Tappo a vite anche su Barolo e Brunello? Ora si può

di Fiorenzo Sartore

Il tappo a vite verrà ammesso anche per i vini a denominazione di origine controllata e garantita più prestigiosi, come riporta Il Sole 24Ore, per effetto del “decreto 16 settembre 2013 che modifica le norme Ue in materia di etichettatura dei vini Dop e Igp (regolamenti 1234/2007 e 607/2009) cancellando la regola generale che prevedeva per i vini Docg come Brunello di Montalcino, Barolo o Amarone l’uso esclusivo del tappo di sughero”.

Si tratta di vedere, ora, chi vorrà utilizzare il sistema di chiusura “molto richiesto dai mercati internazionali”. Il Sole ricorda, tuttavia, che tale norma potrà essere modificata dagli enti di tutela che vorranno inserire eccezioni specifiche: esiste infatti la “possibilità per i singoli consorzi di tutela di prevedere norme più restrittive (e quindi l’uso esclusivo di un particolare tipo di chiusura) attraverso una modifica del disciplinare di produzione da presentare entro sei mesi”.

Nell’immagine qui sotto, i risultati del sondaggio promosso in proposito dal quotidiano online: al momento i contrari sono (purtroppo) in maggioranza.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

6 Commenti

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Roberto Tamantini

circa 11 anni fa - Link

Finalmente!! Basta col paraocchi!

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ale

circa 11 anni fa - Link

Comprendo che dare una risposta è piuttosto difficile ma si riesce a fare una stima di quanto costi in meno al produttore un tappo a vite piuttosto che sughero?

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gabriele succi

circa 11 anni fa - Link

Alla fine lo stelvin costa come un sughero medio...non nel costo in sè, ma la bottiglia filettata, la macchina per imbottigliare etc... Certo che se uno considera il costo dello stelvin paragonandolo ai sugheri che usa Conterno per il Monfortino allora...

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Lime

circa 11 anni fa - Link

Non so, da consumatore senza pretese, i tappi a vite mi sembrano molto "cheap", nel senso meno bello del termine. Non avanzo pretese scientifiche di studi di categoria che dimostrano chissà cosa, dico che quando al ristorante ho ordinato una mezza bottiglia da 16 euro e ho visto il tappo a vite, ho pensato ad una truffa. Ripeto, sarò un novizio, avrò il paraocchi ma L'EFFETTO che mi ha fatto non è stato positivo. E sancazzo se i mercati lo richiedono, per quanto mi riguarda lo stesso vino se devo scegliere come acquistarlo, vado col sughero.

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Jacopo Cossater

circa 11 anni fa - Link

Solo una precisazione, come emerso nei commenti ad un altro post sul tema (che l'articolo del Sole in questo caso era un po' approssimativo): il DL dello scorso 24 settembre di fatto introduce il tappo a vite come uno standard, al pari dei tappi cosiddetti "rasi" (questa è la vera rivoluzione). Tuttavia specifica anche che potrà essere adottato a meno che i disciplinari delle denominazioni ad origine dei vini in oggetto non prevedano unicamente il tappo di sughero, o i suoi simili (caso, questo, che comprende un numero vastissimo di vini). Di più: quelle DOCG che non prevedono questa specifica, hanno sei mesi di tempo per inserirla nei propri disciplinari, escludendo così il tappo a vite. Morale: prima di vedere uno Stelvin su un Barolo o su un Brunello ne dovrà passare di tempo, eccome (perchè per adesso no, non si può).

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Sir Panzy

circa 11 anni fa - Link

Non è tanto per la chiusura in se, non vedo grosse differenze in negativo rispetto ad un sughero di medio livello e uno stelvin. Per vini di pronta beva e da breve invecchiamento (tipo 3-6 anni) e a patto che siano imbottigliati con livelli di ossigeno differente. Penso che su quest'ultimo tema Franz Haas sia un grande precursore e sarebbe bello sentire la sua campana. Detto ciò non vorrei che consorzi folli, sull' onda di una finta "modernizzazione" che nessuno vuole, aprissero le porte ai tappi a vite per le grandi docg. Semplicemente per il fatto che vedremo brunelli da GDO con tappo a vite sminuendo il valore reale (non parlo del valore percepito dal cliente) della denominazione e svilendo secoli di tradizione. Perché imho, si inizieranno a produrre brunelli o baroli di pronta beva ad hoc per il tappo a vite. No, non vini moderni o ruffiani ma vini pronti. Una enorme differenza nonché una scusa per avvallare tecniche di produzione lontane anni luce dal buon senso e dalla buona pratica agricola.

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