Chi vuol fare le scarpe a Orlando Pecchenino? Gatta ci cova ma iniziamo coi fatti

Chi vuol fare le scarpe a Orlando Pecchenino? Gatta ci cova ma iniziamo coi fatti

di Alessandro Morichetti

Orlando Pecchenino è il Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, il primo proveniente da Dogliani tra l’altro, terra di un meraviglioso dolcetto. Tutto fila liscio fino a pochi giorni fa quando il sito locale Granda.net pubblica un trafiletto che sembra citare abbastanza chiaramente una lettera in stile legalese che chiede le dimissioni di Pecchenino.

Casus belli: avrebbe fatto/affinato Barolo fuori dalla zona delimitata dal Disciplinare della Docg. Certezza delle fonti: ovviamente nessuna, ma l’ispezione dei NAS c’è stata e tanto è bastato a qualcuno per fare la voce grossa, che si traduce in un listato a fine articolo che ditemi voi se non sembra scritto da Perry Mason:

“Il Pecchenino, che si troverebbe all’estero per lavoro, da quanto si apprende sarebbe stato invitato a rassegnare le proprie dimissioni, considerato che:
– il caso possa essere un pericoloso precedente di inosservanza allo stretto disciplinare del Barolo, finora atteso dalla sua approvazione nel lontano luglio 1980;
– l’opportunità del gesto da parte della prima persona, in qualità del Presidente del Consorzio, titolata e incaricata alla diffusione della conoscenza e del rispetto universale del Disciplinare in parola.”

La sensazione è che, a monte di tutto, ci possa essere un regolamento di conti interno al Consorzio e che, sullo sfondo, aleggino le recenti posizioni prese dal Consorzio sulla questione “Piemonte Nebbiolo”, ricordate? Ne parlammo anche nell’articolo “Michele Antonio Fino ci spiega (bene) perché non avremo una DOC Piemonte Nebbiolo“, che prendeva atto di come i vignaioli del Piemonte che – al di fuori delle zone che sono comprese nei territori della DOC Langhe, dove è possibile produrre Langhe DOC Nebbiolo e della DOC Nebbiolo d’Alba – coltivano il Nebbiolo, non avrebbero avuto diritto a menzionarlo in etichetta. Da fuori il tifo, da dentro il verme, suggeriscono i maligni che ho intercettato nei bar di paese stamattina.

Capite bene come un Presidente di Consorzio che avrebbe, il condizionale è d’obbligo, fatto maturare il proprio vino fuori dall’area consentita possa diventare una pietra dello scandalo. Alcuni già esultano, Pecchenino è all’estero e non ha ancora rilasciato dichiarazioni.

E chi ci capisce di legge dice: “È assolutamente incomprensibile perché un verbale di controllo (che non è una sentenza e non può esserlo) venga diffuso e arrivi così agli organi di stampa. I funzionari pubblici responsabili di tale diffusione di notizie dovrebbero rispondere di questa palese violazione del diritto alla difesa e all’onorabilità.”

Qui gatta ci cova, la sensazione è quella.

[Foto: Targato CN]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

4 Commenti

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Adriano Aiello

circa 7 anni fa - Link

Come si può prendere sul serio un virgolettato che usa l'articolo prima di citare il cognome!?

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Paolo

circa 7 anni fa - Link

Questione linguistica, che in realtà dice qualcosa sulla provenienza dello scrivente. Vi sono luoghi (regioni, località) in cui l'articolo precede pure il nome, nel parlato, nella lingua colloquiale. Es. - l'Adriano è un gran intenditore di vini - L'Alessandro ne sa una più del diavolo - Il Thomas è la bibbia degli alcolici La seconda possibilità è diciamo... legata ai verbali di caserma. Es. - Il Pecchenino, che si troverebbe all’estero per lavoro, da quanto si apprende sarebbe stato invitato a rassegnare le proprie dimissioni... Immaginalo mentre digita con i soli indici, alla ricerca della lettera successiva sulla tastiera, e poi stampa le regolamentari tre copie: una per l'archivio, una per l'appuntato che deve svolgere accertamenti, una per il denunciante.

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Maurizio Gily

circa 7 anni fa - Link

O è un regolamento di conti all‘interno, o è un siluro dall‘esterno. O, non e. Basterebbe trovare la gallina che ha cantato per saperlo. Comunque chi ha divulgato dall‘interno degli organi di controllo dovrebbe andare sotto inchiesta, ma è pura utopia. In Italia vige la libertà di sputtanamento.

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Denis Mazzucato

circa 7 anni fa - Link

Si può dire pirla? Siamo il solito paese di pirla... al di là del merito della questione, perdiamo più tempo a farci le scarpe l'uno con l'altro che a promuovere i nostri vini. Tristezza.

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