Cosa chiedono i produttori di vino al prossimo governo? Magari qualcuno ci legge
di Redazione“La campagna elettorale è finalmente entrata nel vino. Luigi Di Maio, candidato dei Cinque Stelle, ha deciso di farsi un giretto nella zona del Chianti Classico e più precisamente da Rocca delle Macìe. Accolto entusiasticamente dagli astanti, ha salutato gli accoliti innalzando il calice: “è un onore per me brindare con questo ottimo refosco dal peduncolo rosso!” Dopo qualche colpo di tosse strozzato dalla sala, il leader, mostrando un sorriso pentastellato, ha arringato la folla con un discorso interamente teso ad attaccare la soffocante burocrazia italica: “In Italia abbiamo 187.000 vitigni vigenti, a cui se ne aggiunge uno nuovo ogni 2 giorni e mezzo, senza contare quelli regionali, quelli europei ed i vitigni attuativi”.
“Le imprese agricole” – ha soggiunto – “impiegano 130 giorni l’anno per smaltire i sarmenti, e magari poi altri 60 giorni per i rifiuti di cantina”. Il pubblico, in preda a convulsioni mistiche, è esploso in un prolungato applauso quando il candidato leader ha chiosato: “Noi abbiamo lanciato il portale vitignidaabolire.it, dove le rappresentanze di categoria ci stanno inviando le loro indicazioni! Continuate così!” Secondo l’antica tradizione del Gran Ducato il comizio è terminato con il lancio dei fiaschi pieni di vino in direzione del palco ed alcuni stornelli popolari evocanti alcune divinità agresti.”
Era il resoconto, tra il serio e il faceto, della visita di Luigi di Maio presso Rocca delle Macìe, ma adesso fine della ricreazione. Ora seduti e composti nel banco e scrivete il tema del giorno:
“Io che sono un produttore di vino vessato dalla burocrazia e da cavilli di ogni genere, chiedo al prossimo governo (qualunque governo) di abolire la seguente legge: __________ o, in alternativa, di approvare la seguente direttiva____________”
Oh, sia chiaro, ci sta pure l’assoluta liberalizzazione del mercato, ma qualunque sia il vostro desiderio, esprimetelo e noi lo inoltreremo al prossimo ministro del Mipaaf. Fosse pure Antonio Razzi (ah, no, Razzi no)
Che lo sfogatoio abbia inizio.
7 Commenti
Stefano Cinelli Colombini
circa 6 anni fa - LinkCancelliamo il programma per la smaterializzazione dei registri, e sostituiamolo con uno che funziona. Stiamo diventando tutti pazzi per stare dietro a un programma ma fatto, in continua revisione e inutilmente complicato che hanno fatto "in casa" per risparmiare. Sarebbe stato meglio chiedere € 100 a ciascuno dei 50.000 utenti e farci risparmiare giramenti e tempo che sono costati molto molto di più di € 100!
RispondiSILVANO BRESCIANINI
circa 6 anni fa - Linkchiedo l'applicazione rigorosa e con sanzioni dell'art 62, quello sui pagamenti, GRAZIE
RispondiDario
circa 6 anni fa - LinkPer quello bisogna richiamare Monti, temo...
RispondiFabio Motta
circa 6 anni fa - LinkEliminiamo la possibilità di vendere uva e vino sfuso doc oppure atti a divenire doc . Hai diritto a x ettari di uva DOC? Te la imbottigli. Non vuoi/puoi imbottigliarla? La vendi declassata a IGT e idem per lo sfuso. Così sarebbe eliminata la corsa all'oro degli imbottigliatori per accaparrarsi uva (vera o più spesso "di carta") e molte frodi sarebbero evitate alla radice, a vantaggio di aziende, piccole o grandi, che lavorano le proprie uve. Non si troverebbero vini di importanti denominazioni a prezzi bassi, la qualità media delle imbottigliato sarebbe più alta. Proposta radicale ma sensata.
Rispondimario
circa 6 anni fa - Linkquoto
Rispondimario
circa 6 anni fa - Linkcon la paura pero' che poi DOC non valga più nulla e tantovale prendere un IGT
RispondiRoberto Bendotti
circa 6 anni fa - LinkSuvvia simpatici e preparati ragazzi, non prendeteci per fessi. Vi serve qualche “click/ commento” in più? Ci sono modi ed argomenti più seri di questo. Portavoci con il Mipaaf? Ooook la prendo con ironia. Era l'ironia il tema giusto? Avanti il prossimo post grazie.
Rispondioh no, ci hai scoperto. [f.]