Ansonaco del Giglio o della rinascita di un’isola
di Andrea GoriL’Isola del Giglio non è solo un titolo nelle pagine di cronaca, anche se la “bella addormentata sull’isola” è sempre lì a ricordarcelo. Sull’isola ci vivono uomini che, con il loro lavoro, contribuiscono alla rinascita di un patrimonio secolare che rischiavamo di perdere per incuria e abbandono: la vite e il vino. Uno di questi è Francesco Carfagna, ex professore romano, che nel 1999 inizia a costruire il sogno di far rinascere la viticoltura di qualità sull’isola anzi, per certi versi, farla nascere daccapo perchè qui si è sempre fatto vino forte e deciso, interessante più che buono. Il suo sogno prende forma nel 2004, quando alcuni amici portano questo vino a Lorenzo, proprietario dell’omonimo ristorante di Forte dei Marmi, che ne rimane folgorato, folgorazione che comprendiamo ri-assaggiando oggi quel vino, la prima vera annata dell’Ansonaco Altura di Carfagna.
Dal 1999 il professore sta ricostruendo gli storici terrazzamenti della parte sud dell’isola, quella incontaminata e tutta a Parco Naturale lungo la via che procede verso il faro di Capel Rosso. Qui porta l’acqua con un acquedotto personale e allestisce un vecchio palmento a rifugio con un camino, una cucina e dei tavoli dove riposare e riflettere.
Lo abbiamo raggiunto in una sera d’estate e con lui abbiamo discusso sulle prospettive di una viticoltura così estrema e sulla situazione dell’Isola del Giglio, bella e struggente come pochi altri luoghi al mondo. Questi gli assaggi:
Ansonaco Carfagna 2011 da vasca
Un grande prodigio di identificazione uomo-terroir. Dentro il bicchiere trovi tutti i profumi dell’isola e del mare nostrum: zagara, cisto marino, arancia rossa, elicriso e pepe bianco. Bocca nervosa, arcigna, che rivela peró freschezze inusuali fatte di corbezzolo e iodio, ginestra, timo e la dolcezza mielata del fiore di oleandro. Un vino rabbioso e soave allo stesso tempo, buonissimo adesso ma che andrà in bottiglia solo a novembre perché, come dice Francesco, un vino che scalcia così in bottiglia non puoi rinchiuderlo troppo presto. A noi già fa impazzire ma ci fidiamo di Francesco e Mattia per il suo futuro… 95+
Sangiovese Altura 2011 da vasca
Ancora borbottante e in evoluzione con del residuo zuccherino e una delicata carbonica. Eppure il vino lo vorresti sempre così, gioioso scalpitante totipotente, carico di impeto giovanile, di marasca, lampone in confettura ma capace di sfoderare una polpa di fico caramellato tutto puntellato da sale e iodio. Un puledro bizzarro che non ti immagini cosa possa diventare e che pensi chissenefrega mentre ne versi un altro bicchiere. 90
Sangiovese Altura 2010 Carfagna
Piccola novità del legno, un 500 litri stockinger proveniente dalle cantine Ferrari ma usato tra ottobre e aprile per coccolare un po’ l’irruento sangiovese. Il risultato è un vino più quadrato e appena più prevedibile di altri rossi di Carfagna , meno sanguigno e più elegante, con note di frutta fresca (ciliegia e lampone), vezzi di Montalcino con fiori secchi e un finale completo, profondo di tabacco e anice. Gran vino, ideale avvicinamento al sangiovese classico. 86
Ansonaco del Giglio Altura Carfagna 2010
Vino camaleontico capace di irretire da fresco con note di albicocca e confettura di arancia amara per poi avvolgerti a temperatura ambiente con ritorni caldi e mediterranei floreali e fruttati tra il fior d’arancio, il corbezzolo, la ginestra, la rosa thea, la susina gialla matura. Bocca di corpo e soddisfazione senza perdere di eleganza con intensità e calore dal gran finale compiuto, salino e penetrante 92
Ansonaco Carfagna 2009
Fortemente ridotto, bottiglia poco valutabile.
Ansonaco Carfagna 2008
Simile al 2011, ancora giovanissimo e con un naso di erbe di campo, gelsomino e appena vegetale. La bocca è vispa, lunga, fresca e molto nordica. Sale marino e pepe nel finale. 87
Ansonaco Carfagna 2007
Arancio carico color zafferano e miele di eucalipto. La bocca è freschissima, pimpante, con note di erbe di campo e finocchio selvatico. Finale pepato, succulento. 86
Ansonaco Carfagna 2006
Naso di arancio giallo, ginestra, talco e cipria. Bocca di ambra, finale di zenzero e timo, rassicurante e completo. 92
Ansonaco del Giglio 2003
Un prodigio di equilibrio e armonia con il creato del Giglio. Al naso esplodono zagara e ginestra, mandarino tardivo, cera d’api, erbe provenzali, lavanda, rosmarino e ligustro. La bocca è soave e intensa allo stesso tempo, di zafferano e orzo, menta ed eucalipto, pepe nero e canfora, granito e roccia, di una freschezza stupefacente vista l’età. La prima annata che ha varcato i confini dell’isola per andare da Lorenzo al Forte. Lorenzo ne voleva 300, Francesco ne aveva solo 30. Adesso ne restano 3… Archetipico. 96
Un vino impressionante questo Ansonaco, un vino di cui difficilmente si riesce a percepire l’età. spesso solo l’annata. Un vino che nasce dal contatto di un uomo con la natura attorno a sè e che spera per il suo futuro si allarghi al resto dei coltivatori sull’isola che sono tanti e spesso ben intenzionati.
