Cose che fingevamo di non sapere: il vino contiene latte, uova e derivati
di Antonio TomacelliDal 30 giugno prossimo si potrà fare il vino con il latte e le uova anche se, a dirla tutta, i due ingredienti bazzicano le cantine già da un po’ di anni. Albumina e caseina, infatti, trovano largo (e legale) impiego in enologia e servono a rendere limpidi rispettivamente i vini rossi e bianchi grazie alla loro capacità di catturare le particelle in sospensione. Le due sostanze spariscono durante la lavorazione ma qualche traccia resta e può rappresentare un pericolo per chi è allergico a latte e uova.
Fino ad ora non era necessario indicarne l’uso ma dal 30 giugno entrano in vigore le norme che obbligano l’indicazione in etichetta di tutti gli alimenti allergenici e quindi, magicamente, sulle retro delle bottiglie, appariranno le diciture “contiene uova e derivati” o “contiene latte e derivati”. L’Efsa, infatti, ha dato il suo parere favorevole all’indicazione e così, dopo i solfiti, arrivano anche albumina e caseina tra gli ingredienti del vino. Oddio, volessimo indicare tutti gli additivi in uso l’elenco sarebbe lunghissimo (acido ascorbico, scorze di lievito, mannoproteine, tannini ad uso enologico (derivati dall’uva o da altro materiale vegetale), gomma arabica, acido sorbico, lisozima, dietildicarbammato, bentonite, alginati e cellulosa) ma un primo passo è stato fatto. Ora, fiduciosi, aspettiamo il prossimo.
88 Commenti
antonio
circa 12 anni fa - Link"Puo' rappresentare un pericolo per chi e' allergico a latte e uova": ma siamo sicuri? Tomacelli, siamo SICURI SICURI?
RispondiRoberto
circa 5 anni fa - LinkSi sicuro sicurissimo io tanti vini sia bianchi che rossi non posso berli per che mi provocano una reazione di intolleranza al lattosio immediatamente, dovresti provare cosa significa. Per me come tutti gli alimenti dovrebbbe riportare l'etichetta con TUTTI gli ingredienti
RispondiWanph
circa 12 anni fa - LinkFinalmente, Latte e derivati del latte mi hanno portato ad escludere il consumo di vini bianchi non conosciuti o testati A quando anche una legge sugli lieviti?
RispondiDomi
circa 12 anni fa - Linkma perche'? i lieviti sono allergenici?
RispondiWanph
circa 12 anni fa - LinkAlcuni lieviti usati per alcuni metodo classico provocano reazioni agli intolleranti al frumento. Non mi intendo di vinificazione, e non so se sia effettivamente possibile che lo lievito utilizzato possa contenere derivati del frumento. Se qualcuno lo sa... L'allergia e' un'altra cosa, manda all'ospedale.
RispondiGianpaolo Paglia
circa 12 anni fa - Linksara interessante vedere come si fa a fermentare l'uva senza lieviti, ma siamo tutti fiduciosi, era l'ora che mettessero mano a questo scandalo.
RispondiNic Marsél
circa 12 anni fa - LinkGiampaolo, ma per te produttore, il fatto di inserire ingredienti e processi produttivi in etichetta rapresenterebbe un problema? E se sì, di cosa parliamo? Di problema tecnico, logistico, economico, di immagine...?
RispondiMAurizio
circa 12 anni fa - LinkOddio. Ammetterai che il consumatore medio (mediamente ignorante) se legge sull'etichetta di un vino (che dovrebbe essere fatto solo con uva ... almeno nella percezione generale) che potrebbe contenere "tracce di latte e uova", secondo te non cambia bottiglia (almeno all'inizio, fino a quando la "novità" non viene metabolizzata ..)
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - Link... invece leggere che il Grana Padano può contenere tracce di uovo (lisozima) gli può salvare la vita!
RispondiNic Marsél
circa 12 anni fa - LinkMi riferisco ad una tipologia di etichetta già promossa da qualche produttore come Giotto Bini che puoi trovare tra i commenti (Francesco Fabbretti) di un recente post sempre qui su intravino http://www.intravino.com/persone/se-farinetti-dice-che-ridurre-per-legge-i-solfiti-del-50-fa-aumentare-lexport-ed-altri-dubbi-esistenziali/
RispondiAntonio tomacelli
circa 12 anni fa - LinkNon fante i finti tontii: ho parlato di "additivi" e i lieviti selezionati e aggiunti sono un additivo. Il vino rimane tutt'ora l'unico alimento che non riporta la lista degli ingredienti
Rispondiarmin kobler
circa 12 anni fa - Linkingredienti ed additivi sono la stessa cosa? gli additivi utilizzabili in enologia sono tanti (la vasta scelta non implica però per forza che se ne utilizzino tanti o addirittura tutti) ma gli ingredienti sono pochissimi, cioè le sostanze che ci rimangono. la maggiorparte reagisce o con le proteine del vino o viceversa con i suoi polifenoli, precipita e viene allontanata con il prossimo travaso.
Rispondiannalisa motta
circa 12 anni fa - Linkse per questo, se vogliamo essere precisi, anche i lieviti "indigeni" sono additivi. Cosa cambia se li aggiungo con la mia manina o sono presenti sull'uva o nelle vasche, ecc... ai fini dell'etichetta (lasciando perdere altre considerazioni)? Credo che la chiarezza in etichetta non tolga nulla al mondo del vino, se tutto viene spiegato in modo chiaro, senza inutili terrorismi (poi ciascuno tirarà le sue conclusioni). Io aggiungerei anche delle analisi sul contenuto in ocratossine: non tutto quanto è naturale è per forza "buono".
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkScusa Annalisa, ma devo dissentire. Additivo, come dice la parola, è una cosa 'aggiunta'. I lieviti che sono naturalmente presenti sull'uva non sono aggiunti, sono già lì, e lo sono secondo natura. E non provocano allergie. Invece, i lieviti 'selezionati', che sono lieviti riprodotti in laboratorio, attraverso una selezione particolare effettuata sulla base delle caratteristiche che impartiscono all'uva in fermentazione, sono veri e propri additivi. Non so se provochino allergie, e non ho mai sentito parlare di un caso di allergia ai lieviti selezionati. Però c'è una bella differenza tra lievito naturale, e lievito di laboratorio aggiunto. Non facciamo di ogni erba un fascio.
Rispondiannalisa motta
circa 12 anni fa - LinkSe il lievito causa intolleranze o allergie, lo fa sia che sia stato aggiunto o presente in natura. Credo che si possa concordare che se il fine dell'etichetta è quello di mettere in guardia le persone intolleranti o allergiche, lo si debba quindi segnalare in entrambi i casi.
