Cinque segnali tangibili che il tuo esperto di marketing del vino è una ciofeca
di Antonio TomacelliCi sono scelte nella vita che fanno la differenza. La tua cantina/consorzio (d’ora in poi C/C) finalmente gira a dovere, hai perfino messo qualche eurino da parte e intravedi all’orizzonte qualcosa che somiglia al successo. Servirebbe solo uno scatto di reni e poi sei a posto, ma ti manca giusto uno zic per entrare nell’Empireo dei Grandi: che fare?. Ecco, forse ci siamo, hai individuato il punto debole: il tuo vino è discreto ma non ti si fila nessuno. La tua C/C ha urgente bisogno di un Esperto di Marketing che ti imponga al Mercato! Prima di alzare la cornetta però, leggiti fino in fondo questo piccolo decalogo che ti aiuterà a scegliere l’Uomo Della Provvidenza, lo Sciamano dei Mercati Vinicoli, il Gran Maestro della Vendita Perfetta. Insomma, caro Presidente/Proprietario (d’ora in poi Pi/Pi), prima di farti aprire i chakra da chicchessia, sentammè ed evita accuratamente i seguenti Esperti di Marketing:
1) Quelli che “All’assalto del mercato cinese!”
La tua zona d.o.c. è grande quanto il comune di Monate (di sotto) ma molto meno conosciuta del paesino di cui sopra. Se ogni anno invadi il mercato con centomila bottiglie è grasso che cola, mentre i cinesi erano un miliardo fino a cinque minuti fa: il tempo di mettere due virgole e aumenteranno ancora. Nonostante tutto l’Esperto di Marketing c’ha la fissa del Grande Oriente e ti obbligherà a sperperare i tuoi capitali con un unico obiettivo: fare il solletico al gigante. L’Esperto è pure bastardo e ci sa fare: ti ammalia con costose quanto inutili trasferte in luoghi esotici (Shanghai, Hong Kong) popolati da massaggiatrici orientali che aspettano solo te e sarà duro resistere. Finirà, celosappiamo, che invece di promuovere il tuo vino, passerai le nottate al night club, provocando un vertiginoso aumento delle vendite di Champagne sui mercati asiatici. Segue comunicato stampa tristemente uguale ad altri millemila: “La Doc Monteciucco (di sopra) conquista il mercato cinese”. Si si, ci crediamo.
2) Quelli fissati con i ggiovani.
Ammettiamolo: il tuo vino galleggia tra gli scaffali degli Iper a non più di tre euro, ma la soglia psicologica va a farsi fottere quando scattano le offerte speciali. L’Esperto di Marketing potrebbe elaborare una strategia per aumentare il valore del prodotto ma è troppo occupato con una biondina tacco 12. Meglio allora puntare sui ggiovani e su quelle tre o quattro iniziative da decerebrati catodici che fanno tendenza: concorsi simil-missItalia, manifestazioni simil-Grande Fratello e poi tante notti sulla spiaggia a ingozzarsi d’alcol. Il risultato? Vendi il doppio delle bottiglie ma a metà prezzo, ovvio. La prossima volta fai come i francesi: punta tutto sui vecchi miliardari e l’Esperto usalo per pulire il parabrezza della tua Mercedes nuova di pacca!
3) Quelli che “Cabernet o morte”
Hanno letto Novella 3000 e ormai sanno tutto sui vitigni “migliorativi” che in America spaccano di brutto. Peccato solo l’abbiano letta dal dentista che non aggiorna il parco riviste dal ’93. Finirà che quel gioiellino enologico che avevi tra le mani diventa la copia sbiadita di una marmellata californiana. Con l’identica spalmabilità. Nel frattempo, siamo nel 2011, gli amereggani sono impazziti per l’incredibile varietà dei vitigni autoctoni italiani (leggi: biodiversità) e tu sei rimasto col cerino in mano. La prossima volta, sentammè, mangiati il budget che hai stanziato per l’Espert con l’Escort e guardati in piacevole compagnia i video di Jeremy Parzen: con il suo Italian grape name pronunciation project sta insegnando agli americani la corretta pronuncia della parola Chee-lee eh-JHO-loh.
