Quante guide sul vino abbiamo in Italia? (Was: vengono fuori dalle fottute pareti)
di Fiorenzo SartoreLa questione sarebbe la seguente: siamo partiti dicendo “le guide sono morte”. Mezz’ora dopo hanno cominciato a moltiplicarsi come gli zombie in un film di serie b. Esattamente, ad ora, quante guide sul vino italiano ci sono in giro? Proviamo a fare il punto.
La prima per importanza, essenza e sostanza fu, e probabilmente è, Vini d’Italia del Gambero Rosso. Poi venne la diaspora, Slow Food se n’è andato ed è nata Slow Wine, la guida dei ragazzi di Bra. La guida essenziale ai vini d’Italia potrebbe essere parte di questa diaspora, visto che è nata due anni fa con Daniele Cernilli e Mondadori dopo la sua uscita dal Gambero.
(Peraltro, e vale come disclaimer, alla Guida essenziale collaboro pure io quindi che ve lo dico a fare, è la meglio guida del mondo, ma che dico, della galassia).
Un altro editore puro dopo Mondadori è l’Espresso, e la sua I Vini d’Italia rappresenta un must per legioni di vinofili serissimi.
Poi ci sarebbero le varie sommellerie, e pure qui si parla di diaspore: La nascita della Fondazione Italiana Sommelier, che pubblica Bibenda, ha fatto sì che l’Associazione Italiana Sommelier creasse la sua guida, Vitae. La Fisar non mi risulta abbia ancora una sua pubblicazione, e ai suoi associati distribuisce la guida di Slow.
Altre icone: Veronelli. Il suo Seminario Permanente pubblica La Guida Oro I Vini di Veronelli. Tra le pubblicazioni identitarie va segnalata anche I Migliori Vini Italiani, a cura di Luca Maroni.
Pure Touring Club pubblica un’altra guida rilevante, Vinibuoni d’Italia. Tra gli alternativi, si segnala Altraeconomia con la Guida al vino critico a cura di Officina Enoica (“un’associazione di enodissidenti e social sommelier, che ha l’obiettivo di sostenere i vignaioli artigiani e naturali”).
Finito? Certo che no. Tra le recenti c’è il Corriere della Sera con Vignaioli e vini d’Italia, che ha in Luca Gardini un autore di punta. Go Wine, l’associazione che organizza presentazioni e corsi in giro per l’Italia, ha in uscita a dicembre la sua Cantine d’Italia, “guida turistica per il vino”.
Mentre preparavo questo elenco trovavo continuamente nuovi titoli: per esempio Francesca Negri (Gheisha Gourmet) con 1001 vini da bere almeno una volta nella vita (“la prima guida enologica firmata da una donna”). Tecnicamente, però, questa non è una guida ristretta ai vini italiani. Ma qui la questione si complica, le guide tematiche/trasversali sono altrettanto numerose.
Se mi fermo qui, ormai col dubbio di aver scordato qualcuno, conto almeno una dozzina di guide ai vini italiani. Gli effetti di questa proliferazione sono (almeno questi) singolari.
Per esempio: quasi qualsiasi azienda vinicola che seguo sulle reti sociali riesce ormai ad esibire, a turno, una o più menzioni variamente distribuite. Oppure un’azienda ottiene premi significativi da alcune guide o viene ignorata da altre. Verrebbe da chiedere a loro, in stile vuoi più bene a mamma o a papà, qual è l’alloro che ritengono più onorevole: bicchieri, grappoli, stelle?
Altro punto: pare che praticamente ogni entità, gruppo, associazione, conventicola, abbia la necessità di manifestare la propria esistenza attraverso la pubblicazione della sua guida. Guido ergo sum.
E ancora: la proliferazione delle guide apre innumerevoli posizioni per redattori di schede, dei quali apparentemente c’è una fame colossale, ormai. Sulle retribuzioni forse ci sarà da stare meno allegri ma si sa che carmina non dant panem (scusate il francese).
Per finire, mentre procede spedita la digitalizzazione delle guide (Espresso nella cartacea ha un codice per scaricare gratis la guida vini in elettronico, Bibenda esce solo digitale con una distribuzione monstre) manca solo la Guida sfigata ai vini d’Italia di Intravino. Minaccia, promessa, adesso vedete voi.
Come forse sarà evidente l’immagine non c’entra nulla col tema del post. Però nel brainstorming che precede la pubblicazione qualcuno tra noi a un certo punto ha detto “vengono fuori dalle fottute pareti”, citazione.