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkIn realtà non è così semplice. Per esempio, il glutammato monosodico di sintesi è quello che provoca le allergie/intolleranze. Mentre quello naturalmente presente, per esempio nelle alghe kombu, non provoca reazioni allergiche anche a chi è allergico a quello di sintesi. Per i lieviti naturali, se dovessimo elencare tutto quello che è naturalmente presente nell'uva, non finiremmo più... Le molecole naturalmente presenti nel succo d'uva fermentato senza aggiunta di nulla, sono quasi infinite. Credo che il problema delle allergie al lievito siano legate ad altri tipi di lieviti, non a quelli naturalmente presenti sulla frutta. In ogni caso, se dovesse presentarsi una casistica di allergia ai lieviti presenti naturalmente sulla frutta, sarei il primo a volerne segnalare la presenza ai miei consumatori. Al suo posto mi preoccuperebbe molto di più la presenza, mai segnalata in etichetta, di sostanze notoriamente tossiche e carcinogeniche come residui di pesticidi, fungicidi, erbicidi e additivi di origine sintetica in uso comune nella produzione di vino convenzionale.
Rispondiannalisa motta
circa 12 anni fa - LinkIl problema dell'elenco degli ingredienti nel mondo del vino è reale: perché non si mette? La risposta credo sia è ovvia. Spero si capisca che chi fa il vino con una lista molto ma molto corta, come noi, ha a cuore soprattutto la produzione di un vino artigianale e che esprima il territorio. Però non si può mettere in evidenza in etichetta.... Non mi pare che nessuna delle aggiunte fatte ora (legali) tuttavia sia dannosa alla salute. Diverso è il discorso degli allergeni (ma molte cose naturali sono allergeniche.... quindi sono due discorsi disgiunti). Qui le filosofie non contano, conta solo l'informazione corretta nei confronti delle persone. Sull'aggiunta dei lieviti in enologia (solo lievito normale, non "cose" strane che creano aromi artificiali, ecc..) però dissento da te Sebastiano, ma non dico altro: già a lungo si è parlato di questo argomento !!!!
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkAnnalisa, sul fatto che più breve è la lista più sano è il vino, credo non ci siano dubbi. E sul perché per ora non si elenchino gli ingredienti del vino, anche qui pochi dubbi: fa comodo a chi dovrebbe elencarne molti. Il problema delle etichette in Italia è annoso. Perché, mi domando, è VIETATO scrivere la provincia di imbottigliamento? Perché è VIETATO numerare le bottiglie anche (richiesta che ho fatto io) se certificate da un notaio? E così via. Sul fatto che nessuna delle aggiunte legali sia dannosa però sbagli: numerosi dei pesticidi legalmente in uso, dei quali si trovano residui nel vino convenzionale, sono notoriamente tossici, alcuni anche carcinogenici. Secondo le ricerche ufficializzate dall'Unione Europea. E lo stesso discorso vale per numerosi altri prodotti di sintesi in uso nella produzione di vino convenzionale. I prodotti chimici, in tutte le fasi di produzione del vino, sono dannosi per l'ambiente e per le persone, permessi o no che siano. Poi, libertà assoluta per ciascuno di decidere se comprare e consumare prodotti sani o meno. E, finché è permesso, libertà di produrre entro le norme. Ma arriverà il giorno in cui bisognerà dichiarare apertamente tutto quello che si fa al vino, e lì vedremo che ne pensano davvero i consumatori. Sui lieviti, felice di intavolare una conversazione privata. Il mio indirizzo di email è nel sito www.querciabella.com.
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkSebastiano, i lieviti cosiddetti "selezionati", non si "creano" in laboratorio... Li selezionano (da qui il nome) sulle bucce delle uve ove sono naturalmente presenti. Non è roba di sintesi, per intenderci. Addirittura ti posso confessare che è venuta un'azienda di prodotti enologici in cantina da me a chiedermi se potevano "selezionare" i batteri malolattici nel mio vino; perchè sono riusciti a svolgere la FML nonostante la bassa temperatura del vino stesso e l'alto tenore alcolico (oltre 14,5%). Bene, quelli erano batteri ML naturali, io non li ho mai comprati e la FML l'ho sempre fatta svolgere naturalmente; quindi se la ditta di cui sopra li avesse selezionati (poi ha desistito perchè la massa del vino era troppo piccola; così m'han detto), sarebbero stati naturali, visto che nessuno aveva messo niente. O no? A mio avviso tra i lieviti "comperi" e quelli naturali, non c'è differenza; sempre lievito è, e la sua funzione è quella di sviluppare in alcol tutto lo zucchero naturalmente presente nell'uva. Che poi si dica ad es. "io nel Sangiovese uso i lieviti selezionati in Rodano sulle uve Syrah" questo è altro affare e dipende dall'indirizzo aziendale; personalmente li uso quando ho degli zuccheri fuori misura (e nelle ultime annate, capita spesso) e non voglio rischiare di sputtanare (si può scrivere? :) ) il lavoro di un anno intero trovandomi un tot di zuccheri residui, con tutti i problemi annessi... ...e comunque la loro funzione rimane solo quella primaria cioè zuccheri ---> alcol; non dare aromi particolari e vaccate simili...
