Verticale Trebbiano Valentini | L’imprevedibile variabilità dell’essere
di Alessio PietrobattistaOrmai ci sono abituato: i vini di Valentini sono nati per stravolgere ogni intimo convincimento. Uno si costruisce una classifica in anni di bevute, ferree certezze basate anche su più assaggi nel tempo e puntualmente arriva la bottiglia a sorprenderti, sia in positivo che in negativo.
L’amore per questi vini passa anche attraverso l’accettazione di quello che un prodotto così artigiano, arcaico, può regalarti – o toglierti – in termini di precisione, pulizia e sicurezze; ma che può darti in termini di emozioni, talvolta irripetibili e non paragonabili ad altri vini ben più costanti nel loro essere, nel tempo e nelle annate, uguali a loro stessi. È quindi indispensabile approfondire il più possibile, alla ricerca di un tratto comune che possa rappresentare una base di partenza per intavolare una discussione appassionante. Come quella generata da questa verticale che ha visto una estrema variabilità di valutazioni, condizionate per lo più dalla diversa sensibilità dei singoli degustatori. E per me un vino che tocca le corde della sensibilità vale comunque l’assaggio. Sempre.
1994: il colore più evoluto, il più ambrato e velato del lotto. Forse bottiglia non perfetta che esprime un olfatto nocciolato con cenni di camomilla e fieno essiccato. La bocca, nocciolata e tostata con cenni di caramello salato, è larga con segni di ossidazione ormai incipienti. Vino crepuscolare, dotato di un suo innegabile fascino soprattutto al naso. Mi piace ma non quanto vorrei. 88/100
1995: ecco la prima certezza crollare. Annata che ho bevuto più volte trovandola una bellissima versione, seconda forse solamente all’ottima ’96 nella mia personale classifica anni ’90 (mi dicono sia mitica la ’92 ma, ahimè, mai assaggiata). Colore dorato, luminoso bello vispo. Purtroppo l’olfatto è problematico per tutta la serata, ondivago tra sensazioni brettate e sbuffi di erbe aromatiche con tocchi salmastri e metallici intriganti. Bocca che si riscatta per sapidità e lunghezza, con l’acidità a lavorare bene per allungare il sorso. Nettamente meglio altre volte. 89/100
1996: secondo clamoroso risultato per un altro punto fermo. Dorato più intenso al colore e naso di nespola, scorza di limone, addirittura caffettoso a tratti. Bocca di buona bevibilità ma più vuota dei miei precedenti assaggi, tutta sulla nocciola dolce ma senza lo sprint necessario per farmelo godere appieno. Anche qui grande discussione al tavolo tra chi l’ha trovato davvero buono, e chi come me l’ha penalizzato. Bottiglia mi dicono di provenienza diretta, quindi stracerta, quindi solo sfortunata. Difficile giudicare, difficile trovare una giusta sintonia tra tutti i partecipanti. 86/100
1997: se il ’97 va come punteggio sopra la ’96 c’è un problema. Qui la certezza di essere di fronte ad un’annata minore c’è sempre stata e il bicchiere non mi smentisce: il mix di erbe aromatiche e macchia mediterranea offre un profilo olfattivo ampio e accogliente, un po’ monocorde. Il tempo nel bicchiere non è galantuomo e il vino comincia a chiudersi su toni gommosi poco piacevoli. Per due ore però è davvero un bell’ annusare. La bocca è piccola, la spinta acida discreta con la sapidità che interviene a sostegno. Tutto sommato meglio di altre bottiglie testate recentemente. 88/100
1998: per me il top della serata. Dorato giovanile, olfatto incerto inizialmente ma con una progressione entusiasmante con nocciola, tarassaco, camomilla in fiori e un fascinoso tocco di incenso che fa tanto Borgogna rossa. Non cede neanche per un minuto, anche nella bocca, di impatto, larga e carnosa con iniziali cenni di carbonica residua. Se avesse un guizzo acido-sapido più pronunciato ad allungarne la persistenza sarebbe perfetto. 92/100
