La qualità che unisce tutti i degustatori magnifici è solo ed esclusivamente una
di Alessandro MorichettiSono un giovane (degustatore), insomma voglio dire che dimostro meno degli anni che ho. Potere della cosmesi. Ad essere sinceri, conoscere e condividere sputacchiere con bravi assaggiatori della mia epoca è motivo di felicità. Che poi ne conosci di tutte le razze, siamo chiari. C’è quello che se non sente acidità da succhi gastrici non sale sopra gli 85/100, quello che va pazzo per le morbidezze estreme, quello che ha la tendenza a fare il bastian contrario e quello che riconosce al volo qualsiasi vino dall’odore ma poi è totalmente incapace di valutarne la qualità complessiva, sparando sfrondoni senza pietà. Tra le peggiori specie va messo di diritto il sommelier Ais-Ais-Ais, quello più realista del manuale di degustazione: tu esamini il tannino e lui ancora disquisisce se la prugna è cruda o cotta, tu godi da paura e lui è incerto tra abbastanza equilibrato ed equilibrato, tu dici che un Lambrusco di Sorbara dritto che neanche John Holmes è armonico, lui ti fa notare che un Lambrusco non può mai essere armonico.
Il pessimo degustatore è pieno di certezze. Sa quali profumi ci siano in un sauvignon e quali no, se legge Amarone della Valpolicella dice marmellata per default, è convinto che un Moscato d’Asti sappia di pesca e salvia senza neanche annusarlo e non ammette discussioni. Il degustatore magnifico, al contrario, è un paziente coltivatore della sacra arte del dubbio. Ha un metodo, è allenato, ha tanti termini di paragone ma ama, sopra ogni cosa, essere libero e lasciarsi stupire, capire, crescere. Ha un suo bagaglio ma lascia che a parlare sia sempre il bicchiere che viene, mai quello che è stato. A suo modo, il grande assaggiatore ha un approccio cartesiano e coltiva il dubbio sistematico. È più propenso a farsi le domande giuste piuttosto che a sentenziare risposte: cerca di interpretare il liquido, lascia parlare il vino piuttosto che parlare lui. Doveva essere un segreto ma, cribbio, io mica voglio portarmelai nella tomba segreti così illuminanti.
35 Commenti
Marossi
circa 13 anni fa - LinkPrendersela con gli errori chiamandoli 'sfRondoni' è come cazziare un ignorante vantandosi di parlare itagliano.
RispondiFabrizio Giorgi
circa 13 anni fa - LinkForse era voluto. Oppure un lapsus.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkE' semplicemente dialetto (leggi il punto 3) e messo in corsivo in quanto tale.
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkAllora scrivi il pezzo in dialetto, quello è semplicemente uno sfondone
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkBentornato! Lungo viaggio intorno al mondo?
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkGrazie. Ben ritrovato. Sono stato solo nelle foreste tropicali per imparare a intingere il pennino nel veleno che gli indigeni mettono sulle punte delle loro frecce.
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkSei tornato armato di cattive intenzioni... e di pennini al curaro ;-)
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkMi unisco anch'io al plauso per il tuo ritorno. Abbiamo bisogno di penne al curaro da queste parti. Tanti caratteri, un unico amore "Il Vino". Ussignur, ma che ho bevuto?
Rispondistefano caffarri
circa 13 anni fa - Linklo dico sempre, la mia unica certezza è il dubbio. Morikante, approvo e promuovo questo approccio qualitativo alla vita.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkpiù che sfrondoni mi nausea il termine default le parole sono importanti (cit) e certe non dovrebbero scriverle i marchigiani tuttidunpezzo. addendum pavlov aveva ragione.
RispondiCarlo Cleri
circa 13 anni fa - LinkForse si tratta un termine dialettale di "Citanò"...
RispondiCarlo Cleri
circa 13 anni fa - LinkAnche al di fuori del mondo enogastronomico diffido di coloro che sono pieni di certezze. Penso che le persone più sagge siano quelle che si fanno più domande e che si guardano bene dall'ostenare il loro "sapere", dispensando consigli solo quando sono richiesti. Altrimenti si corre il rischio di far figuracce. Molte volte ebbi la fortuna di fare da assistente al compianto Valerio Chiarini, grande esperto di vino e gastronomia marchigiana e non, nei "masters of Wine" di Slow Food. In questi corsi in ogni gruppo di aspiranti degustatori è possibilie individuare un soggetto che, per passione o per esperienza, conosce già la materia un po' più degli altri. Quindi in ogni corso ce n'è almeno uno che solitamente interviene in continuazione, non tanto per conoscere, ma quanto per dimostrare agli altri la sua presunta superiorità nell'argomento. Finite le degustazioni della prima serata, mentre si raccoglievano i bicchieri, Valerio si appartava vicino ad una finestra e si fumava una sigaretta. Il soggetto di turno in questione, spesso sollecitatò da me :-) , solitamente interveniva con una frase del genere: "Mi scusi signor Chiarini, ma io sapevo che un buon degustatore non dovesse fumare..." e Valerio sorridendo "Lei ha ragione: un BUON degustatore non dovrebbe fumare; ma io sono un GRANDE degustatore e posso fare come c...o mi pare!"