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkCiao Gabriele. Mi spiace contraddirti, ma devo confermare quello che ho scritto. Innanzitutto ho parlato di laboratori, perché può anche darsi che i lieviti vengano selezionati in vigna, ma poi vengono ulteriormente selezionati, testati, riprodotti e confezionati in laboratori industriali. Ce ne sono diversi, i più importanti sono in Francia. Se vai a vederti i siti dei maggiori 'produttori' di lieviti selezionati, le foto d'accompagnamento sono di gente in camice bianco, davanti ad ampolle di vetro, in quelli che sembrano, e sono, laboratori chimici. Non c'è nulla di male, mi sembra ovvio che selezionino lieviti e li riproducano in laboratorio. Ma è la verità. Per quanto riguarda gli aromi particolari, confermo anche quello. Diverse varietà di lieviti selezionati vengono commercializzate sulla base degli aromi particolari che in teoria enfatizzano, sviluppano o impartiscono ai mosti, anche indipendentemente dalla varietà di uva sulla quale vengono utilizzati. Puoi trovare mille esempi con una semplice ricerca online, ma ti cito per comodità la descrizione della gamma 'aromatiques fermentaires' di Martin Vialatte (noto e rispettato laboratorio francese): "les Vitilevures "aromatiques fermentaires" sont des levures sélectionnées destinées à l’élaboration de vins aux arômes fermentaires." Tra i vari prodotti, lieviti destinati a sviluppare aromi floreali, o a dominante 'frutti rossi''. Ci sono quelli della Dolmar, per esempio il Fermline Dynamic, per sviluppare "EXPLOSION AROMATIQUE, FRUITS ROUGES". C'è la Lallemand, che introduce così la sua gamma di lieviti selezionati: " In North America we have selected over 40 of the more successful yeasts to meet your creative needs while working within your growing and winemaking practices." 'Creative needs'? Per esempio, la descrizione del Simi White non lascia spazio a dubbi: "Simi White is a popular choice for fruity white and rosé style wines. It is prized for its aroma and flavor contribution to Chardonnay and has been described as contributing creamy fruit." Cioè è rinomato per il suo 'contributo' aromatico. Oppure c'è il Lalvin M69: "This yeast is recommended especially for warm region neutral whites where the enhancement of aromatic complexity and acidity balance is desired." Qui mi fermo. Ma potrei andare avanti per pagine. I lieviti vengono commercializzati non solo per gestire 'in sicurezza' le fermentazioni, ma anche esplicitamente per aumentare o apportare aromi che altrimenti non si svilupperebbero. A Querciabella noi non usiamo nulla di tutto ciò. Ci affidiamo ai lieviti 'indigeni', che campano e si sviluppano sull'uva e nella cantina da anni. Devo segnalarti una particolarità: in anni recenti, colla crescita della temperatura media, e il conseguente aumento degli zuccheri e del tenore alcolico, temevamo che i lieviti locali non ce la facessero più. E invece abbiamo visto che riescono da soli a trasformare tutto lo zucchero che devono. Libertà assoluta per ciascuno di fare come crede, ma noi siamo la dimostrazione del fatto che anche coi soli lieviti indigeni puoi fermentare le tue uve senza problemi e senza disastri. Un caro saluto, Sebastiano
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkSebastiano, innanzitutto mi scuso per il ritardo nel risponderti... ...poi, ti faccio i complimenti per i tuoi vini che sono venuto ad assaggiare anche all'ultimo vinitaly. Quello che hai scritto è tutto vero...non fa una piega; cioè è vero che vengono riprodotti in laboratorio, ma quello che volevo far capire io ai lettori di IV era che non venivano "creati" tramite sintesi chimica, ma selezionati in campo e poi, ovviamente, riprodotti in lab. Il riferimento all'apporto dei sentori che hai descritto, è chiaramente vero (ci mancherebbe, lo scrivono le aziende stesse! :) ); la mia frase si collegava a quello che faccio io in azienda da me: uso lieviti (quando necesssario) assolutamente neutri (ceppo bayanus) che hanno solo il pregio di trasformare solamente lo zucchero in alcol...le altre peculiarità (cioè le descrizioni in inglese postate da te che non sto a ripetere) le lascio ad altre aziende...non mi interessano minimamente...mi dispiace se mi sono spiegato male. Di dirò di più: ho fatto una prova con la stessa uva fatta fermentae in due tini diversi uno con un lievito "bayanus", l'altra con i lieviti indigeni; ti confesso che dopo 6 mesi dalla "svinatura", non ho notato (nè io nè altri) differenze sostanziali (era l'annata 2010); cosa invece che è successa con lo stesso esperimento ripetuto nella vendemmia 2011. Purtroppo devo affermare che sono passato a questa pratica quando vasche di Sangiovese che avevano 16° svolgibili, con i lieviti chiamiamoli "indigeni", si sono "inchiodate" e hanno terminato la fermentazione con degli zuccheri residui. Mi dirai che l'errore è arrivare ad accumuli zuccherini così esagerati, ma questa è un'altra storia... Ciao. Gabriele
Rispondimolok00
circa 12 anni fa - Link..scusate se mi intrometto, ma dal mondo del cibo, dove di lieviti selezionati se ne usano in abbondanza, vi faccio una precisazione: i lieviti, ovviamente sono tutti di origine naturale, poi in laboratorio si selezionano e si coltivano. il lievito di birra(esempio) è un lievito selezionato in laboratorio, è performante e c'è solo un tipo di lievito presente nella confezione(salvo intoppi nella conservazione), al contrario nel lievito madre i batteri(o lieviti) presenti saranno di più ceppi e non tutti aiuteranno la performance del mio impasto. Chi è più sano lo lascio decidere a voi, vi dico che in questo caso non c'è manipolazione se non i terreni in cui i lieviti vengono cresciuti. poi un pane buono o una pizza di ottimo livello si fa con una maturazione dell'impasto tale da svolgere tutti gli amidi presenti nell'impasto e renderli digeribili.. non solamente usando una "madre" di 150 anni(diffidate di queste affermazioni). non mi sembrano cose così lontane dal Vostro vino, in fondo in fondo, i lieviti sono solo lieviti.. scusate per l'intromissione
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkCaro Molok00, mi spiace, ma quanto dici non è sempre vero. Una fondamentale differenza tra i lieviti naturali e quelli di laboratorio, è che oramai molto spesso quelli di laboratorio sono lieviti geneticamente modificati. Per me la differenza è quindi enorme e incolmabile. Ti segnalo a puro titolo di esempio uno studio interessantissimo sull'individuazione di lieviti OGM nel vino, pubblicato nel Journal of Chromatography nel 2011: http://1.usa.gov/M8Cvvn Quindi attenzione, non solo i lieviti che si trovano naturalmente sulle uve e nelle cantine d'origine sono gli unici naturalmente legati alle uve che vogliamo fermentare, ma i lieviti di laboratorio sono selezionati e modificati, anche geneticamente, per conseguire risultati ad hoc come quelli che descrivevo in precedenza. Un'altra menzione da aggiungere nelle etichette ideali che non vedremo mai: "Vino fermentato con lieviti geneticamente modificati per svolgere più alcol e ottenere sentori di amarena". Gabriele, nessun errore quando gli zuccheri sono alti, se non che questo è conseguenza del global warming, e quindi colpa nostra. Ma certe pratiche vitivinicole, la biodinamica tra le altre, tendono a limitare l'eccesso zuccherino, perché il frutto è più equilibrato. E non so dirti se ci sia influenza sui lieviti, ma questi fanno il lavoro che devono fare fino in fondo e senza aiuti esterni. Un caro saluto, Sebastiano
RispondiNic Marsél
circa 12 anni fa - LinkE la colla di pesce allora? potrebbe essere informazione di interesse per i vegetariani :-)
RispondiAntonio tomacelli
circa 12 anni fa - LinkBeh, i vini vegani non sono una novità, considerando anche le farine fossili di origine animale che si usano nella filtrazione
Rispondiarmin kobler
circa 12 anni fa - Linkeh no, quelle sono state originate da alghe, ovvero vegetali.
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkMa chissenefrega degli allergici!!! Bravo Antonio che con questo post fa capire che il vino NON viene fatto con sola uva e NON e' quasi mai naturale, bensi' fatto dagli enologi con molti additivi chimici ed altrettante pratiche tecnologiche alquanto invasive (filtrazioni, osmosi inversa, centrifugha, refrigerazione, ...). E il gusto? E il terroir? Me lo danno i lieviti selezionati? O i solfiti? O le albumine? O le farine fossili? O il latte? O i disacidificanti? O forse l'uva? e basta.
RispondiFrancesco
circa 12 anni fa - LinkComplimenti! io non sono allergico, fortunatamente, a nulla, ma lo sarò sicuramente ai suoi vini, vista l'intolleranza assoluta che permea sempre le sue parole, roba da crociata medievale.
