Contro il logorio della vita moderna: Ciliegiolo d’Italia a Narni

Contro il logorio della vita moderna: Ciliegiolo d’Italia a Narni

di Emanuele Giannone

Via dalla pazza folla. Via dai manifesti dei candidati alle elezioni che spuntano come verruche, via dalle buche. Via dalle saune mobili dell’ATAC, dalle file alla posta o dar dottore, via dai pizzardoni con facce da Vampire Diaries assetati di targhe e di multe, dal forno statico del Raccordo Anulare e da quello ventilato delle pizzeriacce per pellegrini da giubilare in tempo giubilare. Via dar clacson, dagli e dai ma li mortacci, dai li mortacci so’ li tua, dalle orde di foodies on the run. Via dagli imperdibili concerti di vecchie glorie ed ex-meteore di tre, quattro, cinque decadi fa. Via da Roma in tregenda. Per fortuna l’Umbria è vicina. Contro il logorio della vita moderna non ci aiuta più l’aperitivo a base di carciofo ma, nel caso in oggetto, un vitigno che ha la prima casa in quella regione e qualche pied-à-terre in poche altre. È lui che ci ha condotti alla quiete della regione confinante per la rassegna Ciliegiolo d’Italia. Le cronache di Narni parlano di un bel quartetto (Boco-Gravina-Pracchia-Pulcini) di relatori, di conferenza e dibattito, dell’antica vocazione vitivinicola della terra che, già prima dei Romani, fu cerniera tra popoli ben avvinati come Umbri ed Etruschi, di ricchezza di contenuto e mancanza di adeguata narrazione per una materia – il vino – che anche qui è parte del sostrato culturale e storico; e che, proprio per questa ragione, meriterebbe più testo.

Un testo in bozza che io non potrei scrivere, avendo del Ciliegiolo conoscenze saltuarie e lacunose, ma che leggo volentieri. È apprezzabile, intanto, la prefazione: recupero e ricerca d’identità (soprattutto con l’emancipazione dal taglio), proposito promozionale, coralità dello sforzo. È interessante lo spunto offerto da Giampaolo Gravina per una possibile interpretazione: quella di un vino votato alla tensione piuttosto che alla potenza, alla dinamica gustativa anziché allo spessore. «Se accogliamo le stimolanti indicazioni delle versioni più felici – così scrive – il miglior Ciliegiolo sembra un rosso agile e slanciato, che riscatta la propria leggerezza come un valore… un vin de soif capace di stimolare il sorso successivo.»

Ecco. Proprio a questo punto, con il riscontro dei tanti assaggi, la lettura si fa più complicata. D’altronde, precisa lo stesso Gravina, «… sono ancora indicazioni piuttosto episodiche». La degustazione ha sì avuto qualche esito di pieno conforto, ma nella maggior parte dei ha prodotto indifferenza – laddove sono mancati i guizzi – o delusione – laddove sono comparsi i vizi. Estrapolare da questo primo riscontro una tendenza generale verso la naturale espressione identitaria, è difficile. Partire dai migliori assaggi auspicando che, anno dopo anno, si moltiplichino, è dovuto.

Leonardo Bussoletti – 05035 Rosso Narni IGT 2015. Immediato nel bouquet con ciliegia, granatina, mela granata e maggiorana. Bocca fresca e sapida, di buona impressione tattile e continua nella progressione, delicata e dissetante nei sapori di frutta rossa fresca, con tannini delicati e buon finale leggermente amaro.

Leonardo Bussoletti – Brecciaro Ciliegiolo di Narni IGT 2014. Profondo, complesso e di buon amalgama all’olfatto, scuro di marasca e mirtillo con cardo, felce ed erbe amare sullo sfondo. Bocca quasi salata, tesa e dalla progressione fluida, precise e persistenti le doti fruttata ed erbacea, tannini infusi e ben composti.

