Baciami ancora | Barbaresco Riserva 1979 Rabajà dei Produttori, l’alba di un mito
di Alessandro MorichettiQuesta è una storia di Langa d’altri tempi. Sul finire dei Settanta, Guido Alciati e sua moglie Lidia stavano scrivendo una pagina memorabile della cultura materiale italiana. Guido da Costigliole d’Asti era un ristorante e molto di più, un pezzo di storia enogastronomica piemontese. Lui in sala e cantina, lei in cucina. Nel mondo del vino di allora, le menzioni geografiche o cru – a Barbaresco e non solo – erano concetti ancora annebbiati. Il livello medio dei vini era basso, solo ristoratori e veri appassionati sapevano pescare le eccezioni. I Produttori del Barbaresco imbottigliavano vini dei “Vigneti in località Rabajà versante Sud-Ovest” dal lontano 1967 e Guido Alciati comprava ogni anno buona parte della produzione. Poi venne il 1975.
Non c’erano guide, allora. I grandi seguivano istinto e palato, gli altri in coda. Quell’anno, il Guido da Costigliole rimase folgorato. Non seguiva le mode Guido, lui le faceva. Comprare tutte le 12.000 bottiglie del Rabajà dei Produttori significò consacrare uno spicchio di Langa e cambiarne il futuro. Nel 1978 iniziò Bruno Rocca ad imbottigliare in proprio quel cru che gli deve il nome, ma questa è un’altra storia.
Ascoltare un racconto così bello nel caos del Merano Wine Festival è spiazzante. La Riserva del 1979 in foto racconta il seguito della storia. Il cru che per Aldo Vacca, l’attuale direttore generale dei Produttori, “più di ogni altro definisce l’essenza del Barbaresco: elegante e potente, raffinato ed intenso”, è solo una delle perle conservate nei decenni dai produttori: gente che di cognome fa Alutto, Antona, Manzone, Rocca, Vacca e Vezza.
Io e questa bottiglia siamo nati insieme, Guido Alciati è morto nel 1997, sua moglie quest’anno. Il vino racconta degli anni passati al chiuso, è reticente. Lo agiti vorticosamente per ascoltarne il racconto: arrivano tè, foglie secche, note balsamiche e ricordi di frutta. La vibrazione tannica restituisce l’animo del gentleman che fu, il finale di liquirizia è testimone dell’orgogliosa integrità. Sono emozioni.
16 Commenti
Tommaso Farina
circa 14 anni fa - LinkPost meraviglioso. A margine, continuo a chiedermi come mai le riserve dei Produttori, che raramente deludono e spesso sono strepitose, abbiano così poca "copertura" mediatica rispetto ad altri nomi "di grido". Troppo tradizionali? Io, grazie a loro, so che berrò sempre un bel Barbaresco a prezzi accessibili.
RispondiAntonio Scuteri
circa 14 anni fa - LinkTe lo dico io perché: costano troppo poco
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkcarina :-) . Però onestà vuole che abbia assaggiato due settimane fà una coppia di asili 2004... sinceramente sono rimasto un po' deluso: alcool slegato, palato già evoluto verso il surmaturo con acidità ancora in divenire e tannini ancora indietro.
RispondiFabio Cagnetti
circa 14 anni fa - Linksono d'accordo. Tra l'altro ho organizzato più volte degustazioni di Riserve generalmente fino agli anni '80, ma occasionalmente arrivando fino ai '67, e riempire il tavolo è sempre risultato assai più faticoso che se si fosse trattato di Conterno o Giacosa spendendo cinque o sei volte tanto.
RispondiTommaso Farina
circa 14 anni fa - LinkSuggerimento: fate una bella "orizzontale" con tutti i cru della stessa annata, e raccontate differenze e sfumature.
RispondiCarlo Macchi
circa 14 anni fa - Linkuna cosa del genere, molto in piccolo, la trovi qui http://www.winesurf.it/index.php?file=listdegustazioni&form_id_gruppo_degustazione_vini=10
RispondiTommaso Farina
circa 14 anni fa - LinkBella lì Carlo! Corro subito.
RispondiFabio Cagnetti
circa 14 anni fa - LinkArmando Castagno fece un bellissimo articolo al riguardo su un Bibenda di tre o quattro anni fa... a me purtroppo, a parte i giovani 2004, non sono rimasti più di due cru per annata, anche perché devo dire che visto il q/p fenomenale sono bottiglie che apro con una certa liberalità.
RispondiLuca Cravanzola
circa 14 anni fa - LinkSono emozioni!!
RispondiAntonio Scuteri
circa 14 anni fa - LinkSpettacolare
RispondiCarlo Macchi
circa 14 anni fa - LinkSapete quale pouò essere il vero pericolo per una cantina che ha sempre fatto qualità a prezzi quasi ridicoli? Il continuo aumento dei piccoli che iniziano ad imbottigliare e che spesso tolgono così vigna alla cantina sociale. In effetti le ultime annate dei Crù ogni tanto mi hanno fatto pensare a questa iattura.
RispondiMario Crosta
circa 14 anni fa - LinkVero, verissimo, Carlo. Mi piacerebbe sottolineare che una cantina (sociale) seria ha un'ottima funzione da compiere in un tessuto di tanti piccoli buoni vignaioli privati, con i quali entra in simbiosi. Ce ne vorrebbe una per ogni DOC.
RispondiLido Vannucchi
circa 14 anni fa - Linkun plauso a questo angolo di Piemonte Bello, buono ed Onesto, Bella storia Alessandro, propongo per chi ne è portatore sano di queste belle storie, più Post su questo genere. Buon Barbaresco dei Produttori a tutti ciao lido
RispondiMario Crosta
circa 14 anni fa - LinkSì, anche perche' negli ultimi sono tornati a coltivare picole vigne (e a conferire uve ai Produttori del Barbaresco) diverse centinaia di piccoli vignaioli che se n'erano andati a lavorare a Torino ed in altre citta'. Senza il sostegno, la cura, i consigli, le visite da parte degli esperti agrotecnici ed enotecnici della cantina, non riuscirebbero mai ad ottenere da soli una qualita' delle uve a livello della fama del vino e quindi nella collaborazione fanno davvero un angolo di Piemonte piu' bello di cui parlare con reverenza e simpatia. Non ho mai nascosto a nessuno che il vino che prediligo in assoluto e' proprio il Barbaresco. Non c'e' vino al mondo che cambierei con un Barbaresco. Anche perche' basta lasciarlo giu' in cantina per venti o trent'anni, dimenticarsene, poi lasciarlo scoprire dai figli o dai nipoti, stapparlo la sera prima e berselo a pranzo il giorno dopo per piangere di commozione e ringraziare chi ha fatto sacrifici per zappare la terra, curare i tralci, accompagnare delicatamente la vinificazione, insomma fare un miracolo.
Rispondialdo
circa 13 anni fa - LinkSalve una curiosità: mi hanno regalato un barbaresco del 1979 Giordano. Cosa mi consigliate? Grazie Aldo
RispondiJosè Pellegrini
circa 5 anni fa - LinkBarbaresco ,un gentiluomo. Port coinvolgente , e ricordo di personaggi memorabili.Giusto, uniti piccoli produttori crescono.
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