4) Quelli che “Quando c’è Facebook c’è tutto”
L’Esperto ti ha finalmente creato una pagina social e sei pronto ad accogliere orde di sbevazzatori adoranti. Peccato solo che: a) i muri della cantina somiglino a certi affreschi pompeiani semi distrutti dalla lava. b) la segnaletica per arrivare in cantina sia affidata a due fotocopie appiccicate sui segnali della provinciale. c) il cesso funzioni a mesi alterni. d) i bicchieri per la degustazione siano in polipropilene. e) il sito internet non sia raggiungibile se non con lo Shuttle. f) i bigliettini da visita siano dell’era pre-cellulare. Ti risparmio le lettere G, H e seguenti solo se impari a memoria la definizione dell’American Marketing Association: “Il marketing è una funzione organizzativa ed un insieme di processi volti a creare, comunicare e trasmettere un valore ai clienti, ed a gestire i rapporti con essi in modo che diano benifici all’impresa ed ai suoi portatori di interesse“. Cosa c’entrano i cessi puliti con questa frase? C’entrano, c’entrano…
5) Quelli che “No, grazie, sono astemio”
C’è bisogno di dire altro?
57 Commenti
Simone e Zeta
circa 13 anni fa - LinkRi sei dimenticato quelli che "i Blogger sono tutti amici miei, facciamo fare un bel post su intravino e poi vedrai che vendite!!" ;-)
RispondiAntonio Tomacelli
circa 13 anni fa - LinkL'illusione dov'è? "facciamo fare un bel post su intravino" oppure "vedrai che vendite!!”? ;-D
Rispondipincopallo
circa 13 anni fa - Linke' una ciofeca anche chi da' i 5 consigli. Mettere insieme il mercato di Sganghai con quello di Hong Kong e' una cosa da dilettanti
RispondiPaolo Ghislandi
circa 13 anni fa - LinkMi son dovuto impegnare molto per non morire dalle risate, ma le lacrime mi son scese lo stesso... Tutto bello, ma quello sui "decerebrati catodici" ritengo essere il più succulento dei passaggi.. Ciao Paolo
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkparente di Laura???
RispondiGianpaolo Paglia
circa 13 anni fa - LinkBello, ma le frontiere del marketing nel frattempo sono diventate piu' sofisticate. Anzi, piu' "naturali" :)
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkAttenzione discorso OFF-LIMITS. Stiamo parlando di marketing cosa brutta cattiva e non naturale.
RispondiLido Vannucchi
circa 13 anni fa - LinkMa sai che di questi qua "personaggi" ne e' pieno in giro il bello che sono facilmente riconoscibili, basta dargli un' occhiata, cravatta con nodo piu' grosso della testa, pantaloncino giusto, e scarpetta di velluto coloratina, la riconosci subito e' stata progettata per camminare nelle vigne, immancabile h. Phone o tavoletta grande, e parlano un decalogo inglesepottaione tutto loro. Ora io dico come puoi, solo se vuoi!
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkIl punto 3 in particolare mi ricorda qualcuno....
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkoppure si può tornare agli anni '30 dove gli esperti di marketing americani erano tutti italo-ebrei. dei geni assoluti. la frase celeberrima che pronunicavano ai potenziali clienti della pregiata ditta "Don Vito Corleone" per convincerli all'acquisto era: "ti facciamo un offerta che non potrai rifiutare" vendite a palla.
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkCredo ci sia una forte tendenza a sottovalutare chi si occupa seriamente di marketing. Però questi peraccottari girano veramente, anzi ne mancano due tipologie. "noi non ti vogliamo venderti vino ma costruire con te una patnership duratura, un rapporto che va oltre la transazione commerciale e ci vedrà lavorare uniti nel tempo per il conseguimento del successo reciproco" "non siamo qui per vendere vino ma per vendere un servizio, non compri delle bottiglie di vino ma un'organizzazione che ti assiste per aiutarti a crescere"
Rispondiag
circa 13 anni fa - Link“noi non ti vogliamo venderti vino ma costruire con te una patnership duratura, un rapporto che va oltre la transazione commerciale e ci vedrà lavorare uniti nel tempo per il conseguimento del successo reciproco” non vale copiare....