31 Commenti
andrea
circa 9 anni fa - LinkManca la guida Vini Naturali d'Italia di Giovanni Bietti
Rispondispirito
circa 9 anni fa - Linkcome bibenda solo digitale è l'unica guida che compro ogni anno e adesso cosa metto sul mobiletto?
RispondiFiorenzo Sartore
circa 9 anni fa - LinkAvevo sentito così, notizia fantascientifica allora.
Rispondiziliovino
circa 9 anni fa - LinkSe esiste ancora c'è anche quella di Altroconsumo :-) Bisognerebbe però fare un confronto con la Francia, quante ce ne sono là? Comunque finché vendono e fanno profitti probabilmente hanno ragione loro... l'Italia ha sete di guide...
RispondiSergio
circa 9 anni fa - LinkIn Francia ce ne sono molte meno! e sono meno "autorevoli", nel senso che non se le filano come qui. Diverso il discorso sulle riviste
RispondiMaurizio
circa 9 anni fa - LinkFiorenzo, articolo veramente piacevole il tuo pieno di spunti molto interessanti. Lavoro in una cantina di piccole dimensioni e ogni anno si aspetta il momento dell uscita delle guide per vedere se hai lavorato bene oppure no. La cosa che mi lascia perplesso ė il fatto che se 5 guide ti premiamo un vino con il massimo del punteggio altre due ignorano totalmente lo stesso vino senza neanche indicarlo in guida. Per quanto riguarda l importanza delle varie guide ė una importanza legata ai mercati esteri od agli stranieri......il gambero rosso la fa da padrone seguita da espresso, slow food e touring. Il problema ė che negli Stati Uniti i grandi magazine (wine spetactor Etc) tante volte danno i punteggi in maniera diametralmente opposta alle guide nostrane. Scusatemi....volevo solo dare un piccolo contributo alla discussione
RispondiPeter pin
circa 9 anni fa - LinkLe guide guadagnano soprattutto con i soldi che i produttori di vino gli conferiscono sotto varie forme ,
RispondiFiorenzo Sartore
circa 9 anni fa - Linke' passata da poco la mezzanotte, peter pin (chi?) non ha sonno e ci teneva a contribuire col genere di commento che era gia' disdicevole nel 1995. buonanotte peter.
RispondiGiorgio Giorgi
circa 9 anni fa - LinkFiorenzo, lei ha senz'altro ragione nel merito, ma mi pare poco carino sbeffeggiare così chi interviene; noto che succede spesso ultimamente da parte dei curatori di Intravino, ed è un peccato perchè anche i toni dei lettori poi si fanno sgradevoli; o forse sono troppo vecchio io per le dinamiche del web...
RispondiFiorenzo Sartore
circa 9 anni fa - Linkevabbe' sono stato maramaldo, chiedo scusa. il fatto e' che sto fiume di soldi non l'ho mai visto pure stando dall'altra parte quindi essendo genovese un po' mi dispiaccio.
RispondiAdriano Aiello
circa 9 anni fa - LinkA me il codice espresso non ha funzionato. Sarò stato sfortunato.
Rispondimc
circa 9 anni fa - LinkFiorenzo, hai centrato il bersaglio con questo articolo. E' una domanda che mi sono sempre posto... quante guide ci sono in Italia e a quale uno deve fare riferimento? Ci si perde... Sembra un pò come nello sport. Siamo tutti allenatori... Poi quello che onestamente a volte non capisco... perchè tutti gli anni nelle guide vengono blasonati di punteggi grandi nomi ormai storici come un Sassicaia o Biondi Santi (per citarne 2) per i quali, diciamocelo, ci si aspetta sempre il top. ormai questa tipologia di vini/produttori non ha più bisogno secondo me di riconoscimenti. Al contrario... bisognerebbe menzionarli nel momento in cui "la fanno fuori dal vaso" :) Piuttosto, una guida, dovrebbe, secondo me, andare alla ricerca di nuovi produttori/talenti (una sorta di xfactor, se mi lasci passare il termine, dell'enologia).
