Girovagando in rete senza meta e senza un soldo in tasca, ci siamo imbattuti in un piatto davvero originale, che forse non scorderemo mai più per il resto della nostra vita. “La lasagna” – come continua erroneamente a ripetere la food blogger autrice di questo piatto – qui rompe gli schemi e diventa una poltiglia vaga, senza una forma precisa, ma irregolare nella sua farcitura di melanzane, quasi uno schiaffo a quella vecchia scuola di pensiero che vuole che le cose abbiano una forma.

Dunque questa “la lasagna” – sempre al singolare, ma adesso sappiamo che questo non è un errore ma un vezzo della food blogger, che vuole anche nel nome emanciparsi, lei e la sua cucina di cartone – dunque questa “lasagna” indecifrabile sembra incartapecorita dai secoli, ma in realtà è solo poltiglia amorfa, monocromatica, molliccia e decadente.

Fotografata da un’angolazione strampalata e con un’ottica che ne esaspera le orrende imperfezioni, questa pietanza dovrebbe calamitare gli sguardi col suo appeal grigio, titillare l’appetito dei visitatori e spingere all’assaggio selvaggio. Ma sembra di cartone, e per lo più non ha una forma, e inoltre non si capisce da che parte si deve cominciare a mangiarla.

Inizia con questo post la collaborazione intravinica col sagace blog Orrori da Mangiare. Agli orrendi autori diamo il benvenuto. Essendo questo un wine blog, non potevamo esimerci dall’abbinamento. Che è:

Dom Perignon Rosé 2002: scopo di questo abbinamento è rimettere ordine nell’universo devastato dall’informe ammasso di besciamella e vegetali. Niente di più preciso, allora, di questo millimetrico rosé, equilibrato e freschissimo. Sa di sesso e goduria sfrenata che, fatta una media matematica con la lasagna, si arriva a un accettabile “No, caro/a, stasera no, ho mal di testa”.