Non è il vino dell’enologo | Quel che si dice un libro fastidiosamente bello
di Alessandro MorichettiCredo che “Non è il vino dell’enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente” di Corrado Dottori* sia uno dei libri su vino e vita più belli degli ultimi anni. Un testo meraviglioso, profondo e, tra le altre cose, fondamentale per capire il senso del vino “naturale”. Questa recensione di Maurizio Silvestri è comparsa sul quotidiano Il Manifesto l’1 dicembre col titolo “Dalla finanza al vino, un percorso di formazione“. Ha molto senso condividerla coi lettori di Intravino.
Milano, ultimi scampoli degli anni ‘90. Corrado Dottori è un brillante giovane laureato alla Bocconi, vende prodotti finanziari in una banca internazionale. Ha davanti a sé una sicura e proficua carriera, ma decide di lasciare il mondo dorato della finanza per diventare viticoltore. Pur non avendo alcuna nozione di agricoltura, si trasferisce, con la sua compagna Valeria, a Cupramontana, nel cuore delle colline marchigiane, dove il padre gli ha lasciato una piccola vigna.
Storia e ragioni di questa conversione laica sono raccontati dal protagonista in Non è il vino dell’enologo, libro che inaugura la collana Habitus di DeriveApprodi (pp. 132, euro 13). Articolato in forma di lessico – si apre con Agricoltura e si chiude con Vita, due parole che ne riassumono il senso profondo – è il resoconto di un personale viaggio, utopico ma estremamente concreto, alla ricerca di “una vita che proceda secondo regole differenti”. Il racconto è scandito da riflessioni più intime e da ricordi del padre, figura chiave della storia, con il quale avviene un ideale ricongiungimento; passaggi in cui Dottori rivela una spontanea abilità nel trasferire la purezza delle proprie emozioni (l’incipit, la descrizione del momento in cui viene a conoscenza della morte del padre, è di straordinaria intensità).
Un viaggio condotto con determinazione, coerenza e rigore, che passa per la ricerca caparbia di una propria via all’agricoltura naturale, verso un vino che sia espressione di sé e della terra d’origine. Un percorso segnato dall’incontro con il controverso mondo dell’enologia e da una riflessione critica, tanto aspra e necessaria quanto lucida e circostanziata, sull’idea dominante di qualità e di gusto nel vino (“la sofisticazione dei vini, scacciata dalla porta, rientra dalla finestra sotto forma di legalissima manipolazione”).
È tuttavia politico il contributo cruciale e più profondo del suo percorso di formazione contadina. Sotto la guida spirituale di Luigi Veronelli (“il ritorno contadino è rivoluzionario”), Pasolini, Soldati, di maestri della teoria economica non allineata (Latouche, Amartya Sen), Dottori giunge alla consapevolezza che una nuova idea di sviluppo economico passa necessariamente per un recupero della centralità dell’agricoltura e della figura del contadino, custode della terra, difensore della biodiversità e responsabile della nostra alimentazione. In tal senso, il libro raccoglie il testimone di Terra e libertà, manifesto della nuova agricoltura contadina, edito ancora da DeriveApprodi nel 2004, all’indomani della prima Fiera dei Particolari del Leoncavallo.
Corrado Dottori oggi ha realizzato il suo sogno, è un vignaiolo che produce il “suo” Verdicchio, apprezzato da critici, appassionati e colleghi. Ma le sfide aperte sono ancora molte, c’è da rigenerare la rivoluzione dei vini naturali e l’autore non si tira indietro, anzi rilancia e indica nuove strade per andare oltre quello che definisce il marketing del naturale. L’alleanza con le reti di economia solidale e le altre associazioni agricole, nonché la pratica della garanzia partecipata come alternativa alle certificazioni di qualità, il tutto nel quadro di una più ampia visione del vino inteso come strumento e nodo fondamentale del problema della terra. Come scrive Giampaolo Gravina in una delle due prefazioni – l’altra è di Jonathan Nossiter, il regista di Mondovino – “ci vorrebbe un Corrado Dottori in ogni regione del vino italiano”. In realtà, forse non con la lucidità critica di Dottori ma con la stessa determinazione, sparsi in tutta Italia ci sono molti altri ragazzi nati alla fine del secolo scorso che hanno dato una sterzata alla loro vita e scelto con consapevolezza e fierezza di riannodare i fili della storia contadina interrotta dai loro padri. La meglio gioventù dei giorni nostri.
Maurizio Silvestri
*Corrado Dottori (1972) vive e lavora a Cupramontana. È vignaiolo e consigliere comunale. Laureato in economia politica, nel 2005 ha pubblicato Benin. Economia, società e sviluppo etico (L’Harmattan Italia).
1 Commento
ale235
circa 11 anni fa - LinkLibro e persona sono come il vino del vignaiolo in questione: da leggere e tracannare!!!! Tanto non si farà confusione, alla fine, all'inizio ed anche "al durante" la beva sarà a livelli altissimi, sia per quel quel che riguarda Corrado, sia per il suo "liquido odoroso" (Sangiorgi docet)...
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