Leonardo Bussoletti – Vigna Vecchia Ciliegiolo di Narni IGT 2013. Naso originale e coeso nelle note di ciliegie in composta, oatmeal, magazzino di stoffe, chiodo di garofano e legno vecchio. Al palato è molto sapido e gentile nel tocco, al sale accompagna subito erbe amare e more, è teso e di vivace amarezza, avvolta nelle note dolci del frutto maturo. Persistenza lunga e nitida. Molto buono.

Agraria Ponteggia – Floridiana Ciliegiolo di Narni IGT 2013. Fine e composito all’olfatto con frutta rossa in varietà, salvia, menta. Bocca sottile e dinamica con freschezza acidula di frutto ad aprire e condurre lo sviluppo, passo agile, tannini piccoli e centrati, chiusura piacevolmente amarostica.

Azienda Vitivinicola Sandonna – Ciliegiolo di Narni IGT 2015. Pieno e carnoso con amarena, prugna secca, capperi, salagione e cenni ematici. Molta materia e ben composta, trama grossa e fitta, spiccata sapidità e progressione regolare. Chiude sapido e speziato, appena appesantito. Gli manca un poco di slancio.

La Palazzola – Ciliegiolo Narni IGT 2014. Ciliegia, muschio ed erbe amare a comporre il bouquet, coerente e intenso, definito e di buona intensità. Bocca esemplare per rapporto peso-potenza, non pretende e non ostende: semplice, fresco, dinamico, coeso e teso, impressioni di frutto rosso croccante e sale, sapidità infiltrante e dolce.

Collecapretta – Lautizio Ciliegiolo Umbria IGT 2015. Naso grosso e nostalgico, riporta alla memoria Le Olive di Pino Ratto. Apertura su olive in salamoia, muschio, mora, lardo, rosmarino e cappero, ombroso finché non dissipa la riduzione e via via più definito. Presenza e grip: tannini stagliati a prendere la bocca, concentrazione, testura grossa e buona, sviluppo incernierato su sapidità e freschezza salienti e finale con erbe amare, ginepro e frutto scuro. Molto buono.

Antonio Camillo – Vigna Vallerana Alta Ciliegiolo Toscana DOC 2014. Fine, complesso e unitario nell’espressione all’olfatto con frutta rossa, corteccia, edera e un’elegante nota balsamica. Al palato ha presa immediata e di lunga traccia con tannini fitti e minuti, è sostanzioso e concentrato ma agile, continuo nella progressione, ricco di richiami a frutta scura (mora e gelso), spezie dolci dosate, erbe fini. Sapido e persistente. È il più vicino, insieme al Donna Flavia di Cappella di Sant’Andrea, all’idea di potenza e concentrazione come dote e non fardello: caratteristiche giovanili di un vino di più lunga prospettiva.

Fattoria Mantellassi – Maestrale Ciliegiolo DOC Maremma Toscana 2015. Naso esile, sottilissimo e magro da rosato d’ordinanza, tutto frescura e fruttini e lindori e decori. Posto questo nasino di carta di riso e canna di bambù, piace che al sorso lo segua un procedere ordinato di sale, gelatine di frutta e gemme di pino. Freschezza acuta e quasi fuori dalle righe, un trillo un po’ scomposto ma simpatico; verso il finale si ricompone, tira il freno a mano e sbanda in dolcezza. Peccato. Coraggio! Lasciatelo correre!

Rascioni & Cecconello – Rotulaia Toscana IGT 2014. Godibile nel suo tratto badiale e rustico. Non veste abiti firmati, porta i suoi semplici con prosperosa e non goffa disinvoltura. Marmellata di ciliegia, lardo, humus, erbe macerate e ferro. Al palato sensazione calorica diffusa ma non eccessiva, infusa nella materia, freschezza sotto traccia e riscontri gustativi abbastanza nitidi. Un vino grosso. Eppur si muove.

Marco Salustri – Ciliegiolo Toscana IGT 2015. Semplice e arioso all’olfatto con riferimenti, compositi e sottili, a ciliegia, fragolina di bosco, ribes, granatina e pastiglia alla menta. Bocca magra ma di buona presa, marca bene e poi carezza con cenni ben dosati di frutto rosso dolce, maturo. Freschezza e sapidità sottili e infuse ad agevolare la progressione. Un cenno boscoso e balsamico in chiusura. Buono.