1999: ho sempre avuto un difficile rapporto con questa annata ma il tempo sta smussando le incertezze olfattive riscontrate negli anni. All’inizio c’è sempre il tono selvatico e metallico ma col bicchiere si pulisce nel classico mix di camomilla e nocciola. Il rapporto con l’ossigeno e la temperatura diventa complicato solo a fine serata, quando il naso inizia a virare sui toni di crosta di pane. Bocca lieve, stretta ma di buon sapore che ne facilita il sorso e la persistenza. Per la prestazione generale merita tutto sommato un bel voto: 90/100
2002: erano alte le aspettative, e in parte sono state disattese, per una delle annate uscite con ritardo dall’azienda (e quando ciò avviene solitamente ne nascono bottiglie mitologiche). Pronti, via: è formaggioso e scomposto ma il tempo lo rende davvero interessante e fresco, tra un mix di erbe amare, fiori di campo e un frutto giallo-aspro che richiama i toni della nespola. La bocca si scrolla di dosso la carbonica ed è filante, snella ma di buono spessore. Il problema è il finale, purtroppo un filo amaro. Dal momento che il vino non si beve col naso, per me questo aspetto diventa penalizzante in un quadro che meritebbe un paio di punti in più. 89/100
2004: una conferma delle recenti bottiglie testate. E’ uno dei Trebbiano giovani più puliti che mi siano capitati e questa bottiglia non fa eccezione. Ci mette poco a spazzare via i toni fermentativi e di carbonica per poi virare sul profilo che più gli si addice: fieno essiccato, camomilla, melone bianco, nocciola, e un misto di erbe aromatiche e limone che fa tanto costiera amalfitana. La bocca è saporita, lieve e acida nel suo incedere ma di bello spessore e buonissima lunghezza. Avrà un futuro radioso, mi piace e continua a piacermi. 91/100
[Crediti | Immagine: degustazioniagrappoli.blogspot.it]
48 Commenti
Giorgio
circa 12 anni fa - LinkSottoscrivo quasi per intero, e mi sarei stupito del contrario. Io ho preferito la '96 - di un paio di punti - alla '97, e la '02 alla '04, ancora giovanissima. Ma trattasi di quisquilie dato che i vini cambiavano profilo di continuo e, a fine serata, i punteggi erano stati corretti più e più volte. Veramente una gran bella esperienza!
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkTanto per sottolineare il discorso che facevi all'inizio sulla variabilità di bottiglia, io ho avuto tre esperienze diverse con la 2004: una volta come la descrivi tu adesso, un'altra simile ma con un po' più di brett in evidenza, e la terza settimana scorsa: la più inquietante e arcigna, sapeva di caffè-carne cruda-oliva... a me è piaciuto lo stesso, comunque :-)
RispondiLupin
circa 12 anni fa - Linkassolutamente imprevedibile, mai una bottiglia uguale all'altra..nel bene ...e nel male
Rispondiandrea
circa 12 anni fa - LinkEmozioni variabili ma costantemente alte! I giudizi leggermente differenti per ognuno di noi, secondo me sono dipesi dall'incredibile variare del vino con il passare del tempo nel bicchiere. Ho cambiato così spesso i miei voti che a fine serata il mio foglietto sembrava un disegno astratto a spruzzi di inchiostro!
RispondiFabio Cagnetti
circa 12 anni fa - LinkCon Valentini ogni bottiglia fa storia a sè. Ho bevuto domenica una 1996 che più o meno ricalca la tua descrizione, quando è in genere un vino che ha sì del brett, ma riunisce in sè potenza borgognona e sapidità teutonica, con un profilo assolutamente peculiare in cui la frutta secca è accompagnata palesemente da una generosa quantità di botrite... un vino comunque intorno ai 92 punti sul mio cartellino. Io ho una teoria: LUNA CALANTE. E a tal proposito mi permetto di linkare un prezioso post del Magister in materia: http://accademiadeglialterati.com/2012/03/29/tutta-colpa-della-luna/ magari l'influenza del satellite non sarà la stessa su tutti i vini, ma con Valentini, da quando ho iniziato a farci caso, le performance in degustazione sono piuttosto allineate con le fasi lunari.
RispondiFrancesco G
circa 12 anni fa - Link92 punti ad un vino Brettato ?? Moolto generoso..
