Didattica del vino | Non c’è un cacchio da fare, Roma è proprio caput mundi

di Alessandro Morichetti

Oggi sarò patriottico fino in fondo, alla faccia del Regno Unito coi suoi Master of Wine, Wine & Spirit Education Trust e chissà cos’altro: ammetto una prepotente invidia per amici e colleghi romani tutti. Nota nel mondo per qualche migliaio di monumenti senza tempo e per un caos da metropoli sudamericana, Roma è indiscutibilmente la capitale didattica del vino in Italia e non solo. Il programma di appuntamenti tardo estivo-autunnale di presenta a dir poco mostruoso e io posso solo sbavare. Penso, anzitutto, ai 18 incontri del Master sulla Borgogna, diretto da Armando Castagno per la Worldwide Sommelier Association (l’Ais in versione mondiale), che partirà martedì 27 settembre. Solo 15 i fortunati che ne godranno, 108 le etichette selezionate, 1.900 € il costo complessivo: un ca**o, considerando il livello sovrumanamente alto. Ho sentito un paio dei partecipanti alla precedente edizione e devono ancora riprendersi dall’estasi.

La vera novità dell’autunno romano, però, è il Master Professional diretto da Daniele Cernilli sempre per Ais Roma, o WSA che fa lo stesso. Rivolto ai professionisti del settore, è una specie di secondo livello Ais coi superpoteri. Solo le denominazioni da urlo, solo grandi vini, 3 ore effettive per ciascuna delle 13 puntate più 2 incontri di verifica. L’intero corso costa 4.000 €, l’incontro singolo 400. Il pernotto all’Hilton è opzionale: 240 € per la camera singola, 290 la doppia. ‘Na sciapata. A proposito, chi si è già iscritto ci racconti cosa si aspetta.

La didattica del vino è una roba particolare. C’è gente, penso a Sandro Sangiorgi, che riesce a rendere appassionante e coinvolgente anche una degustazione di Frascati: il tempo di riprendersi dalle lezioni americane e anche la didattica di Porthos tornerà alive and kicking. Ad altri puoi affidare chiavi in mano una batteria di Sangiovese da urlo e tempo mezz’ora tutto l’uditorio avrà il latte alle ginocchia. Per soffrire in silenzio, basta solo vivere in provincia, adeguatamente distanti anche da una qualsiasi enoteca minimamente propositiva. Invidia.

[Immagine: Percorsi di vino]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

31 Commenti

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

con tutto il doveroso rispetto per Roma ed il suo clamoroso ampio e forse insuperabile bacino d'utenza e per le importanti iniziative che vi si svolgono, penso che Milano abbia il dovere di darsi una mossa e di rispondere, anche se Milano é Milano e non é Roma (e qui il discorso sarebbe lungo, difficile e complesso), con iniziative di analogo impegno e valore... Detto da un milanese che vorrebbe tanto che la "capitale morale" fosse anche la capitale del vino italiano... :)

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Franco, come ti spieghi l'assenza di una didattica realmente significativa a Milano e dintorni, dove comunque ci sarebbero mezzi e bacino d'utenza per qualsiasi esperienza didattica? Personalmente, poi, sono curioso di sapere che ne pensi dei vari Master of Wine che hai conosciuto nel corso degli anni. Come degustatori, intendo.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

Alessandro diplomaticamente ti rispondo che non me la spiego e sono anni che resto con questo interrogativo... Quanto ai Master of wine ne conosco parecchi e con diversi di loro ho avuto modo di degustare sia a Londra per The World of Fine Wine (a proposito, prima che qualche pirla sostenga che mi hanno fatto fuori perché non saprei degustare, preciso che per impegni vari ho dovuto rinunciare a partecipare alle degustazioni di Barolo 2005 e Brunello 2006 ma a dicembre sarò a Londra per altri due tasting per la rivista) che in altri contesti. Ce ne sono di bravissimi, cito su tutti Nicolas Belfrage e Jancis Robinson, e ce ne sono di meno bravi che però poiché si presentano con l'altisonante titolo di MW sembrano dei fenomeni. Anche se magari non lo sono. O quantomeno dimostrano grandissimi limiti quando devono confrontarsi con i vini italiani, che spesso fanno fatica a capire. Qui in Italia ci sono fior di degustatori che anche se non sono Master of wine non hanno nulla da invidiare (tranne una conoscenza massiccia dei vini del Nuovo Mondo) ai colleghi MW. Voglio fare un solo nome, Armando Castagno, che per me é davvero un outstanding taster. Oltre che un caro amico.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

con 1900 euros mi pago l'abbonamento a san siro (milan) e ci avanza pure un tot per aimo e nadia per festeggiare le vittorie

