L’Espresso e le note di degustazione più inutili che leggerete oggi
di Antonio TomacelliC’era una volta la Guida Vini de L’Espresso. Ve la ricordate? Era una guida bella e competente diretta dal duo Fabio Rizzari – Ernesto Gentili e aveva tra i suoi collaboratori gente del calibro di Gianpaolo Gravina, Francesco Falcone ed altri. Un brutto giorno il Mega Direttore Grand Uff. Lup. Mann. Enzo Vizzari decise che quella guida perdeva soldi e la chiuse, guardandosi bene dal chiudere la Guida Ristoranti che quella invece sì, macinava utili. Era, ovviamente, vero il contrario, ma il buon Vizzari sul vino è sempre andato un po’ a spanne, poverino e la riprova l’abbiamo avuta in questi giorni di Anteprime Toscane e umbre.
Durante la settimana più importante per i vini toscani, infatti, il Grand. Uff. ha inviato un inviato ai banchi d’assaggio con una missione precisa e fatale: “Và, assaggia e scrivi”. Chi sia l’inviato non è dato sapere dato che le dettagliatissime recensioni non hanno firma alcuna e possiamo anche capire il perché: chi sarebbe capace di firmare le più sciatte, brevi, insulse, offensive, stupide, incomprensibili, incompetenti note sui vini mai scritte prima?
Dite che esagero? Non direi e per dimostrarvelo, oltre ai link che vi porteranno alla lettura più divertente degli ultimi anni, ho compilato un mia personale classifica con le 15 recensioni più oscene colte qua e là tra i vari articoli delle Anteprime pubblicate da L’Espresso. Sono la dimostrazione che il mondo del vino non merita queste porcate, soprattutto da chi di cibo non ha mai capito un granché.
Avvertenza: non ho abbreviato, quelle tre parole in croce per ogni vino rappresentano TUTTA la recensione.
- Lungarotti: Compitino da mezza classifica
- Romanelli: Poco definito, debole
- Castellare di Castellina: Debole
- Poggio regini: Tende a salire ma resta a mezza altezza
- Arillo in terrabianca: Deboluccio
- Castello di Ama: Tutto ciò che ci si aspetta
- Quercia al Poggio Vigna le Cataste: Si può dare di più
- San giusto a Rentennano: Interessante equilibrio tra sentori incisivi
- Riecine: Bella gioventù, un vino allegro
- Casa Sola: Coerenza, bella impronta
- Scheggiolla: Poca spinta
- Scacciadiavoli: Media classifica
- Luca Di Tomaso: Identità e corpo
- Vignabaldo Group: Piuttosto anonimo
- Villa Trasqua Nerento: Potrebbe sviluppare di più
Il resto è in questi link, divertitevi:
Anteprima Sagrantino
Chianti Classico
Chianti Classico Collection
18 Commenti
Daniele
circa 4 anni fa - LinkMonte Bernardi: troppi spigoli 😂 Che poi si scrive pure tutto attaccato, Montebernardi....
Rispondimarcow
circa 4 anni fa - Link"Dite che esagero?" (A. Tomacelli) La critica alle recensioni dell'espresso sono argomentate e condivisibili. Ma vorrei far notare un atteggiamento molto diffuso nei food blog italiani. 1 L'attività di "critica" è molto limitata sui media italiani e anche sui food blog. Nel senso che è difficile leggere delle "recensioni critiche" e più spesso si leggono testi elogiativi che hanno lo scopo di esaltare e pompare. 2 Vizzari, che a me non piace e non svolge bene il suo mestiere di critico, è invece diventato, negli ultimi anni, uno dei POCHI BERSAGLI su cui si cimenta l'attività di critica negativa di molti food blog italiani. Il senso di questo commento è che bisognerebbe alzare la schiena anche quando, per fare un esempio, i "critici" si siedono al tavolo degli stellati. Siamo, purtroppo, lontani, in Italia, da una critica enogastronomica indipendente.
RispondiGuido
circa 4 anni fa - LinkPreferivo le recensioni Gambero Rosso per LIDL di qualche anno fa. ricordi. malvasia piacentina che sa di poco :))))
RispondiMarco
circa 4 anni fa - LinkBrevi ma a differenza di tante puoi capire se il vino é piaciuto o meno. Poi sarebbe opportuno conoscere i gusti del critico. Non mi dispiace come stile.
RispondiStefano
circa 4 anni fa - LinkVa bene tutto, forse non sarà bravo a livello manageriale (ammesso che sia lui a prendere le decisioni), ma Enzo Vizzari ha un naso e un palato che hanno pochi eguali in Italia; aggiungiamo 40 anni di esperienza e viene fuori un tipo un po' diverso da "chi di cibo non ha mai capito un granché". Può anche essere un'aggravante, eh!
RispondiAlberto
circa 4 anni fa - LinkSembrano le previsioni meteo di Ollie Williams de I Griffin... "oggi piove!"
RispondiHappyWiners
circa 4 anni fa - LinkQuesti "appunti di degustazione" di Repubblica sono uno dei punti più bassi di giornalismo enologico mai letti finora.
Rispondimariazzo
circa 4 anni fa - LinkCondivisibile, ma non.
RispondiRemo
circa 4 anni fa - LinkNon so, personalmente non mi soffermo a leggere le recensioni dei vini ma preferisco assaggiarli e giudicarli secondo i miei parametri, interpretare le recensioni implica la conoscenza dei gusti di chi scrive e per me diventa una fatica in più! Prosit.
