La personalità

La personalità

di Daniel Barbagallo

Quando conosco o descrivo una persona, peso, altezza, colore dei capelli e degli occhi sono informazioni di massima che assai poco mi dicono o meglio che assai poco mi importano. Ciò che mi preme scoprire è se ha qualcosa da dire o se al contrario è noiosa, brillante, generosa o buona d’animo, se è colta ma boriosa o se ama condividere il suo sapere, se ha spessore o se è vuota e destinata a finire nel dimenticatoio. In poche parole, mi interessa che sappia farsi ricordare.

L’educazione e il modo di porsi sono anch’essi fattori fondamentali, in pratica penso sempre se con questo qualcuno o qualcuna passerei volentieri una serata o se dopo mezz’ora sentirei di essermi già rotto i coglioni. So già che ciò che sto per dire non troverà il favore di molti ma in fondo se avessi voluto piacere a tutti sarei nato bonifico.

Negli ultimi anni è cresciuto in me, trasformandosi da indifferenza a vero e proprio fastidio, l’approccio descrittivo dei vini: trovo che questa pratica ormai sia diventata più noiosa del libretto di istruzioni di un microonde. Non so che farci ma al quarto descrittore mi prudono le mani e sulla grana del tannino mi parte uno scazzo pari a quello che provo in aereoporto quando mi spostano di due ore il volo. Ogni volta che sento la PAI ringrazio il Signore di non poter entrare alla Coop a comprare un fucile a pompa.

Io del vino faccio una radiografia di pochi secondi solo per capire se incontra il mio gusto, poi però cerco di capire chi è, cosa ha da dire, in cosa brilla, quali sono le cose per cui merita un posto nella mia cantina. Che differenza ci sarà mai se nei profumi ci sono prugna o fragoline di bosco, quale il valore aggiunto se al pepe bianco sostituiamo quello nero? Chiaramente mi riferisco a vini buoni e non a un qualcosa che ricorda una pozzanghera, ma ormai siamo arrivati al punto che un descrittore o una nota in più valgono più della sua essenza.

Alcuni giorni fa ho bevuto un vino che se avessi dovuto valutare con i canoni classici sicuramente avrebbe ottenuto un risultato discreto ma il punto è che aveva un carattere in grado di offuscare le sue imperfezioni, anzi le esaltava. Ecco perché a me dispiace, e lo dico sinceramente, ma del giudizio di molti proprio non mi fido, non perché non siano ottimi degustatori, anzi, probabilmente sono pure migliori di me, è che proprio diamo importanza a cose diverse. Il che non è poco.

PS: i descrittori ovviamente servono così come servono le analisi dei vini, strumento principale di comunicazione delle caratteristiche organolettiche. Ricordandoci però che sono appunto un mezzo e non il fine dell’assaggio.

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

30 Commenti

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marcow

circa 6 mesi fa - Link

Condivido totalmente.

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Matteo P

circa 6 mesi fa - Link

Che potenza delle parole! Complimenti, non posso che concordare e schifare questo modo di approcciarsi al vino in modo standardizzato. Si esclude totalmente, il come si arrivi al prodotto, proprio come ad un interrogazione in cui lo scopo (disastroso) è la smania di dare un voto, (se negativo è meglio). saluti

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LucaB

circa 6 mesi fa - Link

Seguirono novantadue minuti di applausi (semi cit.) :D

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Vinogodi

circa 6 mesi fa - Link

...molto divertente/abbastanza incisivo/ mediamentevoriginale : 97/100 all'articolo ...

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Mattia Grazioli

circa 6 mesi fa - Link

Tutto ciò che ci circonda tende al compromesso; c’è chi sta bene a bere vini da punteggio e chi sta bene a bere vini che gli smuovono qualcosa. La cosa strana è che il degustatore medio(cre) cerca di imporre le proprie sensazioni a prescindere dal contesto. I vini straordinari sanno essere per pochi.

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Nelle Nuvole

circa 6 mesi fa - Link

Tutto ciò è buono e giusto ma fino a un certo punto. Se Daniel Barbagallo scrive di un vino " la voce tremolante di questo XYZ mi ha raccontato una storia di quelle che subito piangi poi capisci che la vita è bella proprio per questo" ci inginocchiamo tutti grati. Se la stessa frase la scrive un Signor Cacini qualunque, ci si straccia le vesti orripilati dall'approssimazione nel definire il vino XYZ senza alcun segno ch ne connoti le caratteristiche comprensibili ai più.

