I vini naturali sono i nuovi negri della tivù
di Adriano Aiello“Se non hanno la puzzetta e sono fatti bene, i vini naturali sono molto buoni”, oppure: “I vini naturali sono una moda, ma qualcuno è molto buono”. Quante volte avete sentito queste frasi e le eventuali variazioni sul tema? Non vi fanno un po’ ridere? A me ricordando cose tipo “Io non sono omofobo, pensa che ho anche degli amici gay” o “Io non sono razzista, mio cugino è sposato con un’araba”. L’inadeguatezza celata dal politicamente corretto. La voglia di esserci senza capire. Che è sacrosanta, ma a volte andrebbe impugnata con più convinzione, invece di oscillare tra scetticismo e voglia di adeguamento al nuovo.
La variazione sul tema più esaltante degli ultimi tempi l’ho sentita, per puro caso, giorni fa, a La prova del cuoco. Il sommelier Luciano Mallozzi sfoggia un vino torbido e premette “ora ci sono i vini naturali e biodinamici, che quando sono buoni sono buoni, ma non sempre troviamo cose interessanti” e ecco un bianco da abbinare ai garganelli salsiccia e carciofi. L’aggettivo che rimbalza più nell’etere è particolare, termine passepartout che vuol dire tutto e niente, (quello che si usa anche in qualsiasi film non strettamente convenzionale), ma non è questo il luogo e il post per polemizzare con la dose indigesta di nazional-popolare del programma Rai.
Il vino è descritto da Mallozzi come un bianco macerato sulle bucce della Vallagarina, affinato in tonneau e composto da chardonnay, nosiola e pinot bianco. Insomma è L’Anisos di Eugenio Rosi che però non mi pare sia biodinamico. Ma la premessa rimane un fine trattato di presentazione di un vino particolare al grande pubblico.
D’altronde qualcuno diceva che le parole sono importanti e aveva ragione. Tutte le premesse, le accortezze e gli equilibrismi quando si parla di vino naturale, vero, artigiano, biodinamico, biologico, contadino, sincero, ciarliero (ok la smetto!) mi sembrano dei chiari sentori di disorientamento. Perché il disorientamento non è solo legislativo – e volendo culturale – ma anche lessicale e coinvolge il giornalismo eno-gastronomico più istituzionale, le associazioni dei sommelier, le guide e tutti quelli che sentono questa urgenza di fare tante premesse prima di raccontare un vino. Come se goderselo debba per forza essere l’evento raro in un mondo di fanatici, pronti a rivalutare il peggio del peggio per fedeltà al dogma.
33 Commenti
Flachi10
circa 11 anni fa - LinkAhhhh ma c'era una citazione del programma su RAI 1 ! e io che pensavo aveste messo la foto della bionda perchè di neri se ne intende...
RispondiAngelo D.
circa 11 anni fa - LinkC'è un vuoto incolmabile tra chi sta davanti e dietro il tubo catodico. Il solo canone non potrà mai fare abbastanza. Figuriamoci entrare in certi particolari... :-)
Rispondiluciano ramella
circa 11 anni fa - LinkCredo sia tempo di smetterla di distinguere tra vini "naturali", "bio", "biodinamici" e "tradizionali". Eviterei di scrivere in etichetta il tipo di agricoltura dal quale proviene il vino. Solo la conoscenza e la storia del produttore guiderebbero la mia scelta.
Rispondidazerovini
circa 11 anni fa - LinkQuoto
Rispondigiulia angela fontana
circa 11 anni fa - LinkIo credo sarebbe ora di una presa di coscienza, conoscenza, consapevolezza dai gradini alti di quelli che decidono (ue). Sarebbe ora che nelle etichette del vino non vengano decantate le imprese storiche dell'azienda, tanto meno l'abbinamento con il cibo o, peggio, il glamour di un'etichetta subliminale. Il vino è un ALIMENTO. Io, consumatore, ho il diritto di sapere (quindi libero di scegliere) cosa c'è dentro ed in quale percentuale e da dove proviene. A questo punto, scelto, comprato, ingerito e digerito non ha alcuna importanza sapere se è biologico - biodinamico -convenzionale- industriale - artigianale... Questa sarebbe la vera rivoluzione. Sarebbe la fine annunciata di un certo marketing del vino e delle sue inesorabili mode, compresa quella dei vini "cosiddetti" naturali. La competizione sarebbe a quel punto giocata sulla qualità e sul prezzo del prodotto. Mica male no?