Per cambiare la vita dell’Isola del Giglio servirebbero accordo e armonia tra quanti lavorano l’uva da queste parti, per dimenticare la tragedia che ancora giace a due passi dalla riva.
17 Commenti
Fabio Cagnetti
circa 12 anni fa - LinkVini di grande personalità, che rivelano fin dalla prima snasata il loro carattere insulare. Una viticoltura necessariamente eroica, quantità ridotte e costi di produzione elevati. Una nicchia da proteggere. Segnalo anche un altro vignaiolo del Giglio, un giovane di bellissime speranze, Fontuccia, il cui "Senti Oh!" ha già convinto le frange più attente dei vinoveristi.
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkHo assaggiato il Senti Oh già da un paio d'anni ad avercelo, questo di Carfagna mi manca provvederò.
Rispondifrancesca ciancio
circa 12 anni fa - Linksecondo me francesco ha mille camicie a pois. l'ho sempre visto così
RispondiGianpaolo Paglia
circa 12 anni fa - Linke i sandali bianchi bellissimi!
Rispondiguidachetipassa
circa 12 anni fa - LinkE' possibile trovare questi vini in Veneto o in Friuli??? Grazie
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkho girato la tua domanda a Francesco e Mattia (il figlio), adesso sentiamo che dicono! in ogni caso girano molto per fiere e li trovi spesso agli eventi FIVI.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - LinkEcco guidachetipassa cosa dice Francesco della reperibilità dei suoi vini dalle tue parti: "Per andare al Friuli non ho enoteche là però c'è un piccolo distributore locale che è "La Caneva" dei fretelli Muraro, con sede a Mogliano Veneto, vicino Treviso,(Tel. 0415901568) e se non l'hanno finito hanno sia il bianco che il rosso. Dei fratelli, io ho sempre trattato con Vanni. Questo è quanto più vicino al Friuli, bisogna chiamare loro per notizie. Oppure Mauro Lorenzon o La Cantina da Francesco a Venezia, ma è più lontano."
Rispondiguidachetipassa
circa 12 anni fa - Linkgrazie andrea, domani sono a Venezia e se riesco passo da Mauro....
RispondiAdriano Aiello
circa 12 anni fa - LinkHo bevuto e amato l'Ansonica 2010 e ho in cantina il 2008 ma lo lascio lì ancora parecchio. Conosco più quelli dell'Elba (specie Acquabona) ma quest'unico bevuto del giglio mi è sembrato davvero superiore!
RispondiGianpaolo Paglia
circa 12 anni fa - LinkQualche volta si sente dire che i prezzi di certi vini sono ingiustificati, ma io sfido chiunque a criticare i vini di Francesco per questo. Basta guardare le vigne per capire che i suoi costi sono il triplo di quelli di vigne normali, che pur generano vini che spesso hanno gli stessi prezzi o vanno ben oltre. Comprate questi vini, se volete aiutare questa viticoltura, e pagatene il giusto prezzo.
Rispondiguidachetipassa
circa 12 anni fa - Linke quali sono i prezzi di questi vini, sempre riuscendo a trovarli....
RispondiArmando
circa 12 anni fa - LinkNon sono amante del genere preferisco l'Ansonaco vinificato in maniera tradizionale....
Rispondimaurizio fava
circa 12 anni fa - Linkho conosciuto Carfagna dal rimpianto Francone Solari, a Ne. Francone sarà ricordato dagli amici alla Brinca, la prossima settimana.
Rispondiciro9999
circa 12 anni fa - Linkal giglio ci vado da quaranta anni tutti gli anni e mi pare che almeno nell'ultimo decennio ci sia stata una ripresa delle (bellissime sebbene faticosissime) vigne. nel senso che mi pareva che proprio a causa della fatica necessaria molte fossero in abbandono o semi. comunque negli anni '70 compravamo il vino sfuso in una cantina a castello. era un vino molto ambrato che ricordava certi vini casalinghi siciliani (del resto......), venduto in bottiglioni che poi, su richiesta del contadino, lasciavamo vuoti vicino al granito equilibrista comprensivo di madonnina sulla strada castello/campese. nonostante avessimo un fegato meno massacrato era un vino che si beveva piano piano, quasi con difficoltà. ma buono. anche io ho conosciuto altura tramite catia e francone. mi segnalarono il loro buon ristorante (arcobalena) con annesso vino ovviamente. mi pare che costi sui 17 euro/bottiglia se non sbaglio, che non è pochissimo ma se andate a vedere ste vigne, oltre a ricrearvi perchè il posto è bellissimo e giocoforza a vista mare, capite pure la fatica.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkin realtà l'Ansonaco costa sui 25 euro in enoteca mentre il rosso va quasi a prezzi da Brunello sui 30...ma appunto viste le vigne e la fatica, direi giustificati
Rispondiciro9999
circa 12 anni fa - Link'mazza! ero rimasto addietrato coi prezzi evidentemente. ma in ogni caso il problema del prezzo è sempre quello (inesistente): se lo vendono va bene.
RispondiSimone
circa 10 anni fa - LinkMi trovo al giglio, sono un giovane agronomo/enologo sarei interessato a visitare i vigneti, é possibile?
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