Anche il Durello Festival ha diritto a 15 minuti di celebrità

di Elia Cucovaz

Riassunto delle puntate precedenti: siamo nel Mesozoico superiore e la spinta di un irruento perlage magmatico solleva il fondale della Tetide fra le province di Verona e Vicenza, modellando le rotondità della Valpolicella, del Soave e infine dei Monti Lessini. Qualche tempo dopo ivi mette radici l’uva Durella, vitigno di alta collina le cui origini, come ogni autoctono che si rispetti, “affondano nella notte dei tempi”. Lì per lì si decise che il modo migliore di vinificarla fosse con lunghe macerazioni sulle bucce, il che diede origine ad un vino amichevolmente chiamato Rabiòso, richiesto sulle navi della Serenissima per resuscitare i galeotti al banco di voga (e costringere gli altri a tenere ben stretti i remi). Ma allora i tempi erano altri e per apprezzare il vino bisognava essere uomini veri. Altro che enofighetti.

Poi si è scoperto che acidità non deve per forza essere sinonimo di sofferenza, ma poteva esser trasformata in freschezza. Allora sono arrivati gli spumantisti e ci hanno dato dentro. Il Durello oggi costituisce una nicchia enoica di circa 600k bott, in espansione. E in qualche caso si è ritagliato un suo spazietto anche nelle guide. La produzione oggi è orientata per lo più alla spumantizzazione. Martinotti rulez, ma il Metodo Classico emerge. E qualche idealista persevera nella versione ferma, riservando sorprese.

Cercherò di dar conto della fenomenologia di questo microcosmo enologico portando alla Vostra disattenzione metropolitana alcuni assaggi degni di nota. Interpretazioni che si distolgono da un certo stereotipo floricultore e che valorizzano quel che il Durello, senza sfacciataggine, ha di bello da dire: identità e carattere territoriale.

Lessini Durello Superiore Pietralava 2009 – Casa Cecchin: una vendemmia tardiva dai cru dell’azienda. Al naso note di cotogno, il bel ricordo di feccia nobile  e una caratteristica mineralità (che ritroviamo anche negli altri vini dell’azienda). Palato sorprendentemente fresco, presenza sapida, struttura solida. Un esperimento recente (la prima annata è il 2008) che pare dischiudere interessanti prospettive per l’invecchiamento.

Lessini Durello Spumante Brut – Marcato: un Martinotti in cui gli aromi primari son valorizzati dalla semplicità del fiore di campo. Lievito non invadente, impastato di cedrini canditi. Bollicina sottile che non copre una gradevole mineralità.

Durello Spumante Brut Metodo Classico Riserva 2008 – Casa Cecchin: fragranza di focaccia dolce, mela cotogna, ricordi di miele. E ancora quella roccia del podere Cecchin. Bollicina cremosa, sostenuta da una grande sapidità minerale che stuzzica. Fresco. Pulito. Lungo. A mio parere, un gradino al di sopra degli altri.

Durello Spumante Brut Metodo Classico Millesimato 2008 – Sandro De Bruno: sicuramente l’interpretazione più estrema, fuori dal coro senza rinunciare ad una grande aderenza espressiva. Da vigna a 600m slm. Naso potente. Lievito penetrante e profumo di sasso (e negli anfratti fiori appassiti, stille di miele). Frutta secca. Riempie la bocca con una struttura massiccia, sapida. E fresca. Un vino che lascia il segno.

Bonus. Durello Passito Il Montebello – Casa Cecchin: nel bicchiere giallo oro antico, riflessi ambrati. Profumo complesso e intenso, frutta passa, cotognata (per chi ricorda il Fruttino Zuegg). Zuccherino e glicerico, subito lascia spazio ad un finale fresco, sottilmente astringente. È la Liqueur de dosage dello spumante di Casa Cecchin. Bono.

38 Commenti

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Daniele

circa 12 anni fa - Link

Ne ha ben diritto si! Anche oltre 15 minuti! Viva il metodo classico Durello! (mi sembro un politico...quindi chiudere con: "..Viva la tutela delle eccellenze locali!!")

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Lizzy

circa 12 anni fa - Link

Beh? Tutto qui? E gli altri? Dov'è il grande Fongaro, e soprattutto lo stra-or-di-na-rio "I Singhe" di Fattori??