RispondiSimone e Zeta
circa 11 anni fa - LinkLuciano Mallozzi chi?
RispondiFrancesco Annibali
circa 11 anni fa - Linkla foto della bionda non si poteva tagliare un pò più a destra?
RispondiAntonio Tomacelli
circa 11 anni fa - LinkProva a spostarti più a sinistra :-)
RispondiPietro
circa 11 anni fa - LinkChe sarebbe la Clerici 20 kg fa...
Rispondisuslov
circa 11 anni fa - Linkl'ideologia l'ideologia malgrado tutto credo ancora che ci sia ...
Rispondibruno
circa 11 anni fa - LinkIl vino biologico è di destra o di sinistra????
Rispondisuslov
circa 11 anni fa - Linkil buffo della cosa che a rigor di logica dovrebbe essere una cosa di destra, anzi pure di destra piuttosto reazionaria: la terra, il lavoro, i sapori di noiartri, la comunita' locale, il rude contadino che torna la sera al desco familiare dopo una giornata di duro lavoro nei campi invece e' diventata una cosa di sinistra c'e' grande confusione sotto il cielo, la situazione e' eccellente ...
RispondiMassimo Billetto
circa 11 anni fa - LinkIl vino o è buono, o non lo è. Se poi non fa male, meglio ancora. Se poi emoziona, è un fuoriclasse.
Rispondimercato torbido
circa 11 anni fa - LinkAttenzione ! C'è del "torbido" in AIS !! Er Mallozza si ribella alla regola tassativa della temperatura di servizio (da quì il neologismo "temperatura Malloziana") e beve granite, in più propone, addirittura al "primo canale", il vino "strano ma bono ". . Dott. Billetto , I giochi sono fatti, si rassegni , Oltre al Cervaro della Sala c'è un mondo che vi attende(torbidissimo) e vi toccherà rivedere anche i descrittori , Vi dò una mano : "questo non fa male", alcuni puzzano questo no , "Corno letame" " , "Dinamizzatore", "Lieviti indigeni", "inerbimento" ecc...
RispondiMassimo Billetto
circa 11 anni fa - LinkCaro Dott. Mercato Torbido, non ho nulla di cui rassegnarmi, anzi...se passa dalle mie parti un bicchiere di "torbidissimi" Beaufort, Vilmart, Dettori, Radikon o Joly lo trova sempre...prosit.
RispondiMax C
circa 11 anni fa - LinkE noi siamo in mano a questa gente per quanto riguarda la comunicazione del vino... mi vergogno di essere Sommelier AIS quando leggo queste cose come mi vergogno quando guardo trasmissioni tipo linea verde e parlano di vino... Finchè c'è questa gente i vini naturali (e similari) continueranno ad essere una nicchia ma la verità sta sempre e solo nel bicchiere... c'è il vino buono e quello cattivo e basta.
RispondiClaudia Fraboni
circa 11 anni fa - LinkOsservazione interessante (peccato la foto dell'autore -a metà post- che fa venire voglia di abbandonare la lettura!!) ma si sa che l'AIS ormai si occupa più di politica che di valutare con imparzialità e professionalità il vino!!! Per fortuna in Italia esistono altre associazioni serie, tipo ASPI, perché altrimenti non saremmo più nemmeno rappresentati a livello internazionale dato che l'ASI ha estromesso l'AIS!!
RispondiMassimo Billetto
circa 11 anni fa - LinkGentile Claudia, ogni opinione è lecita, ma in merito alle vicende internazionali e ai ruoli, la invito a informarsi meglio, altrimenti si (s)cade nel qualunquismo e nella disinformazione.
RispondiGiovanni Solaroli
circa 11 anni fa - LinkPer non parlare poi dell'Anci e dello Spi...
RispondiMassimo Cattaneo
circa 11 anni fa - Link"I vini naturali sono i nuovi negri della tivù" Qual'è il senso di un titolo così ? Avete bevuto troppo vino o questa mancanza di sensibilità la colgo solo io perche direttamente interessato ? Grazie.
RispondiAntonio Tomacelli
circa 11 anni fa - Linkhttp://en.wikipedia.org/wiki/The_new_black
Rispondialcool duro
circa 11 anni fa - Linkma davvero avete tradotto ".... is the new black" con "i nuovi negri"? interessante.