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkTrovo questo ragionare da enologi e non da consumatori fuori luogo. Alcuni tra i più grandi vini del mondo (è scientificamente provato, ) si portano dietro dosi considerevoli di brett (ad es. Chateau Beaucastel). Il trebbiano di Valentini è, a detta di molti, uno tra i più grandi vini bianchi italiani, e questo nonostante il brett. Anzi, forse anche a causa del brett.
RispondiFabio Cagnetti
circa 12 anni fa - Linkquoto tutto e aggiungo Cos d'Estournel alla lista. Quando il sentore non è preponderante, in alcuni vini diventa uno strabismo di Venere.
RispondiArmando Castagno
circa 12 anni fa - LinkMi allineo a questo punto di vista sul brett.
RispondiFrancesco G
circa 12 anni fa - LinkSono daccordo che a livelli di percezione bassi il brett possa contribuire ad accrescere la complessità olfattiva di un vino. Il problema è che molto spesso il brett è predominante e quando al naso si percepiscono solo evidenti note di sudore, rancido, stalla, cerotto etc etc non è certo piacevole.. Non ho bevuto il 1996 di cui parlate quindi perdonatemi la battuta. Concordo anche sul Beaucastel che è un gran vino nel quale il brett è sicuramente presente.. visitando la cantina non te lo aspetti perchè hanno una pulizia maniacale degli ambienti ed anche esternamente le botti sono così pulite che sembrano nuove.
RispondiFrancesco G
circa 12 anni fa - LinkComunque secondo me è fuori luogo anche l'usare la parola enologo in accezione dispregiativa cosa che comunque è assolutamente coerente all'elogio del brettanomyces o dell'acidità volatile alle stelle che va tanto di moda in questa particolare fase di congiunzione planetaria..
RispondiFrancesco G
circa 12 anni fa - LinkPS l'ultimo commento naturalmente era rivolto solo ad Amodeo.
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkIo non ho usato la parola "enologo" in chiave dispregiativa, è solo che il 90% degli enologi con cui ho avuto modo di parlare ragionano secondo schemi predeterminati, e quando assaggiano il vino la prima preoccupazione che hanno è quella di verificare la mancanza di "difetti". Poi esistono le eccezioni, ma mi pare appunto che siano eccezioni. Trovo divertente poi "l'accusa" di difendere certi vini perché la moda lo impone. Solo due/tre anni fa chi osava dire le stesse cose veniva messo al pubblico ludibrio, additato di essere un "talebano" (parola senza alcun senso, che ricorda tantissimo il "comunista" di berlusconiana memoria) e oggi invece gli si dice di essere un "modaiolo". :-) Io i vini di Valentini li bevevo prima, li bevo oggi e spero di poterli bere ancora domani, nonostante il brett; o come i vini di Beppe Rinaldi, nonostante la volatile altina che è quasi sempre presente. Eppoi quando ti capita di bere, esempio che mi è capitato di recente, Le Rachais 2001, vino con note palesi di limone tagliato-stramaturo che indicano chiara contaminazione da brettanomyces, il profilo aromatico tutt'attorno bellissimo di fiori blu-tartufo-idrocarburi, e vedere che non sfigura affatto al cospetto di un mostro come Clos de Goisses 1996... beh capisci che si sta parlando di un problema che non sussiste. :-)
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkFaccio mie le parole di un vero luminare a proposito di Valentini: "E' brettato ma è funzionale al vino , lo rende quasi bello. Anzi bellissimo. Un Brett Pitt."
