Fare o non fare il corso da sommelier?
di Andrea TroianiPiù o meno in questa stagione prendono il via i corsi per sommelier delle diverse associazioni del settore. AIS, FIS, FISAR (solo per citarne alcune, elencate in stretto ordine alfabetico) aprono le porte dei grandi alberghi cittadini agli appassionati ma anche a chi lavora nel settore o aspira a farlo.
Nel 2016, ci sono cascato anche io.
Come spesso mi succede la decisione è stata ponderata, valutata, soppesata e sudata.
Sarà un convivio di vecchi tronfi ed enfatici con il panciotto e il tastevin al collo? Sarò in grado di identificare questo benedetto cardamomo? Ma questi 2.000 euro non sarà meglio investirli direttamente in belle bottiglie e conseguenti bevute?
Alla fine la decisione è presa. Al bancone dell’enoteca Il Territorio, su suggerimento dell’amico Roberto Dominici, oste e sommelier di raffinata sensibilità e grande esperienza, rompo gli indugi.
Il corso si fa, sì, ma dove? E via a ponderare, valutare, soppesare e sudare.
Pianifico la mia strategia di selezione:
1. consultare il sito web per leggere docenti e programma del corso;
2. scrivere e-mail per chiedere informazioni;
3. valutare distanze delle diverse sedi;
4. parlare con amici più o meno distanti diplomati nelle diverse associazioni, federazioni, fondazioni, ecc.
Tra chi non risponde alle e-mail, chi non ha info sul sito e le diverse esperienze raccolte in giro, la selezione diventa complicata.
Comunque scava, scava, decido la mia strada e scelgo.
La ragione è certamente nella bella e comoda (per me) sede, nella fama di alcuni docenti, ma c’è di più. L’aspetto sociale è centrale nel vino e, per me lo è stato anche per la scelta del corso. Ho optato quindi per chi, nella mia città, garantiva il maggior numero di eventi, il maggior numero di appassionati, e di conseguenza la maggior socialità intorno al corso stesso.
Deciso.
Pago la mia prima rata, ricevo i testi e comincio a contare i giorni. La prima lezione spazza via i dubbi e le domande che mi avevano fatto compagnia. Di tronfia enfasi non c’è traccia (i tastevin invece ci sono), l’atmosfera è molto informale, la platea variegata per aspetto, estrazione, età.
MI piace.
Sul palco dei docenti si alternano persone, uomini e donne, di grande competenza ma, soprattutto, con la voglia di raccontare un mondo senza inutile ampollosità ma con quella scanzonata competenza propria di chi le cose le conosce davvero. Quindi: vigna, cantina, vitigni nazionali, internazionali, abbinamenti, esame finale, diploma, e passano 18 mesi in un sorso. E si comincia.
Si comincia a spendere per inseguire la curiosità, a ingrassare per inseguire il gusto, a confrontarsi per inseguire la conoscenza. E poi si ricomincia. Quindi se mi domandano, come accade in questo periodo: “Che pensi dei corsi per sommelier?”
Posso solo dire: se potete fatelo. E fatelo subito.
37 Commenti
anto
circa 6 anni fa - Linkassolutamente d'accordo! una delle esperienze più belle e formanti della mia vita!
RispondiNicolò Seminara
circa 6 anni fa - LinkSono alla 4 lezione del 1 livello del corso AIS della mia città (Treviso). Eccellente e coinvolgente. Non posso che sottoscrivere appieno le parole di Andrea Troiani. A tutti gli aficionados del vino: fatelo se potete! PS. Informazione di contesto: sono un felice pensionato di 65 anni che di mestiere faceva il medico, nulla di più lontano dal mondo del vino e della ristorazione
RispondiRossella
circa 2 anni fa - LinkGrandeeeee
RispondiGurit
circa 6 anni fa - LinkIl corso da Sommelier è fondamentale. Ancora più importante è frequentare le attività collaterali, i banchi di degustazione ecc. Per trovare il famoso cardamomo, non è importante annusare 1000 vini, ma piuttosto avere la fortuna di trovarne uno che sappia molto di quello e prenderlo come riferimento. Per questo è giusto spaziare negli assaggi e non fossilizzarsi solo su alcune zone.
