Psicanalisi con Cristiana. Fenomenologia del bevitore naturale
di Cristiana LauroForse non tutti sanno che in passato il bevitore naturale è stato oggetto di attenzioni psicanalitiche da parte di Sigmund Freud. L’occhio in tralice davanti all’etichetta di un vino (detto) naturale, può celare un disturbo (parole di Sigmund) che non di rado degenera in nevrosi compulsiva, ossessiva e financo schizofrenica. Il possessore di iPhone 7,5 che brama di stappare quell’etichetta di bianco, color marrone, di Paraschos, secondo il padre della psicoanalisi, è già in piena deviazione psicotica. Ecco quindi alcuni esempi clinici liberamente tratti dal libro bianco redatto dal board dello IOWA (International Organic Wine Agency).
Il caso di Armenio R. e la Malvasia macerata
Armenio R, fin verso i quarant’anni, è soggetto di scarso interesse per la psicanalisi in quanto non evidenzia significativi disturbi comportamentali. Vive in una grande città dove ha studiato con buoni profitti, ha un reddito medio/alto e guarda Porta a Porta su schermo Bang&Olufsen da lui stesso montato con stop a parete. Saranno i primi contatti con blog che parlano di vino a far suonare in Armenio quel campanello d’allarme valevole di considerazione da parte della psicanalisi. Segnali di disagio, veri e propri disturbi della personalità, si sporgono improvvisi a corrompere l’ordinaria quiete di Armenio che diviene commentatore compulsivo di blog, con evidenti turbe edipiche irrisolte, alla ricerca di un improbabile equilibrio fra aromaticità stremata e tannini irruenti.
L’intervento degli specialisti dell’IOWA ha prescritto una terapia a base di sauvignon di cantine sociali altoatesine che pare stia dando risultati incoraggianti.
Il caso di Tecla S. e l’anfora fuori terra
Intelligente, astemia, collezionista di anfore, creativa, di bell’aspetto con tendenze narcisistiche e in evidente regressione alla fase anale. Iniziò a consumare alcol e a bere vini anforati in seguito a una tremenda delusione sentimentale, quando Gegio, promesso sposo e affermato speaker di Radio Maria, annunciò di voler cambiare vita per dedicarsi, in solitario, alla lombricoltura finalizzata alla produzione di humus in Patagonia. Tecla cadde in uno stato depressivo grave, caratterizzato da frequenti crisi di isteria, e per lungo tempo non si riprese. Dopo aver inviato una richiesta di aiuto per posta semplice ad Awana-Gana (che non le rispose) tentò il suicidio rompendo un’anfora a capocciate. Il caso, assai complesso, necessitò di terapie sperimentali a base di Brachetto d’Aqui che le veniva somministrato sotto ipnosi a causa del suo condivisibile rifiuto in stato di veglia. L’intervento dell’IOWA condusse ad eccellenti risultati integrando la terapia con dosi massive di Bianchello del Metauro.
Tecla S, a distanza di anni, può considerarsi guarita a tutti gli effetti e conduce una vita normale. Ha due splendidi bambini, usa la posta certificata e ha maturato una sana diffidenza nei confronti di Awana-Gana e, in generale, degli speaker radiofonici.
Il caso di Raniero M. e il Brett-à-porter
Impiegato in una grande impresa del nord con mansioni di scarsa responsabilità, trentacinquenne, single, insoddisfatto, annoiato, frequentatore di bar, enoteche e trattorie, Raniero R tende ad alzare il gomito con una certa frequenza pur senza manifestare i disturbi tipici della patologia da alcolismo conclamata. Un sognatore, come ce ne sono tanti, ama la vita libera, predicando il ritorno alla natura e senza usare la carta igienica.
Ma l’inconscio gioca brutti scherzi e un giorno nella testa di Raniero scatta un click, accade qualcosa, un meccanismo si rompe, riemerge il rimosso e il recondito si fa manifesto. Smette di lavarsi perché il sapone è strumento di controllo delle multinazionali proprio come le barrique: la botte vera ha da puzza’! Raniero M. è un classico caso di nevrosi da brett-à-porter che degenera in psicosi. In pochi anni, per chi gli vive intorno, la vita diviene un inferno; una strana forma di disturbo collettivo dilagante, come un morbo e di facile contagio. Consumista compulsivo di Mac, segue fior di opinionisti a piede libero su autorevoli social fonti, che ammoniscono: non crediate che giganti del calibro di Latour e\o Leroy siano al di fuori del raggio d’azione del brett!
Caso a tutt’oggi irrisolto, ha costretto gli specialisti dell’IOWA a gettare la spugna dopo numerosi tentativi falliti a base di Cabernet Sauvignon di Tasca d’Almerita e Turriga di Argiolas.
Su indicazione degli stessi, Raniero M oggi scrive su Intravino utilizzando uno pseudonimo.
27 Commenti
Maurinho
circa 10 anni fa - LinkForse sarebbe stato meglio riaprire domani. Sperando di essere tutti un tantino più lucidi.