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Hai ragione, ci sarebbe veramente tantaroba da dire! Mi sembra giusto specificare che questi che ho citato sono IMO i prodotti più interessanti per rappresentare diverse anime del Durello, tutto qua. Il panorama delle buone produzioni è di fatto pen più ampio e complesso. Sono felice che tu abbia voluto contribuire a evidenziarlo : )

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Scusa Elia, ma che vuol dire "Mesozoico Superiore" ? Forse Cretaceo ? E poi, c'è una bella differenza tra la geologia della Valpolicella e quella del Soave/Gambellara/Zona Durello. Se per la prima può valere il discorso di formazione risalente al Mesozoico, gli strati affioranti della seconda sono per lo più formati da basalti (in massima parte) e calcari dell'Oligocene e del Paleocene (era terziaria - L'Oligocene sta ad una 40ina di milioni di anni dopo la fine del Mesozoico). Vedi Carta Litostratigrafica della regione Veneto: http://gisgeologia.regione.veneto.it/website/geol_250k/viewer.htm Meritevole il tuo portare all'attenzione del grande pubblico questa denominazione misconosciuta (quando non sconosciuta), ma mi trovo d'accordo con Lizzy: Fongaro non pervenuto ? Menti con il Martinotti Omomorto ? Vi do delle anteprime: in preparazione c'è, oltre all'Omomorto Metodo Classico (che vedremo chissà quando), anche il Durello Metodo Classico di Massimo Dal Lago (Masari). Assaggiato in cantina un campione durante la presa di spuma, la base è davvero interessante. Ma dovremo aspettare ancora un bel po' (più di un anno) prima di vederlo: affinamento sui lieviti di 36 mesi (minimo).

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Lizzy

circa 12 anni fa - Link

Menti è un produttore che anch'io sto tenendo d'occhio da un po'...peccato sia necessario andare letteralmente a stanarlo in loco, perché in giro non si vede/trova. E l'Omomorto (vino perfetto per Halloween!) è un Durello molto particolare e interessante!

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Stefano Menti

circa 12 anni fa - Link

@ Lizzy, purtroppo coltiviamo di uva durella solo un ettaro scarso in località Omomorto. Quindi nelle annate abbondanti riusciamo a toccare anche le 6.000 bottiglie ma nelle annate normali la produzione si ferma a 4.000 esemplari circa. Se poi aggiungiamo a questo il fatto che i clienti che lo acquistano sono in Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e altre 32 province italiane, allora la presenza del prodotto in mercato è davvero molto sparsa e poco concentrata. @ Marco De Tomasi, l'idea del metodo classico è di uscire dopo 60 mesi.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

@ MarcoDT "una 40ina" di milionoi di anni dopo? Bruscolini! XD a mia parziale discolpa, vorrai convenire con me sul fatto che il terroir elettivo del durello è proprio quello maggiormente affine in termini geologici alla zona del Soave/Gambellara. Le tue anticipazioni confermano che c'è fermento. Aspetto con curiosità gli sviluppi! @ MdT & Lizzy è stato un vero peccato che un interprete del territorio capace e sensibile come Giovanni Menti non fosse presente con il suo durello. (Che, sarò sincero, non ho ancora assaggiato). Rimedierò presto e volentieri. Intanto perdonate le mie giovanili spigolosità : )

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Devo dedurre però che Fongaro c'era ! cosa non ti ha convinto dai tuoi assaggi ? (così tanto per parlare, eh !)

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Mi sono già sentito in dovere di specificare che diversi altri fra i vini presentati al Durello Festival, che peraltro non esauriscono il panorama produttivo, sarebbero stati meritevoli quantomeno di menzione. Il mio intento del resto non era la completezza, ma una campionatura: un fermo, un martinotti, un metodo classico ed un passito. Ho preso posizione. Dell'ingegner Cecchin mi piace la coerenza che ho riscontrato nelle diverse tipologie (anche se del resto lui è stato l'unico che aveva messo sul banco d'assaggiol'intera gamma). Ho voluto aggiungere il MC De Bruno perchè mi è parso percorrere una strada originale e per diversi aspetti autonoma. Quindi per rispondere alla tua domanda, non c'è stato niente che non mi ha convinto nel Fongaro (così come nel Fattori). Solo non sono stati fra i miei preferiti. Il che vale quel poco che vale. cmq grazie a coloro che hanno voluto mettere a fuoco anche le assenze, perchè non solo mettete chi legge il post nella giusta prospettiva per comprendere lo spessore di una Doc poco conosciuta, ma date anche a me lo spunto per rivisitare quei bicchieri con rinnovata curiosità.

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Titti

circa 12 anni fa - Link

"Quindi per rispondere alla tua domanda, non c’è stato niente che non mi ha convinto nel Fongaro (così come nel Fattori). Solo non sono stati fra i miei preferiti. Il che vale quel poco che vale." Non ti preoccupare Cucovaz. Non citando Fongaro dai esattamente la misura di quel che vali come degustatore.

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Non vedo il motivo di insultare dopo che Elia Cucovaz ha legittimamente esposto il SUO punto di vista. Potrebbe in fondo anche non essergli piaciuto, e anche questa sarebbe una posizione legittima.