RispondiGiuseppe
circa 6 anni fa - LinkMio personale parere vale di sicuro fare un corso del genere. -Se sei interessato/a a fare di questa passione un attivita` anche in modo parziale o saltuaria o comunque vuoi andare oltre il vino e avere basi di liquori, birra, servizio, abbinamento cibo etc... etc... conviene di gran lunga fare i 3 livelli AIS (tutti e tre pero` fermarsi prima e` inutile e penalizzante). -Se vuoi solo farti una cultura quasi esclusivamente sul vino meglio ONAV, il corso di primo livello con 18 lezioni + esame non teme confronti. Le altre associazioni, peraltro molto valide, come FISAR, ASPI etc..., oltre ad essere meno presenti sul territorio mi sembrano molto piu` mirate a chi vuole farne una professione o, addirittura, e` gia` nel settore. Quanto poi alle attivita` dopo corso: degustazioni, eventi, banchi d'assaggio etc... dipende molto da dove uno vive, al Nord c'e` parecchia proposta per entrambe le sigle, ad esempio ONAV propone ai diplomati 2 corsi "sul campo" denominati "in vigna" e "in cantina" di 4 domeniche tendenzialmente una per stagione in cui si passa l'intera giornata appunto in vigna o in cantina per capire e vedere cosa succede praticamente che sono davvero istruttivi.
Rispondinello
circa 6 anni fa - LinkIo all'epoca ci pensai molto, ma alla fine non lo feci ( parlo di 5-6 anni fa ) , non dovendolo fare per lavoro ma per passione ho preferito fare in modo diverso. Ho comprato libri, ho studiato, ho girato tantissime cantine, tantissime degustazioni guidate e sono soddisfatto così! con i soldi del corso ho comprato vini e libri... ho imparato di meno ? ho imparato di più? boh sono soddisfatto così! tra l'altro molti usciti dai vari corsi non mi sembrano geni anzi, spesso non sanno nulla, ma sono stati cmq promossi :)
RispondiGiuseppe
circa 6 anni fa - LinkNello secondo me hai fatto benissimo per il semplice fatto che e` stata una scelta tua molto ben ponderata. Io, al contrario, conoscendomi, so che sono molto bravo a fare propositi e stilare programmi che regolarmente disattendo. Conosco amici che hanno migliorato il loro livello di Inglese da soli comprando materiale online, altri che si tengono in forma facendo esercizi a casa da soli, ecco io dopo una due volte comincio a "bucare" e va a finire che non concludo nulla. Invece un corso tradizionale in aula con date e lezioni mi rende molto piu` diligente. Poi c'e` l'aspetto "sociale" della cosa, amici conosciuti li` e con cui ancora adesso a distanza di anni frequentiamo insieme cantine ed eventi e ci troviamo regolarmente per degustare insieme. Come in tutte le cose ognuno deve trovare la sua "quadra" Saluti e buona settimana a tutti
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkCiao Giuseppe, non potrei esser più d'accordo. Ovviamente ogni appassionato trova la sua strada come è giusto, ma ribadisco anche io che l'aspetto sociale, unito alla possibilità di contatto diretto con molti docenti di grande esperienza per me hanno fatto la differenza. Non tanto e non solo in tema di conoscenza tecnica, quanto nell'ottica di alimentare la passione e stimolare la curiosità, indirizzandola comunque su solide basi.
Rispondisergio brigatti
circa 5 anni fa - LinkPuoi indicarmi i libri che ti hanno soddisfatto. Grazie
RispondiDenis Mazzucato
circa 6 anni fa - LinkConoscere il vino senza seguire un corso da sommelier costa molto di più, sia economicamente che in termini di tempo e di energie mentali, e se lo si fa da soli (probabile se uno studia a casa propria) è anche molto meno divertente e meno efficace. Poi tutto si può fare per carità...