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - Linkcopiare da chi non me ne sono accorto???
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkDa uno che io conosco bene....
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkSe ha gestito per un po' una società di rappresentanze commerciali e distribuzione a Roma si è lui.
Rispondiag
circa 13 anni fa - Linkallora copiava anche lui
RispondiClaudio Brambilla
circa 13 anni fa - LinkVi consiglio di visitare http://www.risparmiosuper.it Questo sito vi permette di comparare le offerte dei più grandi supermercati e grazie al servizio di geo – localizzazione, il sito vi suggerirà il punto vendita vicino casa più conveniente! Provatelo, potrete risparmiare fino a 1.000 € l’anno!
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkVade retro GDO!!!!
RispondiTomaso Armento
circa 13 anni fa - LinkSai qual'è il brutto: non esiste una figura che si occupa di vendite chiara ed identificabile. L'enologo lo capisci se ci fa o ci è, chi si occupa di vendite ha molti più strumenti per fregarti. E alla fine non puoi fare il vino e venderlo, quantomeno se hai più di un ettaro diventa davvero dura. Certo se ti si presenta innanzi un fenomeno come quello che hai descritto o sei un pollo o tene accorgi, il problema è che non sono tutti così. Anzi.
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - Linkse ti occupi di marketing non vendi Sono due figure professionali diverse.
RispondiTotò
circa 13 anni fa - Linkmarketing e vendite sono due cose totalmente diverse. Spesse volte si fa confusione e ci si addentra in tematiche complesse ed articolate che rischiano di portare i risultati del post. Se le due strutture aziendali sono ben definite e delineate si possono ottenere dei grandi risultati. Ma purtroppo è quasi mai così.
Rispondisilvana biasutti
circa 13 anni fa - LinkQuoto.
RispondiTomaso Armento
circa 13 anni fa - LinkMagari fosse così, in questo mondo (quello del vino) non è così, soprattutto per aziende piccole è quasi impossibile trovare figure doppie per le due funzioni. Il problema è, prima di lavorarci, capire quanto è la componente marketing del suo cv e quanto quella vendite. Per questo ho detto: "non esiste una figura che si occupa di vendite chiara ed identificabile". Spero di aver chiarito.
RispondiTotò
circa 13 anni fa - LinkSecondo me, nelle piccole aziende, la figura delle vendite è meno marginale di quella del marketing. Anche se c'è un ruolo unico spesse volte la componente vendite prevale su quella marketing. I due ruoli sono imprescindibili. LE aziende piccole devono mettersi in testa che bisogna investire in comunicazione e marketing altrimenti non si va da nessuna parte. anzi, a volte si torna indietro.
RispondiLa Bocconiana Scalza
circa 13 anni fa - LinkIl marketing passa anche dalla grammatica. Chi crea vino può permettersi -forse? forse! - anche un "qual'è". Chi deve promuoverne l'immagine, facilitando immensamente il lavoro di chi vende, invece no. I mercati asiatici? Un pericoloso miraggio? Sarà il tempo a dirlo. Anche queste sono scelte. Ma intanto i simpatici omini gialli si stanno organizzando. E nel loro "piccolo appezzamento" di terreno ci sono zone, ve ne lascio solo immaginare l'estensione, le cui caratteristiche sono paurosamente favorevoli alla produzione di vino. E la passione e le competenze? direte voi. Se le comprano senza batter ciglio. Il bocconiano, che puzza ancora di latte e che ancora coltiva la pia illusione di diventare AD nel giro di dueannimassimotre, abbasserà rapidamente la cresta. Se il mercato non gli consente, nel frattempo, di fare danni piccoli e grandi. Per il resto, che ognuno faccia bene il proprio mestiere. Con la passione, la tenacia, la curiosità di sempre, con la giusta apertura all'inevitabile futuro.