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 12 anni fa - LinkAppunto... Quello che dicevo piu sotto sul brett, ma se siamo d'accordo che non sempre è il peggiore dei mail, ma che la gestione del brett possa essere un linguaggio ed in alcuni casi anche assai interessante, allora come si fa a dire che gran parte deroblemi di questi vini veniva da un naso impreciso e assai mutevole nel bicchiere? Non è piuttosto una caratteristica, anche perché il naso vinoso di Valentini, non è quasi mai (per mi esperienza) a livelli di tanti altri... Se penalizziamo questo, bisognerebbe usare tante bottiglie come sgorgante ;) Ciao A
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkAle non so se ti riferisci a me riguardo alle valutazioni ma ti assicuro che il brett non è mai stato un problema per quanto mi riguarda, a parte in alcune versioni di Cerasuolo che superano il mio personale livello di guardia (difatti è il vino che amo di meno). Se non avessi premiato adeguatamente la mutevolezza e il carattere olfattivo, i voti sarebbero stati più bassi (come da osservazione di Andrea più sotto a cui ho dato una risposta che spiega il perchè dei voti). Se noti la parola brett la uso solo per il '95 e il "selvatico" per il '99, due versioni in cui ho riscontrato sempre un livello maggiore di queste percezioni. Nelle altre ci può essere stato un olfatto incerto ma sempre pulito e lineare dopo un po' di bicchiere. La '95 e la '99 invece sono rimaste sempre un po' segnate, ondivaghe nel tornarci sopra. Alla '95 ho dato 89 punti (per boccia sottoperformante) e alla '99 ne ho dati 90 (e non m'è quasi mai piaciuta in passato). Direi che so' de manica stralarghissima per essere un anti brett e a favore dei vini perfettini! :-D
Rispondialessandro bocchetti
circa 12 anni fa - Linknon mi riferivo a te in particolare, ma è che questo discorso sui brett mi interessa molto, è un problema di linguaggio... Ricordo molti degustatori bravissimi alzare il sopracciglio e stigmatizzare: ma questo è brett, parbleau! Un naso così è inaccettabile... anche le tue notazioni negative, mi sembra di capire che riguardino per lo più i nasi dei trebbiano. Ora a me alcuni profumi rustici e fragranti sono sempre piaciuti, tanto che a volte mi prendete in giro in deg con il termine di naso bocchettiano, ci sta che sia un feticismo mio ;) ma credo che bisogna un poco liberarsi dallo schema tecnico di una silhouette precisa e domata, un vino domato sarà anche ordinato, ma molto spesso quell'addomesticamento te lo porti in bocca, con palati inchiodati che non girano, quanti vini non ordinati, li assaggi e girano che è un piacere? Altra cosa sono i profumi fortemente problematici, talvolta persino puzzolenti, ma non mi sembra mai il caso di Valentini ciao A
RispondiVignadelmar
circa 12 anni fa - LinkPremetto che per me una puzza è sempre una puzza cioè un difetto. Il brett, se presente è sempre un difetto. Più o meno grande a seconda dell'intensità, ma sempre difetto è. Per questo non sono d'accordo con certa enoletteratura romantica che tende a assimilarlo ad un sentore quasi affascinante, un arricchimento del vino. . Onestamente, fino ad ora, nei vini di Valentini non ho mai riscontrato problemi di brett. Ne ho sentito parlare spesso ma io non li ho mai sentiti. Non vorrei che certe rusticità, certi profumi non ancora armonizzati, possano essere scambiati per brett. . Idem per i tappi, mai trovato un tappo problematico. . Infine domenica ho bevuto il Trebbiano 2007: assolutamente ECCEZIONALE !!! . Ciao
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkBoh Ale, se c'è un pizzico di brett penso di saperlo distinguere dalle riduzioni o dalle puzzette. Un vino pesantemente brettato diventa ingiudicabile, da lavandinare, un vino in cui si percepisce un pizzico di contaminazione (come in alcune versioni di Valentini, come in molti CdP e a volte in alcuni Borgogna), diventa un rumore di fondo percepibile a seconda della sensibilità. In 2 annate l'ho percepito, in altre assolutamente no. Sai bene che se sono arrivato ad un certo numero di bevute a riguardo e ad una certa presenza nella mia cantina, è perchè ritengo un eventuale minima presenza di brett un aspetto assolutamente marginale nel quadro di vini capaci di incuriosirmi e a volte emozionarmi.
Rispondialessandro bocchetti
circa 12 anni fa - Linknon ho alcun dubbio che tu lo sappia distinguere, quello e molto altro ;) ciao A
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkScusa Fabio Cagnetti, quando scrivi " le performance in degustazione sono piuttosto allineate con le fasi lunari" ti riferisci all'imbottigliamento avvenuto in luna calante o crescente o invece al momento dell'assaggio? Presumo che la risposta sia "il momento di imbottigliamento", ma come fai a saperlo, te lo dice in un orecchio il Sor Valentini? Aggiungo, il pezzo di Alessio Pietrobattista e i commenti di una mezza dozzina di Trebbianovalentinidipendenti sono belli e dinamici come un giro sulle montagne russe. Alla fine del quale c'è chi dice "ancora, ancora" e chi invece giura "mai più!". To Brett or not to Brett, that is the question.
