Sono stato a Vignaioli di Montagna e questi sono i miei assaggi (c’è anche un 94/100)

Sono stato a Vignaioli di Montagna e questi sono i miei assaggi (c’è anche un 94/100)

di Davide Bassani

Parto con una confessione: conosco limitatamente Trentino e Alto Adige del vino. Proprio per questo, quando ho letto della manifestazione Vignaioli di Montagna allo spazio BASE di Milano (13-14 marzo 2022), mi sono fiondato immediatamente. Conoscenze ed amicizie varie mi hanno sempre parlato in termini più che generosi di questa regione, vuoi per le varietà autoctone, vuoi per le interpretazioni di vitigni internazionali (dai bordolesi all’ispirazione borgognona quando non teutonica).

Ho trovato molti produttori particolarmente ispirati e contestualmente un livello dei vini piuttosto alto, insomma nulla che meriterebbe meno di 83/84 punti a volersi cimentare coi punteggi (cosa che farò con piacere). Il mio lassismo lacunoso ha quindi le fattezze dell’ignominia: le schede dei miei migliori assaggi scritte su un tappeto di ceci secchi mi saranno di monito per fare un giro in zona al più presto.

KLINGER WINERY
Nosiola 2020
Da un vigneto storico, con viti che vanno da 40 ad oltre 100 anni di età: ampio, fresco e bevibile con leggera aromaticità ed effluvi di nocciola e frutta bianca. Da bere a bordo piscina, o bordo lago se siete turisti in Trentino. 85

Pizpor (85% chardonnay, 15% pinot bianco) 2020
Morbido ma non troppo, di melone e fiori bianchi primaverili, frutta tropicale (ma con moderazione) e pacata mineralità, non troppo piacione ma nemmeno una limonata tagliente come una spada, o come il pizpòr, quello strumento usato per incidere le rocce delle miniere dal quale prende il nome questo vino. 86

Gewurztraminer 2020
Prendete il classico vinone aromatico morbidone e grasso e pensatelo a testa in giù. Aromaticità ed alcool moderati, sapido, leggeri effluvi tra naso e bocca di litchi e frutta tropicale in armonia su letto di fiori: inaspettato e sorprendente, una nuova interpretazione dell’aromatico per eccellenza. Ecco la versatilità che a tavola gli mancava. 87


MANINCOR
La Rose de Manincor 2021 (merlot, cabernet sauvignon, pinot nero, petit verdot, lagrein, tempranillo, syrah)
Al naso una prepotenza di rose rosse e melograno ed in bocca non ci resta per molto dato che è buonissimo. Splendidamente vestito di rosa confetto, più un’eau de parfum che un vino – suggeriamo quindi un utilizzo alternativo di questo capolavoro da tracannare ai primi caldi dell’imminente primavera. Abbinateci quello che volete, dove lo mettete sta’. 92 in signorile scioltezza.

Moscato Giallo 2020
Giallo paglierino ino ino, elegantemente profumato di gelsomino e acacia, femmina e femminile, lieve e delicato. Lo stile della cantina si conferma anche qua ed il voto è altuccio. 90

Mason di Mason 2019 (100% pinot nero)
Il ragazzo ha bisogno di tempo, il tannino si fa sentire mordace e tenace invitando alla sosta in cantina più che alla goduria dell’hic et nunc ma si farà – ha il tempo dalla sua anche se io di pazienza non ne ho: fruttini rossi di sottobosco, amarene e fiori secchi e per ora più di 84 non fa.



LONGARIVA AZ. AGR.

Graminé 2020 (100% pinot grigio)
Splendido splendente il color buccia di cipolla ramato ma è al naso che mi acchiappa: fiori, frutta golosa e matura, erbe di campo falciate, sottobosco di foglie di prima mattina – sono innamorato. In bocca non persistente ma infinito e gioioso di tutto quello che si è detto al naso. Meraviglioso e gratificante, difficile abbinarlo forse ma il bello è questo: vi stupirà su tutto. 94

Longariva

Cabernet Quartella 2015 (80% cab. franc, 20% cab. sauvignon)
Non lo so, non sono d’accordo con me stesso. Buono è buono ma, forse, e dico forse, leggermente fuori fuoco; frutti rossi e poco altro, buona l’acidità ma avrei preferito ulteriori morbidezze e concentrazione nonché un contributo più marcato del pur prevalente cabernet franc fatto di peperone e spezie scure. 83

Tre Cesure Longariva 2016 (50% cab. sauvignon, 10% cab. franc, 40% merlot)
Se il Quartella l’ho sentito abbacchiato, questo gigioneggia in speziata persistenza di mirtilli e more, sensazioni tostate e dolci di vaniglia pur senza strafare o stuccare il palato: legno ben dosato e vino in piena e totale forma. Tra i migliori della mia domenica. 93


SCHLOSS ENGLAR
Cuvée Blanc de Castel 2020 (gewurztraminer e riesling)
In pratica la fusione tra Dott. Jekyll e Mr Hyde, il bianco ed il nero. Trovatemi due vitigni più distanti e metteteli assieme. Io sono partito prevenuto ma ci ho trovato una piacevolezza non comune: mineralità, sapidità e tutto il compendio di frutta bianca matura. Cercasi imitazioni per favore. 92

Riesling 2019
Ho un debole per i Riesling fatti bene e questo probabilmente porta un paio di punti in più nel giochino che state leggendo: pesca, erba fresca e mineralità deliziosa e persistente. Bello bellissimo. 90


GLASSIERHOF
Sauvignon 2017
Bella questa cosa di presentare un Sauvignon con i suoi bravi 4 anni di affinamento ed il risultato è tutto nel bicchiere: accanto ai classici sentori di Sauvignon (bosso e foglia di pomodoro, anche se smorzati ed ammansiti) troviamo leggere note sulfuree e terziarie, paglia e sensazioni fragranti. 90

Gewurztraminer 2019
Morbidissimo e persistente – il classico aromatico di Termeno con la sua potenza e prepotenza. La sua carica spavalda potrebbe piacere così come no – ad ogni modo è un classico riuscito. 85

Pinot Noir Riserva 2017
Ecco il pinot nero con i giusti anni sulle spalle – il nirvana dell’equilibrio, dell’eleganza e della piacevolezza. Signorile e perfetto, da declamare a grande voce ma i ragazzi che lo presentavano sembravano non accorgersene. Avete per le mani un gioiellino e questo è il mio megafono: 92



GABRIELE FURLETTI
Griné 2021 (pinot grigio, pinot nero, rebo)
Rosa stupendo (il premio colore lo ha vinto lui) e bocca-naso di fragola, lamponi, ciliegie e ribes. Godurioso e fresco, vivace ed appagante, morbido il giusto e senza spigoli. Si fa voler bene. 88

Pinot Grigio Riserva 2020
Qua si sente un “manico” di un certo peso (Gabriele è giovanissimo) della materia importante, che gioca al tavolo dei grandi fin da subito. Floreale di acacia, persistente, lungo, lunghissimo e morbido ma dall’acidità ben bilanciata; ho dimenticato di chiedergli se fa legno e se lo ha fatto è gestito come si deve. Complimenti. 93

Furletti

1 Commento

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BT

circa 2 anni fa - Link

me la sono persa. peccato, peccato peccato.

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