Vinitaly giorno tre, il successo di Vivit
di Jacopo CossaterGiù il cappello, ad un giorno dalla chiusura dell’edizione 2012 di Vinitaly si può tranquillamente affermare che Vivit è stato un successo. La grande novità di quest’anno, il salone dedicato ai vini naturali interno alla fiera, ha messo d’accordo tutti, visitatori e -soprattutto- produttori. La formula è semplice e già vista in tante altre manifestazioni: nessuno stand ma un banchetto per ogni cantina presente, tutte dentro una grande stanza all’interno del PalaExpo, proprio affianco al tradizionale spazio della regione Lombardia.
L’atmosfera è quella delle grandi occasioni: da una parte i produttori, consapevoli di trovarsi di fronte ad un pubblico prevalentemente nuovo ed estraneo a rassegne come quelle promosse da VinNatur e Viniveri; dall’altra i visitatori, particolarmente curiosi nello scoprire realtà capaci di proporre vini eccellenti, profondamente territoriali, assolutamente bio. Poche le criticità: l’area dedicata è grande ma non particolarmente spaziosa, cosa che ha reso difficile l’accesso nei giorni di maggior affluenza e che ha creato qualche disagio vista la gran ressa. Vigne, vignaioli, terroir, recita poi il claim all’ingresso. Fondamentale quindi che dall’anno prossimo siano indicati sotto il nome della cantina sia la regione che il comune di provenienza.
Ma è poca cosa. Più di un produttore, interrogato a proposito di una sua eventuale presenza a Vivit 2013, ha dichiarato di non avere alcun dubbio e di non vedere alcun valivo motivo per non ripetere questa esperienza dentro Vinitaly (invece che a Cerea o Villa Favorita, aggiungo io).
[foto di Max Cochetti]
57 Commenti
michele malavasi
circa 12 anni fa - LinkIo sono stato al vivit lunedi e sono d'accordo nel definirlo un successo per l'affluenza, la qualità dei produttori e dei vini, ma non nella location e nell'organizzazione. l'obiettivo dei produttori era staccarsi da Cerea/Villa Favorita e andare dentro al vinitaly per avere maggiori contatti con i buyer, mondo business? Assolutamente condivisibile, ma penso che contatti business in questa situazione, siano molto molto difficili: ingresso sbarrato con fila di gente innervosita che aspettava di entrare in quanto non c'erano bicchieri, corridoi stretti in cui si passava a fatica urtandosi, unico calice da portare in giro senza neanche una tracolla, banchi talmente piccoli da non riuscire neanche ad appoggiarsi per prendere appunti, confusione e rumore assordanti e nessuna sedia per eventualmente parlare con il produttore. La foto pubblicata e' assai eloquente della situazione che ho trovato e descritto. Concediamo il jolly di essere stata la prima volta, ma una riflessione sul modello proposto è necessaria.
RispondiJacopo Cossater
circa 12 anni fa - LinkCredo ieri sia stata una giornata affollata oltre ogni aspettativa, oggi Vivit era molto più vivibile. E comunque si, tutte le tue osservazioni sono certamente condivisibili.
RispondiGiacomoPevere
circa 12 anni fa - LinkAnche io oggi ho trovato il salone del Vivit molto vivibile, la folla c'era ma ho comunque avuto modo di chiacchierare a lungo e con tranquillità assieme a tutti i produttori da cui sono andato. P.S: Piacere di averti conosciuto Jacopo.
Rispondiarmando trecaffé
circa 12 anni fa - LinkAggiungo: stanza bassa e mal ventilata, odori strani (sudore umano, sigaretta fumata, calzino stanco, chanel n.5 o succedanei), confusione e rumore che impedivano di riflettre e di parlare. Nicolas Joly era molto deluso. Successo? Ho i miei dubbi...