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linkmaddeche'?!? sono allergico anch'io un po', in primavera! non ce l'ho mica con gli allergici! e poi perche' non posso avercela con chi usa chimica e tecnologia in vigna e cantina? lavorano all'opposto di me e non posso non amarli?!?
RispondiFrancesco
circa 12 anni fa - LinkMaule, mi scusi, ma lei è così invasato da non riuscire neppure a leggere. Apre il suo discorso con "Ma chissenefrega degli allergici" che in sostanza taglia già qualsiasi possibilità di argomentazione e dimostra scarsa consapevolezza del problema e ancor meno rispetto di persone che a seguito di fenomeni allergizzanti possono avere reazioni anche serie. Poi fa un uno sproloquio sulla chimica che io neppure avevo citato, limitandomi solo, e nuovamente, ad evidenziare il suo scarso rispetto. fine. se vuole che le io le scriva che non mi piacciono i vini industriali o certe griffe enologiche (in effetti non mi piacciono) posso anche farlo, ma qui non centrava nulla. speriamo ora capisca
RispondiStendinovescion
circa 12 anni fa - LinkPensi vecchio
RispondiFrancesco
circa 12 anni fa - Linkalmeno penso, differnza di qualcun altro
RispondiDurthu
circa 12 anni fa - LinkCaro Francesco (Maule), a Londra ti ho fatto i complimenti per il lavoro di tuo papà, ma questo commento da Savonarola, se posso permettermi, non ti fa onore.
RispondiIgnazio Anglani
circa 12 anni fa - LinkMa mi scusi perchè il vino dovrebbe essere naturale quando in realtà è un prodotto umano? L'importante è che il vino non contenga sostanze dannose e tossiche, che rispetti la legge e che le indicazioni siano quante più chiare possibili, la possibilità di scelta deve essere alla base di tutto però se le persone non sanno come possono scegliere? C'è chi può avere fiducia nella tecnologia e chi nella biodinamica e chi in qualunque altra cosa, ma in tutti i casi deve essere chiaro cosa ha subito il vino. Degli allergici dovrebbe importarle perchè sono delle persone nate con questo problema quindi indicare chiaramente gli allergeni è un primo passo verso una etichettatura corretta. PS nella foto che compare non sono io
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkGentile Ignazio, il vino può essere 'naturale', come tanti altri prodotti del lavoro dell'uomo. Per esempio, posso produrre del pane con farina biologica macinata a pietra, e lievitazione naturale, oppure posso usare farine convenzionali, arricchite di additivi chimici di ogni genere, e usare lievitazioni chimiche accelerate. Se non le pare ovvia la differenza non so che dire... Per il vino, le differenze sono macroscopiche. Ci sono vini prodotti senza l'uso di alcun additivo (né lieviti né enzimi, né correttori di acidità né gomma arabica), e vini che invece nascono e vivono con l'aggiunta di tutto quello che la tecnologia enologica mette a disposizione. Purtroppo diversi prodotti in uso nell'enologia convenzionale sono tutt'altro che sani. E il vino che ne risulta lo rispecchia, se non sempre al gusto, sicuramente all'analisi. Dice giustamente che deve essere chiaro cosa ha subito il vino, ma purtroppo così non è. Chi usa additivi o tecnologie per 'modificare', alterare o 'migliorare' il vino (e parlo solo di cose permesse dalla legge) di solito non ha piacere di farlo sapere ai propri consumatori. Magari fosse obbligatorio citare tutte le tecniche e gli additivi, ne leggeremmo delle belle. "Questo vino, prodotto con uve irrorate di pesticidi, fungicidi e contaminato da erbicidi spruzzati nelle vigne da cui proviene, è ottenuto attraverso l'uso di lieviti di laboratorio selezionati per enfatizzare il gusto di fragola e arricchito in fermentazione con enzimi di laboratorio, è stato filtrato con il processo di osmosi inversa per asportare parte dell'alcol che ha sviluppato in fermentazione, è stato addizionato di tannini selezionati per modificarne colore e aromi, è stato filtrato con derivati di sangue bovino, e infine addizionato di anidride solforosa sintetica". Crede che lo comprerebbero in molti?
RispondiIgnazio Anglani
circa 12 anni fa - LinkIn realtà concordo molto con la frase detta da Petrini per Slowine "diteci quello che fate e fate quello che ci dite" e mi piacerebbe che in etichetta ci fosse tutto, o quasi come per ogni prodotto che mangiamo. Io non è che non capisco la differenza fra naturale (ho un bel boccaccio di lievito madre nel mio frigorifero :) ) e non naturale, ma mi sembra che arrogarsi il diritto di definire un vino naturale, è eccessivo. Anche perchè la natura non crea il vino, è l'uomo ad indirizzare l'uva a diventare vino. Quello che vorrei è la possibilità di scelta! Questa può essere garantita solo da una etichettattuta dettagliata e completa! Il vino deve esser fatto aiutando la natura a fare quanto meglio il suo corso per produrre qualcosa di piacevole e sano e quindi credo proprio che le posizioni iper oltransiste siano comunque sbagliate. Perchè se da un lato l'eccessivo uso di tecnologie non fa bene alla salute, non lo fa neppure il non uso e magari l'utilizzo di uve non perfettamente sane.
Risponditom
circa 12 anni fa - Linklol, il vino è la cosa meno naturale del mondo!
RispondiMay
circa 12 anni fa - LinkTomacelli, Lei cavalca l'anti-enologia (diciamo un sottoprodotto dell'anti-politica) e finisce per fare il gioco della grande industria. Infatti dice: il vino rimane tutt'ora l'unico alimento che non riporta la lista degli ingredienti. Vero. Così quando avremo la lista degli ingredienti completa sceglierà meglio se acquistare una bottiglia di vino o un barattolo di marmellata o un succo di frutta. E tanti saluti alla cultura del vino e qualche millennio di civilizzazione. Mi auguro che cavalchi anche questa polemica solo per audience, perché se Lei ci crede veramente, bhé perdoni, a questo mondo rimarranno solo i suoi amichetti talebani e i prodotti in Brick da larga distribuzione. I primi, perché riescono magicamente a spacciare per vino buono un vinoche invece é difettoso ( a meno che non abbiamo riabilitato anche l'acido acetico...) e i secondi perché se ne fanno un baffo di elencare i prodotti. E per quanto riguarda l'uso dell'albumina per chiarificare i vini, sarebbe interessante sentire il parere di uno storico del vino per sapere se si usa da ieri o da qualche secolo... Così,tanto per dirci una volta per tutte che secoli di vignerons non hanno capito un cavolo, che i terroir della borgogna sono stati mistificati e falsificati da qualche buzzurro che chiarificava col bianco d'uovo, e che dovevamo aspettare Francesco Maule per trovare finalmente il vate, il Beppe grillo del vino. ... Meno male che Paglia trova ancora la forza di essere ironico. a me queste sue prese di posizioni paiono arroganti e ignoranti allo stesso tempo, e lei é chiaramente un burattino che, volendo difendere il microscopico, si fa sottrarre il macroscopico da sotto i piedi senza neppure accorgersene.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 12 anni fa - LinkSiano chiare a tutti un paio di cose: 1) Non mi scandalizza l'uso dell'albumina o della caseina, bevo tutti i giorni vini chiarificati e mangio formaggio e uova tranquillamente ma se qualcuno è allergico a tali prodotti, meglio informarlo. 2) Mi scandalizza, invece, l'uso dei tannini aggiunti o delle mannoproteine che considero al pari della "concorrenza sleale". Se il tuo vino non ha determinate caratteristiche mettilo in brick e morta lì. Costringere alla lista degli ingredienti renderebbe il mercato un po' più trasparente, evitando speculazioni e limitando gli eccessi della "moderna" enologia. La biodinamica e i vini naturali rappresentano la giusta reazione a questi eccessi, il sintomo e la spia che qualcosa non va. Se fossi un uomo del marketing dire che "soddisfano un desiderio".