Sassotondo – Ciliegiolo Maremma Toscana DOC 2015. Naso dai prevalenti toni scuri con cenni di minerale ferroso, pepe nero, visciola e cassis. Bocca dall’attacco deciso: presa risoluta, tannini duri e di grana grossa, sensazione di volume e sviluppo piuttosto lento ma senza discontinuità. Frutto di conserva. Persistenza lunga. Austero, giovane e complesso.

Sassotondo – Rosato Ciliegiolo Toscana IGT 2015. Bel rosa salmone intenso. Naso interessante e variegato con fragola, mela granata e anice insieme a una nota minerale chiara (cemento), crosta di pane e malto. Bocca semplice ed equilibrata, contraddistinta da saliente sapidità e aggraziata nel corpo, ingente ma slanciato. Finale di grande pulizia, col frutto che ritorna ed è inghirlandato di spezie bianche. Teso, vibrante e pieno, proprio come mi piacerebbe trovare più rosati.

La Selva – Ciliegiolo Maremma Toscana DOC 2012. Sghembo e fuorviante: il naso ispira calore ed evoluzione nelle note di composta di ciliegia, orzo e carne bollita; il sorso è al contrario di slancio, pulizia e piacevolezza non ricercata, molto fresco e sapido, continuo e teso nella progressione e con il frutto rosso integro a spiccare; frutto che accompagna a lungo le sensazioni finali insieme a note composte di corteccia e nocciola.

La Selva – Ciliegiolo Maremma Toscana DOC 2013. Ancora meglio: più sottile, più definito ed equilibrato già nelle impressioni olfattive, ugualmente buono al palato con una dinamica ancor più disinvolta. Più agilità, maggiore tensione e sapidità ancor più vivida. Molto buono.

Cappella di Sant’Andrea – Donna Flavia Rosso Toscana IGT 2013. Riservato e concentrato, con pochi cenni e sfumati di frutta scura, ardesia, lavanda, fiori blu e uno sfondo composito di sottobosco ed erbe aromatiche. Bocca piena e densa, risoluta nella presa, potente e poco risolta nello sviluppo aromatico ma incentrata su un’impressione netta di equilibrio e stratificazione di là da svolgersi. Ampio, molto sapido, profondo. Nella sua reticenza precorre oggi il vino buono che sarà.

Ligabue – Inamara VdT (2012). Ciliegiolo di Lombardia! Ma qui si va ben oltre la curiosità: il naso è un riuscito insieme di ciliegie e ribes composti a note decisamente amare di radici ed erbe e a quelle ferrose. La bocca è essenziale e molto energica, il tannino è un graffio ben dosato e traccia la progressione, sostenuta da una freschezza eminente, i riscontri gustativi sono precisi e il finale sfuma su note nitide e lunghe di terra, malto, spezie rosse. Peccato che la vigna (0,2 ha), almeno in quella vendemmia, abbia dato solo 300 bottiglie.

Arrigoni Tenuta Rosadimaggio – Liguria di Levante IGP 2014. Altra entità extraterritoriale e, come per la precedente, non serve solo a dar colore. Semplice e disteso con frutta rossa in varietà, oliva, salagione e mandorla al naso; bocca fresca e dai richiami floreali in apertura, sottile nel tocco e ricca di rimandi fruttati in progressione, non particolarmente lunga ma molto pulita e giustamente sapida.

Az. Agr. Conti Bicedi Benedettini – Ciliegiolo 2015. Terzo marziano e anche questo merita la menzione. Fragrante di ciliegia e lampone su uno sfondo composito di miele, felce, foglia d’olivo e tracce salmastre. Bocca aggraziata e dallo sviluppo ordinato, di buona presa e tensione risolta, animata da sapidità vivace e infusa. Tannini morbidi e progressione in diminuendo con finale sottile e pulito.

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

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