Rispondiag
circa 13 anni fa - LinkMi ricorda un certo Michel Platini.....
RispondiMarossi
circa 13 anni fa - LinkIn realtà, l'aneddoto formidabile su Le Roi narra che, giunto negli spogliatoi, Boniperti (o Agnelli, o il Trap, boh) rimproverasse Platini, seduto sulla panca a fumare, sentendosi rispondere con nonchalance: "L'importante è che non fumi Furino!". Cioè il mediano tutto polmoni niente talento. Mutatis mutandis, il Chiarini di turno potrebbe dire: "L'importante è che non fumi Morichetti".
RispondiArmando Trecaffé
circa 13 anni fa - Linka Moriké famo a capisse come si dice nel senato romano...fatti tre corsi AIS, sputa un po' di sudore sui sacri testi e P O I ti puo permettre di criticare...per adesso triplo cappello da ASINO e dietro la lavagna a meditare di default sugli sfrondoni...:-) (ma non troppo ke senza L'AIS stavi a lavare bichieri nel retrobottega)...
RispondiSara Montemaggi
circa 13 anni fa - LinkChe dire, mio marito è un sommelier degustatore e per la metà mi mi sento offesa perchè lui non è così. E nemmeno molti che conosco, pur essendo sicura che figure del genere esistano, ben al di là del fatto di essere sommelier ais. La macchietta-degustatore forse esiste anche tra quelli del gambero o di slow-food o anche tra i giornalisti di Intravino. Riflettendo tra me e me mi son detta che io da un degustatore volgio due cose: opinioni e valutazioni, in sintesi giudizi. Se poi siano affidabili o no saranno fattacci miei i quali verranno sempre "dopo" aver fatto la controprova, cioè dopo aver assaggiato anch'io i vini. Il mio(miei) degustatore di fiducia avrà tuttavia un bonus di scarto sui miei gusti personali. Mica posso pretendere che coincidano sempre: un 70% è sufficiente. Diamo per scontato che di vino deve capirne (cioè assaggiare tutto l'anno e di continuo) non può in nessun modo esimersi dal giudizio. Coltivare un pò di dubbio va bene, rafforze le convinzioni a cui si perverrà, ma troppi dubbi fanno male, non bene. Vi fareste fare l'appendicite da un chirurgo pieno di dubbi? Che magari a pancia aperta si mette a pensare se sia meglio usare il bisturi dell'8 o del 10? Io no!
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkEcco, appunto "...il grande assaggiatore lascia parlare il vino, invece di parlare lui", ottima idea. Zitto e ciucco, compagno perfetto. Ancora meglio se il Grande Assaggiatore Dubbiosamente Amletico fa un corso accellerato al CEPU e ci traduce in italiano accettabile la chiosa di questo post "Doveva essere un segreto, ma cribbio, io mica voglio portarmela nella tomba segreti così illuminanti" Moricchia, le Langhe ti hanno dato alla testa.
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkHo molti amici degustatori, qualcuno per professione, qualcuno perche' scrive di vino, tutti maestri. E il vino lo sputano, percio' ne possono degustare 80 al giorno. Uno ad Eger ne ha degustati fino a 200 in un giorno. Un altro al Vinitaly 600 in tre giorni, ma il primo giorno ben 240. Io non lo sputo. A me il vino piace, non me ne frega se posso soltanto degustare 8, forse 10 campioni (una volta sono arrivato anche a 20, ma poi ero brillo). Continuero' a non sputarlo, perche' penso che si debba giudicarlo non solo in bocca e nel naso, ma anche in gola, un po' piu' giu', come fa chi lo compra, chi lo beve a tavola. Altrimenti il giudizio puo' anche essere interessantissimo, ma lo riterrei limitato. Anche se il miglior degustatore di vino in Toscana, ultraottantenne, "Bicchierino", era rigorosamente astemio Sbagliero'?
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkquoto straquoto riquoto mario a volte mi stai sulle palle ma stavolta no. grande polacco d'importazione
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - LinkD'esportazione, semmai. Somaro.