RispondiAlessandro
circa 9 anni fa - LinkVivendo all estero (Germania) mi sento di dire che le guide, per i vini Italiani, sono importantissime. In enoteca e anche presso la GDO ci sono moltissimi vini che hanno adesivi riportanti il punteggio ottenuto dalle guide. E noto per esperienza che tale indicazione è fondamentale per orientare l'acquisto. In Germania, quella più seguita è senza dubbio Gambero Rosso (pura constatazione, nessun giudizio di merito). Perche viene data tutta questa importzanza alle guide? Credo che dipenda da giustificata ignoranza. In Italia si vendono prevalentemente vini italiani, indi orientarsi e fare esperienza è relativamente semplice. All'estero i vini italiani sono una minoranza, indi relativamente poco conosciuti. Trovo indi logico farsi "guidare" dalle guide.
RispondiMontosoli
circa 9 anni fa - LinkUn altro editore puro dopo Mondadori è l’Espresso, e la sua I Vini d’Italia rappresenta un must per legioni di vinofili serissimi. Con grande disappunto faccio notare che questa Guida non e piu quello che era...con la 2016 sono state tolte la bellezza di 240 pagine....e 600 aziende in meno . Prezzo salito da Euro 19.50 a Euro 22.00 Apprezzo molto la nuova imagine data a Guida Veronelli
RispondiPeter pin
circa 9 anni fa - LinkFiorenzo , Lei è un giornalista / critico ed chiaro che è' un persona onesta , ma ci sono alcuni caporedattori/giornalisti che ricevono o hanno ricevuto "vari omaggi "in cambio di buone parole , io stesso da enologo con 15 anni d'esperienza e e consulente per aziende in 8 regioni d'italiasono stato testimone di fatti veri . Il mio commento e' disdicevole ,ma purtroppo vero dal 1995. Lei non può negarlo dopo gli episodi accaduti in passato e documentati.
RispondiFiorenzo Sartore
circa 9 anni fa - LinkVa be', almeno su una cosa lasciatemi puntualizzare: giornalista NON lo sono.
Rispondicarolaincats
circa 9 anni fa - Linkio ho scoperto di esser in quella di altroconsumo che s'è comprata i campioni, perchè da me non li ho mai visti e non spedisco niente a nessuno. amici mi han parlato bene della serietà dell'espresso, ma poco conta. non mando campioni, non li regalo, piuttosto li bevo. chi vuol venire ha porta aperta, basta non sa giornalista o guidarolo o slofuddaro. e si, sono antipatica e me la tiro, e con le guide accendo fuochi fauti.
RispondiSergio
circa 9 anni fa - LinkPerò ho letto in giro delle cose su di te, da gente che sembra sia venuta in cantina. E ne parlano pure bene!
Rispondicarolaincats
circa 9 anni fa - Linkbeh se uno, previa telefonata, mi chiede di passare io di solito dico si. se mi dice che è giornalista già mi sta antipatico a priori, se mi da un valido motivo con valida spiegazione lo accetto, salvo poi non vendergli nulla se è a me antipatico. se la gente parla bene io sono felice, se parla male io vorrei sapere perchè parla male, giusto per capire se dice ca@@te o cose giuste. per il resto di bottiglia stappate e da stappare ce ne sono. se vuoi passare sei benvenuto.
RispondiArmin
circa 9 anni fa - Link"...ogni anno si aspetta il momento dell'uscita delle guide per vedere se hai lavorato bene oppure no." Quanta autostima...
RispondiNelle Nuvole
circa 9 anni fa - LinkForse solo il Festival di Sanremo batte l'argomento "Guide dei vini, sì, no, forse, ma quante sono?" come anzianità di presenza nei bar social. Però Fiorenzo Sartore è sempre ganzo, quidi mi permetto un commento, anzi due: - i giornalisti/critici enoici/degustatori/curatori di guide non campano affatto su presunte prebende di produttori, sarebbero già morti di fame da un pezzo. Possono mostrarsi di parte, mostrare un occhio di riguardo per chi fa inserzioni pubblicitarie sulla loro guida, oppure anche no. Basta controllare la corrispondenza fra i punteggi e le pagine pubblicitarie, se proprio si vuole essere malfidati. Questo però non vuol dirie che ci si campi, tutt'altro. - Il peso promozionale di una Guida italiana all'estero arriva fino ad un certo punto. Quindi non molto lontano. E' vero che chi ha ricevuto un alto riconoscimento si premura di metterlo in etichetta o sullo scaffale, ma a conti fatti, serve a poco e solo nel breve termine. PS Armin Kobler è persino più ganzo di Fiorenzo Sartore. PPS Carolaincats, per quanto ti impegni non ce la fai ad essere antipatica, neanche un po'.