RispondiDavid
circa 6 anni fa - LinkNon sono d'accordo, ci sono decine e decine di modi per avvicinarsi al vino, a tutti i vini senza spendere 2000€ per rimanere dei "disoccupati esperti di vino"! Il corso, a mio parere, non ti fa lavorare nel mondo del vino, non ti apre nessuna porta, ti accresce culturalmente fino ad un certo punto...oltre a riempirti di informazioni inutili o delle quali te ne fai ben poco. Vai alle fiere, alle degustazioni, alle serate, fai te delle serate, fai vacanze eno-gastronomiche, visita cantine..bevi bevi bevi...ma lascia perdere sti corsi..che ce ne sono anche troppi di sommelier alle casse dei supermercati!
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkCiao David, io credo che ogni percorso abbia la sua dignità, per me la guida dei docenti è stata preziosa e tutt'altro che inutile. Ovviamente molto dipende da chi c'è dall'altra parte dell'aula a raccontare il vino. Come dicevo credo sia fondamentale trasmettere passione e curiosità indicando alcuni strumenti, iniziali, per iniziare un percorso che, di fatto non finisce mai. Il tema del lavoro è tutt'altra pagina potrei dirti che conosco fior di laureati in medicina, che dopo più di 10 anni di studi, guadagnerebbero di più alla cassa del supermercato. Ma non vuol dire che il corso di laurea in medicina sia inutile.
Rispondinello
circa 6 anni fa - Linkma io la curiosità l'ho sempre avuto di mio! di frequentare altre persone e fare amicizie al corso non mi è mai interessato, di lavorarci con l'attestato nemmeno ecc.. quindi felice della scelta che ho fatto! ripeto saprò di meno? saprò di più? avrò approfondito quello che più mi interessa e magari non so tutte le denominazioni a memoria? pazienza! è e rimane una passione!
RispondiGiuseppe
circa 6 anni fa - LinkDavide, del tuo post condivido il punto in cui dici che se, ad oggi, uno pensa dopo aver fatto un corso con le associazioni di cui si parla nell'articolo, di poter lavorare nel mondo del vino, sbaglia di grosso. Per il resto invece rimane una scelta personale in cui rientrano tante aspetti. Intanto come gia` fatto notare da Sisto in un articolo simile: Associazioni di sommelier: chi sale e chi scende http://www.intravino.com/primo-piano/associazioni-di-sommelier-chi-sale-e-chi-scende/ quando si parla di percorsi formativi che avvicinano al vino si tende ad identificarli sempre e solo con i corsi da sommelier. Io ad esempio, non essendo interessato a cose come tecniche di servizio, abbinamenti o altro ho preferito ONAV e sono rimasto in contatto con gli altri soci. Per me personalmente il corso e` stato molto formativo e penso che non ce l'avrei proprio fatta a studiarmi da solo gli argomenti proposti, insomma per me imparare di vino e` stato (ed e` tuttora) un aspetto "ludico" della mia vita, ascoltare un enologo o un "esperto del settore" che parla per due ore (tranne rari casi...) e` sempre stata un esperienza non paragonabile alla lettura di un capitolo di un libro o vedere filmati su youtube, ma mi rendo conto che e` un discorso molto personale. Io ho studiato all'universita` al serale mentre gia` lavoravo e ho seguito pochissimo i corsi, ma le poche cose che mi sono rimaste impresse a distanza di 30 anni sono quasi tutte quelle che ho sentito dalla viva voce dei docenti. Rimanere dentro un associazione, pur con tutti i limiti che puo` avere, ti permette comunque di aver accesso ad una serie di eventi e iniziative difficili da fare per tuo conto, io ad esempio ho seguito 2 corsi "sul campo" denominati "in vigna" e "in cantina" di 4 domeniche tendenzialmente una per stagione in cui si passa l'intera giornata appunto in vigna o in cantina per capire e vedere cosa succede praticamente che sono stati davvero istruttivi. Idem per la "gita" a visitare una tonnellerie o un vivaio di barbatelle, tutte cose che, per mio conto, non sarei certo riuscito ad organizzare (anche se conosco amici che l'hanno fatto in proprio...).