Rispondimarcow
circa 4 anni fa - Link1 Stefano: "Enzo Vizzari ha un naso e un palato che hanno pochi eguali in Italia" Sono convinto che di palati raffinati non scarseggia l'Italia. E sicuramente c'è anche Vizzari. Ma è in buona compagnia. Attenzione, la "Critica enogastronomica" si fonda su un buon o ottimo palato: ma non basta, ci vuole altro. Autonomia, Indipendenza e anche un po' di coraggio. In questo, e non sul lato delle abilità degustative, in Italia c'è molta carenza Spesso si confonde il critico con un esperto. Il critico è un esperto. Ma ci sono esperti al servizio di qualcuno(non dei clienti o consumatori) Il critico è, per definizione, al servizio del cliente, del lettore per cui scrive. Non ci vuole molto a capire che siamo lontani da una critica che si svolge secondo questi principi. 2 Marco: "Poi sarebbe opportuno conoscere i gusti del critico" Marco mette in rilievo un aspetto interessante: anche il critico più raffinato(palato) , più onesto, più indipendente ecc... non è OBIETTIVO al 100% ma risente, nella valutazione critica, del suo GUSTO PERSONALE. Questo, per me, è un dato importante ma non è un peccato. Ne consegue che le recensioni non non vanno accettate "passivamente". Io vado oltre: non soltanto il GUSTO PERSONALE entra in gioco, in una recensione, ma anche altri aspetti della nostra personalità, cultura, concezione etica ecc... Questo dato è importantissimo ma non viene assolutamente evidenziato nel discorso sulla CRITICA(cioè vale per tutte le diverse attività di critica in vari settori, compreso quella enogastronomica) 3 Per concludere: noi clienti, noi consumatori dobbiamo sviluppare un proprio libero e indipendente pensiero critico per non rischiare di essere influenzati facilmente da troppi personaggi che girano sui media e ora anche sul web. Peccato che la maggior parte dei critici italiani si sia fatta risucchiare dal "sistema" (per "fare sistema") e abbia "dimenticato" (a volte venduto) lo SCOPO elevato della loro importante attività.
RispondiRemo
circa 4 anni fa - LinkGiusto! Il critico dovrebbe offrire un servizio al consumatore, possibilmente rappresentando anche, almeno in buona percentuale, il gusto del consumatore! Ma chi ripaga il "critico" del suo impegno "professionale"? Ri-prosit.
RispondiLeonardo Romanelli
circa 4 anni fa - LinkPerchémi definisce poco definito e debole? Io non lo conosco ! :-) :-) ;-)
RispondiEmanuele
circa 4 anni fa - LinkPerché come culturista sei un fallimento totale: fai solo massa, niente definizione.
RispondiSisto
circa 4 anni fa - LinkChiunque commenti, promuova, tratti, le guide sul vino compie un atto intellettualmente riprovevole e abietto, se ha cuore la credibilità e l'affidabilità dell'informazione associata. Io, in questo momento che scrivo, sono (consapevolmente) un criminale, intellettualmente parlando, perché faccio sembrare degno di valutazione seria una guida e, in particolare, il giudizio di un unico "esperto". Il giudizio dell'"esperto", essendo monocratico, nella valutazione di prodotti agronomici, conta quanto quello del tizio beone che sta al bar, probabilmente financo di meno. O, se volete, le recensioni emanate dalla guida hanno la credibilità dell'omeopatia o della biodinamica su base antroposofica, cioè il nulla. Se a qualcuno interessa il giudizio di altri, l'unico minimamente affidabile è quello che proviene da almeno 15 persone, qualificate, che assaggiano, separati e non comunicanti tra loro, alla cieca campioni anonimizzati e con sequenza di assaggio diversa, e metodica di assaggio validata e, possibilmente, accreditata. Ovviamente, dati elaborati da persone diverse da coloro i quali hanno scelto e somministrato i campioni (doppio cieco). Test supervisionato da terzo indipendente, che rilascia relazione di prova. È un fatto scientificamente acquisito e pacifico, sfido chiunque a fornirmi fonte autorevole che dica il contrario.
RispondiRossano Ferrazzano
circa 4 anni fa - LinkChiunque non confonda la misurazione di un dato fisico ("lungo x centimetri") con la valutazione di una qualità estetica ("buono") riterrà molto probabilmente che il suo post è la Corazzata Potemkin della critica del vino.
RispondiAntonio c
circa 4 anni fa - LinkQuello che scrivi Sisto, non fa una grinza, ma chiunque abbia avuto modo di frequentare anche marginalmente l'universo criticoguidaiolobloggerista sa bene che resterà eternamente utopia.
RispondiLuciano Fiordiponti
circa 4 anni fa - LinkPosso integrare la linkografia con i giudizi sui Trebbiano Spoletino? https://www.repubblica.it/dossier/sapori/guide-espresso/2020/02/24/news/trebbiano_spoletino_identita_in_crescita_sentori_pieni_longevo-249460383/
RispondiSisto
circa 4 anni fa - LinkAh però, una risposta che non fa una grinza, soprattutto meditata, articolata e fondata su robusti criteri oggettivamente e universalmente condivisi. Con ordine: 1) che significa "buono"? 2) per chi? 3) perché? 4) quando, come, etc. Comunque, se a lei va bene che un tizio si alzi la mattina e le dica che un prodotto è "buono", a me no, e comunque non lo pago di sicuro perché me lo faccio dire gratis dalla sig.na che si fa l'aperitivo al bancone del bar, vale molto di più come parere.
Rispondi