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Titti

circa 12 anni fa - Link

Ma che stai dicendo? Io trovo i prodotti Fongaro sopravvalutati (cfr. il recente vino Slow di Slow Food) e Cucovaz è bravissimo. Ma perché non accendi il cervello prima di parlare (questo non è un insulto bensì una constatazione) ?

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Please, don't feed the troll

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M.Grazia

circa 12 anni fa - Link

@Titti, fermo restando che ognuno ha i proprio gusti e predilezioni, mi colpisce che lei definisca sopravvalutati i prodotti di Fongaro citando la chiocciola slow di quest'anno all' azienda. Sopravvalutata un'azienda che conduce i vigneti in regime biologico da venticinque anni? Sopravvalutato un prodotto come il Metodo Classico Capsula Viola pas dosè? Versione coraggiosissima e territoriale che più non si può... Come dicevo, ... de gustibus, ma dallo scarso gradimento personale al definire sopravvalutata un azienda che fa indubbiamente qualità e del Durello ha fatto la storia, forse ce ne corre. I produttori di questa dinamica DOC della Lessinia li conosco praticamente tutti e così, per bilanciare verso altre espressioni della Durella, provi il Metodo Classico A.R. di Marcato: dieci anni sui lieviti. Ottimo e molto particolare. Saluti

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Beh Marco, scusami ma non ci siamo ancora capiti. : ) Proviamo così: non è che non mi sia piaciuto il vino. Altri mi sono piaciuti di più e li ho trovati più rappresentativi da inserire in quei 180" che sono il fugace respiro di un post. Dopodichè, mi sembra che questa diatriba si stia un po' estremizzando. Sabato Fongaro è in degustazione in un'enoteca in zona. Chiunque voglia, si potranno incrociare lì i calici! (e magari scoprire che non ci sono poi grandi divergenze d'opinione)

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Volevo solo conoscere il tuo parere: non sono un partigiano di Fongaro ! Altri hanno estremizzato quello che era un pacifico scambio di opinioni.

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Titti

circa 12 anni fa - Link

@De Tomasi: Chiedere scusa no, eh? Estremizzando? Dire che non mi piacciono e che li trovo sopravvalutati vuol dire estremizzare? Buio pesto dalla parti del cervello, altro che cercare l'interruttore.... @Maria Grazia: grazie del suo pacato punto di vista. Magari è un'idea frettolosa che vaglierò quanto prima, magari proprio nell'enoteca citata da Elia.

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Chiedere scusa ? e di che ? Alla base di tutto c'è un evidente misunderstanding, evidente a chiunque legga con ordine i post, ma Lei preferisce continuare ad insultare. Non risponderò ad altre provocazioni. Cordialità. Stia sereno.

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Titti

circa 12 anni fa - Link

Provocazioni? Questo è il colmo! Chiunque può leggere che prima lei, intervendo a casaccio, mi accusa di insultare l'autore del post. Poi, una volta fatto nototare l'erroraccio (su cui scusarsi) mi accusa di esser un troll. Più di così? Non conosce proprio vergogna.

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

E sia, dato che ritengo di essere una persona civile, rispondo. Avrei potuto chiederLe scusa per aver male interpretato la Sua risposta (ammetto che c'è stato da parte mia un misunderstanding, non lo nascondo), se Lei avesse utilizzato modi più urbani nel farmelo notare. Invece ha scelto la via dell'insulto per far valere le Sue ragioni (quella che per lei è una "constatazione" per me è un insulto). Da parte Sua dovrebbe ammettere che il post iniziale poteva prestarsi a diverse chiavi di lettura, contrarie addirittura alle intenzioni iniziali. Magari utilizzare toni più civili nelle discussioni, aiuterebbe, non trova ? Sarà che sono un "matusa dentro" e il web 2.0 non lo capisco.

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M.Grazia

circa 12 anni fa - Link

"Stereotipo floricultore" riguardo al Durello nel suo complesso è un concetto che mi rimane oscuro...

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Provo a sciogliere il calembour: Mi è parso che vi sia una certa tendenza, specialmente col metodo Martinotti, a cercare di marcare (o "coltivare" per l'appunto) l'impronta olfattiva floreale. Mi sembra anche che questa tendenza avvicini il Durello spumante allo stereotipo che in qualche modo è stato creato attrorno ad un altro universalmente noto spumante veneto da autoclave. Credo che ciò non aiuti a far emergere quell'identità che è la carta vincente del Durello. Detto questo, non voglio in nessun modo generalizzare il discorso a tutti, nè dire che un Durello con sentori floreali più netti sia perciò stesso scarso o poco godibile. Però a questo punto voglio la vostra opinione! E chissà che non impari qualcosa sul vino... ; )