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Finite le vacanze, ricomincia la scuola. Giustamente Moricchia ci propone una scelta ad altissimo livello, ahimé limitata alla Capitale (im)morale. Riguardo al Master di Armando Castagno ritengo che il prezzo sia molto contenuto e mi chiedo: come sono riusciti i misteriosi 15 a passare la selezione ed essere ammessi? Io andrei a leccare le poche gocce rimaste nei bicchieri a fine corso, c'é forse anche una selezione per gli sparecchiatori? Riguardo al Mater Professional di Daniele Cernilli, visto il costo mi sembra che non ci sia stato bisogno di fare una selezione dei partecipanti. Ho dato un'occhiata alle diverse sessioni, niente da dire, la proposta per ogni lezioni é ampia, in alcuni casi pure troppo. Ma se gli studenti saranno veramente dei professionisti il vino non verrà buttato via. La differenza fra i due corsi non é solo nel costo, ma anche nell'approccio: uno si concentra su un unico territorio, l'altro spazia globalmente. In uno si conosceranno anche i colori dei calzini dei vendemmiatori, nell'altro i nomi dei vini più costosi e conosciuti in tutti i continenti. Per il resto concordo in pieno con Franco Ziliani e sono in totale disaccordo con l'Anonimo, anche se lo capisco: vista la mancanza di Masters vinosi nella città in cui tutti se la tirano perché lavorano solo loro, tanto vale spendere i soldi per andare a San Siro (milan).

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

è vero lavoriamo solo noi. tutti gli altri son qui a cazzeggiare su intravino. ma confido in mastro ziliani, prima o poi farà lui qualcosa di grandioso per la big apple padana, magari sugli spumanti italici. e quel giorno sarò in primissima fila.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Mi piace kenray anche se e' milanista e firma come un anonimo qualsiasi (ma metti almeno una A maiuscola, no?). Cara Nelle Nuvole, nella città in cui tutti se la tirano eccetera eccetera ci fu una bellissima degustazione di vini vecchi delle piu' grandi case viniole del mondo (parlo del primo MiWine). Fuori c'era una coda di giornalisti accreditati che non poteva accedere al salone, tipo quello della foto. Per intervento diretto di Angelo Gaja, io ed il mio amico polacco, in jeans e maglietta bianca, potemnmo entrare, passando tra due ali di gente incazzata che urlava ai soliti raccomandati, spostando le telecamere che inseguivano Ricci che ci guardava un po' stranito. Mi sono sentito perso in quella sala di vip. Mi tremavano le caviglie. ho guardato in silenzio Piotr e poi, prima ancora che cominciasse la degustazione piu' agognata del MiWine, ho chiesto scusa ad Angelo e me ne sono tornato dai sommelier dell'AIS che fuori, in attesa di una degustazione di Tokaji del mio amico contadino (ma presidente) Lajos Gal, si facevano vecchie bottiglie di Verdicchio. Si facevano, giuro. Non degustavano soltanto... ed e' questo il mio mondo del vino, non certo quello dei saloni. Viva l'osteria! E lasciateci ubriacare in santa pace.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

osteria che noi milanesi chiamiamo trani. quanto mi mancano..

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Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

non c'è niente da fare, ricci è un organizzatore straordinario. una domanda a Castagno: xkè niente chablis?

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Leggo solo oggi, o meglio ora, questo post di Alessandro e le risposte degli Intrawiners :-) e ringrazio tutti di cuore, anche quando l'ìamicizia ne ha velato, in senso positivo, l'obiettività di giudizio; io ho lo stesso problema. Per Francesco Annibali: domanda legittima, ovviamente, e risposta che ti sembrerà eccentrica; ma per me, è un vero mistero che Chablis sia considerato territorio borgognone e non il contrario. L'unica cosa che ha in comune con la Cote d'Or è la c.d. base ampelografica; dal lato geologico invece non ha nulla a che spartirci, rimandando piuttosto a matrici di territorio presenti in una lunga diagonale dalla Cote de Bar al piccolo territorio di Menetou Salon, quindi una diagonale Champagne-Alta Loira che la Borgogna classica neppure la rasenta. In un corso sui vini di Borgogna, gli Chablis sono, e sempre saranno, degli intrusi, sia dal lato territoriale che da quello meramente organolettico. Almeno a mio umile giudizio. Piuttosto, avrei potuto trattare sia la Cote Chalonnaise che il Macon, loro sì che mancano, ma io sono uno e oltre le 18 date non c'era modo di andare. Hai visto mai in futuro.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

