A-iuto | Ezio Trinchero e quella strana idea di confine che abita l’Istria
di Giovanni CorazzolAppartengo con disinvoltura alla categoria dei millantatori e me ne vanto. Non inganni la premessa. Il vero millantatore si schermisce. Sa di non saperne abbastanza e mette le mani avanti per garantirsi, in realtà, il diritto di parlare di ciò di cui non sa: ”Guarda sono un dilettante, però mi sembra di poter dire che” e giù cazzate. Vuote. Come un calzino sporco. In filo di scozia, però, e ricamato.
Io che scrivo di vino. Io che faccio citazioni letterarie: “Facevo la posta al moscone iridato da cinque minuti, aspettando che si posasse. Ma lui non voleva posarsi. Voleva solo far picchiate e cabrate e cantare il prologo dei Pagliacci” (Raymond Chandler, La Sorellina, 1949). Eccone una presa a caso da un repertorio ormai bolso, buona per diverse occasioni, uscita dalla sartoria per definire chi, chiamato incautamente a cimentarsi in una prova di scrittura, non risponde declinando onestamente il gentile invito, ma si cimenta, millantando sapienze impalpabili, schermendosi (audacissima), svolazzando ardito mentre fuori ci sono temperature da fine del mondo. Il moscone sono io. E Raymond Thornton Chandler l’autore di sette virili, indimenticabili romanzi il cui protagonista è l’investigatore privato Philip Marlowe. Ma Chandler stava a La Jolla, California, dove fiorisce la jacaranda. E beveva whiskey. Io invece sto in Istria, davanti al Quarnaro, sotto una pergola a vite. E bevo il Bianco 2007 di Ezio Trinchero portato in trasferta. E siccome ho offerto tutte le possibilità per cambiare canale, ora millanto a piacimento.
Il Bianco (sì si chiama così, e sì forse possiamo lavorare un po’ sul marketing) è un uvaggio di Arneis (60%) e Malvasia Candia (40%) che non dovrebbe trovarsi ad Agliano Terme (AT), ma che invece, forse per errore, c’è, cresce, prospera. Ezio Trinchero, uomo cordiale ed entusiasta, lavora terreni benedetti per la barbera (Vigna del Noce rulez), sublimi per la freisa (baroleggia), assai favoriti per il grignolino (profumatissimo). Dopo aver vinificato arneis, malvasia e chardonnay in purezza (Sogno di Bacco, VignaPalmè e Palmè), dai primi anni duemila ha provato degli uvaggi ad assetto variabile: tutti e tre i vitigni assieme (A-iuto! è il nome del vino ed il punto esclamativo non l’ho aggiunto io, Dio ce ne scampi e liberi) e solo arneis e malvasia (il Bianco, appunto). Bianco che bianco non è, perché i lunghi tempi di macerazione (10-12 giorni) sulle bucce, gli conferiscono il colore tipico dei bianchi macerativi (orrore) o orange wines (doppio orrore; ma volete trovare un modo meno puzzolente di chiamare questi vini?). Il vino viene poi affinato parzialmente in acciaio e quindi in rovere di slavonia. La lavorazione tanto in vigna quanto in cantina, rifugge dall’uso della chimica, solo poca solforosa prima dell’imbottigliamento.
Ora non mi lascerò andare a giudizi che non ho l’autorità di rilasciare, però (visto? Schermirsi, il segreto è schermirsi) proverò a dire che i profumi sono dolcissimi, floreali e di frutta gialla e che andrebbe atteso ancora per smaltire i tannini, ma che si beve oh se si beve. La bottiglia è durata il tempo impiegato dal cargo ad attraversare il canale che divide Cherso dalla terra ferma in direzione Fiume (sparo a chi la chiama Rijeka). Ci ha impiegato 57 minuti. La mattinata caldissima, ma lievemente ventilata. Frinire di grilli. Moglie e bimbi fuori dai coglioni. Sugo pronto. Io l’ho bevuto e ho insolitamente accolto felice il ritorno vociante dei miei cari dalla spiaggia.
6 Commenti
Vittorio Rusinà
circa 13 anni fa - LinkCorro a comprarne una bottiglia...complimenti, davvero un bel post. Di Trinchero, che stimo come vigneron, ho sempre solo bevuto i rossi ma avevo sentito parlare molto bene di A-iuto!
RispondiLuka
circa 13 anni fa - LinkMi sembra un post scritto da una persona colta. Mi spiace per il passaggio "Fiume (sparo a chi la chiama Rijeka)". Siamo nel 2011 o no? Ma forse sbaglio io... P.S. Non conosco i vini del sig. Trinchero. Me li sono annotati
Rispondivinogodi
circa 13 anni fa - Link...nomen omen...
Rispondicarolina
circa 13 anni fa - Linkte si un grande! :)
RispondiFrancesco Maule
circa 13 anni fa - LinkOh il buon Giovanni che scrive su Intravino! Bravo, bell'articolo, ben scritto, gran bel vino. Ma perche' macerativi e non macerati? beh poco importa. Infine, lo sai perche' si chiama A-iuto?
RispondiLucien
circa 13 anni fa - LinkBeh che dire, ho conosciuto l'azienda per il rosso e poi..c'è stata questa bella sorpresa, bianchi assai atipici per le tradizionali e ferree convinzioni Piemontesi, rompevano decisamente gli schemi ma con grande personalita'.. Bravo Ezio che ha saputo cogliere il messaggio dai colleghi dell'est e per averlo sviluppato con le sue idde ed il suo carattere.. Qualche spunto pure qui: http://armadillobar.blogspot.com/2010/10/adoro-lastigiano-e-la-barbera.html
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