RispondiTotò
circa 13 anni fa - LinkCiao Scalza, ti informo che c'è un'azienda di Vigevano che potrebbe farti le scarpe...
RispondiLa Bocconiana Scalza
circa 13 anni fa - Link@Totò Non hai nemmeno la più pallida idea di quanto questa affermazione potrebbe costarti. Parliamone! :))
RispondiTotò
circa 13 anni fa - Linka dispositivo!
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkma sta bocconiana scalza è capace di favorire la vendita o parla per sentito dire o è una mitomane. perchè se cosi fosse qualche consulenza la potrebbe fornire ai nostri frequentatori-produttori-selfmademan. ammesso che non sia già impegnata con qualche altra azienda
Rispondisilvana biasutti
circa 13 anni fa - Link6) Quelli che hanno fatto una ricerca 'de mergado' ma non si sa cosa hanno cercato.
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkLautamente pagati?
Rispondisilvana biasutti
circa 13 anni fa - LinkOh jes. Anche se non pagati quanto quelli che davvero le fanno. Tuttavia pagati.
RispondiSimone e Zeta
circa 13 anni fa - LinkUna mia conoscenza (ma anche vostra), ha pagato 1500 euro al mese per un anno ad un neolaureato bocconiano, ricco di magiche formule, per conseguire 24 bottiglie vendute in Canada...
RispondiTotò
circa 13 anni fa - Linkse i risultati raggiunti sono stati solamente questi che hai scritto forse allora la tua conoscenza ha fatto male ad affidarsi ad un neolaureato. Ovviamente un esperto sarebbe costato molto di più di quei 1.500 euro al mese. Ciascuno dovrebbe fare il prorprio lavoro. Già solo con questa considerazione le cose potrebbero andare molto meglio.
RispondiMaurizio Fava
circa 13 anni fa - Linkah ah, Simone, ci sono anche quelli che mi hanno detto: ciao, ora ho assunto una persona per il marketing.. e poi scopri che l'unico risparmio che hanno fatto è stato su una camera in meno al vinitaly... decisamente per certi imprenditori l'unico sbocco di mercato che interessa è la "lettonia"
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkA me basterebbe che il consulente di turno evitasse di pronunciare parole con desinenza in -istica (es. scontistica, regalistica, markettistica) parlare in italiano infiorettando le le frasi con termini presi a prestito dal Bignami "corso di anglo-marketing in 24 ore" e inoltre avesse nel curriculum almeno qualche ora passata in giro nei mercati nei quali intende lanciarmi avesse nel curriculum qualche ora passata in giro per vigne e cantine. Il vino é una merce diversa da automobili, pezzi di ricambio, capi di abbigliamento. Se lui non lo capisce é inutile che cerchi di farlo capire agli altri (a mie spese). e infine vorrei che si rendesse conto che non credo ai miracoli ancora meno ai miracoli che costano un sacco di soldi il suo lavoro può essere utile ma non indispensabile
RispondiTotò
circa 13 anni fa - LinkUn buon markettaro ha fatto vendita e un ottimo venditore ha fatto marketing. L'uno deve sapere di cosa parla la disciplina dell'altro. Un buon markettaro non promette miracoli ma opportunità.
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkNelle Nuvole, la sai la barzelletta del commerciante di scarpe? E' vecchia, ma... C'è un'azienda di Vigevano che vuole incrementare le vendite nell'unico mercato dove le scarpe della famosa cittadina non sono ancora arrivate: l'Africa nera. Partono i suoi due migliori uomini della struttura commerciale. Dopo due mesi spesi facendo rapporto settimanalmente all'azienda di come si muoveva e giustificando le spese sostenute in trasferta, rientra il primo che dice: "Mi spiace, ma laggiu' vanno tutti in giro a piedi nudi, non e' posto da scarpe di qualita' come le nostre, cerchiamo piuttosto d'incrementare il mercato che abbiamo". Il secondo, invece, non dava piu' segni di se', non telefonava, non chiedeva accredito di rimborsi, sembrava scomparso, tutti si preoccupavano che fosse morto. Ma dopo altri due mesi ecco che arriva una telefonata da un villaggio nel cuore della foresta tropicale! Era il secondo, finalmente, ed ecco cosa disse: "Ehi, capo! Mi mandi subito tre TIR di scarpe di tutti i modelli e di tutti i prezzi, che qui vanno tutti in giro a piedi nudi e ho un mare di interessati a quello che mi hanno visto ai piedi!"