RispondiMaurizio
circa 5 anni fa - LinkSecondo me sono investiti bene io tra corsi.degustazioni e servizi raddoppio la mia pensione e lo faccio per passione
RispondiMaurizio
circa 5 anni fa - LinkNon è affatto vero , io sono sommelier Fisar dal 2015 e tra servizi, degustazioni e corsi ho giá recuperato i soldi spesi nel corso anzi devo dire che sono in netto profitto , oltretutto Fisar da quest'anno ha istituito uno sportello per il lavoro professionale di sommelier e che diverse aziende del settore hanno già inserito nostri sommelier nel proprio organico . Il settore è in espansione bisogna solo aver voglia di darsi da fare e continuare a studiare per tenersi all avanguardia con i tempi
RispondiDenis Mazzucato
circa 6 anni fa - Link@David sei fuori tema... io non ho minimamente parlato delle porte che apre o in generale di lavoro, anche se ammetterai che all'inizio quando sei un signor nessuno, se sei un signor nessuno col diploma da sommelier parti con un punto in più. O no? Poi chiaro che manico ed esperienza alla lunga sono le cose che contano e pagano di più, su questo non ci piove. Sul fatto che accresce culturalmente fino ad un certo punto e che ti riempie di informazioni inutili questo è assolutamente falso (almeno parlo per il corso AIS che ho fatto io...), ma non sono qui per farti cambiare idea. Diciamo che un corso da sommelier ti insegna a usare il volante, il freno, la frizione, i cartelli stradali ecc... poi quando prendi la patente devi iniziare a guidare da solo, a fare esperienza, a crescere, e allora puoi diventare un pilota di Formula 1 o tornare a viaggiare in treno, ma l'importanza della scuola guida è davvero fuori discussione.
RispondiNicola
circa 6 anni fa - LinkBuongiorno a tutti, vorrei un consiglio. premetto che sto studiando per il livello 3 wset. Ho intenzione di frequentare i corsi FIS. Mi sono informato sul programma, docenti, ecc.. inoltre mi piacerebbe frequentare anche il corso ONAV. Partendo dal presupposto che il corso FIS lo farò, credete sia costruttivo seguire ANCHE il corso ONAV? O mi fornirà le stesse informazioni che mi darà la parte dedicata alla degustazione del classico corso per Sommelier?
RispondiAndrea Troiani
circa 6 anni fa - LinkCiao Nicola. Io personalmente non conosco ONAV ma ne parlano bene. Ad un mio amico suggerirei di terminare il corso che hai già deciso di seguire e poi farsi dare il programma del corso ONAV per capire se c'è qualcosa di veramente diverso e stimolante. Una cosa è certa, di corsi e di approfondimenti intorno al questo magnifico mondo ce ne sono molti, forse proverei proprio una strada di approfondimento tematico.
RispondiNicola
circa 6 anni fa - LinkCiao Andrea, grazie mille. Si ci avevo pensato anch'io. Ho già fatto diversi approfondimenti per i corsi WSET e sono uno meglio dell' altro. Dal Montepulciano delle colline Teramane al Sauternes di Bordeaux, dallo Chardonnay californiano al Vermentino di Gallura. Penso che a prescindere dalla carriera,o meno, che uno voglia intraprendere in questo mondo, credo che i fattori essenziale siano la passione, la curiosità, e ovviamente la sete ahah.