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Daniel Barbagallo

circa 6 mesi fa - Link

Grazie del commento , è il motivo per il quale certe espressioni tendo a riservarle per contesti dove bene o male chi legge mi conosce da tempo e mi riconosce ( magari non essendo d’ accordo ) una certa credibilità. Il nostro indimenticato Antonio Tomacelli mi spingeva sempre ad eliminare questo filtro pubblicando certe riflessioni anche su intravino . Gli promisi che lo avrei fatto è pian piano ci arriverò .

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Sandro Alfaroli

circa 6 mesi fa - Link

È quello che sta succedendo a tanti. Chi è diversi anni che beve con attenzione e non è una pietra non può che essere d'accordo.

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carolaincats

circa 6 mesi fa - Link

te pensa che io che non dico quasi mai niente se non uva/uvaggio/taglio vengo additata di non dire nulla. poi se mi dicono qualcosa faccio sempre la faccia di quella svampita.

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Vinogodi

circa 6 mesi fa - Link

...dare i voti non e' " dare i numeri"...

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Tommaso

circa 6 mesi fa - Link

Magistrale Daniel. Magistrale.

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Daniel Barbagallo

circa 6 mesi fa - Link

Grazie Tommaso , non sai quanto mi faccia piacere il tuo commento . Anzi lo sai .

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Vittorio

circa 6 mesi fa - Link

Condivido tutto. Aggiungo anche che anche certi accostamenti e metafore di alcuni degustatori mi danno noia. Come un assomigli a un pomeriggio al mare piuttosto che una colazione sull’erba proprio non lo capisco. Sulle analisi invece non condivido: certi valori devono essere anche il fine, agronomico o enologico che sia.

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marcow

circa 6 mesi fa - Link

Il LINGUAGGIO per descrive il vino(v recensioni, articoli, ecc...) è spesso oscuro(poco chiaro, incomprensibile) Ma le riflessioni degli ESPERTI(appartenenti ad aree diverse) su questo linguaggio specifico della comunicazione del vino sono altrettanto oscure(poco chiare): nel Web si trovano molti articoli quasi tutti di non facile comprensione. Alcuni(?poivelodico) richiedo uno sforzo di comprensione superiore a quello per capire la relatività di Einstein. ____ Mi permetto di segnalare, invece, un articolo di Silvia Gilardoni docente dell'Università Cattolica di Milano che ha il pregio della CHIAREZZA con l'unico difetto che è un articolo lungo e, in tempi di ... TWITTER-&-Tik Tok: 1,677 miliardi di utenti globali Tik Tok nel 2023, con 1,1 miliardi di utenti attivi mensili ... questo, purtroppo, è diventato un grave difetto. ____ Questo è l'articolo e il link: "DESCRIVERE IL VINO: ANALISI SEMANTICO-LESSICALE DI UNA TERMINOLOGIA SPECIALISTICA" SILVIA GILARDONI Docente Università Cattolica Milano https://www.academia.edu/resource/work/29609361

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Vinogodi

circa 6 mesi fa - Link

...Marcow, grazie per il link...confesso: arrivato, faticosamente, alle "combinazioni sintagmatiche" e "orpelli da associazioni soggettive" avevo la lametta pericolosamente vicino al polso sinistro e ho deciso di finire di leggere con piu' calma stasera prima di un sonno ristoratore. Di spunti di riflessione ce ne sono, ma non sono cosi' semplici da digerire ... alla faccia del linguaggio autoreferenziale della "critica ufficiale"...

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Fabrizio

circa 6 mesi fa - Link

Bè che dire , sono ben felice di incontrare sempre persone che vedono il mondo enologico nel modo più elastico e diverso rispetto alla massa. Spero si arrivi anche a parlare di temperature di degustazione dei rossi per una giusta strada!!!!!!