RispondiMammamsterdam
circa 12 anni fa - LinkSe fossi un uomo del marketing dire che “soddisfano un desiderio”. :-)
RispondiAntonio Tomacelli
circa 12 anni fa - Linkdirei....uff! :-)
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linkbello. mi sento vate e grazie per il Grillo. ahahah
RispondiFrancesco G
circa 12 anni fa - Linkil vate dell'aceto e del brett...
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkCaro May, se volessimo sentire uno storico dell'enologia, troveremmo anche la cronaca precisa dell'uso del piombo come additivo per addolcire e ammorbidire il vino, in uso fino al principio del 1900, oppure dell'arsenico spruzzato sulle viti e poi finito nel vino in dosi mortali. Non tutto quello che è storico è necessariamente sano, utile o indispensabile.
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkE no! Dopo mesi di anonimato mi tocca uscire allo scoperto.... Lavoro nell'industria alimentare da 20 anni, mi occupo di Assicurazione Qualità e tra le altre cose preparo le etichette dei prodotti destinati all'Italia ma anche all'estero. Tra le altre cose sono appassionato di vino e di questo blog. Detto questo una serie di strafalcioni come quelli sopra meritano una serie di commenti. Caro Maule, pur apprezzando i suoi prodotti ed essendo vicini di casa, penso sia il caso che lei retifichi la sua affermazione. Si muore per un'allergia non confondiamola con intolleranza. Tomacelli ha ragione. Il vino e specialmente quello Italiano ha sempre vissuto una condizione di privilegio non dovendo sottostare a gran parte delle normative che governano la sicurezza alimentare. Caro/cara May non dichiarare quello che impiego per la produzione di un alimento è una mancanza di rispetto nei confronti del consumatore e di tutela nei confronti della sua salute. Ma chi siete voi per pretendere di non dichiarare la possibile presenza di Lisozima (derivato dal bianco d'uovo) nel prodotto e mettere a repentaglio la salute dei vostri consumatori? Ma chi siete voi per non sapere che l'acido citrico deriva con ogni probabilità da mais OGM o che molti altri additivi sono supportati su proteine idrolizzate di soia OGN e non informare di questo i vostri consumatori? Mi dispiace deludervi ma la grande industria alimentare, almeno quella per cui lavoro, è molto molto più attenta ai propri clienti, e alla loro salute, di quanto non lo siate voi! Tanto dovevo.
Risponditom
circa 12 anni fa - Linkma per fortuna che non li segnalano. sai che caccia alle streghe! ben vengano gli ogm nascosti almeno fra 500 anni quando finirà il medioevo scientifico atttuale qualcuno potrà dire: li mangiate da mezzo millennio visto che non fanno male? adesso ci credete? insomma in attesa che la conoscenza scientifica media sia superiore a quella di una capra di montagna. Per esempio la sua di ignoranza scientifica, preoccupantissima se penso che lavora nel settore! l'acido citrico deriva dagli ogm? a parte che il mais ogm non ha alcun problema, una molecola una volta che esiste non porta informazioni su come sia stata sinetetizzata. In altre parole nessuna è in grado di dire se quel citrico lì viene da ogm, da un laboratorio o da un limone di sorrento! e sa perchè? perchè le tre molecole sarebbero identiche in tutto e per tutto sia per struttura, proprietà ed effetti. La sua società non è attenta alla salute! è solo furba, sfrutta l'ignoranza popolare per vendere prodotti "più salubri" Contento lei.
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkIl problema è prettamente etico. Io per esempio faccio colazione con i cereali al mais della Kellogs. Ma se il mio consumatore non vuole OGM io non glieli devo vendere, punto. Il resto è frode in commercio. Capisco che qui in Italia visti gli ultimi governi, le norme e l'etica sono solo un impedimento alla libertà personale. Per fortuna nord Europa e Nord America, con cui lavoriamo, sono cosa ben diversa. Comunque sia esistono liste positive di stabilimenti autorizzati a produrre acido citrico a partire da Mais non OGM. Auditati da enti internazionale (di solito retailer Inglesi). In Europa l'unico ancora in produzione era fin poco fa la Jungbunzlauer di Basilea. Il resto, e il futuro, è Cina. Tra le altre cose ci penserei due volte prima di dare dell'ignorante a chiunque sia.
RispondiUn ricercatore qualunque
circa 12 anni fa - LinkConcordo con Tom, e non ci vuole molto. Una molecola e`una molecola e` una molecola, non ha memoria del suo contesto originario. Al massimo si puo`parlare di impurezze diverse se l`acido citrico viene da Aspergillus niger ceppo A o ceppo B (dai limoni? Dite davvero o state scherzando?). Pero` se l`acido citrico e`puro al 99.9 % tutta sta differenza non si vede ne`si sente. A meno di credere nell`omeopatia, nella biodinamica, o nella Fata Turchina.
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkEppure mi sembrava di esser stato chiaro.... Io mangio OGM a colazione e derivati del latte che provengono da bovini alimentati con soia OGM tutti i giorni. E una molecola è una molecola, su questo sono d'accordo. Ma se un mio cliente non vuole, per ragioni di IP (Identity Preserved) o etiche che neppure il citrico sia stato prodotto a partire da amido proveniente da mais OGM, io glielo devo garantire. Dato che cose come queste mi sono richieste quotidianamente dalla grande distribuzione Inglese, non penso di essere io quello che vive su di un altro pianeta.