utilizzo serio di intravino on . da noi si utilizza il termine "la forbice si sta allargando" quando si parla di tassi di interesse (la mia è una compagnia di strozzini che vende soldi e non vino) e leggendo questo bell'articolo del buon Moricchia mi è venuto da sorridere. "la forbice della conoscenza enoica si sta restringendo" è la prima cosa che mi è passata per la testa. Super master per pochi intenditori in modalità massonica mentre il rsto del mondo si sta azzuffando per un tozzo di pane o un paio di euro in più in busta paga. Mi chiedo chi mai potrà beneficiare delle esperienze di quei pochi fortunati che parteciperaano agli eventi descritti. Non certo il popolo bue ignaro financo dell'esistenza di un disciplinare del brunello che sta per essere devastato dalla cricca che detetiene le chiavi delle cantine. Chi potrà permettersi di comprare non dico uno Chateaux Petrus ma un domestico Monfortino se la base dei compratori non viene guidata consapevolemente. Non basta certo Intravino. Non basta nemmeno al tv generalista che propina talk show sulle unghie colorate all'ultima moda di simona ventura. Sky forse può fare qualcosa anche se sul canale gambero rosso si sente l'assenza di una mano forte e di nuove idee (riporpongo Ziliani alla guida di) mentre sugli altri canali imperversano pseudo cuochi e massaie in calore. Se come me frequentate la GDO avrete sicuramente notato come la vendita del vino sia lasciata al fai da te. I signori delle vendite di massa svuotano la cantina con offerte speciali e mettono in vetrina solo l'entusiasmo di qualche volonteroso addetto. Infatti i clienti comprano al ribasso fregandose del terroir del displinare di sta minchiazza del tipo di vino del produttore e persino del colore del vino. Basta che si metta in tavola una bottiglia e si beva qualcosa per non sentirsi dei cafoni all'acqua minerale. Una pacchia per certi produttori seriali di schifezze al sapor di bibitone. Quindi mi chiedo se tutta questa accademia sia sterile e fine a se stessa o se prima o poi produrrà qualcosa di serio. Io per ora sto a guardare.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

A bere, avresti voluto scrivere...

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

lapsus caro mario ma era sottinteso:) ps egregio amico Klaus di Giovanna ora stai fresco perchè è venuto il momento di criticare i tuoi vini. - i bianchi (sappiamo quali) risultano al mio palato incomprensibili ancorchè diversamente apprezzati. ma è vino naturale quindi un poco di sapore alieno ci sta mi dicono dalla regia :) così ho deciso. - i rossi....ottimi, davvero ottimi e con un rapporto qualità prezzo notevole così ho deciso. - l'olio...bè che dire... eccellente. così ho deciso a presto

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...te stai pure a guardare , io intanto me la bevo ...

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Ho una proposta da fare per chi va a questi master. Il vino che sputate, beh, buttatelo pure via, mannaggia a voi! Ma quello che vi rimane nel calice e non lo bevete, mettelo per cortesia tutto dentro un paio di bottiglioni (anche mischiato, non c'e' problema) e speditelo a me, che so io cosa farne. Franco Ziliani conosce l'indirizzo. Divido volentieri con kenray...

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Eh no, troppo comodo, quel che rimane nei fondi di bicchiere e sputacchiere é di pertinenza degli "sparecchiatori", i quali saranno poi loro a decidere a chi indirizzare la 'sputazza! Ultimi della lista i nostalgici della Milann che fu, che continuino a lavorare come sanno fare solo loro!