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 13 anni fa - Linkper esperienza diretta: 1-diffidare da quelli "hai sbagliato tutto fin qui, adesso ci penso io!" 2-diffidare da "adesso tira il naturale, dobbiamo fare biologico ad OGNI COSTO" 3-diffidare da "bisogna sistemare la cantina, così è troppo rustica e funzionale, facciamola più FASHION" per me un bravo consulente è uno che viene, assaggia i vini, ti dice onestamente ciò che pensa e da un'analisi sincera e realistica dell'azienda e delle strutture e delle attrezzature a disposizione, ti dice sinceramente cosa si può o non si può fare. poi non tutte le colpe sono sue, alla fine il consulente viene scelto mica te lo impone nessuno!
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link..toh...senza volere mi tolgo la patente di "appassionato" e mi calzo immediatamente quella da "consulente"...
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linksiete dilettanti non diventereta mai dei big. un uomo di marketing, bravo, ha il suo perchè. voi fate il vino buono e lasciate ai professionisti il compito di venderlo
Rispondishe-wolf against all odds
circa 13 anni fa - LinkDilettante sei tu. L'uomo di marketing non si deve occupare di vendere il vino, ma di promuoverlo. Per venderlo servono figure professionali diverse. Fra Tex Willer e Calamity Jane, con la fortuna di Gastone Paperone.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkse la promozione del prodotto non porta la vendita allora si deve cambiare mestiere
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkInfatti sono due fasi diverse gestite da figure diverse con attitudini diverse, cara Lupacchiotta
Rispondishe-wolf eccetera
circa 13 anni fa - Link@ag grazie per la conferma. Aggiungo, ci sono ottimi professionisti del marketing, ma il vino non é una commodities (scusate l'uso del Bignami anglofono), un nuovo modello di orologio, una linea di abbigliamento, un software. Per promuoverlo bisogna conoscerlo e per venderlo bisogna conoscere chi lo compra, che é non solo il consumatore finale, ma tutta una sfilza intermedia di pescecani di un buon livello di rozzezza. Questa categoria se ne frega spesso di campagne promozionali, immagine aziendale lustra ed innovativa e udite, udite, della qualità intrinseca del prodotto. Pensa solo ai soldi e sceglie chi gliene fa guadagnare di più con il minor sforzo possibile da parte sua. Non si tratta di vendere una collezione una tantum, ma di stare con il fucile puntato, sempre. Che poi un consulente marketing possa dare una mano a svecchiare certi attegiamenti non si discute, ma una cosa é la prmozione e un'altra la vendita, anno dopo anno.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linke quindi si vende non il vino ma il prezzo. l'ho già sentita questa. addendum toc toc c'è un esperto marketing in linea che sappia far evolvere gli spiriti rozzi ?
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkInfatti io non ci capisco niente....
Rispondifabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkPuoi crederci o no ma le tue parole sono da manuale..... di marketing. Hai tratteggiato tutte le possibili valutazioni errate che si fanno di un mercato o di un prodotto, valutazioni che portano a pensare erroneamente che il marketing "non è adatto a me". Il marketing va bene per tutto. Tutta la vita è adatta al marketing.