RispondiPietro Caputo
circa 12 anni fa - LinkConcordo al 100%. Molti prodotti industriali non alimentari sono regolamentati più strettamente di quelli alimentari per quanto riguarda allergeni in etichetta e lista ingredienti. Per non parlare di alcune politiche aziendali (tipo quella dell'azienda per cui lavoro) che su certi ingredienti è addirittura più avanti della legge, bandendo sostanze ancora tollerate (tipo fenossietanolo o parabeni come conservanti) o limitandone il livello ben sotto quello di legge. Era ora che anche il vino non dico si adeguasse ma quantomeno si avvicinasse a certi standard. Per quanto riguarda l'impatto sul consumatore, ci abitueremo anche a quello. Dopotutto a chi non è capitato di chiedersi come mai una bottiglia di birra olandese riportasse il simbolo della donna incinta barrato, la prima volta che l'ha visto? Voglio dire, se tutti dovranno farlo e non avranno nulla da nascondere, non vedo il problema.
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkAl signor Tom e al signor Un ricercatore qualunque, dico solo che rispetto le opinioni di tutti, ma vorrei una risposta chiara a una sola domanda. Perché le lobby che rappresentano il vostro pensiero - quelle che sostengono che gli OGM sono sani e che qualsiasi opposizione al loro uso è puro oscurantismo - si oppongono così strenuamente, spendendo miliardi per impedire che si dica in etichetta se un prodotto alimentare contiene ingredienti OGM? Ogni posizione è rispettabile, ma chi deliberatamente nega ai consumatori il diritto a un'informazione chiara, completa e precisa, è per lo meno sospetto.
RispondiMAurizio
circa 12 anni fa - LinkPer una semplice questione di marketing: se anche solo un terzo dei potenziali clienti sono "oscurantisti" mica possono rischiare di perdere quella fascia di clientela ;-)
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkAmo talmente tanto gli allergici a qualsiasi cosa che nei vini che facciamo e che mi bevo ci sta solo l'uva! e lo dichiaro pure! e scrivo le analisi del vino in retroetichetta. e faccio parte di un'associazione che mi controlla se faccio il furbetto ed uso anticrittogamici, antibotritici o diserbanti di sintesi (che poi rimangono nel vino). Non ho nulla contro l'uso di rame, di solfiti, di uova, latte, acidi vari, tannini, sali, aromi, lieviti, azoto, enzimi e quant'altro. Anzi. La legge lo permette e non c'e' nulla di male. Io quei vini cerco di non berli e di certo non uso tali additivi (che non fanno male, visto che sono ammessi) per produrre i nostri vini. E non uso quelle pratiche (ammesse e che non fanno male) che snaturerebbero il mio vino quali filtrazioni, microossigenazioni, osmosi inversa o centrifughe. Che male faccio?
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linkretifico: MI INTERESSA DEGLI ALLERGICI!
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkE a me i suoi vini!!! Per esempio oggi ad accompagnare il mio pranzo c'era un ottimo "Bianco dei Muni" che di vostra produzione non è ma in cui la vostra mana si sente, eccome!!
RispondiRemo Pàntano
circa 12 anni fa - Link...certo, è molto più consueto dimenticarsi di leggere gli ingredienti di una merendina o del cono-gelato che ci staimo gustando, piuttosto che non essere attratti da una sequela di additivi e di coadiuvanti, descritti in una lunga lista stampata sulla retroetichetta della bottiglia di Brunello o di Barolo che offriremo dal prossimo primo luglio, magari a cena, attorniati da amici curiosi e poco esperti! Mi immagino la scena: " hei, tu, grande esperto, lo sapevi che nel vino che ci hai tanto celebrato, ci sono le uova, il latte e la segatura?" ... da dove inizierà, d'ora in avanti, il sommelier nell'elenco dei "descrittori"? ...quali raccomandazioni sarà obbligato ad enunciare, il cameriere a ristorante, prima di versare il vino che i commensali gli hanno comandato? ...alla salute! il gustologo
RispondiPaolo Rusconi
circa 12 anni fa - LinkVi è mai capitato di assistere alla "preparazione" di un vino da parte di enologo? A me si. Dalle vasche si prelevano delle brocche di vino, si fanno svariati tagli servendosi di un cilindro graduato. I vari campioni si servono in normali bicchieri da degustazione, si annusano e assaggiano. A questo punto esce fuori la magica 24ore con circa 200 boccettini, manca di sapidità? 2 gocce di NaCl, e via di seguito con aroma prugna, aroma ciliegia, glicerina, enotannino, acido ascorbico, acido citrico, zuccheri pesanti etc etc etc Queste aggiunte io le chiamo ingredienti, ovviamente legali, ma non mi spiacerebbe si ritrovassero in etichetta. PS il vino in oggetto era un rosso in vendita in enoteca tra gli 8 e i 10 €
Rispondiarmin kobler
circa 12 anni fa - Link"aroma prugna, aroma ciliegia, glicerina" "Queste aggiunte io le chiamo ingredienti, ovviamente legali"? da quando sono legalizzati gli aromi?
RispondiMarco Tebaldi
circa 12 anni fa - LinkE da quando si può usare legalmente la glicerina??? Io sono enologo fornitore di enologi da 25 anni, ma di valigette del piccolo chimico del genere non ne ho mai vista una! Non è che siamo alla gara di chi la spara più grossa? E poi prendersela perfino con le centrifughe, che altro non sono che acceleratori della forza di gravità, nota causa di problemi all'umanità! Chi non conosce la materia, si astenga dal lanciare anatemi se non documentato, per favore! Ben venga la dichiarazione di potenziali allergeni, a tutela di chi ne soffre, ma sappiate che tali coadiuvanti sono già da tempo stati sostituiti con altri non allergenici, in vista dell'obbligo di dichiarazione. Va da s'è che non ne leggerete granché sulle etichette. Finchè ci siamo poi, rendiamo obbligatoria una etichetta per gli umani, che metta ben in chiaro chi ha protesi, chi usa tacchi e gel per capelli, il trucco femminile e così via. sull'altare della pura espressione della razza...
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkSe è per quello è vietato anche l'NaCl (che poi non è altri che il sale da cucina; si sa mai...). Chi usa i prodotti indicati da Paolo, commette una "sofisticazione" e come tale andrebbe perseguito...
RispondiAlcoligeno
circa 12 anni fa - Linkl'intervento di Rusconi è un esempio specchiato di due cose palesi nel mondo del vino attuale: 1) Alcuni promotori del vino naturale sono talmente invasati da non conoscere un minimo di legislazione: basta dare contro a tutto e tutti. 2) Il veleno più potente contenuto nel vino è l'alcool che manda fuori di testa, fa sragionare e che fa fare intereventi come quelli del Rusconi appunto. Bevete vino con moderazione. Non vi farà male ed evitate figure di guano.
RispondiNic Marsél
circa 12 anni fa - LinkLa lista degli ingredienti, per quanto mi riguarda, servirebbe a valorizzare i produttori che sono in grado di fare vino di qualità eccelsa senza additivi (o particolari processi in cantina) che, sebbene consentiti, potrebbero rappresentare una via più facile (soprattutto per le grandi aziende che possono fare investimenti mirati in questo senso) per ottenere buoni risultati senza avere necessariamente una materia prima eccellente. Non caccia alle streghe ma premio per i virtuosi.
