Il prossimo investimento in vino che farete sarà in criptovaluta

Il prossimo investimento in vino che farete sarà in criptovaluta

di Intravino

Molto probabilmente la prossima auto che comprerete sarà acquistabile in criptovaluta e il più grande marchio di abbigliamento sportivo del mondo (la Nike) ha appena esteso il copyright dei propri abiti e calzature anche per la vita online, metaverso di Facebook compreso. In questo scenario acquistare una cena stellata con vini di prestigio a Dubai in ethereum non dovrebbe sembrare qualcosa di fantascientifico tanto è vero che il primo evento (sold out in poche ore) del genere è appena accaduto lo scorso 8 novembre con la sommelier Anna Paclet a far degustare vini agli ospiti presenti da tutto il mondo.

Non solo, nel corso della stessa serata è stata presentata al mondo la Italian Wine Crypto Bank (sede a Hong Kong ma tecnologia residente a Dubai, direttore Rosario Scarpato), banca del vino che emette “token” (gettoni virtuali, chiamati Iwb) il cui valore e la cui trasferibilità sono garantite dalla tecnologia blockchain ma soprattutto dal fatto che per la prima volta la valuta non è così “eterea” e immateriale in quanto ha un controvalore in vino fisico. Nella serata stessa poi è stato “generato” un token specifico “Ciao Bella!” come ricordo della serata che è già entrato nel circuito di token acquistabili.

Del resto il vino è una delle forme di investimento più in voga e più remunerative degli ultimi anni con ritorni importanti: a leggere il Live-Ex, indice di rivalutazione delle bottiglie più quotate nelle aste mondiali il vino pregiato italiano cresce quasi del 20% ogni anno (contro il 10% di quelle francesi che partono da quotazioni più alte) e non sorprende che le criptovalute e il loro potere seducente e futuristico si avvicinassero a questo prodotto. Ormai sono 221 milioni le persone che hanno nel loro portafoglio una qualche forma di criptovaluta e sono soprattutto giovani dai 35 ai 44 anni perlopiù impiegati in finanza, tecnologia e con un notevole potere di acquisto. Per loro investire in vino usando bitcoin o ethereum è semplice e immediato ma finora mancava una moneta con un valore legato appunto al vino stesso.

Se vi sembra tutto troppo virtuale vi possiamo capire ma il meccanismo di funzionamento è meno “etereo” di quanto sembri. Infatti IWCB acquista da aziende italiane di notevole pregio bottiglie di vino in parte in valuta corrente e in parte rilasciando token alle cantine stesse e mette sul mercato l’equivalente in controvalore dei vini stessi.

Quando comprate un token emesso da IWCB acquistate in pratica un tot di bottiglie stoccate in un magazzino in Italia e in ogni momento è possibile riaverne fisicamente indietro bottiglie equivalenti con la possibilità di scegliere in una lista (parziale) che comprende Allegrini, Arnaldo Caprai, Baracchi, Barattieri, Boroli, Casa E. di Mirafiore, Castello di Perno, Castello Di Querceto, Elena Fucci, Fattoria La Magia, Incontri Organic Wine, Macchie Santa Maria, Marchesi Mazzei, Mocali, Planeta, Podere Il Carnasciale, Poggio al Tesoro, Salvatore Molettieri, San Polo Montalcino, Tasca d’Almerita,  Tenuta L’Impostino, Tua Rita, Vini Franchetti Tenuta di Trinoro, Passopisciaro, Sancaba, San Filippo, e ancora Banfi, Barone Ricasoli, Casa Raia, Cortese Giuseppe, Fontanafredda, Macondo, Negro Giuseppe, Poderi Gianni Gagliardo, Sordo Giovanni, Tenuta Cucco e, Tenuta Setteponti. In pratica si tratta di comprare vino ma piuttosto che muovere vetro e liquidi (e preoccuparsi di conservarlo) si spostano solo criptovalute e codici numerici che corrispondono a vino fisico prima o poi fungibile in maniera diretta.

Nel frattempo la IWCB usa i fondi e il potere di acquisto del suo portfolio per investire in acquisto e rivendita del vino stesso generando profitti, bonus e rivalutazione per i possessori dei token che in pratica si dovrebbero trovare dopo qualche anno ad avere un accresciuto valore per i loro token (se volete cominciare ad acquistarne ricordiamo che la finestra è aperta fino al 6 dicembre). E avere in tasca virtuale del vino potrebbe essere merce di scambio pregiata anche nel momento in cui ci troviamo a comprare altri tipi di beni, non solo grandi bottiglie. Male che vada, visto che sempre di investimenti stiamo parlando,  con gli Iwb in futuro potranno essere utilizzati anche per comprare vino dai produttori stessi e come avete visto qualcosa di interessante potreste di sicuro trovarlo lì dentro.

Nel frattempo per avere un assaggio di futuro e capire come funziona una cena IWCB abbiamo seguito Anna Paclet che insieme a Simone Luca Gagliardi , direttore del Capital Club Dubai, ha abbinato i vini ad un menu speciale preparato dagli chef stellati  Heinz Beck, Paolo Gramaglia, Max Mascia, Sara Preceruti, e Sergio Vineis. A detta di Anna è stato un stato un evento visionario che ha legato per la prima volta due mondi affini: l’arte, il vino ed il fine dining sintetizzandoli in un NFT dal valore unico. Il pubblico era curioso e stimolante e i vini italiani serviti hanno incantato e fatto sognare i presenti a dimostrazione che la tecnologia può essere un’alleata del vino italiano davvero formidabile. E’ stato un successo talmente grande che già  dovrebbe trasformarsi in un tour mondiale. La prossima tappa?  Qualche voce parla di Nairobi… preparate i vostri wallet!

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3 Commenti

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...cagate: il vino va bevuto e goduto...

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Enologo64

circa 2 anni fa - Link

Condivido in pieno! Il vino è fatto per dare piacere in questo mondo rovinato dalla tecnologia. Amo il vino ma rifiuto smartphone, tv, carta di credito, Amazon e via dicendo.

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Marco

circa 3 anni fa - Link

Costituendo una sollecitazione all'investimento, questa pubblicità non è probabilmente legale nel modo in cui è formulata....

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