Goodwine dall’Ucraina al Vinitaly. Come vanno le cose a Kyiv (un anno dopo)

Goodwine dall’Ucraina al Vinitaly. Come vanno le cose a Kyiv (un anno dopo)

di Jacopo Cossater

Avevo conosciuto Ihor Piekh un anno fa a Vinitaly, poche settimane dopo l’inizio dell’invasione e dopo che il magazzino di Goodwine, grosso importatore e distributore di vino con base a Kyiv, era stato distrutto da missili russi (qui il post, con le foto del magazzino, che allora avevo pubblicato). Anche quest’anno, grazie alla fondamentale intercessione di Patricia Tóth di Planeta, sono riuscito a intercettarlo per qualche minuto, occasione buona per farmi raccontare come vanno le cose in Ucraina.


Jacopo: Ihor ciao, bentornato a Verona. Mi stavi dicendo che arrivare qui non è stato semplicissimo, che per uscire dall’Ucraina è necessario prendere un treno fino a Varsavia, in Polonia, e da lì un aereo. Un anno fa mi raccontavi del vostro magazzino, appena distrutto. Cosa è successo dopo?
Ihor: Avevamo appena perso il nostro magazzino e i due milioni di bottiglie al suo interno. Purtroppo abbiamo person anche 3 tra dipendenti e colleghi, uno in guerra e due a Kyiv, tra questi Vika (Viktoria Zamchenko, nda), una delle migliori sommelier del paese. Una ragazza molto brillante che avrebbe voluto diventare una Master of Wine, purtroppo è stata uccisa a casa, con suo marito, da un drone iraniano.
Un centinaio di persone hanno lasciato l’azienda perché hanno deciso o di andare in guerra o di lasciare il paese ma siamo vivi e siamo qui. Voglio ringraziare tutti i nostri partner in giro per il mondo, in particolare quelli italiani, perché senza il loro supporto non saremmo riusciti ad andare avanti, a riprenderci e a portare avanti la nostra attività. Tutto sta migliorando molto velocemente, almeno sotto questo aspetto: le persone, è triste ma è vero, cercano una vita normale durante la guerra. La mia famiglia, i miei soci, i miei colleghi, siamo a Kyiv e lavoriamo tutti i giorni pensando al futuro. Certo ogni tanto dobbiamo nasconderci nei seminterrati quando sentiamo le sirene, i missili e i droni passare sopra le nostre teste.

Com’è il mercato del vino in Ucraina in questo momento?
Le vendite sono diminuite del 50 per cento, va considerato che circa 12 milioni di persone hanno lasciato il paese, circa un quarto di tutta la popolazione, cosa che ha anche impattato sulla nostra valuta che si è a sua volta deprezzata di circa il 30 per cento. Due elementi che hanno avuto un grosso impatto sui consumi. le persone continuano comunque a comprare vino, il budget è lo stesso di prima ma appunto in euro o in dollari è minore.

E per quello che riguarda i consumi? Le persone bevono più a casa o al ristorante e al bar, specialmente a Kyiv?
Il settore Horeca ne ha risentito moltissimo, è il canale che ha sofferto di più. Al contrario, i supermercati e i liquor store hanno molto incrementato le loro vendite, le persone continuano a fare la spese e bevono molto a casa, cosa credo perfettamente comprensibile.
Non so cosa dire… Alle persone manca la propria vita normale. In tutto questo anche durante la guerra stiamo organizzando un festival di soli vini naturali, abbiamo invitato i nostri partner e nonostante la situazione ben 10 di loro arriveranno in Ucraina per esserci di persona, cosa che ci rende molto felici.

[Immagine: l’edificio in cui abitavano Viktoria Zamchenko e il marito – via The Kyiv Indipendent]

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

1 Commento

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Nelle Nuvole

circa 1 anno fa - Link

Quanto è doloroso leggere questo post, anche speranzoso però. L'essere umano non si arrende e "cerca di avere una vita normale", quindi chi si occupa di vino continua a farlo, nonostante tutto. Grazie a Jacopo e al Signor Piekh per il suo coraggio e la sua umanità. Un fiore deposto sulla tomba di Vika e di suo marito, anche una lacrima da parte mia.

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