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkConfermo. Joly era molto deluso: http://www.cronachedigusto.it/servizi-speciali/vinitaly/vinitaly-2012/7893-nicolas-joly-deluso-dal-vivit.html
RispondiSimone
circa 12 anni fa - LinkSono contento del successo del Vivit. Io personalmente al vinitaly non ci sono andato, chiamiamola scelta culturale, certo mi dispiacerebbe molto se iniziative come Vinnatur e ViniVeri perdessero alcuni produttori qualitativamente importanti a favore del Vivit. Questi due wine festival hanno dato un contributo importante nel creare e diffondere un'altra cultura del vino, compreso il modo in cui si vende una bottiglia di vino. Rimane la sensazione che per alcuni le possibilità di mercato offerte dal Vinitaly siano più importanti della propria identità.. Continuiamo a sostenere Viniveri e vinnatur.. VINNATUR 2012 - VILLA FAVORITA - Wine Festival http://simodivino.blogspot.it/2012/03/vinnatur-2012-villa-favorita-wine.html
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkSul Successo dei bio-qualcosa al vinitaly ne ero certo e mi ero pure esposto sulla discussione di qualche tempo fa. Però lo spazio è poco e il servizio bicchieri carente. Bello vedere molti produttori "convenzionali" veni a spiare e assaggiare i vini di questi loro colleghi. Speriamo che l'anno prossimo gli spazi siano almeno doppi (e che sia Cerea che Villa Favorita chiudano), magari sfrattando la Franciacorta dal piano superiore del palaexpò (girano insistenti voci che se l'anno prossimo la Franciacorta non avrà uno spazio nei padiglioni numerati allora diserteranno vinitaly. Speriamo!!!!!) Domani vedremo come sarà l'affluenza così magari ripeto qualche assaggio.
RispondiNicoletta
circa 12 anni fa - Link@ Zakk: e perché mai dovrebbero chiudere i battenti (Cerea e Villa Favorita)? tutti insieme appassionatamente a morire nella bolgia? no, grazie piccolo è bello, vivibile, degustabile con la dovuta calma, a misura di appassionato-non-schizzato, comodo (e più simpatico) (e senza code all'uscita di Verona)
Rispondicarlo
circa 12 anni fa - LinkMa mi spieghi perchè speri che vini veri e villafavorita chiudano? sei mai andato ? e se non ti sono piaciute, semplicemente, non ci ritornare, non ti obbliga nessuno.
RispondiMario Plazio
circa 12 anni fa - LinkGrazie per l'auspicio. Per quanto riguarda Villa Favorita non chiudiamo per niente. Quello che fanno gli altri non ci riguarda, ma credo che la ricchezza e la diversità delle offerte siano importanti. Solo gli ottusi non capiscono che offrire opportunità è un valore. Sperare nella chiusura di un evento culturale è da Tafazzi. Ma sei mai venuto a Villa Favorita? Ti pare che sia la stessa cosa di Vivit?
RispondiMichele
circa 12 anni fa - Link@zakk: perchè dovremmo speare di non trovare un'eccellenza italiana come la franciacorta al vinitaly? Domenica al vivit si stava molto. Sono passato 2 volte, prima al mattino e poi al pomeriggio tardi e non c'era ressa. Ho potuto fare lunghe chiaccherate coi produttori sempre molto disponibili. Si, forse lo spazio è più da approccio di privati che per clienti businnes ma basta assaggiare che poi se vala la pena gli affari si fanno.
RispondiDaniele
circa 12 anni fa - LinkMolto molto belle il Vivit ma la folla mi ha impedito di fare molti assaggi che mi ero prefisso. Comunque è giunta l'ora che Vinitaly diventi una fiera professionale non solo nel nome ma anche nei fatti. C'era una quantità di gente al cazzeggio che nulla ha a che vedere con il mondo del vino da fare PAURA! Bisogna fare qualcosa!
RispondiFabio Italiano
circa 12 anni fa - LinkE come fai a fare selezione? Gli fai fare un test prima di entrare? Guarda che c'è gente che va la a cazzeggiare ma che ne sa molto ma molto di più di tanti operatori del settore.