RispondiGiovanni Meloni
circa 6 anni fa - LinkDiventare sommelier frequentando uno dei vari corsi tenuti dalla diverse associazioni è un punto di partenza, mentre per la maggior parte dei corsisti è un punto di arrivo. Quando si raggiunge l'attestato di Sommelier, ci sono state date tante nozioni che poi bisogna mettere in pratica e coltivare, per poi far crescere e sviluppare la nostra capacità e le nostre conoscenze. Sostengo sempre che occorrerebbero tre vite, applicandosi costantemente, per diventare dei discreti esperti del mondo vino... Quindi il termine Sommelier identifica varie persone con un arcobaleno diverse di conoscenze: si va dal semplice corsista che ha raggiunto l'attestato e pomposamente dice di essere SOMMELIER sino al vero esperto che per anni ha girato territori, cantine, fatto le degustazioni più disparate, si è confrontato con gli altri davanti ad una serie di bicchieri con umiltà, con la voglia di dire la sua con consapevolezza ma con l'intelligenza di ascoltare anche gli altri. Quindi ritengo che i corsi vadano assolutamente fatti, ma poi prendete la vostra strada ed utilizzate ciò che vi hanno insegnato per trovare la vostra dimensione. Siete voi che dovete sentire un profumo, identificare un territorio ecc.ecc. e raggiungere una buona conoscenza e quindi la consapevolezza di essere un vero sommelier e conoscitore del vino, e non un semplice frequentatore dei corsi. Lasciate perdere tutto il resto. Fare i servizi?? Mah... farete i "camerieri" del vino.... E molta attenzione a cercare di addentrarsi dentro le associazioni: vi scontrere con gerarchie, politica, simpatie/antipatie, fazioni, motivazioni economiche che sono veramente lontane da quello che per me è il mondo vino. Cin cin!!
RispondiDante
circa 5 anni fa - LinkBuongiorno, un amico mi ha parlato dei corsi fatti dalla Degustibus hanno un adurata di 24 ore concentrati in tre giornate full immersion..... Credo che la cosa migliore sia sempre arrivare alle cose per gradi però, se fossero corsi seri, si potrebeb anche provare questa esperienza. Voi che dite?
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkDante, che dire? Non conosco i corsi di cui dici, e certamente saranno molto ben fatti. Il mio pensiero è il seguente. Per un corso ben fatto serve tempo, servono informazioni e, sopratutto, servono degustazioni. Tanti calici, tanti vini. Il corso sui tre livelli, offerto dalle varie associazioni nazionali, propone qualcosa come 150/170 vini diversi in degustazioni didattiche. Che dire, personalmente credo che questo faccia la vera differenza. Detto questo ogni inizio è un buon inizio.
RispondiAlessandro
circa 5 anni fa - LinkBuongiorno Dante, Hai poi fatto il corso con de gustibus? Sono interessato ai loro corsi e vorrei chiederti come ti sei trovato. Saluti Alessandro
RispondiDanilo
circa 5 anni fa - LinkSecondo personale esperienza, se amate il vino, basta il corso degustatori e molte serate passate nell'enoteca di fiducia con qualche amico curioso come voi, meglio se titolare dell'enoteca stessa. Il corso Sommelier (fatto, AIS Milano) è fin troppo tecnico e dà solide basi a chi poi vuol cavarci un lavoro nell'ambito. Bevete in compagnia, informatevi, ascolatate, provate cose nuove e apprendete le minime basi della degustazione, scoprite ciò che vi piace bere e non quello che volete che gli altri si sentano dire, il resto è solo per il "cinema" e qui a Milano ne fanno davvero parecchio, che sia AIS o l'enoteca sotto casa...
RispondiDanilo
circa 5 anni fa - LinkSecondo personale esperienza, se amate il vino, basta il corso degustatori e molte serate passate nell'enoteca di fiducia con qualche amico curioso come voi, meglio se titolare dell'enoteca stessa. Il corso Sommelier (fatto, AIS Milano) è fin troppo tecnico e dà solide basi a chi poi vuol cavarci un lavoro nell'ambito. Bevete in compagnia, informatevi, ascolatate, provate cose nuove e apprendete le minime basi della degustazione, scoprite ciò che vi piace bere ...