RispondiMassimo Billetto
circa 11 anni fa - LinkQualcuno necessita di un ripassino della lingua inglese...
RispondiMassimo Cattaneo
circa 11 anni fa - LinkUna forzatura dispregiativa discutibile ma di cattivo gusto sicuramente. Beviamoci sopra va là.
RispondiPietro
circa 11 anni fa - LinkConcordo assolutamente. Mi piacciono gli articoli di Adriano, ma questo titolo oltre ad essere una traduzione errata, non ha neppure la forza umoristica dell'originale (o me la sono persa io?).... Non sarebbe stato meglio "IL VINO NATURALE E' IL NUOVO NERO DELLA TV" ?
Rispondidaniele
circa 11 anni fa - Linkfinalmente qualcuno che si indigna, IV dietro la lavagna,... a dir poco
RispondiAlberto G. Tricolore
circa 11 anni fa - LinkForse l'autore voleva dire "I nuovi NERI della TV". Se fossi "nero" mi darebbe fastidio questa espressione da troglodita. Si dice Black e' black cioe' nero,l'altra e' una parola idiota. Poi e' "naturale" che tutti i vini siano buoni quando non hanno le puzze specie se fatti senza munnezza aggiunta.La cosa piu' importante ,concordo es.con L.Ramella,arebbe sapere come lavora il produttore e la sua storia. Ma visto che e' impossibile o quasi sapere tutto di tutti, aiuterebbe anche (al di la della dicitura bio... e sui singoli ingredienti, cosa molto molto difficile) che si indichi ad es. qualcosa sul come quel vino e' stato ottenuto,eventuali trattamenti, fosse pure il rimedio della nonna(si ,no ,quali),magari che mi dicano qualcosa sui suoli se proprio vogliono esagerare, poche indicazioni che i volenterosi, seri e "senza macchia" potrebbero gia'dare.Non penso sia vietato dall'attuale legislazione in materia e aiuterebbe un pochino,molto di piu' delle pippe sul bouquet meraviglioso e sull'abbinamento consigliato col crapetto o l'astice. Comunque grazie Mallozzo, sei uno 'scenzaito' della comunicazione.
RispondiAlessandra Biondi Bartolini
circa 11 anni fa - LinkPremetto che non avrei mai pensato di prendere le parti di un sommelier, ma non ha sfiorato a nessuno il dubbio che al signor Mallozzi il vino in questione semplicemente non piacesse o che effettivamente vi abbia trovato dei difetti (in fondo si è limitato a dire che è "particolare")?. O esistono mostri sacri e intoccabili (loro malgrado credo perchè non immagino Eugenio Rosi che si sottrae alla valutazione o alla discussione sui suoi vini)? Sono vini naturali non sono ingiudicabili e giudicare i vini è il lavoro dei sommelier.
RispondiAdriano Aiello
circa 11 anni fa - LinkAlessandra ma erano conduttrice e cuoca a dire "è particolare", non Mallozzi eh
RispondiSandro
circa 11 anni fa - LinkMa qualcuno ha assaggiato l'Anisos di Rosi? Come si fa a dire che l'Anisos è torbido? Nemmeno i vini di Vilar sono così. Vini naturali o no, non bisognerebbe prima conoscere quello di cui si parla, visto che tutto sembra partito da quel vino? Non stiamo forse saltando a piè pari il primo gradino di tutti i nostri discorsi? Sandro
RispondiMauro
circa 10 anni fa - LinkAlessandra, hai perfettamente ragione quel termine "particolare", rimane a lungo nelle orecchie di chi ascolta; tuttavia non ti dovrebbe sfuggire che a volte quel termine è voluto dalle stesse minoranze per difendersi e/o costruirsi una nicchia lontano dal comun volgo. Giusto per far arrabbiare gli utenti "politically correct" più che negri (termine bellissimo e ricco di storia, assai migliore del "broth" usato dai sudafricani) direi che i vini naturali vengono trattati come i gay dell'enologia. In realtà i vini "naturali" sono morti alla nascita, sacrificati nelle logiche del mercato e senza lo slancio illuministico di chi sa che con la natura si può e si deve fare meglio che con la chimica.
RispondiMauro
circa 10 anni fa - LinkOvviamente conosco Eugenio, credo che i suoi vini siano, per principio, una sfida all'impossibile...da assaggiare, ma non da strapagare
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