RispondiDaniele
circa 12 anni fa - LinkMolto facile il controllo, entrano solo le partite iva del settore food & wine e i sommelier diplomati, il controllo si fa alle casse in due minuti come avviene a moltissime altre fiere davvero professionali. Non importa quanto ne sai, puoi anche scambiare una coca cola per un Barolo ma essendo una fiera B2B se compri va più che bene. Basta orde di gente che viene a Vinitaly solo per bere gratis!
Rispondizamboulder
circa 12 anni fa - LinkQualcuno di voi ha assistito allo scempio perpetrato allo stand di una delle aziende più grandi ed influenti della Valpolicella, inventandosi il Mojito al Recioto?! Oltre alla bassezza dell'operazione nei confronti del vero vino di antica tradizione del Veronese e di chi ancora lo produce con fatica e dedizione; ma sembrava d'essere all' happy hour di un locale universitario di bassa lega, centinaia di persone che venivano abbeverate a ruota. Eppoi ci si lamenta degli ubriachi a Vinitaly. mah.
RispondiJacopo Cossater
circa 12 anni fa - LinkUn brutto spettacolo.
RispondiNiccolò Benvenuti
circa 12 anni fa - Link"a fianco"
RispondiGuido M.
circa 12 anni fa - LinkDispiace leggere di auspicate chiusure per Villa Favorita e Cerea. Sono stato a Cerea e Vinitaly consecutivamente nel 2011 e 2012 e se parliamo di importanza del territorio, valore del singolo produttore, metodo e ricerca approfondita nella produzione, i vini naturali meritano uno spazio loro dedicato. Vengono valorizzati molto di più, l'atmosfera è diversa e molto più godibile che al Vinitaly e soprattutto è più consona alla filosofia di questi vini. Che Vinitaly fagociti tutto è una minaccia alla diversità culturale del modo di fare vino e di berlo.
RispondiMarco Grossi
circa 12 anni fa - LinkMolti produttori mi hanno detto che a Villa Favorita, Cerea, Agazzano, Fornovo ecc i visitatori sono sempre gli stessi. Nessuna o poche facce nuove, poco movimento e pochi contatti con eventuali buyer o distributori. A Vivit invece il movimento è stato maggiore e così anche i contatti. Diciamo un po' di respiro e di legittimazione a tanti bravi produttori. Personalmente ammetto di guardare con sospetto tutto quello che viene definito "bio-qualcosa", soprattutto perchè c'è grandissima confusione nel definire e distinguere il naturale, il biologico, il biodinamico e compagnia bella. E perchè secondo me è una moda che farà il suo tempo come l'ha fatto il turbomodernismo degli anni '90. Lodo comunque l'iniziativa soprattutto per l'intento di far uscire dal ghetto chi se lo merita. Sarebbe bello in un futuro non distinguere più i vini per categorie ma fare un Vinitaly per tutti e con tutti vini buoni. Per quanto riguarda lo spazio, si poteva fare di più. La fila all'ingresso e la folla di fronte ai micro banchetti non fa piacere a nessuno, tanto meno a chi al Vinitaly ci va per lavorare.
RispondiAlberto G.
circa 12 anni fa - LinkI vini bio,sani e bevibili ben fatti,sono e restano una moda per chi non capisce proprio un ca..di vino (e non mi riferisco certo a lei)lo sono per chi beve o ingurgita alcol.A mio avviso,chi ha un minimo di assaggi alle spalle ed ha costruito una sua memoria gustolfattiva,prestato attenzione a quello che beve,non penso possa considerarla solo una moda passeggera.La differenza c'e',e si vede, si gusta,si sente. Ben venga Vivit al vinitaly,sicuramente dara' piu' visibilita' a chi resta isolato nelle manifestazioni di settore.Ma grazie a Dio ci sono anche quelle,molto piu' fruibili per chi voglia approfondire o assaggiare vini di chi, al vinitaly o Prowin o LIWF,non si puo' permettere proprio di accedere per scelta o per budget.