Rispondisuslov
circa 10 anni fa - Linkgeniale.
RispondiLuca
circa 10 anni fa - LinkFantastico!!
RispondiIl chiaro
circa 10 anni fa - LinkCredo che i lettori di intravino abbiano capito: alla Lauro non piace il movimento "naturali" e deve dircelo ogni volta che può. Peggio per lei.
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkIl chiaro e lo scuro. Matteo 23:27 Vae vobis scribae et Pharisaei hypocritae quia similes estis sepulchris dealbatis quae a foris parent hominibus speciosa intus vero plena sunt ossibus mortuorum et omni spurcitia. Riducendo a un videogioco, io credo che la Lauro sia qualche quadro più avanti di Lei.
RispondiIl chiaro
circa 10 anni fa - LinkDi sicuro. Sopratutto su un quadro diverso dal mio.
RispondiIl chiaro
circa 10 anni fa - LinkOps, soprattutto. Con 4 T. Sorry
RispondiPietro
circa 10 anni fa - LinkAggiornamento paziente dopo sbronza Kimika: [img]http://img18.imageshack.us/img18/6035/malattiaeterapia.jpg[/img]
RispondiCristiana Lauro
circa 10 anni fa - LinkAh!ah! Maledetta solforosa! Grazie Pietro!!!
RispondiEmanuele Annibali
circa 10 anni fa - LinkBevo ed apprezzo indistintamente vini "naturali" e non. E mi piaceva leggere Intravino, quando parlava di vini, "naturali" e non. Invece ultimamente, molta noia, articoli davvero inutili dei quali non credo si senta il bisogno. Lo dico con sincero dispiacere, apro quotidianamente il sito sempre più convinto di non trovare nulla di interessante. Si potrà obbiettare che il web è bello grande, e di posti "virtuali" ce ne sono tanti, ma come già detto, dispiace, perché quando quì si decide di parlare davvero di vino, non ce n'è per (quasi) nessuno ed è un piacere, almeno per chi come me di vino ne capisce molto poco.
Rispondiandrea
circa 10 anni fa - LinkBeh, Emanuele, diciamo che Cristiana Lauro, come d'altronde molti altri nel mondo della comunicazione enoica, ha effettivamente un atteggiamento di leggero dileggio e notevole sufficienza nei confronti del movimento "vini naturali" in quanto tale. Poi le piaceranno anche alcuni di tali vini, è troppo brava per negare che ce ne sono di tanto buoni, ma il movimento in sé le crea un prurito... deve per forza prenderli per il cu....
RispondiAlessandro Morichetti
circa 10 anni fa - LinkRiusciamo a sorridere di un post cazzeggione o serve ogni volta il pistolotto sui massimi sistemi ;-)? Dai Andrea, suvvia: se vuoi ti linko decine di post sul vino naturale da 4 anni a questa parte, e l'ironia di oggi poteva orientarsi su mille altri argomenti. Ma rispondere all'ironia con serietà no, non va bene. Ironia della quale, tra l'altro, non ci priveremmo per nulla al mondo, perché ci piace un casino così com'è. Emanuele, "non siete più quelli di una volta" è una triste verità. Siamo mediamente tutti più brutti e grassi ma raccontiamo il vino a modo nostro. Più che comprensibile ti piacciano alcuni post e meno altri, ci mancherebbe. Però convengo con la conclusione. Il web è largo abbastanza da trovare quel che si addice a ciascuno, per fortuna. Comunque grazie del feed-back.
Rispondiandrea
circa 10 anni fa - LinkAlessandro, sono d'accordissimo con te, è solo che Eleutherius ha dato del fariseo al chiaro che si è permesso di far notare (vuoi dire che ha rotto l'aura dell'ironia? Vero! ma fariseo???) che Cristiana non ama il movimento dei "naturali". Mi è sembrato fuori quadro... :)
RispondiJacopo Cossater
circa 10 anni fa - LinkBrutti e grassi a chi? :D
Rispondilorenzo gatti
circa 10 anni fa - LinkLa complessità dei suoi difetti che lo rende grande il vino naturale no?Buon anno Cristiana. .
Rispondimassimo
circa 10 anni fa - Linkl'analisi di Rainero M, rispecchia alla perfezione alcuni frequentatori del mio locale...bravissima Cristiana
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkMadonna mia, quanta gravità. Di me al mondo vi è poco o nullo bisogno. Figuriamoci di miei esegeti. Saluti a tutti, mentre bevo 2 naturali.
RispondiCristiana Lauro
circa 10 anni fa - LinkE allora i produttori di Brachetto d'Acqui e Bianchello del Metauro cosa dovrebbero dire? E la psicanalisti da Freud in poi, Jung e Adler in primis? E Awana-Ghana? No, perché ci manca solo che senta dire in giro che sono una che ce l'ha con Awana-Ghana! Sarebbe il colmo! :D Amici, cerchiamo di non perdere di vista che ci occupiamo di vino e svariati fronzoli, con competenza, ma non operiamo di cuore bambini di otto anni nel giorno della prima comunione. Miiii, site propiu na camurrìa! ;-)
Rispondivenditore Duchessa Lia (finto)
circa 10 anni fa - LinkInfatti. Secondo lei il nostro famoso Brachetto visti gli eccellenti risultati ottenuti dalla IOWA, può sperare in un nuovo claim da mettere in etichetta?