RispondiLuca Risso
circa 12 anni fa - LinkMah, che confusione!! Il latte (scremato, mi raccomando!) e l'albume non si mettono nel vino per "aggiungere", ma per "togliere", in particolare tutta una serie di sostanze responsabili di odori e sapori sgradevoli e spiacevoli. Si usano dalla notte dei tempi, sono ammesse nel biologico (mi pare), e non sono il parto di un cattivone che ha voluto fare del male al vino, ma semmai migliorarlo. Non dovrebbero lasciare tracce e perciò non sono legalmente classificati come ingredienti né come additivi, ma come coadiuvanti. Che non facciano male credo sia auto-evidente. Questo è oggettivo. Soggettivamente dico che l'80% di quei vini naturali criticati per il loro corredo sensoriale troverebbero grande giovamento dal sapiente utilizzo di un po' di uovo o di latte. Personalmente se fossero indicati in etichetta (insieme magari ai valori analitici di volatile, che anche lì c'è un limite di legge) non me ne calerebbe alcunché (nemmeno della volatile peraltro, dato che mamma mi nutriva ad aceto e zucchero per far passare il singhiozzo e da allora il sapore mi è piaciuto). Devo comunque dire che come tutti sanno io in questo campo istigo a delinquere Luk
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkHai ragione Luca, ma se questi coadiuvanti o carry over contengono allergeni vanno dichiarati per ragioni di sicurezza alimentare. Il concetto di base è: perchè negli altri prodotti alimentari si e nel vino no?
RispondiLuca Risso
circa 12 anni fa - LinkTutte le sostanze sono potenzialmente allergiche, alcune più altre meno. Nel 2006 sono state ammesse in europa al posto delle sostanze sopra citate anche quelle di origine vegetale come il glutine che come sappiamo è potenzialmente pericoloso per i celiaci. Il fatto è che questi coadiuvanti una volta compiuto il loro "sporco" compito vengono allontanati dal vino, e non "dovrebbero" restare tracce pericolose. Non c’è una normativa a riguardo né italiana né comunitaria su quale debba essere ad esempio il quantitativo massimo di glutine nei prodotti per celiaci. Una circolare transitoria ha fissato tale limite a 20 ppm. Nel trattamento dei vini rossi una dose tipica efficace per la chiarifica è 100 ppm (10g/hl) di glutine aggiunto, ma quanto di questo rimanga come residuo nel prodotto finale non si sa, o meglio dipende dai trattamenti successivi (travasi filtrazioni ecc) Luk
RispondiCarlo Tabarrini
circa 12 anni fa - LinkScrivere, scrivere scrivere tutto ! io compro, pago e PRETENDO di sapere cosa è stato usato per ottenere quello che andrà dentro al mio stomaco.
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - Linkhai detto tutto Carlo! Non serve aggiungere niente :)
RispondiAntonio
circa 12 anni fa - LinkMah come al solito si tende a estremizzare e dividere tutto in bianco o nero. Per fortuna non esistono solo enologi "preparatori" come quello che descrive Paolo Rusconi e ne tantomeno solo "talebani" della serie: farà anche schifo ma è naturale e perciò è buonissimo!. A mio parere la maggior parte dei produttori, convenzionali o naturali che siano, cerca di ottenere il meglio dalle sue vigne restando nel novero di quella che è la sua filosofia produttiva e di quello che è legalmente consentito. Delle scorciatoie dei furbi e dell'arroganza di molti "naturali" ne facciamo volentieri a meno!
RispondiFrancesco Spadafora
circa 12 anni fa - LinkMi hanno detto che ancora non è stato messo a punto un protocollo di analisi per stabilire se un vino contiene sostanze derivanti da latte o uova ,detto questo, i residui veramente dannosi sono quelli usati in campagna ,e questo è facilmente riscontrabile . Ogni produttore coscienzioso ha a cuore il suo cliente ,l'offerta non manca , e nessuno cerca di perdere un consumatore producendo vino che fa male , io ragiono così . Io non uso caseina ma la domanda è ,senza una grande informazione , cosa capirà il consumatore ? Che il latte e l'uovo alterano il gusto e la qualità del vino ? Perché a me non risulta
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - LinkCondivido... Non credo infatti che l'utilizzo dell'albume per la chiarifica sia così deleterio... E complimenti per i tuoi vini , sempre ai vertici qualitativi nella produzione siciliana!
RispondiPietro Caputo
circa 12 anni fa - LinkCondivido. Anzi, magari servirà a stimolare la curiosità sul processo. Se io ho bevuto da sempre il vino X, trovandolo ottimo e "salutare", se d'improvviso vedo scritto in etichetta "contiene tracce di glutine e caseina", la prima cosa che mi viene da fare è sentire il produttore e chiedere che significa.
RispondiRemo Pàntano
circa 12 anni fa - Link...pensa te, con tutto quello che stanno facendo quegli enologi come Marco Tebaldi per ridurre o addirittura azzerare i solfiti, tutti quelli che studiano i sistemi migliori per arrivare a produrre vini sempre più "naturali" ma senza puzze e difetti! prosit!
RispondiFrancesco Spadafora
circa 12 anni fa - LinkAnche io ho vinificato qualcosa nel 2011 senza solfiti , la volatile non è salita ed il vino non ha ne puzze ne difetti ma un anno è troppo poco per la certezza e quindi non è da eroi ma persone sensate hanno bisogno di tempo per capire la normale evoluzione del vino . Anche se 60 mgl di solforosa totale non è nulla nel vino ,ma provare è il mio mestiere
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkA mio avviso (che non sono enologo e che li scrivo di seguito a casaccio) la centrifuga, l'uovo, il latte, il filtro, gli acidificanti o disacidificanti, i solfiti, i lieviti, l'osmosi inversa, i mosti concentrati, lo zucchero e qualsiasi altro additivo ammesso dalla legge o tecnologia enologica invasiva... ALTERANO il gusto e i profumi di un vino, di un'uva e di un territorio. Lo rendono piatto e privo di emozioni, standardizzato. Si possono e si dovrebbe arrivare a fare vini senza tutta questa chimica e queste tecnologie. Cosi' come si possono coltivare delle viti senza pesticidi e spero anche senza il rame e lo zolfo normalmente usati in biologico e biodinamico. Non mi piacciono i vini che sanno di brett o altre puzze non tipiche del vitigno, le volatili troppo alte e le ossidazioni troppo spinte. Tollero la torbidita' e i sedimenti ed alcune ossidazioni. Odio il bianco carta, la puzza della solforosa, la falsita' di certi profumi, i tannini aggiunti, i solfiti nel naso...l'appiattimento del gusto. Non mi piace ma accetto chi vuole ridurre o eliminare la solforosa con pratiche tecnologiche ed enologiche troppo invasive. Comprendo ed aiuto con la viticoltura e l'enologia che sostengo e pratico e vendo tutti gli allergici del mondo! Sono stato abbastanza chiaro?