RispondiFabio Cagnetti
circa 12 anni fa - LinkPresumi male, my dear, mi riferisco proprio al momento in cui SI ASSAGGIANO i vini; che prima Edoardo e poi Francesco Valentini siano rispettosi dei cicli lunari viene dato per acquisito. Un vino vivo risente dell'influenza della luna anche quando è in bottiglia.
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkMeno male che ci sei tu, my sweetheart, a chiarirmi le idee. Pensa che in seconda battuta avevo erroneamente presunto che la fase lunare influenzasse pure il degustatore e non solo il vino vivo in bottiglia. A questo punto, nel kit del bravo assaggiatore bisognerebbe inserire pure l'Almanacco di Barbanera.
Rispondialessandro bocchetti
circa 12 anni fa - Linkbeh ma in tanti anni di frequentazione e tante bottiglie aperte insieme, non ho mai sentito Francesco Paolo preoccuparsi della fase lunare prima di aprire una bottiglia... che poi per svinare e imbottiglia segua alcune tradizioni contadine, influenzate dalla luna è altro discorso... ;) ciao A
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - Linkessendo orgogliosamente ignorante sull'argomento, stappo a casaccio sperando di non becca' 'na luna storta del vino! :-D
Rispondialessandro bocchetti
circa 12 anni fa - Linkalex ti dovrebbero processare per infanticidio ;) cmq bravo bella verticale, vedo che ti stai mettendo in paro... Bravo!!! ;) quindi l'86 è solo poco meglio di mater matuta... :P ciao A
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkMagari l' 86 !!! :-D Comunque in 4 punti di differenza c'è il mondo! ;-)
Rispondialessandro bocchetti
circa 12 anni fa - Linkche ce voi fa' so tarato vecchio... evidentemente si in 4 punti c'è davvero un mondo... a volte anche svariati mondi ;) Ciao A
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkSe fossi stato in commissione Abruzzo, questo in finale per i 3 bicchieri ce l'avrei mandato di sicuro, confidando nella boccia non perfetta. Il Mater Matuta non la vede manco col cannocchiale per me, la speranza della boccia sottoperformante neanche c'è essendo uguale a se stesso anno dopo anno e bottiglia dopo bottiglia. ;-)
Rispondiciro9999
circa 12 anni fa - Linkio ho smesso di comprarlo. dopo averne comprate decine e decine. bevute tante. di cui circa due su tre non andavano bene. inoltre i tappi fanno schifo. e per un vino che costa quel che costa non mi pare onesto non investire nei tappi. preferisco comprare altro al doppio del prezzo valentini ma con una riuscita del 100%. PS anche io domenica ho bevuto un 1996. tante volte... le coincidenze.....
RispondiMontosoli
circa 12 anni fa - LinkAlessio; Grazie per le info. Domanda; Io non ho mai assaggiato Valentini....ma come dice Ciro qui sopra...e anche possibile che il tappo puo dare una incidenza sul risultato della bottiglia che si degusta .....o sbaglio ? Avete aperto piu di una bottiglia per annata ?? Grazie
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkPurtroppo sono vari i fattori che incidono e Ciro è stato un grande estimatore di questo vino (lo so per certo, purtroppo lo conosco essendo stato mio compagno di sQuola). Uno dei problemi sono i tappi: si imbevono davvero tanto e a volte trafilano. Io ho la cantina molto umida (anche punte del 90% di umidità) e direi che questo dovrebbe essere un buon parametro per far sì che i tappi non assorbano troppo vino o addirittura trafilino. Eppure i tappi sono spesso molto imbevuti (con conseguente abbassamento dei livelli delle bottiglie). Immagino (ma non sono un tecnico) che la forma particolare della bottiglia (e la conseguente tipologia di tappo) incida in questo senso. Per tutte le altre variabili incide l'estrema artigianilità dei vin idi Valentini. :-)
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 12 anni fa - LinkI tappi? Ma come li tenete? Io non avrò la vostra esperienza... Ma ho assaggiato anche delle bottiglie degli anni 70... E persino piu vecchie e non ho percepito tutta questo problema di tenuta dei tappi... Del resto i tappi che usa Valentini sono un super classico usati da molte eccellenze... Boh! Sarà che ne avrò bevute soloqualche 100aia di bottiglie :P Poi la differenza da bottiglia e bottiglia ci sta, è tipica della filosofia della casa... Un vino vivo, che ogni anno nella bottiglia continua a vivere da fremere... Infatti non capisco quando parlate di naso brettAto, non è così netto in quel caso (come in molti altri) dove finisca il brett e dove inizi la tipicità e riconoscibilità...