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

A me i fondi e a loro le sputacchiere: fifty fifty e morta là. Eh?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Il master di Armando lo feci 2 anni fa. Ogni centesimo speso fu sacrosanto! Per quanto riguarda il Master Professional ci ho fatto più di un pensiero, e la voglia è tanta. Però, con onestà, almeno tre quarti dei vini proposti li conosco e non tutti mi hanno garbato. per quel quarto che resta sinceramente non mi sembra il caso di affrontare la spesa. Certo, c'è anche la questione "immagine", e la possibilità di degustare a stretto contatto con colleghi professionisti vini di chiara fama, intessere rapporti (perchè no?) anche di collaborazione. Insomma, anche se propendo più per il "no", è una propensione a malincuore

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...puttana!!!!....(faccina che ride...)

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... non capisco tanta invidia ( o stupore) per le discrete (che rasentano l'ottimo ) degustazioni che fanno a Roma e più sopra nominate..eppoi Armando (Aramis) Castagno , di cui ho seguito tutta la genesi conoscitiva dai tempi (non remoti) in cui ci si trovava al desco del Magister Burgundiae per rivitalizzare un verbo , quello borgognone, un pò sopito da decenni non certo fausti per la zona .Così come il Nostro Danielone Nazionale , icona non solo su carta ma anche nella sostanza , davvero un grande degustatore e comunicatore . So per certo , di contro, che a Viadana , quindi nella provincia barbara lontano dai fasti capitolini, si fanno le migliori bicchierate d'Europa da trent'anni e , con tutto il rispetto per i nomi di vini letti nei corsi suddetti ,di ben altro spessore emotivo ...

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Corsi per ricchi

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Ma non credere...sono corsi per appassionati disposti a spendere un po' di soldini per affinare il palato con vini che, se li dovessero comprare a bottiglia, non si potrebbero davvero permettere, guidati in più da un fenomeno come Armando Castagno. Anch'io probabilmente quella cifra la spenderei altrove, ma non mi sembra proprio roba per ricchi, non è il privè del Billionaire per capirci.

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Ognuno sa perfettamente quanto ha in tasca da dedicare ai suoi hobby e passioni, a casa mia prima c'è la rata del mutuo, le bollette, i figli, le spese dell'auto, il telefono, luce, gas, acqua, i libri dei figli a scuola, i vestiti,le scarpe, la spesa alimentare ecc. ecc. A questo punto a fine mese non ho piu' un euro, come faccio a fare sti' corsi per fenomeni ?

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Fai come me, non li fai. Ho fatto corsi del genere a Roma quando non avevo ancora mutuo/bollette/figli senza per questo essere o sentirmi ricco, solo questo.

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

se aramis mette una web durante le lezioni sarei anche dispoto a pagare una quota (diciamo 100 euri) Di sicuro anche morricchia ... e siamo a 200! Armando pensaci ;)

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

100 euro senza consumazione? Con tutta la stima per Aramis me li bevo in compagnia

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Luca Cravanzola

circa 13 anni fa - Link

voglio dire, farà un po' di lezione sul terroir no??

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francesco

circa 13 anni fa - Link

É ovvio che il " povero " Giorgio non li potrà fare, visto quello che ha scritto. A mio avviso questi non sono corsi per educare il consumatore medio, ma riunioni d'elite per blocchetti danarosi

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francesco

circa 13 anni fa - Link

Era enofighetti danarosi

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Fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Quest'anno non me ne posso permettere neanche uno ma spero di poterli seguire entrambi in futuro.

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francesco

circa 11 anni fa - Link

Ciao a tutti!!..scusatemi..avrei bisogno di un suggerimento da voi!!.. ..anticipo che sono un ragazzo di 25 anni, con laurea e master economici/manageriali..da un anno mi sono appassionato al mondo del vino..in confronto a voi ovviamente nn so na beata cippa!!ho frequentato il primo corso ais, sto cercando lavoro in qualche azienda vinicola senza successo..per questo motivo, per imparare l'inglese e farmi anche una esperienza all'estero sto pensando di frequentare il corso WSET a Londra.. ..ora sembrerò blasfemo..ma non conoscendo benissimo questa organizzazione e i suoi corsi..vorrei capire che genere di professionisti crea questo corso?..è un corso che può effettivamente completare le mie conoscenze economiche o è un corso che può allontanarmi (e lo dico non in senso negativo) dagli studi che ho fatto fino ad oggi?? ..il corso AIS mi sembra molto incentrato per una passione personale o proprio per il lavoro del sommelier (magari sto dicendo cazzate mostruose)..il WSET sembra avere più un taglio commerciale/economico..o sbaglio??Grazie

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