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

IMHO: il Martinotti "breve" (quello usato anche dall'"universalmente noto spumante veneto" :-) ) ha appunto lo scopo di preservare i sentori primari nel vino, dove con il metodo classico vengono sfumati invece dalla prevalenza dei profumi acquisiti con il processo di fermentazione. Non mi meraviglia quindi che i Martinotti che hai assaggiato siano improntati olfattivamente al floreale/fruttato. Concordo a pieno con te che anche così debbano comunque restare dei Durelli e non scimiottare un Prosecco. Se così appare, i produttori dovrebbero rivedere le loro scelte. Durello significa un nervo acido presente, se in bocca il residuo zuccherino prevale, arrotondando eccessivamente le sensazioni, c'è qualcosa che non va nella scelta produttiva, a mio avviso. E comunque non credo esistano Durelli extra dry o peggio ancora dry come nel caso del Prosecco. Non a caso, il Martinotti Omomorto di Menti che ti ho citato, è un Martinotti "lungo", che serve appunto ad avvicinare il risultato ottenuto dall'autoclave al metodo classico, "smorzando" le note primarie in favore delle secondarie.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Perfettamente sintonizzati! (E comunque "non credo esistano Durelli extra dry o peggio ancora dry" Esistono, esistono..)

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Fortunatamente, li ho sempre schivati !

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vsr

circa 12 anni fa - Link

Il Durello di Marcato mi risulta essere un metodo classico.Un ottimo metodo classico.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Oltre al Martinotti Brut di cui sopra, Marcato produce anche un martinotti Extra Dry e tre metodo classico (36m 60m e Millesimato).

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vsr

circa 12 anni fa - Link

Giusto!I Prandi!Ahi ahi ahi ho la memoria che comincia ad andare. Unica scusante che ho è che il figlio non me lo ha fatto assaggiare.

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Luca

circa 12 anni fa - Link

@ mr. Elia Cucovaz: mi potrebbe dire dove ci sarà questa degustazione di Fongaro sabato prossimo? Grassssie!

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Fiaschetteria Franzan Via S. Lorenzo, 26, Carrè VI Durante tutta la giornata di domani (Sabato 2)

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zamboulder

circa 12 anni fa - Link

Ciò, rivo tardi. Elia, solo una precisazione: il Durello Charmat di Marcato ha un 10% di pinot nero e 5% di chardonnay, è dichiarato nella retroetichetta nei lotti da esportazione. Non lo includerei quindi tra le "interpretazioni che si distolgono da un certo stereotipo floricultore e che valorizzano quel che il Durello, senza sfacciataggine, ha di bello da dire: identità e carattere territoriale". Conosci Dama del Rovere? Secondo me il suo charmat è quello che più si avvicina alla verità... La coppa all'interprete più estremo la darei a Daniele Piccinin di San Giovanni Ilarione. Il suo Montemagro 2008 è forse la riproposizione più autentica dell'ancestrale 'Rabioso'. Grande vino da soppressa o baccalà alla vicentina. Comunque gli altri vini che hai indicato son tutti divertenti. Metterei anche il Met. Classico '08 di Corte Moschina e anche il buon vecchio Fongaro etichetta viola dai... aloha

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Stefano Menti

circa 12 anni fa - Link

il durello in purezza dovrebbe essere rabioso

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

@Stefano Menti: in che senso?

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Stefano Menti

circa 12 anni fa - Link

Nel senso che dice Zamboulder, ovvero ostico, virile, tagliente, varietale e citrico, soprattutto se con residui zuccherini bassi. Con l'aggiunta di pinot nero o chardonnay diventa più domestico.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

@zamboulder no non sapevo che non fosse in purezza. Del resto il disciplinare della doc Durello consente fino al 15% di uve da vitigni diversi. È un aspetto che non l'avevo considerato.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

@zamboulder no non sapevo che non fosse in purezza. Del resto il disciplinare della doc Durello consente fino al 15% di uve da vitigni diversi. È un aspetto che non avevo considerato.

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Marco De Tomasi

circa 12 anni fa - Link

Ma Dama del Rovere produce ancora Durello ? Perché sul loro sito internet dichiarano di essere concentrati sulla garganega e non vi è traccia dello charmat. Comunque anch'io me lo ricordo un buon bicchiere, senza però tante pretese (assaggiato un paio di anni fa) Daniele Piccinin lo trovo TROPPO estremo a mio gusto, per quanto valido in termini di autenticità. Sull'etichetta viola di Fongaro non mi sbilancio: bottiglia aperta in azienda in degustazione con qualche problema di riduzione e brett. Il mio naso non ha gradito e mi riservo di riassaggiarlo in altre occasioni. Magari era solo una bottiglia "sbagliata". Non male, nella sua semplicità, anche il Calesio Brut di Tenuta Dalle Ore (La Bertolà) di Trissino.

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Elia Cucovaz

circa 12 anni fa - Link

Altra carne al fuoco! Bene bene... Per quanto riguarda Fongaro etichetta viola direi che sì, era la bottiglia sbagliata al momento sbagliato.

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