Debuttanti classe ’96: sei Champagne diciottenni assaggiati per voi (ma anche per noi)

di Alice in Wonderland

Molto divertente partecipare a due feste di diciottesimo compleanno a distanza di poche settimane. I ragazzi del ’96 hanno dato vita a due serate davvero festose e colorate. Due gruppi di neodiciottenni molto diversi, “quelli” indossavano cognomi blasonatissimi, i rampolli Krug e Salon, per esempio, piuttosto allineati in quanto a buone maniere e galateo, future first Ladies e premi Pulitzer. Il gruppo della seconda serata decisamente più selvaggio e variegato, presenti punte di diamante brillanti e taglienti accanto a giuggioloni sonnecchianti e un po’ svogliati. Ma che non si pensi che “quelli” siano rimasti in memoria come i Led Zeppelin e questi come I Cugini di Campagna. Piuttosto, forse il livello uniforme di eleganza e genio è stato il filo rosso che ha legato i primi, mentre in questa seconda batteria quello che ha divertito e colpito è stata la Babele di lingue e dialetti che si sono incrociati e sovrapposti, un vociare allegro, una specie di Erasmus Leaving Party, una foto di Toscani-per-Benetton.

MOUTARD ’96 (Chardonnay 100%)
Naso oscuro e di poche parole. Sassi e fiori appassiti, cimitero di campagna. Poi spremuta di agrume, freschezza citrina. Pesca di vigna e uva. Tutto amalgamato su un fondo plumbeo, asfaltato e grigio. Dopo lo scatto iniziale si deforma e, barcollando, se ne va.

LEGRAS SAINT VINCENT ’96 (Chardonnay 100%)
Naso caleidoscopico. Invita a indossare pinne, fucile ed occhiali, tanto è marino, iodato, salmastro. Striature di sali di ogni provenienza, su tutti l’affumicato danese. Mallo di noce e marron glacé, Note fungine appena accennate. Riempie, appaga, convince, con naturalezza e senza pose: fresco, vivace, persistenza graziosa, intensa ma non insistente, lunga.

AMBONNAY BEAUFORT ’96 (80% Pinot Noir, 20% Chardonnay)
Lo scapigliato. Sregolato, svitato ma con l’eleganza dell’illusionista in frac. Combina passi, direzioni e ritmi cambiandoli di continuo, obbliga all’attenzione, è divertente. Vulcanico, da l’impressione di ridere. Potente, energico, colorato. Mimose e ginestre bagnate di sole spuntano su ciottoli di pietra focaia. Sembra estate. Poi terra e bacche rosse, ed è improvviso autunno in un bosco di felci.

FLEURY ’96 (80%Pinot Noir, 20% Chardonnay)
Aureo e tanto. Succoso, polposo, sensuale. Un muscoloso atleta che cammina su un filo sospeso. Bicipiti e agilità, potenza e snellezza. Buona parte degli elementi della tavola periodica di Mendeleev si è data appuntamento qui, stasera, e l’anima ferrosa, iodata e di rame si insinua prepotente sotto le bucce dei frutti, fra i mazzetti d’erba fresca.

DRAPPIER ’96 (Pinot Noir 97%/Chardonnay 3%)
Da cercare, sta un po’ sulle sue, se avesse potuto si sarebbe nascosto sul ripiano più alto dello scaffale. E invece gli è toccata. Allora cambia tattica e piano piano si lascia andare e tira fuori le sue morbidezze. Troppo rassicurante, fermo e prevedibile. Un po’ corto, un po’ stentato, un po’ timido, un po’ solitario.

DOM PERIGNON ROSE’ 96 (Pinot Noir 100%)
Corbezzolo, amaretto, tè e pasticceria secca. Torroncino, nocciola. Rosmarino, maggiorana, fil di ferro e bacche. Pesche al sale in bocca e fiori eduli. Un giardino dell’Eden, vorticoso, dalla ninna nanna a chitarre distorta, in un’ora nel bicchiere si e’ cambiato d’abito innumerevoli volte senza dare il minimo cenno di stanchezza. Una di quelle bottiglie che mi pone faccia a faccia con la limitatezza del mio vocabolario e dopo la quale qualunque repertorio di descrittori mi sembra insoddisfacente. Una di quelle bottiglie, per dirla tutta, che mi fa venire voglia di chiamare Luca Maroni e chiedergli aiuto.

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Alice in Wonderland

Nascere a Jesi è nascere a un bivio: fioretto o verdicchio? Sport è salute, per questo, con sacrifici e fatica, coltiva da anni le discipline dello stappo carpiato e del sollevamento magnum. Indecisa fra Borgogna e Champagne, dovesse portare una sola bottiglia sull’isola deserta azzarderebbe un blend. Nel tempo libero colleziona multe, legge sudamericani e fa volontariato in una comunità di recupero per astemi-vegani. Infrange quotidianamente l’articolo del codice penale sulla modica quantità: di carbonara.

6 Commenti

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Alessandro

circa 10 anni fa - Link

al naso "cimitero di campagna"? Sti cacchi....

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ziliovino

circa 10 anni fa - Link

Beaufort 96 è davvero una grande bottiglia, ed è oltretutto giovanissimo...

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ziliovino

circa 10 anni fa - Link

Ma non ho ben capito, Krug e Salon 96? son finiti nello spritz?

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Sami

circa 10 anni fa - Link

@Alessandro: giuro, il cimitero che frequento io (San Vittorino, Roma) sa di Moutard.

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alessandro G.

circa 10 anni fa - Link

St vincent 96 grande bottiglia..uno dei miei preferiti!!!

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