RispondiMarco Grossi
circa 12 anni fa - LinkDifferenza in cosa, di grazia? Quello che ho notato è che finalmente i produttori bio-qualcosa stanno finalmente raggiungendo la qualità di quelli normali (scusate, non trovo altri modi per definire gli altri) e fortunatamente molti si sono lasciati alle spalle le imprecisioni e i problemi degli anni passati. Un vino buono è buono, a prescindere dalla metodologia e filosofia di produzione. Quando ci lasceremo alle spalle le definizioni di settore ci saremo lasciati alle spalle anche le mode e tutto tornerà normale. Ergo, non ci sarà più bisogno di alcuna manifestazione alternativa.
RispondiCarema86
circa 12 anni fa - Linkun vino buono è buono. Buono in senso che piace o che è prodotto bene?
RispondiZampaflex
circa 12 anni fa - LinkQuoto in pieno. Trovo la pretesa autodefinizione di purezza da parte di chi partecipa a queste manifestazioni, se non sospetta di fumus markettorum, quantomeno da dimostrare nel bicchiere con un prodotto migliore degli "altri", presunti industriali. E purtroppo, troppo spesso, non ci riescono. Spero che, come per il modernismo in Langa, alla fine i percorsi convergeranno e tutti noi affezionati consumatori troveremo dei prodotti migliori, da una parte e dall'altra, oramai non più diversamente etichettabili.
RispondiMarco Grossi
circa 12 anni fa - LinkMi scuso per le 400 ripetizioni, ma ho scritto di fretta senza rileggere :)
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkSei stato efficace ugualmente, e sono d'accordo.
RispondiAlberto G.
circa 12 anni fa - LinkEcco,un vino buono e' buono e basta,io la distinzione la faccio tra vini buoni e non buoni come lei.Poi tra quelli buoni ci sono quelli che a me sembrano piu' buoni di altri,e spesso tra questi ho assaggiato tanti eccellenti vini bioqualche.Impeccabili,eleganti,"succosi".A questi vini non manca nulla,ne tecnica ne emozione.Discuterei sulla tenuta sul lungo periodo,visto che mi piacerebbe riasaggiare e riparlarne tra cinque,dieci o venti anni, se Dio vorra',magari lo faremo. Sara' anche effetto psicologico,il fatto "vero"(non di quelli che hanno solo la certificazione bio)di ridurre al minimo la chimica,l'utilizzo dei lieviti spesso non selezionati ed autoctoni e minor uso di solforosa almeno in vinificazione e bla bla bla,ma io ci sento alcune differenze(non parlo di quelli con difetti o puzzette).Non parlo da agronomo,non da produttore e non sono un enologo.Sono un appassionato innanzitutto.Ma non ho mai avuto mal di stomaco,pesantezza ,mal di testa, bevendo nei limiti della decenza.Cosa che al contrario mi e' successa con i cosiddetti convenzionali.Certo se tracanno tre boccie o cinque o fate voi il limite,certamente mi sentiro' una chiavica lo stesso. Questi vini,migliorano con l'accrescersi dell'esperienza e delle vendemmie, di chi e' passato al bio dal convenzionale o di chi non aveva mai fatto vino prima e quando sono ben fatti io li trovo di grande personalita,ed altri fantastici,senza arrivare alle vette della DRC o altri che spesso vengono citati.spesso tanti difetti,puzzette ed incongruenze le riscontriamo in tutte le categorie non solo nei vini di cui si parla. Trovero' fantastici altri vini che non si dichiarano bioqualcosa ma guarda caso sono sempre il risultato di chi,pur non dichiarandosi,(anzi per svariati motivi rifiuta essere incluso in questa o quella categoria)in vigna e cantina lavora seriamente,ha passione e cura a volte anche maniacali.A me non mi frega nulla della distinzione sulla carta,auspico davvero che un di si possa bere senza pensare se sia una moda o meno, e che tanti producano seriamente e con rispetto maggiore dei consumatori.E non solo il vino. Si ma quando? Allora si che si potra' evitare di parlare di settori e mode,quando il numero dei furbetti si ridurra'.Non credo di pensarla poi cosi'diversamente da lei o da altri appassionati.
