We, the people, vogliamo che sia resa pubblica la ricetta della birra di Obama

di Antonio Tomacelli

Due tempeste si aggirano sulle teste dei candidati alle presidenziali americane. La prima, quella reale, si chiama Isaac e sta colpendo in queste ore la convention repubblicana che investirà il candidato Mitt Romney, costringendo i delegati già presenti a Tampa, Florida, a una pausa forzata ma non proprio sgradita. La seconda, quella che affligge il candidato Obama, è la classica tempesta mediatica in un bicchier d’acqua, anzi di birra, quella che la Casa Bianca produce artigianalmente tra un summit e l’altro.

La birra in questione ha una bottiglia, un tappo e un’etichetta come tutte le altre ma non è in vendita e non lo sarà mai, in quanto destinata al consumo interno dello staff presidenziale. Obama ne ha sempre una cassa di scorta nel bus che usa per la campagna elettorale e quei pochi giornalisti che l’hanno assaggiata ne cantano meraviglie. Stilisticamente parlando è una Ale aromatizzata al miele, ma non uno qualsiasi perchè è prodotto dalle api della Casa Bianca, una volta austera sede del governo e oggi ridotta da Michelle in oasi ecologica plasmon.

Inutile dire che intorno al mastro birraio Obama si stanno scatenando i media e, più ancora, i brewmaster americani che vogliono a tutti i costi conoscere la “ricetta” della misteriosa birra. Sui social di settore fioccano le ipotesi ma nessuno finora ha centrato la ricetta che, per il momento, resta segreta come tutto ciò che succede all’interno della White House a meno che…

Il Freedom of Information Act
Tutti gli atti del governo americano, compresa la ricetta della White House Ale, sono coperti dal segreto, ma i cittadini posseggono un’arma potentissima per scardinarlo, il così detto Freedom of Information Act. Basta raccogliere 25.000 firme e le informazioni richieste diventano pubbliche e liberamente consultabili.
Utilizzato in passato per questioni ben più serie, il FOIA è stato “invocato” da un utente Reddit e, giusto in queste ore, ha già raccolto circa diecimila firme. Non fatevi idee strane: per la firma digitale è necessario registrarsi sul sito della Casa Bianca “We The People” ed essere cittadini americani ma il numero di firme raccolte, aggiornato in tempo reale, è visibile a chiunque.

Il capufficio stampa del presidente Obama ha già annunciato via Twitter che, non appena raggiunto il numero necessario, la ricetta verrà resa pubblica: noi, intanto, grazie a una bottiglia di birra abbiamo colto l’occasione per parlare di democrazia e trasparenza. Di politica, insomma, senza che nessuno se ne sia accorto. Cheer!


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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

2 Commenti

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Rossano Ferrazzano

circa 12 anni fa - Link

Una volta tanto un pezzo frivolamente serio. Bravo. Peccato non parli di vino, ma tutto non si può avere in questa vita... :-)

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postatore_occasionale

circa 12 anni fa - Link

finche' ci si limita alla birra siamo capaci tutti, prima di agitare il turibolo meglio ricordare che tanta trasparenza e democrazia stanno dietro anche alle rendition e altri innumerevoli analoghi comportamenti

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