Ezio Rivella: “Io ve l’avevo detto, no?”

di Alessandro Morichetti

Non l’ha detto ma l’avrà pensato eccome, il cav. Ezio Rivella. Correva l’anno 1982, io avevo 3 anni e l’attuale presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino raccontava le sue idee a Burton Anderson su Wine Spectator: “stiamo deliberatamente adottando uno stile californiano perché il nostro mercato di riferimento sono gli Stati Uniti“, disse l’allora enologo e manager di Castello Banfi. Niente di nuovo o sconvolgente, sia chiaro, è solo il modo di stare nel mondo che va ancora per la maggiore. Il mercato ordina, noi lo assecondiamo. Che poi l’80% dei vini di Montalcino non fosse sangiovese in purezza è una clamorosa affermazione che solo il Berlusconi del vino può permettersi: eroe per alcuni, Male Assoluto per altri.

Rivella, io ti ammiro. Alla fine vinci tu, solo il mercato conta e visto il successo planetario puoi permetterti tutto. Chissenefrega se agli occhi di molti sei solo un enologo al servizio del profitto, che nulla ha a che fare con il valore simbolico, socio-culturale e affettivo della denominazione italiana più famosa: di fatto sei tu che l’hai portata nel mondo, vorremo mica starci a formalizzare per qualche barbatella fuori posto? Così va il mondo, Gianfranco Soldera e le sue 15.000 bottiglie non infastidiscono nessuno e, arrivati a questo punto, gli amanti del Brunello fatto con sangiovese e botte grande possono solo scongiurare il peggio. Fino a nuovo disciplinare.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

8 Commenti

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Franco Ziliani

circa 14 anni fa - Link

va bene che c'é il link al blog Do Bianchi, ma forse sarebbe stato più corretto mettere in chiaro che a tirar fuori queste dichiarazioni d'annata del cavalier Rivella, che parlava molto chiaro già 28 anni fa, é stato il wine blogger e wine writer Jeremy Parzen. Non trovi, Alessandro?

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Continuiamo cosi' facendoci del male... Nell'82 avevi 3 anni e Ezio Rivella era intenzionato a fare di Villa Banfi (come si chiamava allora) una macchina da soldi, ma certo non con il Brunello, bensì con il Moscadello e il Bell'Agio. Più una manciata di vitigni internazionali piantati la prima volta nelle le colline di Montalcino, in parte piallate per comodità (soprannome di quei tempi "Ezio Livella"). La storia oggettiva e persino quello che lui scrive nella sua autobiografia ci raccontano che fu un flop e che ettari su ettari di Moscato furono reinnestati (si scrive cosi?) con il Sangiovese per la produzione di Brunello di Montalcino. La storia locale recente ci racconta anche che l'attuale Presidente del Consorzio é stato allontanato dall'attuale Castello Banfi, probabilmente per scontri fra il suo ego ciclopico e quello di John Mariani, proprietario di Banfi USA. Se le sue visioni commerciali fossero state così eccezionali Ezio Rivella sarebbe ancora lì. Non ho simpatia per Rivella, anzi mi correggo, non ho simpatia per certe sue affermazioni roboanti e non condivido la sua visione del mercato. Però trovo anche assurdo l'incaponirsi a tirare fuori storie vecchie di quasi trent'anni, e presentarle come scoop straordinari. Mi sembra che quando si tratta dell'affaire Montalcino, la causa di tutti i mali venga considerata il solito Cavaliere. Così si continua a guardare il dito e non il cielo

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

commento a latere: che pXXXe co' sto soldera!!!! Io lo trovo un gran bel vino ma, da qui a farne il mio modello di riferimento, ce ne corre. Non me la sento di affermare che il brunello "è" Soldera (o Biondi Santi, o Palmucci, o Salvioni la Cerbaiola o Mastroianni o compagnia bella). L'enclave non è sterminata ma ha comunque una serie di sottozone con espressioni notevolmente differente: Camigliano, Tavernelle, S. Angelo in Colle, i Greppi, Castelnuovo dell'Abate, Torrenieri. Se si cominciasse sul serio a fare un ragionamento sulla zonazione, potremmo permetterci di avere brunelli a partire da 15 euro fino ad arrivare ai famigerati 200 euri (del biondi santi riserva o similia) o anche più, giustificati dal suddetto studio. Insomma, anche in borgogna o a bordeaux di sono vini da 10 euro (o meno) con quelle appellazioni, certo, se vuoi cominciare a scaldarti il cuore sai che, probabilmente, dovrai affidarti a qualche "cru", eppure non mi risulta che resti molto invenduto. Credo che con questa idea si potrebbe tranquillamente trovare spazio per tutti senza continuare in una lotta tipicamente "italian Style" fra guelfi e ghibellini.... ovviamente mi rendo conto che il concetto di "fare sistema" non sia proprio nel nostro dna

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Fabio Cagnetti

circa 14 anni fa - Link

il problema è la strenua opposizione di chi ha investito ingenti capitali in zone, per così dire, "village" e oggi può liberamente farci dei "Grand Cru"...

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

è quello che penso anche io. Penso anche, però, che sia ora di mutare l'atteggiamento critico, provando a battere con insistenza su questo tasto, anzichè contrapporre i "buoni" ai "cattivi" (strategia che, ad oggi, non mi sembra aver prodotto risultati degni di nota).

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Nelle Nuvole

circa 14 anni fa - Link

Sono perfettamente d'accordo. Fra le sottozone mi permetto di evidenziare la collina di Montosoli.

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Vittorio Cavaliere

circa 14 anni fa - Link

Mi auguro che il mio cognome non mi crei ulteriori problemi,sembra che vi sia una maledizione in corso ai portatori di questo titolo,ma il mio è solo il cognome.Spero di essere stato abilitato.Chiarisco il Mi piace l'ho cliccato per Soldera ciò nonostante trovo ingeneroso indicare in Rivella l'autore di tutti i mali,perchè l'accusa appare tardiva e pretestuosa,anche perchè scendere dal carro in corsa può essere rischioso,qualche brutta caduta è facilitata.

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roberto gatti

circa 14 anni fa - Link

Sarà mica stato il Rivella, con la pistola puntata alla tempia dei produttori, ad obbligarli ad aggiungere un 5/10% di altre uve ?? Mi sembra uno strano modo di ragionare.....

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