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marcow

circa 6 mesi fa - Link

Tutti abbiamo applaudito l'articolo. Ma è probabile che ognuno abbia interpretato l'articolo in modo diverso. E ci sono dei passaggi dell'articolo che andrebbero ulteriormente sviluppati e chiariti. Detto questo mi soffermo su alcuni commenti che esprimono, secondo me, dei concetti importanti(anche in questo caso è una mia personale interpretazione) Nelle Nuvole esprime l'esigenza di fornire al lettore-consumatore anche delle informazioni il più possibile obiettive su cui farsi un'idea dei vini descritti. Informazioni utili per fare, eventualmente, una scelta di acquisto. Ripeto è una mia personale interpretazione del commento di Nelle Nuvole che potrebbe aver voluto dire altro. Proseguendo in questo senso arrivo al commento di Vinogodi: "…dare i voti non e’ ” dare i numeri”…" che è anche più sintetico di quello di Nelle Nuvole. E, ripeto, questa è soltanto una mia personale interpretazione. In un altro dibattito Daniel Barbagallo, replicando a un mio commento, esprimeva un'opinione negativa sui punteggi. Al contrario io penso che i voti siano importanti e rappresentano per il 96% dei consumatori-bevitori di vino l'informazione più importante, insieme al prezzo, su cui basano un acquisto di un vino che non conoscono. I voti sono la più grande invenzione di Parker e uno dei motivi per cui resterà nella storia del vino. Per concludere, cosa ho apprezzato di più dell'articolo di Daniel Barbagallo? Il ridimensionamento dell'analisi descrittiva dominante e, in particolare, di quella olfattiva e aromatica che, secondo me, il 96% dei consumatori-bevitori italiani ... non legge ... e non capisce. Ripeto, per la massa, è importante il voto. Tutto il resto è un contorno retorico.

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Vinogodi

circa 6 mesi fa - Link

...se Draghi ha piu' legittimazione politica internazionale rispetto a "Giggino" Di Maio, un motivo ci sara'. Se il giudizio di Parker ha maggior valenza, come impatto di mercato, rispetto ai pur divertenti arzigogoli di Luca Maroni , penso sia legittimato da una situazione oggettiva misurabile. Se il giudizio di Marco Manzoli, in Langa, sia preferito dai produttori rispetto a quello di un Galloni o Monica Lerner qualunque, e' condivisibile (risatina...). Dare I giudizi, ripeto, non e' dare I numeri, cosa che e' ormai strafrequente sul web o docials, veicolati dalle centinaia di eno-influencers da quattro soldi ...ahem...quattro bicchieri ( o calici...)...

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marcow

circa 6 mesi fa - Link

Tralasciando Draghi e Di Maio che hanno lasciato l'Italia peggio di come l'hanno trovata quando hanno governato. Condivido il ragionamento. Riassumendo ognuno si sceglie gli ESPERTI a cui dare più fiducia. È inutile ripetere quali sono le qualità che, secondo me, deve avere un Esperto che valuta i vini. In generale come affezionato lettore di Intravino penso che ci siano anche qui degli ottimi degustatori tra cui, per fare un esempio che non vuole escludere altri bravi, Andrea Gori. Vinogodi, per quanto riguarda l'articolo della docente dell'Università Cattolica, condivido. C'è una terminologia specialistica che rallenta la comprensione. Anch'io ho provato delle difficoltà ma, in generale, non è un testo difficilissimo e, comunque, va riletto con calma in più momenti. Grazie, Vinogodi, per avergli dato un'occhiata. Saluti cordiali

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VINOLOGISMO

circa 6 mesi fa - Link

Aggiungo che alla Lidl i fucili a pompa costano meno...:))))

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Francesco Fabbretti

circa 6 mesi fa - Link

Bello il post anche se mi viene da chiedermi se tu Daniel abbia fatto o no un corso da sommelier. Non fraintendermi, anche io sono del parere che questi corsi o anche i Master non cambino la vita, le mia domanda nasce dalla prima lezione del primo livello del corso AIS: in quell'occasione il presidente dell'associazione a cui appartenevo ci anticipò che avremmo imparato ad usare la scheda di analisi organolettica, sottolineando che la sua utilità stava nel dare (non usò queste precise parole ma il concetto era quello) uno strumento schematico da cui partire per iniziare ad analizzare i vini. Ci disse anche che se avremmo avuto il piacere e l'occasione di lavorare in questo mondo, lentamente ci saremmo lasciati alle spalle quella benedetta/maledetta scheda perchè avremmo maturato una cultura enologica in grado di passare dalla schematizzazione di un vino al suo racconto. Ecco perchè mi domandavo se avessi fatto il corso da sommelier, perchè il corso lo spiega chiaramente che quella scheda è solo l'inizio, un inizio che comunque ha delle discrete praticità: se tu mi dici che percepisci una prugna cotta in un vino, o una fragolina di bosco, mi stai dicendo sinteticamente due cose molto chiare. Nel primo caso mi stai parlando di un vino probabilmente generoso, opulento, magari glicerico e orizzontale; nel secondo di un vino più fresco, fine e verticale, Insomma, se ci sentiamo al telefono e tu mi dici una cosa o l'altra mi dai già delle indicazioni che potrebbero invogliarmi (nel secondo caso) o scoraggiarmi (nel primo caso) ad acquistare quel vino