RispondiAntonio Montingelli
circa 5 anni fa - LinkHo lavorato nel mondo del vino per diversi anni, seguendo solo la passione e una buona dose di conoscenza che mi sono creato sul campo. Forse sono stato fortunato perchè vivo in un posto dove il vino e il buon vino sono all'ordine del giorno, quindi è stato facile poter imparare tutte le nozioni basilari. Però non vi nascondo che sono stato sempre titubante sui corsi troppo formali del vini, perchè diciamoci la verità il vino è soprattutto questione di gusti :D .
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkCiao Antonio. Nel mio caso il percorso guidato mi ha aiutato a capire perché certe cose erano nel mio gusto e altre no, inoltre mi ha fatto scoprire strade di assaggio che, probabilmente, avrei trovato con più difficoltà da solo. Comunque si, il vino, anche secondo me, è piacere e trova strade personali per arrivare al nostro gusto.
RispondiMatteo
circa 5 anni fa - LinkBuonasera Sig.Troiani, come molti anche io sto pensando di iniziare un corso AIS e completarlo con tutti e 3 i livelli. Sono spinto dalla volontà di trasformare la passione in lavoro.Vorrei domandarle se ci sono, già durante i corsi e/o al termine di tutto il percorso, serie possibilità e sbocchi lavorativi interessanti e quali sono, escludendo però la "classica" figura di sommelier in ristoranti/hotel.La ringrazio in anticipo per la risposta.
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkCiao Matteo (ti rispondo seppur con ritardo), personalmente svoglo un'altra attività e quindi non ho vissuto il corso come oppurtunita di cercare lavoro. Non credo che trovare un'occupazione dopo il corso sia semplice, certamente è un'esperienza che, oltre alle competenze, ti mette in contatto con molti professionisti del settore e quindi alle relative opportunità che potrebbero derivarne.
RispondiMaribel Perez
circa 5 anni fa - LinkMolto utile e valido questo articolo e altrettanto i vari commenti, anche quelli meno positivi, ad esempio che chi pur lamentandosi da lo spunto per come sfruttare le competenze acquisite, io vado a farlo perché sono appassionata e ho un progetto in mente è un sogno che non lascierò dentro il cassetto. Gracias!
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkCiao Maribel, grazie per il tuo commento. Come si dice a Roma: DAJE!
RispondiMarco Businari
circa 5 anni fa - LinkBuongiorno a tutti ,io sono interessato a seguire i corsi dell’Ais per cercare di conoscere il più possibile questo mondo infinito ,per poi perché no ,cercare di unire passione e lavoro. Ho però un cruccio che mi demoralizza un po’ ,e cioè la mia età 46 anni. Da quello che ho capito, la stragrande maggioranza dei sommelier che lavoro hanno cominciato da giovanissimi questo percorso. Vorrei quindi un vostro consiglio. Grazie mille
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkIo mi sento di dire che vale sempre la pena partire dalla passione, per la parte lavorativa non si sa mai. In bocca al lupo.
RispondiManuela lombardo
circa 5 anni fa - LinkVorrei iniziare un corso di conoscenza del vino
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkOttima idea Manuela, ti suggerisco di informarti su quali sono disponibili nella tua zona, e poi verificare docenti e didattica oltre alle attività collaterali (visite in cantina, degustazioni, etc..). In bocca al lupo.
RispondiManuela Lombardo
circa 5 anni fa - LinkGrazie per aver risposto. Vivo a Sesto Calende e pensavo di frequentare i corsi a Milano visto che ho il treno mi è abbastanza comodo come percorso. Ho saputo oggi che ne fanno anche in questa zona del basso Piemonte ma non so quale sia il più valido. In futuro con la giusta esperienza e cultura vorrei diventare guida turistica... è un sogno che mi sembra bello provare a percorrere.
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