Betsy Beer | Qualcuno ha inventato la birra buona anche a 10.000 metri di altezza ed è la compagnia aerea Cathay Pacific

Betsy Beer | Qualcuno ha inventato la birra buona anche a 10.000 metri di altezza ed è la compagnia aerea Cathay Pacific

di Giorgio Michieletto

Abbiamo assaggiato, sottoterra, l’unica birra al mondo creata per essere gustata a 35mila piedi d’altezza. Si chiama Betsy Beer ed è un’idea della compagnia aerea di Hong Kong, Cathay Pacific: non solo un’etichetta “di bandiera” per rinfrescare passeggeri (e immagine), ma un prodotto studiato ad hoc per “esaltarsi” a 10mila metri di altezza dove i sensi – dicono diversi studi – subiscono una riduzione del 30 per cento.

Giocano un ruolo la pressione in cabina, l’altitudine, il rumore, il jet lag; l’umidità è bassa, la bocca asciutta. Slacciate le cinture. Proviamo la birra, in anteprima italiana, nella saletta sotterranea del pub Sloan Square, a Milano, e ci dicono che a Hong Kong, Betsy (così si chiamava, 70 anni fa, il primo aereo della compagnia) sta già diventando una piccola tendenza in alcuni locali.

È una creazione di Simon Pesch (ex Pyramid Breweries) mastro birrario di Hong Kong Beer Company (seimila ettolitri all’anno) che – dopo una serie di esperimenti con Cathay Pacific – ha deciso che per bere meglio in alta quota bisogna aumentare la carbonatazione (+10%) in una birra di frumento, usare lievito Pilsner, luppolo inglese e frutto dragon eye in infusione. Il colore è dorato, leggermente velato perché non è filtrata. La schiuma fine… decolla via. Come le sensazioni in bocca: persistenza molto breve. Betsy punta tutto sulla freschezza e sul tropicale dell’occhio del drago: viene usato il frutto intero in macerazione e anche il miele (Longan) ricavato dai fiori dell’albero. Al naso floreale e fruttata, note di lime: il miele è netto.

Le sensazioni legate al luppolo (il superclassico inglese Fuggle) sono impercettibili: l’amaro è volutamente tenuto su un’altra rotta perché ad alta quota potrebbe risultare troppo predominante. Siamo sui 5,1%. In volo, poi, tutte le bollicine (Champagne compreso) sono messe a dura prova in bocca, e l’idea di aumentare la co2 punta proprio a stimolare di più le papille gustative, anche se le sensazioni tattili sarebbero davvero da rivalutare fra le nuvole. Tutte le compagnie aree sanno che in volo la percezione del gusto cambia e i piatti serviti, infatti, sono spesso più salati e speziati ma finora nessuna aveva pensato di creare una “birra d’alta quota”.

Che si fa bere bene anche sotto il livello del mare e ribere nell’afa milanese: una via l’altra con un pollo grigliato, salsa al curry e julienne di mango. Aprite le uscite di sicurezza.

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Giorgio Michieletto

Giornalista professionista: ieri cronaca nera, oggi rosa. Ieri, oggi e domani: rosso, bianco & co. Varesino di nascita e cuore, milanese d'adozione e testa. Sommelier Ais. Se c'è una storia la deve raccontare.

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