I soliti noti | Sassicaia e Ornellaia re di Bolgheri 2007

di Andrea Gori

Tra gli eventi più attesi della prima edizione di Maredivino, rassegna delle eccellenze livornesi da Bolgheri all’Elba, passando per Val di Cornia e Bibbona, una degustazione cieca di 9 grandi cru bolgheresi guidata da Ernesto Gentili, autentici pezzi da 90 (e più) euro, fenomeni di mercato, di moda e sempre più a rischio omologazione. Sarà davvero così? E soprattutto, Sassicaia e Ornellaia sono ancora una spanna sopra gli altri?
Premessa doverosa: i campioni erano tutti 2007, annata calda in cui gestione delle maturazioni e attenzione al blend sono state maniacali. Sempre il solito paradigma: più frutto con il merlot, il cabernet dona eleganza, syrah e petit verdot completano il quadro e nell’annata giusta anche il cabernet franc può sparigliare le carte in tavola. Dirò di più: assaggiandoli d’un fiato si ha l’impressione nitida che ciascun Bolgheri superiore abbia una precisa personalità, al contempo mediterranea e toscana. Alla faccia dei vini senz’anima.

Paleo, Le Macchiole
Balsamico in evidenza, frutta piena, ricco, prugna lieve tabacco, bocca fresca e minerale, bel finale con nota agrumata, resina di pino, macchia mediterranea, notevole eleganza, bella maturazione ed aromi, legno non aggressivo, già bell’equilibrio con il balsamico che stimola la beva. 95

Arnione, Campo Alla sughera
Cupo, resinoso, pepato, ricco, carnosissimo, il tannino frena in bocca. Non lunghissimo, meno fresco e balsamico, frutto notevole e denso, tostatura e rovere più evidenti, non grande ampiezza, alcol e tannino devono ancora amalgamarsi. 83

Argentiera, Tenuta Argentiera
Apertura leggera di acciuga e minerale, china, caffè, chiuso, pepato e speziato, frutto molto dominato dal legno, bocca però dolce, tannino frizzante e beva niente male, volume ampio in bocca, il finale regge senza asciugare, maturo, largo e potente. 86

Millepassi, Donna Olimpia 1886
Maturo e adulto con poche smancerie, ben fatto e preciso, verdognolo, le note vegetali non disturbano e danno freschezza, buon equilibrio, materia un po’ carente ma promettente. 82

Castello di Bolgheri, Castello di Bolgheri
Terroso non troppo dolce, prugna decisa, note di mirto e sottobosco, lato sapido e salino molto interessante, notevole potenza dell’attacco fresco che evolverà, il terroir incide bene sull’equilibrio arricchendo il frutto. 89

Grattamacco, Podere Grattamacco
Meno intenso di colore, naso dolcissimo, bella bocca, elegante, grip tannico deciso, frutto nero mirtillo e mora, un po’ di floreale, grafite, bella acidità in bocca, carattere toscano forse più vicino al sangiovese. Più di beva e meno d’impatto, bello slancio finale. 93

I Castagni, Michele Satta
Prugna mora confettura, cassis , miele di castagno, potente lungo un pelo di tannino. Meno sfaccettato di altri, tostatura evidente. Qualche cenno speziato e balsamico, un po’ soffocato dal legno, impatto meno perentorio, finale contratto. 80

Ornellaia, Tenuta dell’Ornellaia
Confettura mirtillo e prugna, affumicato e tostato, polvere da sparo, bella profondità, estratto composto, tannino presente ma non aggressivo, nel finale torna un po’ troppo l’alcol, vino ricco solare ma molto ben realizzato anche se pecca in freschezza. 93

Sassicaia, Tenuta di San Guido
Mora e cassis, grafite e legno, impatto minore ma ricchissimo, compatto e sfaccettato,  anice, mirto, mela, mora, bocca bella, tannino saporito, finale lunghissimo, ricco ma soprattutto elegante, godibilissimo fin da subito ma destinato anche a grandi cose. 96

Considerazioni: Sassicaia e Ornellaia sono ancora gli archetipi di Bolgheri, rispettivamente per eleganza e potenza sotto controllo. Annata straordinaria, forse la migliore di sempre, per il Paleo – 100% cabernet franc – cui ha giovato l’annata calda. Bella sorpresa per Castello di Bolgheri e la sua giovane enologa al secondo centro consecutivo dopo l’ottimo 2006. Annata di passaggio per Argentiera, Arnione e I Castagni di Michele Satta, incoraggiante esordio per Millepassi. Grande disparità di prezzi che quasi riflette la classifica di piacevolezza, si va dai 28 euro di Arnione  e Castello di Bolgheri fino ai 130 del Sassicaia, il miglior rapporto qualità-prezzo-blasone sta in mezzo ed è Grattamacco.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

3 Commenti

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

andrea, sono daccordo con tutte le tue valutazioni. Ho trovato il paleo sontuoso, mi spiace solo non ci fosse il messorio che forse è il vino che mi ha emozionato di più nell'annata 2007. Detto questo che risultati tireresti in un confronto tra sassicaia 2006 e 2007? A mio avviso l'annata 2006 era formidabile ma dopo aver assaggiato il 2007 comincio a temere (in senso positivo, of course) che in prospettiva quest'ultima sia destinata ad un "allungo" maggiore e a una performance ancora superiore.

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Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

non mi sbilancio sulla durata ma quanto a piacevolezza la 2006 secondo me è un piccolo capolavoro mentre questo 2007 è più tosto. Allungo diciamo che la 2007 potrebbe essere un altro 1999, la 2006 più una 2001. Spero di poterlo verificare tra una decina di anni!

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Beh, io un paio per annata le ho messe da parte, se è vero che non si abita mai troppo distanti da dove si stappa una bottiglia di gran vino... p.s. è proprio quell'essere così elegantemente pronto e raffinato che da una parte mi fa lacrimare di gioia, dall'altra mi preoccupa sulle potenzialità di allungo del 2006. Corretamente sostieni che l'altro è decisamente più materico; anche il 2005 lo era, però nel 2007 insieme a "tanta roba" trovo tanto equilibrio, non riesco a intravedere la predominanza di una componente su un'altra nel tempo: questo mi fa bene sperare p.s. invito un lettore meno paranoico a non leggere quelle che agilmente definirebbe pippe mentali enologiche

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