RispondiGiovanni Solaroli
circa 13 anni fa - Link@she-wolf eccetera: dai, sai fare molto meglio, non essere pigra. Va bene che è Agosto e mollare i freni è naturale, ma questa mi pare la ricetta della ribollita. Mi riferisco poi solo a questo passaggio "Questa categoria se ne frega spesso di campagne promozionali, immagine aziendale lustra ed innovativa e udite, udite, della qualità intrinseca del prodotto. Pensa solo ai soldi e sceglie chi gliene fa guadagnare di più con il minor sforzo possibile da parte sua." Detta così mi pare una definizione un pò troppo generica che ognuno potrebbe incollare addosso a chiunque svolga una professione o faccia un mestiere. Il tuo stile ed il tuo pensiero sono molto, ma molto più profondi di questo commento. Non lo sai che al pari del blogger, il commentatore non riposa mai? A.S.
Rispondishe-wolf eccetera
circa 13 anni fa - LinkSolarolo, chiedi troppo. Fa caldo, non si caccia nulla e il commentatore deve lavorare, ogni tanto. In più da queste parti ci sono orecchie appizzate pronte ad impallinare mammiferi carnivori troppo audaci. Accontentati.
RispondiGiovanni Solaroli
circa 13 anni fa - LinkSolo per stavolta. abbracci e bracciatelli
RispondiMammamsterdam
circa 13 anni fa - LinkSul punto 5 mi ribello, Andrea Gori mi è testimone che prima di prendere il diploma AIS ero praticamente astemia, ma che come comunico il vino italiano io agli olandesi, nessuno (se a qualcuno interessa: il mercato è praticamente saturo, ma mai porre limiti alla divina provvidenza). In queste settimane per esempio sto intontendo un gruppo di vinologi batavi francofili (porelli, giusto quello gli insegnano) a botte di vini vulcanici, Bianco di Alessano, bianchi del sud e altre cosette di cui non avevano idea. Insomma, anche un astemio può essere tuo amico. Non bisogna averne paura come di quelli che il marketing non lo sanno fare.
RispondiLorma
circa 13 anni fa - LinkMammamsterdam non avevo capito che eri, meglio sei una vera sommelier! Sono un pò citrulla! dato che sei diplomata Ais , e questo l'avevo capito!. E sì che ti seguo da tempo..... Questo aumenta la mia, già, notevole considerazione di te :-)!Dato che io produco, bevo pochissimo, mi piace solo ed esclusivamente lavorare in vigna e "odio" la cantina, stimo tutti coloro che discernono di vino e sentono profumi, gusti che io non riesco mai a cogliere! Capisco solo se ci sono o meno difetti!
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkQuanta bella sincerita' dopo il faccino sorridente! E' da ammirare una produttrice, una donna del vino, con questa dote. Non la conosco, non so nemmeno che vino fa, ma è senz'altro piu' buono del Chateau Petrus...
RispondiMaurizio Fava
circa 13 anni fa - Linktorno ab ovo: ci sarebbe davvero tanto da fare per il marketing del vino italiano. dal ministero (sic!) alla più piccola delle aziende. Ma il dramma per i pesci grossi e i politici è che non gli interessa la qualità del lavoro, ma solo quanto renderà a loro PERSONALMENTE, e quindi si va di progetti costosissimi e evidentemente inutili affidati a agenzie "amiche" o "parenti". Magari disposti a rendere parte del malloppo sottobanco. Il dramma per i "pesci piccoli", o piccolissimi (le aziende più numerose in Italia, e anche ) è che spesso credono di più al fumo che all'arrosto, e sono più disposti a farsi spennare dai magliari che ad accettare consigli utili e lungimiranti di chi davvero lavora con l'obiettivo solido della crescita aziendale. Per questo è tutto un susseguirsi di mordi e fuggi, o "prendi i soldi e scappa.." Un altro limite in questo senso è la scarsa liquidità, e la tendenza a non apprezzare e anon voler pagare l'investimento sulle idee: troppi giudicano una strategia come se fosse una tattica (se non porta a VENDITE nel primo semestre, allora non va bene) E poi, dulcis in fundo, la scarsa intelligenza imprenditoriale: mentre si è