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkFrancesco, lo zucchero in Italia non è ammesso; dovresti saperlo... E una volta per tutte... ...tutti i vari "additivi" fin qui descriti, servono a poco... ...se un vino è "tristo", tale rimane... ...repetita iuvant...
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linki mosti concentrati o i dosggi del franciacorta che sono, se non zuccheri! non fermiamoci sui dettagli, suvvia! abbiamo pareri diversi, non serve che mi ripeti le cose. gli additivi servono a poco...allora li usano per sfizio? dai non dire banalita', ti prego. troppo spesso l'uva e' l'ultimo degli interessi, anche in vini che prendono bicchieri, stelle e che costano 10, 20, 40 euro.
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkScusa Francesco, abbi pazienza, me le banalità le scrivi tu... Riferendoti ai dosaggi dei Franciacorta, è ovvio che cambia il gusto...la rifermentazione..la CO2... E poi non è una banalità scrivere che i vari additivi contano poco e/o niente... Io, e l'ho già scritto, ho fatto delle prove su delle partite da l. 54 e non ho notato differenze sostanziali...che comunque non valevano la spesa... Io non so il motivo per il quale siano usati "anche in vini che prendono bicchieri, stelle e che costano 10, 20, 40 euro" (cit.); per me, e lo ripeto ancora, se il vino è mediocre, mediocre rimane anche dopo... Può essere che le aziende alle quali ti riferisci si avvalgano di un enologo che prenda la pct. sulle vendite dei prodotti di cui sopra? ...forse...
RispondiFrancesco Spadafora
circa 12 anni fa - LinkSe posso sdrammatizzare , sembra che viva sempre proiettato in un film dell'orrore . Pensi a tutti quanti hanno una bottiglia d'avanti e che ,leggendola , possono solo pensare che forse non supereranno la notte indenni . La prova del Syrah senza nulla è stata assaggiata da Massimiliano Montes, che credo lei conosca , ed è in vasca così come mamma l'ha fatto , ma non per questo ho smesso di assaggiare tutti gli altri vini in giro per il mondo ,assassinandoli tutti . Credo che la tolleranza e la curiosità si debba coltivare ed esprimere pareri non significa screditare chi non la pensa some noi . Mi scusi ma essere naturali non significa che gli altri hanno la peste e sono contaggiosi o per lo meno ,per me non è così che con coraggio gestisco 95 ettari di vigneto in totale biologico e vivo con il continuo patema d'animo e vinifico senza alchimie ma utilizzo il freddo perché vivo al caldo . Mi dispiace polemizzare ma era solo per puntualizzare il mio pensiero.
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkCari Francesco e Gabriele, stiamo dicendo le stesse cose in modo un filo diverso. Non mi sembra di essere cosi' drammatico ne' di aver accusato nessuno, dipende da come ognuno vuole interpretare le frasi. Ho solo espresso il mio parere, dicendo che si possono (non devono) fare vini senza additivi e che a mio (umile) parere (non legge) se fatti con la chimica e la tecnologia i vini cambiano e si appiattiscono o uniformano, non che non sono buoni! Non ho mai detto che non si possono bere, me li bevo anch'io a volte dei vini con solfiti, con pesticidi, filtrati o chiarificati. Non sono mica un talebano; cosi' come bevo la birra industriale o mi mangio la nutella. Suvvia, signori!!
RispondiAlice Colantonio
circa 12 anni fa - Linknon per essere (o rimanere) necessariamente filo-porthosiana (http://porthos.it/index.php?option=com_content&task=view&id=686&Itemid=321) ma non capisco, perdonatemi, l'utilità di improvvisare definizioni... sulla Treccani, infatti, anche on line, si può leggere: Naturale: In contrapp. a ciò che è artificiale o posticcio o sintetico: come "vini, alimenti n."; più in generale di azione o operazione umana che miri a secondare, anziché contrastare, la natura. Vedi che i dizionari sono utili...
RispondiDurthu
circa 12 anni fa - LinkSapete cosa: quasi quasi smetto di bere vino e mi mangio solo l'uva... biologica... e lavata bene bene col bruschino, che non si sa mai.
RispondiKellermaister
circa 12 anni fa - Linkma solo dopo averla fatta pigiare da sette vergini in una notte di luna piena e fermentata in anfore sotterrate sul Sinai per esorcizzare lo spirito dell'enologo malvagio che potrebbe averla sfiorata con la sua 24 ore stracolma di boccettini(!?) ai cospiratori: se davvero credete che gli enologi abbiano studiato e sgobbato per anni con il sogno di andare per cantine ad aggiungere cc di questo o di quello fate una cosa facile facile...bevete l'acqua!!! (anche se lì, magari, l'arsenico c'è davvero!)
RispondiGaetano
circa 12 anni fa - LinkMi pare che ci siamo un po persi ........ La questione riguarda gli obblighi relativi alla dichiarazione ingredienti in etichetta: perchè tutti gli altri alimenti e bevande si e il vino no? Tutti gli alimenti sono uguali o alcuni sono più uguali degli altri?
RispondiSebastiano CC
circa 12 anni fa - LinkRicordo a chi fa ironia facile sulle boccettine che alcune legislazioni vinicole più 'flessibili' delle nostre (per esempio in Australia) permettono già l'uso degli aromi - naturali e artificiali - aggiunti al vino. E che una sparuta, spregevole e quasi insignificante minoranza di enologi furbetti faccia uso di sostanze non ammesse anche in Italia è stranoto. Infine, non tutto ciò che è ammesso è salutare, come pure non tutto ciò che è ammesso apparirebbe così innocuo agli occhi del consumatore. Se devo 'dopare' un vino perché sia vendibile e bevibile, beh, sono d'accordo con Tomacelli, il mio consumatore ha il diritto di saperlo. Alla faccia delle facili ironie. Sarà poi lui a scegliere se comprarlo o meno, come succede per i cereali OGM e tutti gli altri prodotti dove, a differenza del vino, per lo meno è dato di sapere. Diffido sempre di chi vuole nascondere le informazioni, di chi dice che sono inutili, oppure di chi dice che 'la gente non capirebbe'. Trasparenza e onestà, signori, senza prendere in giro noi stessi e soprattutto il prossimo.
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - Linkun nostro punto di vista sul tema http://www.vinnatur.org/2012/06/28/perche-nelle-etichette-del-vino-non-ci-sono-gli-ingredienti/?preview=true&preview_id=2356&preview_nonce=3179a2bc03
RispondiAlessandro
circa 12 anni fa - Linkscusate, ecco il link giusto :) http://www.vinnatur.org/2012/06/28/perche-nelle-etichette-del-vino-non-ci-sono-gli-ingredienti/
RispondiRaffaella
circa 8 anni fa - LinkNoi consumatori dobbiamo pretendere di sapere esattamente quello che acquistiamo!
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