RispondiAlessandro - VinNatur
circa 12 anni fa - LinkLa cosa è certamente soggettiva, ognuno la pensa in modo diverso ed è anche questo il bello. Fà riflettere però un'opinione totalmente discordante come quella di Joly http://www.cronachedigusto.it/servizi-speciali/vinitaly/vinitaly-2012/7893-nicolas-joly-deluso-dal-vivit.html Quest'anno noi abbiamo riscontrato diverse "facce nuove" a Villa Favorita, soprattutto il lunedì! ma di certo non erano i grandi buyer che si trovano a Vinitaly ....
RispondiCarema86
circa 12 anni fa - LinkIl commento di Legnani: 10.
RispondiCarlo Tabarrini
circa 12 anni fa - Linkdiglielo un po' Alessandro..
RispondiAlessandro - VinNatur
circa 12 anni fa - Linka piccoli produttori appassionati servono piccoli venditori appassionati.. e poi... pensiamo ad aiutare la natura a migliorarlo questo nostro vino; vedrai poi come si vende da solo...
RispondiClaudio - Il Cancelliere
circa 12 anni fa - LinkAle sei un grande... keep going!!!
RispondiAlberto G.
circa 12 anni fa - LinkOttimo il Gioviano.Continuare cosi.
RispondiClaudio - Il Cancelliere
circa 12 anni fa - LinkGrazie, troppo gentile :) cerchiamo di fare del nostro meglio!!! Angiolino Docet!!
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkSe vuoi ti faccio la lista dei produttori che rappresento e che vanno a cerea o a villa favorita o magari a vinitaly pur essendo parte del bio-qualcosa. Poi però ti dico anche di quelli convenzionali e ti faccio vedere con quali campo e con quali mi diverto. Numeri alla mano. Il piccolo venditore appassionato a fine mese deve far quadrare i conti e finchè i vinoveristi se ne stanno nella riserva indiana saranno sempre i soliti 3/4 gatti che se li godono. Se invece si vogliono coinvolgere anche nuovi potenziali clienti, al momento eno-ignoranti (nel senso letterale e non dispregiativo), per far scoprire un modo diverso di fare vino allora bisogna uscire dal recinto e giocare la partita sullo stesso campo da gioco: il vinitaly! Si chiama business e non è una parolaccia, ma quello che ogni produttore vuole fare. Se la franciacorta se ne andrà io sarò contento perchè si libererà spazio per altri "vinoveristi" o come cavolo vogliamo chiamarli. @Michele: eccellenza e franciacorta non dovrebbero mai stare nella stessa frase!
RispondiMario Plazio
circa 12 anni fa - LinkE' divertente vedere che qualcuno viene a Villa Favorita per verificare che ci sono sempre gli stessi visitatori. Pensavo che venissero per assaggiare i vini... A parte questo, basta guardare l'elenco degli espositori per vedere che c'è un costante rinnovamento. Se poi vogliamo citare i numeri, c'è stato un aumento notevole di visitatori paganti. Vuoi vedere che qualcuno ha pagato due o tre volte il biglietto? Per finire, se molti vengono a VF ogni anno ci sarà un motivo? O forse sono autolesionisti? Io credo che abbiano capito lo spirito e che la proposta qualitativa offerta dal Salone sia in costante miglioramento. Grazie a tutti quelli che ci sostengono.
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkPiccolo accorgimento: dalle 9.00 alle 12 solo operatori professionali. Dopodichè avanti popolo.
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - LinkMa quanti altri bio c'erano nei padiglioni del Vinitaly? ce n'erano, ce n'erano. E quelli che fanno i vini senza solfiti, ma ultra tecnologici e con super lieviti selezionati? e con uve non bio? c'erano anche loro! Migliorare e porsi nuovi obbiettivi nella produzione di vini naturali (non bio!), sia in vigna che in cantina. Di questo si dovrebbe parlare, non delle misere e commerciali fiere!
