Cantine Aperte | Non riaprite quella porta
di Antonio TomacelliMovimento. Turismo, Vino. Sono le tre parole che domenica prossima vi inchioderanno alle vostre responsabilità. Non c’è scampo e voi enofighetti ce lo sapete bene. Vi toccherà accompagnare la comitiva festante di amici perchè voi siete “quello che di vino ne capisce”, oppure soccombere agli inviti degli amici produttori: “dai, non puoi mancare proprio tu!”. Sarà che con l’età si diventa un pizzico enosnob ma guardiamoci negli occhi: l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è la maledetta giornata delle Cantine Aperte.
Traffico, folla, bambini che urlano, bicchieri e piatti di plastica come questa domenica. Finirà, vi ripetete, questa maledetta manifestazione finirà e le cantine aperte chiuderanno finalmente le porte all’invasore. Eppure agli inizi vi sembrava una buona idea, anzi, diciamola tutta, molti di voi hanno conosciuto il vino proprio grazie al Movimento. Qualcosa però negli anni è andato storto. Le cantine sono sempre le stesse e questo inverno siete passati da un banco di assaggio all’altro come le trottole. Ancora la visita ai vigneti? Ebbasta, cavolo, le ho viste crescere! Vent’anni e nessun cambiamento, questa è la verità.
Tutto è fermo come nella fotografia che avete scattato allora e anche il salame degli assaggi è lo stesso. Che si fa? Beh, facile: si approfitta di queste pagine virtuali per lanciare un messaggio a chi delle “Cantine Aperte” detiene le chiavi, agli organizzatori, insomma. Una cosa del tipo “Fossi in voi, la manifestazione la farei così e cosà”. Cosa togliere e cosa aggiungere allora? E, soprattutto, mi date un indirizzo che mi riconcili con il Movimento Turismo del Vino? Eh si, anch’io sono di corvée domenica prossima…
11 Commenti
Roberto Giuliani
circa 14 anni fa - Linkne feci una sola, credo alla prima edizione, era la marcialonga da Caprai. Si assaggiarono i vini base in bicchieri di plastica, pasta in piatti di plastica, posate di plastica, atmosfera di plastica. ottimo sistema per disimparare...
Rispondiac
circa 14 anni fa - LinkGentilissimo signor Giuliani, non credo che lei abbia mai partecipato alla Mangialonga del Sagrantino, perchè in quel caso si sarebbe accorto che i bicchieri per il servizio dei vini erano rigorosamente in vetro e costituivano il contributo obbligatorio con 5 euro al Comitato per la vita Daniele Chianelli per la costruzione di una casa di accoglienza per i familiari dei trapiantati di midollo osseo. Vogliamo anche aggiungere che il servizio dei vini, che andavano dai vini Igt Umbria al Montefalco Rosso veniva svolta da dieci Sommelier AIS, mentre il Sagrantino poteva essere degustato in due diverse postazioni e che le pietanze oltre ai bicchieri da acqua erano prodotti in Mater Bi. Questo giusto per la completezza del suo post. AC
RispondiPaolo Montioni
circa 14 anni fa - LinkCondivido pienamente ciò che ha scritto AC in risposta al Signor Giuliani perchè la Mangialonga e non la Marcialonga ( che si svolge a treviso ) è stata organizzata nei minini dettagli e nel rispetto della natura e soprattutto gestire oltre 2500 persone in modo professionale ed impeccabile non è da tutti . N.b: La foto dell' articolo è presa proprio da un momento della mangialonga Paolo Montioni Montioni Frantoio & Cantina
Rispondicarolina
circa 14 anni fa - Linkmi credete che non sono mai andata ad un cantine aperte? la sfiga o fortuna ha sempre deciso che c'era altro da fare. se mi dite che c'è plastica non vado. se la organizzassi io la farei a modo mio, non dico come perchè il mondo è pieno di spioni e mi han già fregato parecchie idee
Rispondidink
circa 14 anni fa - LinkUn indirizzo? Fattorie San Quintino a San Miniato (PI), sono anni che ci vado e questa domenica non mancherò: buoni vini con un ottimo rapporto prezzo/qualità, un olio molto buono, assaggi in quantità con bicchieri di vetro e una monumentale offerta di cibi (ribollita, prosciutti di spalla e di coscia, finocchiona, lardo e una soppressata buonissima) di un'ottima gastronomia di Prato.
RispondiDaniele Rigillo
circa 14 anni fa - Linkmagari c'è chi al vino si è avvicinato da poco e a queste manifestazioni partecipa con entusiasmo, come le tue prime volte...e soprattutto non credo ci sia la frequenza obbligatoria!
RispondiTomaso Armento
circa 14 anni fa - LinkFacciamo l'uva in vigna e la vinifichiamo in cantina, andiamo avanti km e km a vedere e rivedere quei filari cercando di scrutare ogni volta un dettaglio nuovo che possa farci capire se sta andando tutto bene, poi in cantina su e giù dalle botti fino a tardi in un pugno di giorni ti giochi tutto....io cela metto tutta a spiegare come mai ho fatto i ciglioni sul dolcetto e come ho definito il cru, perchè credo fermamente si debba spiegare cosa sta dietro una bottiglia, perchè si intraprende una strada e dove si vuole andare. Non mi annoio neanche se sto due giorni a fissare i vigneti. Niente plastica, quella va bene alle sagre, solo vetro, fatica, campagna, assaggi...in fin dei conti non facciamo niente di straordinario, coltiviamo delle piante da frutta...se non interessa tutto quello meglio evitarle le aziende agricole. Ci sono le mosche e fa caldo.
Rispondiflaminio cozzaglio
circa 14 anni fa - LinkAC e Giuliani si mettano d'accordo , per noi : uno dei due mente . Alla grande .
RispondiElena
circa 14 anni fa - LinkAntonio Tomacelli si definisce "enofighetto" e "enosnob" e va benissimo, il fatto è che non potrà apprezzare l'evento Cantine Aperte partendo da queste premesse, perchè non fa proprio per lui. Produttori ed organizzatori partono dal presupposto che, certo, in questa giornata il pubblico sarà molto eterogeneo, ma soprattutto sarà un pubblico di curiosi ed interessati a scoprire il mondo del vino. Il panorama offre tantissime manifestazioni per tutti i gusti e l'enoappassionato oggi può scegliere veramente con coscienza e responsabilità. Poi è chiaro che è giusto fare delle critiche, sperando siano propositive. Antonio la tua sembra più una condanna che una scelta, mi spiace per te. P.S. Bicchieri di plastica?! Mai visti a Cantine Aperte.
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