt Torniamo a Capalbio per il finale: naso con albicocca e floreale giallo passito, liquiriza, carrube, timo, eucalipto e curry, in bocca ha un ingresso molto dolce e comportamento quasi da secco con mandorle tostate, noci, caramello salato.  Lunghissimo e affascinante.

Un percorso davvero lungo – questi 42 assaggi – ma la grande attenzione della platea ha reso il tutto una esperienza quasi mistica, tra suggestioni aromatiche e storie mediterranee dei protagonisti. Proprio sul Mediterraneo e sul legame profondo con la storia di questo mare e le civiltà enoiche che l’hanno abitato è incentrata la chiosa finale di Stefano Del Lungo, che mette ancora più voglia di leggere il rapporto finale su questo vitigno in uscita il prossimo anno.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

6 Commenti

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Andrea

circa 7 mesi fa - Link

Ho bevuto Ansonica Denci 2022 da Antonello Colonna al suo resort di Labico. Consigliata dal suo sommelier l'ho trovata molto interessante. Miele, albicocca uniti da una schiena dritta acida lunga che non finisce più. Queste ansoniche si fanno sempre più interessanti.

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Andrea Gori

circa 7 mesi fa - Link

Esatto! una scoperta continua, e l'impressione è che il vero potenziale per ora sia stato solo sfiorato...

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andrea celant

circa 7 mesi fa - Link

bell'articolo, fa venir voglia d'assaggiare questo vino! però sarebbe stato bello metterci i prezzi...

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Andrea Gori

circa 7 mesi fa - Link

Sono vini quasi tutti reperibili online , i migliori (evidenziati in corsivo blu) stanno in enoteca tra i 30 e i 50€, la maggior parte non arriva ai 18€ in enoteca e solo Bibi Graetz osa i 240€

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Gaetano Mattiuzzo

circa 7 mesi fa - Link

Ciao Andrea, non voglio entrare nella annosa ed inutile polemica naturale si, naturale no. Noto però che tra le Ansonica che segnali ve ne sono alcune che presentano delle importanti macerazioni. E' frutto di un tuo personale percorso che ti ha portato ad apprezzare anche questa tipologia di vino, oppure è dovuto ad una evoluzione dei produttori verso vini, comunque "artiginali", ma più corretti?

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Andrea Gori

circa 7 mesi fa - Link

Ciao Gaetano, direi che la macerazione per l'ansonica è un po' come per la ribolla. Essendo un'uva neutra aromaticamente è l'unica strada per avere un ritorno di aromi importante. Senza contare poi l'effetto tannino che li rende vini più unici che rari e originali in un panorama di bianchi poco caratterizzati e che dimentichi subito dopo averli bevuti. Al contempo tanti produttori cosiddetti naturali o artigianali hanno affinato la tecnica e hanno imparato a dosare l'effetto del tannino e l'eccesso di macerazione per evitare sgradevoli effetti di troppa secchezza in bocca.

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