Rispondiroberto
circa 12 anni fa - Linkanche a vinatur ho trovato dei produttori che non facevano bio tipo ca del vento ma era un buon prodotto lo stesso .. E' difficile avere una piccola manifestazione come vinatur con 150 VERI nicolas joly? comunque perchè il vinitaly si sia permesso di ospitare in un angolo il VIVIT , è il segnale che il mondo del vino stà cambiando direzione finalmente ... SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO è BEVIAMO... SI o NO? allora viva villa favorita e il suo mentore A. Maule che con tenacia ha scosso l'opinione pubblica in tutta italia insieme Sangiorgi, non per ultimo un giornalista di tutto rispetto ed esperto somelier Gpaolo Giacobbo che con sua manifestazione Ombra delle Mura che si svolge a Solagna (vi) il 29 aprile, continua questa riscoperta dei vini naturali che non hanno nessuna contro-indicazione.. Bevi solo succo di frutta un po' alcolico ma sano... saluti a tutti roberto
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - Link"Bevi succo di frutta un po' alcolico ma sano" mi sembra un'affermazione riduttiva e semplicistica. Vaglielo a dire alla maggior parte dei produttori che la loro fatica è "un succo di frutta un po' alcolico". Le contro-indicazioni ci sono sempre eccome! Se io mi sparo una bottiglia o anche due, per esempio di uno dei meravigliosi vini di Dettori, mi faccio male comunque, a memoria non mi sembra che abbiano un basso contenuto alcolico. Bisogna stare attenti a certe dichiarazioni. Il vino contiene alcol, la cioccolata zuccheri e il formaggio grassi. Ho citato tre delle cose che mi donano piacere. Spero che sia così anche in futuro, ma so benissimo che l'eccesso farà del male al mio fisico.
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkQualcosa di più di succo e alcol. I miei migliori assaggi sono tutti di Villa Favorita e Cerea. Lo splendido "L'Ange Vin" di Camille Robinot, il "Tai rosso" di Daniele Portinari, il Racrei dolce di Davide Spillari... buono da piangere, una garganega passita rifermentata in bottiglia, apertura di crostata di albicocca, chiusura di madorla dolce-amara. Ed a Cerea i baroli di Cappellano e Rinaldi, i vini sempre ottimi di Francesca Sfondrini di Massa Vecchia. Uno strepitoso Georgiano, il Rkatsiteli di Monastero Alaverdi, distribuito dal talentuoso Nicola Finotto di "I am wine". Macerato sei mesi sulle bucce in anfora interrata ma di grandissima bevibilità. Naso che dai fiori di cappero vira su note affumicate, sostenuto da un'acidità vibrante, con una florealità di macchia assolutamente inusuale. Al vinitaly, al di fuori di Vivit, c'era da piangere. Il 95% dei vini assaggiati erano piatti e morti. Svettavano solo i grandi nomi, da Biondi Santi a Cavallotto tanto per fare un esempio.
RispondiMarco Grossi
circa 12 anni fa - LinkIl mondo è bello perchè esistono vini diversi e gusti diversi. Tu pensa che solo l'idea di una garganega passita rifermentata o di un'anfora (mi viene da dire "yet another anfora wine") a me fa piangere. Poi forse al Vinitaly ti sei perso Schiavenza, Castello di Neive, i vini di Sella, lo splendido Carema Le Tabbie, Le Ragnaie, il Chianti base di Ormanni, Biondi e il suo Outis eccetera eccetera.
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkNon me li sono persi affatto. Non sono "grandi vini". Tu, invece, mi sembra che non conosca affatto quelli che ho citato. Prima assaggia e poi parla. Non mi sono mai piaciute le persone che chiacchierano dei vini che non conoscono. P.S. Un grande vino nei padiglioni del Vinitaly: il Brunello di Pian dell'Orino. Si sono fatti ampiamente perdonare certi errori del passato.
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkIo l'ho assaggiata: non mi è piaciuta, ma rispetto l'idea di Stefano Menti di interpretarla in quel modo. Però non esageriamo, non è che tutto quello che è piccolo e strano debba per forza essere interessante. Vorrei ricordare a tutti che in Italia il vino che forse ha più blasone viene fatto con lieviti selezionati, ma nel mondo le bottiglie di quel vino vengono scambiate a cifre da infarto e generalmente è sempre un vino strepitoso. Si chiama Monfortino. Volete altri esempi?