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Daniel Barbagallo

circa 6 mesi fa - Link

Ciao Francesco , si ho fatto tutti i tre livelli più di vent’anni fa , nel mio scritto dico che un elenco di descrittori tipo lista della spesa a me sembra poco utile . La formazione serve se si vuol sapere di cosa si parla (non ne ho mai fatto mistero ) il punto per me è come là si usa . A mio avviso buona parte della comunicazione del vino risulta noiosa e ripetitiva ed aggiungo che anche molti produttori da me visitati sono d’ accordo con me . credo che un buon insegnante , divulgatore , giornalista debba oltre insegnare puntare a far scattare la scintilla della curiosità in chi lo ascolta e questo capita assai di rado . Personalmente il complimento che più mi fa piacere non è “ quanto sei bravo “ ma “ mi piacerebbe bere quella bottiglia con te “ . Li sento di aver fatto qualcosa di buono e di aver dato voce al vino a cui manca la parola . Grazie e a presto .

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Francesco Fabbretti

circa 6 mesi fa - Link

Ma stiamo dicendo la stessa cosa. Quel vocabolario nasce sotto forma di scheda schematica e ha quella valenza. Quando si studia, in generale, si ricorre spesso a schemi, mappe concettuali, per mettere ordine e avere un rigore logico nell'esposizione dell'argomento studiato. Poniamo che tu studi in questa maniera gli uffizi e poi ti trovi a dover condurre una visita guidata agli uffizi: ovviamente, tenendo a mente la mappa concettuale, utilizzerai un processo di arricchimento di quella mappa, trasformandola in un narrato avvincente e coinvolgente (e magari non userai nemmeno mezzo termine della suddetta mappa). Detto questo, quella mappa, la scheda, usata tra due sommelier che la conoscono, permette in 30 secondi di intendersi riguardo alle caratteristiche del vino, ma è un plus che funziona solo tra persone che condividono il codice semantico della mappa. Insomma, io direi "non buttiamo via l'acqua sporca con il bambino dentro"

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hakluyt

circa 6 mesi fa - Link

Prima o poi qualcuno dovrà spiegarmi cosa significa (in parole povere ed in modo convincente) che un vino è "orizzontale" o "verticale"...

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Francesco Fabbretti

circa 6 mesi fa - Link

non è esaustivo ma un vino elegante e scorrevole, on un PH basso in linea di massima viene definito verticale (e sottolineo il "in linea di massima"), un vino con un PH più alto (comunque inferiore a 7), ampio, rotondo, opulento viene definito orizzontale. Prendi il Primitivo Es di Gianfranco fino e il Rosso Fanino Serragghia di Gabrio Bini e senza troppe chiacchiere capisci la differenza tra vino verticale (il secondo) e orizzontale (il primo)

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Nuovo corso Friulano

circa 6 mesi fa - Link

È invece molto esaustivo a livello pratico, il Primitivo Es di Fino credo sia il vino più mostruosamente noioso che ho assaggiato negli ultimi vent'anni.

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Vinogodi

circa 6 mesi fa - Link

...concordo in entrambi i casi. Se apprezzo i vini di Giotto per l'eccezionale rapporto qualita'/prezzo, la reperibilita' senza patemi e quelle piccole imperfezioni da vino contadino che piacerebbero tanto al compianto Veronelli e ai turbovinnaturisti ( anche se il Rosso Fanino e' il suo vinello ...sentite il suo Carignano) , non concordo con NcF per l'ES di Fino ( ancor piu' la sua Riserva etichetta rossa) , un vero caterpillar..." orizzontale" ...e ai fighetti che vadano di Les Amoureuses...

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Nuovo corso Friulano

circa 6 mesi fa - Link

Quando in degustazione ho assaggiato l'ES purtroppo di Chambolle avevano finito tutto...se no mi sarei infighettato volentieri...

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Nuovo corso Friulano

circa 6 mesi fa - Link

Orizzontale, piatto e monocorde. Verticale, dritto e multicorde.....ci ho provato....

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Nuovo corso Friulano

circa 6 mesi fa - Link

Non so se sono stato convincente, ho quasi la certezza di aver utilizzato parole povere ( risatina)....

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