Rispondicarolaincats
circa 9 anni fa - Linknelle nuvole mio amor, tu conosci la parte più coccola, ma credimi che ultimamente sono abbastanza cinica e antipatica verso il mondo di chi degusta e da giudizi. che guardassero se stessi, che io già me ne fregavo dei giudizi a scuola, pensa te adesso :)))
Rispondipeter pin
circa 9 anni fa - LinkNelle nuvole , tu vivi proprio nelle nuvole , se vieni il big di turno che ti offre soldi per pubblicità sulla tua guida , credo che hai dei grossi problemi poi a dire che il vino non ti piace . inoltre è proprio attraverso la pubblicità si elargisce denaro alle guide . guardate il vs collega andrea Gori , oggi promuove il vino libero.....Fontafredda ??....??? non gli ho mai sentito dire che un vino non gli piace
RispondiNelle Nuvole
circa 9 anni fa - Linkpeter pin, tu soffri della sindrome dell'eterno adolescente credulone. Se pensi che le guide si muovano così, fai un momento di ricerca e controlla quanti big di turno sono stati premiati dalle guide in cui hanno inserzioni pubblicitarie. Tipo la guida dell'Espresso, per non fare nomi. Andrea Gori non è un mio collega, io mi trovo dall'altra parte della barricata, ma rivendico la mia capacità di giudizio non legata al pregiudizio. Poi fate come vi pare, sull'argomento sono già intervenuta e ho scritto numerose volte, qui e altrove. Magari fermatevi un attimo a considerare come sarebbe la conoscenza enoica in codesto paese, al di là dei punteggi, senza le indicazioni in guida di questa massa di marchettari, incompetenti, venduti, ignoranti degustarori/critici/curatori.
RispondiPeter pin
circa 9 anni fa - LinkSig.ra Nelle Nuvole, ci sono moltissimi big nella guida della espresso ! Quello era peter pan , io sono peter pin e pin serve e per sbloccare i codice! e pin in francese e' un'altra cosa ancora ! Attenzione la signora Nelle Nuvole ci sta rivelando il terzo segreto di Fatima! Alcune Le guide sono truffaldine , ma quella dell'espresso no ! Forse lei lavora per espresso ?
RispondiAndrea Gori
circa 9 anni fa - Linkmagari se un vino non mi piace mi limito a non parlarne... si può vivere anche così.
Rispondipeter pin
circa 8 anni fa - Linkparlare delle cose che piacciano tutti e che sono note alla stragrande delle persone ha una grandissima utilità......grazie andrea gori !
RispondiPeter pin
circa 9 anni fa - LinkNelle Nuvole , Io sono Peter pin e non peter pan , Pin serve per sbloccare i codici ,forse anche i suoi , e in francese pin è un'altra cosa ancora ! La faccia lei la controllata sull'espresso e vedrà che i big sono tantissimi !
RispondiPeter pin
circa 9 anni fa - LinkNelle Nuovole lavora per espresso ? Io sono Peter pin e non Peter pan ,pin serve a sbloccare i condici , ma non la tua testa , Poi pin in francese è ancora un'altra cosa !
RispondiFiorenzo Sartore
circa 9 anni fa - Linkpeter, va bene, il concetto e' chiaro e no, miss N non lavora per espresso. un altro qui ha gia' spiegato che sbeffeggiare non sta bene quindi facciamo che si rientra in topic in modalita' simpatica.
Rispondinicknovecento
circa 8 anni fa - LinkQuest'anno ho scritto la prima "Guida ai Vini della Moldova" (scusate la pubblicità, ma tanto la guida non è in vendita in Italia, pur essendo in 4 lingue, italiano compreso). Praticamente non ho concorrenti. Le aziende in guida sono solo 37 (praticamente quasi tutte), i vini me li sono comprati io (i costi sono stati relativamente bassi, coperti dalla pubblicità di due aziende italiane, una banca e un'azienda che vende attrezzature per le cantine, gli altri costi dalle vendite del libro). Niente voti, niente classifiche. Obiettivo promuovere il settore di questa piccola repubblica, per alcuni versi unica (come uniche sono le due cantine più grandi del mondo di 200 e 180 km, o la maggiore densità di superficie vitata in rapporto a quella del Paese) ed ancora sconosciuta. Quindi in Moldova ... guida si !!!
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