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkChe io sappia Giacomo Conterno non inocula lieviti selezionati, ma fermenta naturalmente. E' possibile che mi sbagli ma credo sia così. Così come Soldera non inocula e fa un vino completamente naturale, anche se ufficialmente non lo dichiara. Romanée-Conti, il più famoso rosso del mondo è naturale. Nessun inoculo, metodi di agricoltura biologica. Wittmann produce uno dei migliori bianchi del mondo, biodinamico. Didier Daugenau, o meglio i figli ora che è morto, producono un altro tra i migliori bianchi del mondo in maniera assolutamente naturale. L'elenco potrebbe continuare. I migliori vini sono naturali.
RispondiMario Plazio
circa 12 anni fa - LinkSe continuiamo a ragionare per schemi non andremo da nessuna parte. Perchè "a priori" una garganega rifermentata o un vino in anfora dovrebbero far piangere? Sarebbe come dire che un vino è buono solo perchè è fatto in acciaio.Gli assolutismi mi fanno paura. Non appartengono alla mia categoria. Viva la diversità, quella vera.
RispondiCarema86
circa 12 anni fa - Link@Massimiliano Giacomo Conterno usa lieviti selezionati... per ora è ancora così...
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkSono stata a Cerea e sono andata in due giorni diversi al Vivit. Cerea è un bel posto, i soffitti sono alti, c'è una spazio adeguato fra un banchetto e l'altro, è possibile una conversazione normale fra produttore e degustatore. Vivit ha una collocazione sfigata, ma credo che i partecipanti paghino molto meno degli altri espositori e abbiano meno impazzimento logistico di chi al Vinitaly ha uno suo stand in altri padiglioni. Nello stesso palazzo del vinitaly dove è ospitato il Vivit al primo piano, al secondo piano si trova anche la maggior parte dei produttori della Lomberdia, altrettanto sfigati, anche se "convenzionali". Il posto è fra il brutto e l'orrendo e se non è cambiato quest'anno, le condizioni di degustazione, eroiche. Questo per dire che non è una penalizzazione esclusiva dei "naturali". La fiera di Verona ha ancora molto da migliorare, chiunque sia l'espositore. Lo spazio è quello di un aeroporto internazionale, diviso per hangar ed ognuno di questi è una regione d'Italia. Se un produttore decide di esserci deve essere completamente libero di farlo, associato o indipendente. Se lo stesso intende investire e partecipare a Cerea e al Vinitaly non ci vedo niente di strano. Avrà fatto i suoi conti e deciso le strategie. che possono anche essere quelle commerciali. Sembra quasi un crimine ammettere che uno il vino lo fa anche per venderlo e guadagnarci per vivere dignitosamente. Una fiera è un mercato, può essere grande e dispersiva come il Vinitaly, o piccola e raccolta come Cerea. Ma chi c'è è lì per vendere. Gran parte di chi commenta in questo blog vive queste esperienze dal punto di vista dell'appassionato, dell'entusiasta. Giusto che sia così, ma, per favore, rendetevi conto anche di chi sta dall'altra parte del banchetto a versare il vino. ps. Monsieur Joly era nel mio stesso albergo, ho aspettato l'ultimo giorno per andargli a chiedere se era lui, solo per il piacere di sentirmi risponere "Oui, je suis Nicolas Joly". Purtroppo, quando ho trovato il coraggio Monsieur era già partito.
RispondiMarco Grossi
circa 12 anni fa - LinkQuoto Nelle Nuvole. Ogni viticoltore alla fine del mese deve tirare una riga e sperare che non ci sia sotto un segno meno. Se un produttore fa vino per il gusto di farlo senza pensare al ritorno commerciale (anche prossimo venturo) o è un pazzo o è romantico con tanti soldi alle spalle. Troppo spesso noi appassionati scordiamo questo piccolo dettaglio, sia quando assaggiamo che quando commentiamo su blog, forum o socialcosi.