spesso disposti a strapagare il flying winemaker di turno (magari per fare vini banali e INVENDIBILI, o per fargli fare la cresta su attrezzature di cantina inutili o superflue, o peggio per lasciargli decidere le strategie di impianto dei vigneti secondo i suoi gusti e spesso sono scelte che distruggono un'azienda per decenni) si ritiene non necessaria la spesa di poche centinaia di euro per dei buoni e onesti consigli che ti farebbero risparmiare milioni sul medio-lungo periodo (ad esempio, vent'anni fa era già ben chiaro che piantare vitigni internazionali sarebbe stato controproducente, ma pochi dei miei interlocutori hanno caèpito che se gli suggerivo di non farlo era nel loro interesse..) Ecco perchè anche nel vino sta vincendo il pressapochismo, e i furbi cacciaballe prevalgono sui seri e sugli onesti. Infine un consiglio agli imprenditori: cercate un buon consulente di marketing, ma ancor prima uno per le vendite, ma non dei MILLANTATORI, PRIMA di comprare i terreni, decidere gli impianti e costruire la cantina. Attendo i vostri ringraziamenti tra una decina di anni ;-)
RispondiAmedeo
circa 13 anni fa - LinkBuongiorno, sono un neofita del blog, o meglio dei commenti al blog che conosco e ogni tanto seguo con vivo interesse. Ogni riflessione é interessante anche se generalizzare sul tema marketing e comunicazione nel segmento vino é impossibile. Tolte le aziende strutturate rimangono una maggioranza di piccole realtà (famigliari, cooperative, ecc) che non seguono nessuna logica contemporanea. Possono non piacere gli inglesismi (io pure li rifuggo), ma lavorare con immagine, marketing e comunicazione é altrettanto importante che lavorare nella vigna, in cantina, ecc. Chi dice il contrario o é un pazzo, oppure mente e sta già facendo un'operazione di marketing. Chiudo con un'affermazione che mi renderà antipatico: qualcuno di voi conosce etichette italiane importanti i cui prodotti sono fatti da contadini? Da quella che il luogo comune chiama la saggezza contadina? Andate a vedere le biografie. Questo perché un vino buono, buonissimo - e di successo - é sempre frutto del lavoro di squadra: agronomo, enologo, marketing, immagine e comunicazione sapientemente coordinate da un amministratore delle risorse, da un imprenditore. Nella mia esperienza, pur essendo abbastanza giovane, con collaborazioni interessanti, successi o insuccessi sono sempre stati legati alla capacità di chi guidava le aziende di concepire progetti innovativi, di saperli portare avanti e di cambiare idea, fidandosi dei collaboratori. Chiudo dicendo che buona parte dei piccoli sognano la loro bottiglia nella GDO, credendo di potere produrre delle Ferrari e di poterle vendere alla Coop. Tanti saluti.
RispondiLuigi
circa 13 anni fa - LinkCiao a tutti, ho letto con interesse l'articolo ed ovviamente i commenti ad esso. Mi accingo a ritornare in Italia dopo un esperienza di 4 anni in Uk ed 1 anno in Australia dove ho lavorato come sommelier in prestigiosi ristoranti, ovviamente non mi son fatto sfuggire l'occasione di partecipare a fiere e wine-tasting dove ho conosciuto fra l'altro tanti personaggi sopra elencati, a volte ridicoli altre patetici con una conoscenza dell'inglese pari a zero o quasi e che puntano tutto sull'apparenza! Al roadshow di Londra 3 anni fa' hanno servito un notissimo vino toscano completamente ossidato e nel momento in cui io ed un mio collega autraliano( che con il vino ci fa' l'amore) l'abbiamo fatto notare ci hanno riposto che non capivamo niente....eravamo li' per conto della D&D Lndon (30 ristoranti nella capitale britannica!!!!).Ora al mio ritorno vorrei lavorare nell vendite e leggendo il post mi son detto che tutto vorrei essere tranne che il "buffoncello" sopra ben elencato...vendere e' un arte, vendere vino e' arte mista a passione! Speriamo bene!!!!!!!!!
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