RispondiVignadelmar
circa 10 anni fa - LinkNominare invano il Bianchello del Metauro è grave quasi quanto nominare invano quello che è indiscutibilmente il più grande bianco italiano: il Verdicchio. Prego astenersi. . Ciao
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkIo ho un sospetto, che poi è lo stesso manifestato in un post di qualche tempo fa (sulla querelle - o quenelle? - tra AIS e fore-ut-FIS), nonché lo stesso che mi porta a citare gli Evangelisti. Che IV deluda perché i contenuti non sono più quelli dei bei tempi andati mi sembra presupporre, da parte di molti tiratori scelti, poca propensione alla ricerca. Il bello di questo blog risiede proprio nella presenza di contenuti vari, quindi per principio più o meno digeribili a seconda delle preferenze personali. Lo sforzo minimo e unico che si richiede a chi ci legge è di far suo il procedimento di selezione: cercare quel che interessa, cassare quel che va dritto a gravare sulle gonadi. Non siamo tarati su uno o più target groups di riferimento. Non preselezioniamo a beneficio di chi cerca una testata di riferimento. Intravino non è, a differenza di altri fogli, organo editoriale di un partito pro- o anti-naturale, né tantomeno un piccolo giornale aziendale. Consideriamo i tempi maturi - anzi, stramaturi - per un'informazione libera nell'offerta e nella scelta. Libertà in corrispondrnza biunivoca. Se non piacr, ci dispiace. Ma stamo mejo noi (che nun magnamo mai) di chi seleziona in base alle convenienze. E abbaia e scodinzola...
RispondiDavide G.
circa 10 anni fa - Linka me sta bene fare ironia ogni tanto... ma magari qualche articolo tecnico, ogni tanto, mica dispiace no? magari vi comprate WINELAB e fate la misurazione della volatile e della So2 di 50 vini naturali e 50 non naturali.
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkSì, e intanto ci tocchiamo guardando le foto di un enologo di grido.
Rispondimdc
circa 10 anni fa - Linkcristiana sei una scrittrice di razza, e spero che tu lo sappia al punto da scrivere un libro
RispondiCristiana Lauro
circa 10 anni fa - LinkAmici, solo per tranquillizzare qualcuno: fra me e i vini naturali il rapporto procede a gonfie vele. Sono felice, sto benissimo così e non serve etichettare a tutti i costi. Bevo frequentemente vini detti naturali, alcuni sono fra i miei preferiti al mondo e se per vino naturale intendiamo un vino che fa meno male di un altro, se questo è il fine ultimo, solo un folle si sottrarrebbe a questa scelta, no? Produttori come Cappellano e Rinaldi, punti di riferimento fondamentali per tutti (ancora oggi che si sono affacciati tanti produttori di scarsa esperienza che procedono a gattoni con pessimi risultati in bottiglia) sarebbero lieti di accogliere un mondo migliore che producesse vini buoni e meno nocivi. O mi sbaglio? A me non interessa far parte di una fazione, sono battitore libero da sempre, però il buon senso ( che coltivo senza bisogno di far sempre come gli altri) mi suggerisce di tenere gli occhi aperti nei confronti di tutti coloro che seguono l'onda, senza esclusione di alcuni fanatici in giro per la rete. Per dirla altrimenti: ironia (non di rado autodiretta) e garbato dileggio, sono una cosa, voler riconoscere a tutti i costi la sagoma di un nemico è ben altro. E non serve a niente. Sul tema, ad esempio, a me piace Giovanni Bietti per quello che dice e per come lo dice. Spero abbiate letto anche il suo ultimo libro, di recente pubblicazione, dove, peraltro, la normativa europea è molto chiara per tutti. Quanto al gusto personale è, appunto, personale. Tollero alcuni piccoli difetti ma non sopporto gli errori @Lorenzo Gatti, ricambio gli auguri ;-) @suslov, ma dov'eri finito? Che te possino :D
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 10 anni fa - Link'Sto Raniero M. è 'no spasso :D
RispondiFrancesco Romanazzi
circa 10 anni fa - LinkCiao Cristiana. Non hai bisogno di spiegare nulla. A mio avviso il tuo post è carino, ironico e intelligente, oltre che ben scritto. Qualsiasi amante del vino, naturale e non, che abbia un minimo di consapevolezza, senso critico e autoironia, non dovrebbe far altro che apprezzare il tono giocoso e provocatorio delle tue parole. E magari rispondere con una disamina dei casi clinici opposti a quelli raccontati da te. Iniziare l'anno con un po' di leggerezza è uno dei modi migliori di iniziarlo. Un caro saluto.
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