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkIo mi auguro che tutti i produttori di Cerea e di Villa Favorita decidano di unirsi al ViViT per comodità di chi col vino ci lavora, perchè il business si fa a vinitaly (smettiamola di farci le s@@@e mentali, il vino viene fatto per essere venduto, non per essere adorato in un santuario) e per coerenza: diversi produttori di cerea e villa favorita erano anche a Vinitaly. Dimenticavo: le code in autostrada le fa chi arriva tardi, io alle 9 del mattino ero gia dentro a vinitaly a fare colazione e non abito a Verona
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkPer la proprietà transitiva dell'uguaglianza e riferendosi pure al principio di incompenetrabilità dei corpi se tutti arrivano presto come te le file le avremo ugualmente. Lasciamo che qualcuno faccia colazione in pace ;-)
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkMa io posso esser della tua opinione, anzi, io amo i vini che hai menzionato, ma cosa devo fare con altrettanti vini dove la tecnica e la tecnologia in cantina entrano in gioco? Perchè per ogni mega vino che tu citi (e io sottoscrivo) io te ne posso mettere uno vinificato in modo "convenzionale".
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkOps, rispondevo a Massimiliano Montes poco sopra
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkE mettili :-) Anch'io bevo di tutto purché sia buono. Ma... al Vinitaly mi ha emozionato una Riserva 2004 di Biondi Santi che costa 300 e passa euro; a Villa Favorita o Cerea emozioni anche più intense da vini da 30 euro massimo (ma anche da 7 euro). Dicevo infatti che il 95% dei vini assaggiati al Vinitaly (e non li ho assaggiati tutti evidentemente) sono piatti e morti, c'é un 5% di vini emozionanti. Però... mi sembra troppo poco per una manifestazione elefantiaca. Elencami i tuoi "campioni" convenzionali
RispondiAlberto G.
circa 12 anni fa - LinkEcco questa e' un'altra delle cose positive,dei vini tendenti al naturale o dichiarati,hanno una media elevata di piacevolezza,personalita',a volte dicevo davvero emozionanti,a prezzi che difficilmente superano (almeno per quelli italiani)i trenta-trentacinque euro. Parliamo di vini eccellenti,a volte nicchie per numero di bottiglie.Mentre nella maggiranza dei casi si tratta di buone bottiglie entro fasce di prezzo nettamente inferiori. Prezzi molto piu'alti se non assurdi nei loro corrispettivi vini convenzionali,di nomi piu' o meno famosi(e spesso sono o sono stati una moda da fighetti). Il "pericolo" e' far diventare una moda pure questi.Allora se li potranno permettere i soliti fighetti di cui sopra. Concordo sul fatto che i produttori "naturali"debbano comunicare e partecipare anch'essi a manifestazioni tipo Vinitaly ( es.a Londra lo si fa gia' da qualche anno se ricordo bene).Li si possono incontrare clienti,anche casuali,ma alcuni comprano per davvero.Penso sia una libera scelta.Se il mio e' un prodootto di qualita' e non temo confronti,qual'e' il miglior modo per farlo conoscere?Vado e mi confronto in mezzo agli altri. @A Montes e Zakk e fatela sta lista,di grandi assaggi che avete fatto .Please.
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkNon si tratta di fare l'elencone per vedere chi ha il fegato più deteriorato, ma di accettare che la verità non sta solo da una parte. Esistono grandi vini "naturali" come esistono grandi vini "convenzionali". A vinitaly ho fatto mega assaggi e pessime bevute. A Cerea pure. Ma il punto non è chi sia il più bravo, ma dove e come sia meglio cercare di vendere i vini. Per me tutti a vinitaly è la soluzione migliore.
RispondiGrey cola
circa 11 anni fa - LinkCredo sia stata una fantastica esperienza.. Tutto quello che un degustatore vorrebbe .. Contatto con il bioproduttore, buona e esaustiva degustazione , varietà nella scelta e nelle performances.
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