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkIo li tengo bene Ale e anche quelle dell'altra sera erano tenute a modino. Anche in condizioni perfette i tappi di Valentini sono sempre parecchio imbevuti rispetto ad altri vini presenti nella mia cantina (non mi sono mai capitati tappi trafilati ma ad alcuni amici sì, lì la mano sul fuoco non ce la metto). Trovare un vino di Valentini con il livello molto alto è assai difficile per mia esperienza, che non si basa su centinaia di assaggi come la tua ma di una 50ina sì.
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - Link50ina solo di Trebbiano ovviamente.
RispondiAlessandro Bocchetti
circa 12 anni fa - LinkMah, lo credo è un vino vivo, che continua la fermentazione nel tempo, che si muove e può capitare che il tappo si imbeva... Io in generale sulle bott vecchie tendo a girarle in piedi quando si avvicina la data del consumo... Lo faccio in maniera empirica da bevitore... Debbo dirvi pure che nella mia esperienza non è che ci siano tanti problemi di tappo su i Valentini, nella mia esperienza le bott tappute sono veramente poche tra cui una 73 di cui ancora mi mangio le mani... Ciao A
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkAh per il sentore di tappo fine a se stesso anche a me non ne sono capitate se intendi questo... :-) A volte qualche cessione strana sì ma quella capita in tutte le buone famiglie! :-D PS: stessa tattica mia per le bottiglie, quindi senza saperlo agiamo alla stessa maniera. Sarò pure io antico? :-D
RispondiDavide Catino
circa 12 anni fa - Linkio ne ho bevute solo tre di bottiglie di Valentini (due rossi ed un trebbiano) e ne ho una quarta (Montepulciano del 1995): tappi sempre perfetti, anche quello della 2001, livelli sempre alti. Odori forti, particolari, ne ho sentiti in fase di prima apertura della bottiglia, ma poi il vino è sempre cambiato in positivo. Non mi risulta che una cantina con il 90% di umidità vada bene.
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkHo detto "anche punte del 90% di umidità", non mi sembra di aver parlato di umidità costante del 90%. La media è dell' 80% anche qualcosa in meno per via del condizionamento che attivo d'estate per mantenere costante la temperatura e che abbassa l'umidità. Il fattore umidità serve, sempre che tu non lo sappia già, per contrastare l'effetto osmosi attraverso il tappo. Quindi un' umidità alta consente al tappo di non assorbire troppo vino e lo ribadisco: dal momento che di Valentini non ne ho bevuti 3 ma qualche decina in più, di tappi abbondantemente imbevuti provenienti da ottime cantine, pur avendo al loro interno vini perfetti, me ne sono capitati innumerevoli. E il confronto lo faccio con pari età di altri produttori e ho ipotizzato possa essere la forma della bottiglia e il tappo utilizzato (molto ampio nella parte inferiore). E' una personale statistica di decine di bevute in materia che ha un valore del tutto personale e non scientifico.
RispondiAndrea
circa 12 anni fa - LinkInvidia molta nel leggere di una verticale di Valentini. Però non ho forse colto il senso della degustazione: leggo di illusioni disattese, poco sprint etc... ma valutazioni eccezionali...
RispondiFabio Cagnetti
circa 12 anni fa - Linkè che il Trebbiano di Valentini è per me, quando gli va, uno dei grandi vini bianchi del mondo, certamente il migliore in una nazione che non è tra le prime tre al mondo come qualità della produzione bianchista. Il punteggio va anche rapportato alle attese, un'annata di Romanée-Conti o di Monfortino che prende meno di 94-95 punti per me è deludente.
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkTe do 7 euri quanno se vedemo.