RispondiSchigi
circa 13 anni fa - LinkBravo, ancora qualche passo e vedrai la luce.
RispondiTommaso Farina
circa 13 anni fa - LinkComunque Morry sarai pure giovane ma sei più vecchio di me. Solo che sei più giovanile nel vestire, quindi bari.
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - LinkIo non sono un degustatore e manco un sommelier, ma un semplice avinazzato... concordo sul fatto però che il vino non si debba sputare, che senso ha se il vino è sublime ma dopo 2 ore dalla mezza bottiglia bevuta a cena mi fa venire la cagarella o il rutto alla citronella? Tanti Saluti dall'Ontario... sebbene non abbia bevuto un solo vino degno di nota tra i soliti merlot-pinot-cabernet-chardonney-stocazzonet il giro delle cantine a Niagara On the Lake merita davvero per paesaggi, vigne curatissime e IceWine se piace il genere. Non centrava nulla con il topic quest'ultimo saluto, è stato scritto solo per far patire quel pippone del commentatore anonimo...
RispondiMassimiliano Montes
circa 13 anni fa - LinkConosco. Zona bellissima, in questo periodo. In inverno GELIDA. Complimenti per il tour, ma vino italiano o francese :-)
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkAnche a me piace molto l'Ontario e trovo i canadesi persone civili e divertenti. Per trovare vini italiani e francesi basta andare negli spacci del Monopolio, a volte hanno dei prezzi sorprendentemente bassi. Già che ci sei prendi a schiaffoni da parte mia l' LCBO e digli di darsi una mossa per incrementare gli acquisti, invece che fissarsi sul peso delle bottiglie.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkl'anonimo se ne sbatte. non vola quindi non va da nessuna parte in compenso ti prega di portare dell' inniskillin che in italia se lo fanno pagare come l'uranio. semprechè la mancetta settimanale te lo permetta
Rispondishw-wolf
circa 13 anni fa - LinkTe la porto io di contrabbando una bottiglia, la prossima volta che passo di là. Da barattare con parmigiano autentico strainvecchiato delle tue parti.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkuna ? facciamo 6 e baratto con pregiatissimi salumi
Rispondishe-wolf
circa 13 anni fa - LinkAffare fatto, sono molto, molto carnivora.
RispondiFlachi10
circa 13 anni fa - LinkLa mancetta ovviamente non me l'avrebbe permesso ma in ogni caso non potevo prenderne in cantina perchè viaggiavo con solo bagaglio a mano... ma cosa ti spiego che tanto capisci solo di zappe e strolghini!! Comunque ho assaggiato l'Inniskillin Vidal icewine 2007, Riesling icewine 2007, Cabernet Frengo icewine 2007... poi sono passato a Peller estates e li ho assaggiato di nuovo il Riesling e il Cabernet Frengo... l'annata non la ricordo ero troppo ubriaco! Sicuramente il migliore per me è stato il Riesling di Inniskillin 2007 mentre il Cabernet, nonostante fosse ottimo, non vale i 100$ a boccia a cui lo vendono... Tra gli altri vini che producono in Inniskillin nota di merito per il Pinot Nero Three Vineyards 2007 davvero una bella bevuta succosa. Negativissimo il giro della cantina organizzato da Inniskillin, guidato da un indiano con lo scazzo che si capiva di vini quanto il nostro anonimo...
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkicewine vidal voglio solo quello. banfi lo commercializza a peso d'oro. 6 bottiglie grazie, fai il camallo per me e sarai ricompensato.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 13 anni fa - Link"Sono più interessato ai vini che pongono un interrogativo che a quelli che affermano una certezza" (Hugh Johnson)
RispondiMario Crosta
circa 13 anni fa - LinkE magari gli piace pure passeggiare di notte nel regno degli interrogativi a Soho piuttosto che andare a cena fra le certezze di Buckingham Palace...
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link...una delle tante cazz...ahem...perle di saggezza dell'alticcio enoscrittore . Mi spieghi che piffero significa? Non sono decerebrato quindi pure io posso dare innumerevoli interpretazioni , ma a pelle ritengo sia una gran stronzata. E finiamola di impossessarci di queste pseudo frasi celebri su una cosa cghe deve elargire soprattutto piacere... PS: quali sono i vini che "danno certezza"? I grandi classici riconosciuti come migliori vini del mondo? ... boh... da oggi tutti a inventarsi frasi celebri da riesumare nei lunghi dibattiti enoici alle prime brume autunnali e nei freddi inverni della bassa padana...secondo me qui c'è materiale su cui lavorare ...
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - LinkVINOGODI quoto, gli psicologi campano su queste cose.
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