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkAndrea, grazie per avermi dato l'opportunità di spiegare ulteriormente il metro di giudizio. A prima vista può sembrare così, punteggi alti rispetto a quello che si legge. Ci sono però delle precisazioni da fare: 1) anche nei casi di delusione parziale o totale ('95 o '96) siamo di fronte comunque a ottimi vini, mai monotoni e in continuo movimento. Come ha scritto l'altro Andrea (che ringrazio sempre per le foto) è stata dura dare i voti perchè durante la serata sono cambiati n volte in considerazione del momento. Ad esempio anche la '02 era partita malino nel mio bicchiere ma col tempo è uscita fuori e ha alzato il voto notevolemnte (bocca a parte). Quindi la somma di queste caratteristiche più le considerazioni sull'età dei vini (stiamo sempre parlando di circa 16 anni dalla vendemmia) portano ad una valutazione apparentemente positiva 2) proprio perchè ho bevuto altre volte questi vini e ho testato bottiglie nettamente migliori (come ho scritto), traspare la delusione rispetto al bel ricordo e lla caratteristiche che davo per acquisite. Il '95 ha avuto un problema olfattivo (poca pulizia) ma in bocca era micidiale e a tratti durante la serata era davvero bello. Per mia personalissima esperienza (forse notevole culo fin'ora) è una bottiglia che vale tranquillamente i 92 punti, alcune ti fanno anche sbialanciare ulteriormente. Stare 3-4 punti sotto quella soglia non ti dico che è una stroncatura ma è una valutazione bassa per l'annata. Poi, come scritto, sei il '97 supera il '96 c'è un problema... :-)
RispondiGiovanni Solaroli
circa 12 anni fa - LinkPiù leggo e rileggo questo post e relativi commenti e più mi è chiaro il senso della mia indeguatezza. Inadeguatezza manifesta da un punto di vista della mera dotazione tecnica, infatti non possiedo alcun strumento per fare le analisi di un vino mentre lo sto degustando e dunque non mi è possibile formulare sentenze al riguardo, ma nemmeno banali opinioni ne, tantomeno vaghe ipotesi sulla presenza o meno di brett et similia. Ma inadeguatezza anche dal punto di vista culturale,sociale, antropologico, antropofago, antro delle streghe, ecc,ecc in quanto oramai affettivamente legato ad un mondo che profuma d'altro. D'altro che non è la parte nobile dell'animale più nobile e nemmeno la parte meno nobile dell'animale meno nobile, laddove si intenda l'ascella umana di keviniana memoria. Ma profuma di lenzuola pulite e non di materassi da campo profughi, di aria di montagna e non di stalla chiusa, di frutti fragranti e non di bucce in decomposizione. Ho provato e riprovato ad annusarmi l'ascella ma invece dell'eccitazione mi sono sentito dire: mi sa che mi devo lavare.
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - LinkDirei pure portace 'n' Antro litro. :-D
RispondiFrancesco Amodeo
circa 12 anni fa - LinkNon condivido. Anzitutto non serve ricorrere ad analisi di laboratorio per riconoscere le manifestazioni sensoriali di cui sono responsabili i fenoli volatili prodotti dai Brettanomyces (4 etil-fenolo e 4 etil-guaiacolo), basta saper assaggiare. In secondo luogo, il voler trasportare quello che accade nella realtà al vino è un'operazione semplicemente priva di senso: a me non piace l'odore lasciato sull'asfalto dalle gomme di un camion che inchioda, eppure è un descrittore che si ritrova spesso nei pigato, e che è sovente associato ad una sensazione positiva; stesso discorso si potrebbe fare per gli idrocarburi (l'odore della benzina non è generalmente piacevole), eppure quando lo si sente in certi timorasso o riesling può capitare che le cose cambino. Viceversa, il profumo del the alla pesca o dell'ananas è comunemente associato ad un positivo nella realtà di tutti i giorni, ma quando lo si sente (e lo si sente!) su un Barolo, ecco che può diventare invece una sensazione fortemente negativa. Il vino è un'entità a sé, e come tale va giudicato. In alternativa ci sono sempre i succhi di frutta. :-)
RispondiGiovanni Solaroli
circa 12 anni fa - LinkInfatti, come detto sono inadeguato!
RispondiAlessio Pietrobattista
circa 12 anni fa - Link... Ma almeno sei pulito e profumato dopo la constatazione di ieri! ;-)
Rispondi